Pa, stop ai pagamenti delle fatture cartacee

 

Terminati i tre mesi di transizione dall’entrata in vigore, il 6 giugno scorso, dell’obbligo della fatturazione elettronica, da oggi la Pubblica amministrazione non pagherà più i fornitori che abbiano presentato il conto delle loro prestazioni attraverso fatture cartacee. Le Pa, chiarisce l’Agenzia delle Entrate “non potranno procedere al pagamento, neppure parziale, fino all’invio del documento in forma elettronica”.

La fatturazione elettronica è uno dei sistemi che dovrebbe velocizzare le procedure burocratiche delle Pubbliche amministrazioni e consentire un più veloce pagamento ai fornitori. Secondo le stime del Politecnico di Milano raccolte dal Sole24Ore, a luglio le fatture arrivate in maniera telematica sono state quasi 200mila, in netta crescita rispetto alle 43mila arrivate a giugno.

JM

Boccalini: “Debiti Pa? Azzerare e riscrivere le normative”

 

Come ricordavamo ieri, in una recente intervista al Corriere il premier Matteo Renzi è tornato ad affrontare il problema dei debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese fornitrici, confermando la volontà del governo di porre rimedio al problema entro fine mese di settembre, spiegando anche che «la cifra totale da restituire sarà molto meno dei 60 miliardi fino ad ora presi a riferimento e sarà ricalcolata con esattezza entro i prossimi 10 giorni». In attesa di ulteriori sviluppi, oggi abbiamo incontrato Edoardo Boccalini, segretario nazionale INT,  già ascoltato a riguardo nel maggio scorso quando il Governo sembrava disposto a mettere a disposizione circa 1,8 miliardi di euro per i primi pagamenti.

Dott. Boccalini, a sentire il premier Renzi, entro il 21.9 i debiti della Pa dovrebbero, il condizionale è d’obbligo, essere saldati. Si tratta finalmente della tanto annunciata svolta buona?
Difficile dirlo adesso, visto il passato possiamo solo aspettare e sperare di poter dire “é stata la volta buona”. Nel frattempo, ma anche dopo, mi piacerebbe che la politica parlasse di tutte quelle imprese che per colpa di questa situazione sono fallite o sono state costrette a chiudere. E’ ora che ci si renda conto che dietro a quegli imprenditori che troppo spesso vengono considerati furbi e senza scrupoli, ci sono famiglie che hanno sofferto e che ancora stanno soffrendo. Non può essere che tutto venga sempre ricondotto ad un debitore e ad un creditore, dietro c’è un mondo del quale sistematicamente ci si dimentica e che causa gravi, gravissime situazioni e chi ne è responsabile per negligenza superficialità menefreghismo o interesse personale è giusto che paghi. E questo indipendentemente che si parli di pubblico o privato.

Come si possono cambiare le normative, da più parti definite complesse e farraginose, per evitare l’accumulo e i ritardi nei pagamenti dei debiti della Pa?
Per semplificare bisognerebbe azzerare tutto e riscrivere la normativa in modo semplicissimo, chiunque dovrebbe capire senza dubbi o equivoci. Non credo che il dover commissionare dei lavori e il doverli pagare debba comportare una complicazione tale da causare paura e incertezza da parte sia di soggetti pubblici sia privati. Si deve tornare alla certezza che si sta facendo la cosa giusta, non al perenne dubbio che ovviamente non può portare altro che ad uno sgravio o allontanamento di responsabilità. E nel caso qualche parametro dovesse essere superato si deve prevedere un meccanismo per il quale l’impresa committente non ne risenta minimamente non essendo la causa, le responsabilità andranno cercate e gestite all’interno della PA.

La quota d’interesse sul debito dovrebbe essere inferiore alle attese e il Governo dovrebbe ritrovarsi un “tesoretto” per guardare più serenamente al futuro...
Sarebbe triste pensare ad un Governo che guarda più serenamente al futuro per un tesoretto che deriva da differenti previsioni, queste situazione se mai si dovessero verificare dovrebbero avvantaggiare qualcosa di non previsto a vantaggio di tutta la collettività. Da questo momento basterebbe semplicemente rispettare le scadenze.

