Bonus mobili? Tutti lo vogliono

Per il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero, il bonus mobili ha salvato 10mila posti di lavoro e permesso a oltre 3600 aziende di non chiudere. Il direttore generale sempre di Federlegno ha chiesto che diventi strutturale e il presidente del Consiglio Renzi si è detto disposto a estenderlo anche per il 2016, dopo la conferma per il 2015. Insomma, il bonus mobili piace a tutti.

Piace, soprattutto, a quanti ne hanno usufruito dalla sua entrata in vigore, nel giugno 2103, e che, fino alla fine dello scorso anno hanno portato a una spesa collegata che ha sfiorato i 2 miliardi. Tanta roba, la misura più importante, secondo FederlegnoArredo, per ridare stimolo alla domanda interna, frenata negli anni della crisi.

Di fatto il bonus mobili, ossia la detrazione Irpef del 50% per chi compra mobili nuovi e grandi elettrodomestici ad alta efficienza energetica deve rispettare una serie di condizioni, la più importante delle quali è il suo collegamento alla detrazione Irpef sulle ristrutturazioni edilizie. Infatti, per poter accedere al bonus mobili è necessario che prima di acquistarli siano stati avviati in casa i lavori con detrazione agevolata, anche se ancora non ne sono state sostenute le spese. A questo proposito, in caso di lavori già ultimati, le spese devono essere state sostenute dal 26 giugno 2012 in poi.

I lavori di ristrutturazione delle abitazioni sono quelli di restauro, conservativo, manutenzione straordinaria, ristrutturazione edilizia, ripristino o ricostruzione dopo una calamità. Tra quelli di manutenzione straordinaria, sono incentivati quelli per l’efficientamento energetico. Il bonus mobili non è invece collegato alla manutenzione ordinaria, un esempio per tutti l’imbiancatura dei locali. Importante ricordare poi che non è necessaria una correlazione tra i vani ristrutturati e i mobili acquistati, basta che si riferiscano alla medesima casa.

Il calcolo del bonus mobili va fatto su un importo massimo di 10mila euro, la cui spesa deve essere effettuata attraverso strumenti di pagamento tracciabili come i bonifici postali dedicati, i bonifici bancari, carte di credito e debito. Se l’importo massimo agevolato dal bonus mobili è di 10mila euro, l’agevolazione può toccare quindi un massimo di 5mila. In ogni caso, il rimborso avviene in 10 rate annue.

Utile ricordare che l’importo dei lavori di ristrutturazione grazie ai quali accedere al bonus mobili può anche essere inferiore alla spesa agevolata per gli arredi, che include anche trasporto e montaggio.

Legno arredo italiano all’attacco della Cina

Il settore del legno arredo è una delle eccellenze del made in Italy. Pare che lo sappiano bene anche negli ambienti di un Governo che negli ultimi mesi si è speso molto per finanziare e promuovere le eccellenze italiane. Infatti, il Presidente di FederlegnoArredo Roberto Snaidero ha incontrato ieri il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni.

Portando a Gentiloni la voce del settore legno arredo, Snaidero ha sottolineato la bontà del lavoro fatto insieme al governo Renzi, che ha riconfermato il Bonus Mobili“Il settore legno arredo vale 28 miliardi – ha ricordato Snaidero – per un totale di 360mila addetti. Le esportazioni fanno segnare +2,9%, e compensano parzialmente il calo dei consumi interni, per i quali il bonus mobili si conferma strumento efficace di politica industriale al fine di rilanciare la domanda interna e difendere il lavoro”.

Snaidero ha poi affrontato il tema cruciale dei mercati esteri del settore legno arredo, tra i quali non possono essere tralasciati quelli della Russia e della Cina, nei quali FederlegnoArredo cerca di favorire la penetrazione delle aziende associate.

Riferendosi in particolare al mercato cinese, Snaidero ha sottolineato la necessità che il legno arredo made in Italy lo aggredisca con decisione, poiché offre potenzialità enormi: nel 2019 raddoppierà le importazioni di arredamento di fascia alta provenienti dall’Italia e sarà il quarto mercato di sbocco dell’export italiano di arredamento. “Lo sforzo congiunto di sistema – ha concluso Snaidero – attraverso l’incremento di iniziative di promozione del design made in Italy, potrà consentire di migliorare il potere di mercato e la visibilità del legno arredo italiano”.

Vademecum per il bonus mobili

A breve nei CAF sarà disponibile il Vademecum operativo sul bonus mobili e un’assistenza fiscale dedicata alla loro fruizione, in seguito ad un accordo siglato tra FederlegnoArredo ed i sindacati Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil nazionali.