Jacopo MARCHESANO

Fatturazione elettronica, tutti d’accordo

Dal 6 giugno scorso l’obbligo della fattura elettronica verso la Pubblica amministrazione è diventato operativo. Ministeri, Agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza non possono più accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea. La stessa disposizione si applicherà, dal 31 marzo 2015, ai restanti enti nazionali e alle amministrazioni locali. Inoltre, a partire dai tre mesi successivi a queste date, le PA non potranno procedere al pagamento, neppure parziale, fino all’invio del documento in forma elettronica. Secondo i dati prodotti dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, la nuova fattura elettronica potrebbe portare risparmi per un miliardo di euro: una media di ben 17 euro per ognuna delle fatture emesse ogni anno verso le Pubbliche Amministrazioni (ben 60 milioni).

“Con la fatturazione elettronica abbiamo seriamente la possibilità di dare un colpo alla corruzione. Tracciare in forma digitale ogni forma di pagamento è un passo fondamentale per la piena trasparenza negli appalti della pubblica amministrazione”. Ad affermarlo è il presidente della Commissione di Vigilanza sull’Anagrafe Tributaria Giacomo Portas, eletto recentemente alla Camera nelle liste del Partito Democratico. “Chi prende e dà tangenti, chi gonfia gli appalti ora avrà la vita di più dura – ha concluso Portas – La vicenda del Mose ci dice che dobbiamo puntare anche sulle banche dati per sconfiggere la corruzione”.

“La gestione strutturata e informatizzata del ciclo amministrativo consente di ridurre i tempi ed errori nella gestione dei dati – ha commentato anche Mara Galetto, Senior Manager di BravoSolution, azienda specializzata nella gestione innovativa del ciclo source-to-pay – Se poi anche i processi a valle del ciclo amministrativo, in particolare la gestione degli acquisti, sono digitalizzati, i benefici su tutta la “filiera” aumentano in maniera esponenziale. Si arriva a un efficientamento e ad una tracciabilità di tutto il processo source-to-pay, con dati gestiti in modo strutturato, organizzato e digitalizzato”.

LEGGI L’INTERVISTA A CLARA POLLET, RESPONSABILE DEL SERVIZIO FISCALE E TRIBUTARIO DI API TORINO

Jacopo MARCHESANO

Pollet: “Fatturazione elettronica? Inevitabilmente indispensabile…”

Come abbiamo già ricordato abbondantemente nei giorni scorsi, dal 6 giugno scorso l’obbligo della fattura elettronica verso la Pubblica amministrazione è diventato operativo. Questo nuovo adempimento che rivoluziona l’organizzazione e il modo di lavorare delle Pa non opera immediatamente nei confronti di tutti gli enti. In effetti, l’obbligo scatta oggi solo per ministeri, Agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza. L’obbligo si estenderà a tutti gli enti ricompresi nel conto economico consolidato dello Stato solo dal 31 marzo 2015. In merito, oggi abbiamo incontrato la responsabile del Servizio Fiscale e Tributario di API Torino, Clara Pollet, per un breve chiacchierata.

Cosa cambia per le piccole e medie imprese con l’entrata in vigore dell’obbligo della fatturazione elettronica?
Sicuramente l’impatto tecnologico per una “piccola” azienda è notevole: stiamo infatti parlando di una “rivoluzione” degli usi. Ci si deve però orientare tra le varie norme che disciplinano l’obbligo. Occorre capire innanzitutto nei confronti di quali enti è scattato l’obbligo dal 6 giugno e non è così agevole per imprese spesso molto piccole (per questo è possibile però ricorrere al sito www.indicepa.it effettuando la ricerca per codice fiscale). Verificato l’obbligo occorre creare la fattura in formato .xml (solo per chi è già fornitore del MEPA è possibile utilizzare gli strumenti di creazione, invio e conservazione della fattura), poi inviare la fattura “firmata” nei modi previsti (pec, Entratel/Fisconline, …) e attendere le ricevute del sistema di interscambio e conservare il tutto in modo informatico (per adesso con apposizione della marca temporale ogni 15 giorni). Oltre che la conoscenza della normativa, quindi, occorrono conoscenze o strumenti informatici particolari.

E’ possibile quantificare i vantaggi teorici della fatturazione elettronica?
Vi sono innumerevoli studi che quantificano i risparmi di costi (carta, invio, archiviazione, elettricità…) e di tempo, ma è necessario per capire bene la fondatezza delle previsioni, verificare la situazione dopo qualche mese di applicazione.

Renderà più agevoli i pagamenti dei debiti arretrati della Pa?
Con la “data certa” dell’invio/ricevimento della fattura elettronica da parte della Pubblica Amministrazione non ci sono più scuse ai ritardi “burocratici” o “amministrativi” nei termini di pagamento.

Jacopo MARCHESANO

Fatturazione elettronica, tutti i vantaggi

Si è aperta venerdì 6 giugno la nuova era che modificherà le modalità di fatturazione nei confronti della Pubblica Amministrazione. La fatturazione elettronica è infatti diventata obbligatoria per chiunque voglia fornire prestazioni a ministeri, agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza o assistenza sociale. È la prima fase, un primo passo che risponde alle linee di azione dell’Unione Europea.

“L’attuazione di questo primo importante punto della riforma digitale è un passo importante per il Paese – ha commentato  Bonfiglio Mariotti, presidente di Assosoftware, l’associazione nazionale, facente parte di Confindustria, che raggruppa le principali aziende dell’Information Technology – noi siamo  pronti con mezzi e competenze ad assistere il governo e fornire strumenti per una migliore attuazione della riforma. La nostra Associazione da anni segue con attenzione ogni evoluzione sul tema della fatturazione elettronica.

“Oggi, grazie a questa iniziativa – ha aggiunto Mariotti –  l’Italia si pone ai primi posti in Europa per l’uso della fatturazione elettronica e può diventare un modello di best practice anche per gli altri Paesi, soprattutto in concomitanza del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea. Come Assosoftware siamo pronti, con l’eccellenza dei nostri soci, a presentare una Piattaforma nazionale per la fatturazione elettronica per far sì che il vantaggio della riforma possa avere importanti ricadute anche sulle imprese”.

L’obbligatorietà della fatturazione elettronica, inoltre, da parte di un’azienda può comportare molteplici vantaggi/benefici dal punto di vista dei costi:

– riduzione attività manuale
– aumento produttività manodopera
– diminuzione materiali di consumo (carta, busta e bolli).
– eliminazione del costo di distruzione delle fatture
– eliminazione del tempo destinato all’archiviazione e alle successive ricerche
– eliminazione dei costi per gli spazi occupati per l’archiviazione

dal punto di vista dell’efficienza:

– l’accesso on-line da parte di tutte le diverse aree aziendali alle fatture di
acquisto e di vendita
– abbattimento tempi di esecuzione
– elimina i ritardi ed i disguidi derivanti dall’inoltro cartaceo delle fatture
– riduzione di dispute e contenziosi dearivanti da errori di fatturazione
– maggiore integrazione tra fatturazione e pagamenti-incassi elettronici

dal punto di vista dei rapporti verso terzi:

– segnale di innovazione verso clienti e fornitori
– conformità nei confronti della pubblica amministrazione
– pronta risposta e trasparenza su controlli fiscali

 

La fatturazione elettronica e il dilemma dei debiti della Pa

 

I debiti complessivi della Pubblica amministrazione (come già abbiamo specificato nelle scorse settimane) ammontano incredibilmente, secondo le ultime valutazioni della Cgia di Mestre, ad una cifra superiore addirittura ai 75 miliardi di euro a cui vanno aggiunti i crediti delle imprese con meno di 20 addetti (il 98% del totale delle aziende),e di quelle sociosanitarie, che farebbero lievitare l’indebitamento complessivo oltre la soglia dei 100 miliardi di euro.

Sempre per l’associazione degli artigiani e delle piccole imprese, un deciso contenimento dei tempi di pagamento dovrebbe avvenire con l’avvio della fatturazione elettronica prevista per ministeri, agenzie fiscali, enti di previdenza/assistenza e da giugno 2015 anche per le Amministrazioni locali e per le altre Amministrazioni centrali. «Sebbene nel 2013 siano stati pagati oltre 23 miliardi di euro, la lentezza con la quale la nostra Pubblica amministrazione salda i propri fornitori rimane inaccettabile. Continuiamo a essere i peggiori pagatori d’Europa» ha dichiarato il segretario Bortolussi.

«Ben venga la fatturazione elettronica dal 6 giugno, ma questa non è sufficiente. Dalla fase della fattura a quella del pagamento c’è ancora un passaggio essenziale» ha dichiarato il vicepresidente uscente della Commissione Ue, Antonio Tajani, ricordando che i nodi cruciali da affrontare per risolvere il problema dei ritardi dei pagamenti alle imprese da parte delle pubbliche amministrazioni riguardano la legge di contabilità dello stato, il Patto di stabilità interno e il pagamento dei debiti pregressi.

Jacopo MARCHESANO