L’obiettivo principale è quello di permettere ai cittadini di usufruire della detrazione fiscale del 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici fino a 10mila euro, purché destinati ad immobili oggetto di ristrutturazione agevolata.
Entro l’estate 2014 FederlegnoArredo renderà noti i dati relativi all’effettivo utilizzo da parte dei contribuenti del bonus arredi, raccolti grazie alle segnalazioni che arriveranno dalle sedi CAF.

L’accordo è stato pensato per dare nuova linfa ad un settore, quello del legno-arredo, che si trova in grave difficoltà, poiché ha risentito in maniera particolare di questa crisi e ha visto 50mila posti di lavoro perdersi per strada e la chiusura di 12mila imprese.
Ad oggi, ci sono ancora 370mila lavoratori ed oltre 70mila aziende produttive a rischio, ma la cui sopravvivenza è fondamentale per il sistema del Paese.

Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, ha a questo proposito dichiarato: “I nostri sforzi devono essere indirizzati innanzitutto a garantire il rilancio dei consumi e la competitività delle imprese“.

Vera MORETTI

Bonus mobili confermato e prolungato

Tra i bonus fiscali che sono stati prorogati, c’è anche il bonus mobili, rinnovato con la presenza, durante le audizioni delle Commissioni Finanze e Industria del Senato, di Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo.

Si tratta di una notizia che farà piacere alle famiglie italiane, poiché prevede la possibilità di detrarre dalla dichiarazione di redditi, e fino ad un massimo complessivo di € 10.000 euro, le spese sostenute per l’acquisto dei mobili da destinare ad immobili ristrutturati.
Anche in questo caso, la detrazione delle spese, come per il bonus ristrutturazioni, sarà ripartita in dieci quote annuali.
Valido anche per questo buono l’obbligo di conservare tutte le ricevute di acquisto, se si vuole beneficiare della detrazione.

I mobili acquistabili non sono solo quelli fissi ma, come si legge nel testo del decreto, si tratta di “mobili finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione”, senza ulteriori specificazioni e senza riferimenti agli elettrodomestici.

Possono godere delle detrazioni i proprietari dell’edificio ristrutturato, ma anche i soci di cooperative divise e indivise, inquilini e comodatari, soci delle società semplici, imprenditori individuali, limitatamente agli immobili non strumentali o merce, familiari conviventi del possessore o detentore dell’immobile oggetto dei lavori.

A beneficiare di questo bonus, non solo le famiglie italiane, ma anche le imprese del comparto arredo, colpito duramente dalla crisi economica.

Vera MORETTI

Aumento dell’Iva, il grido delle imprese

Sicuramente quello che fa più rumore mediaticamente riguardo all’aumento dell’Iva al 22% dall’1 luglio prossimo è la stangata che colpirà e famiglie, specialmente quelle meno abbienti. Non dimentichiamo però che questo punto percentuale in più sarà una maledizione anche per le imprese, già provate pesantemente dalla crisi e dalla mancanza di domanda interna.

Proprio per questo motivo imprese di tutti i settori sono scese in campo contro il detestato aumento. Dai distributori di alimentari ai giocattoli, dalla musica alle imprese del mondo agricolo e dei servizi (ossia tutti i settori merceologici i cui beni saranno colpiti dall’aumento), diverse associazioni hanno scritto al presidente del Consiglio Letta chiedendo di scongiurare l’aumento dell’Iva e dare ai consumatori e alle imprese un segnale forte di sostegno, in un momento di estrema difficoltà.

Afi, Agrinsieme, Ancc Coop, Ancd Conad, Assogiocattoli, Ceced Italia, Centromarca, Federalimentare, Federdistribuzione, Federlegnoarredo, Fimi  e Univideo sostengono che l’aumento di un punto di Iva provocherebbe un ulteriore rallentamento dei consumi deprimendo ancora di più la domanda interna, che deve al contrario essere rilanciata per far ricrescere il Pil.

Si legge nella lettera: “Le più recenti stime effettuate da centri studi e istituti specializzati indicano, a regime, l’impatto di questa misura in un aggravio di costi pari a oltre 160 euro a famiglia, fatto tanto più grave in considerazione delle 9 milioni di famiglie che versano in situazioni di difficoltà economica, di cui 5 milioni a rischio povertà”.

L’aumento dell’Iva avrebbe infatti effetti pesanti sul settore distributivo, su quello della produzione industriale, sull’agricoltura e sul mondo dei servizi, con conseguenze anche sui livelli occupazionali. Le associazioni firmatarie auspicano che il Governo, pur in una situazione di difficoltà nel recuperare risorse, trovi una soluzione definitiva a questo difficile problema, dando così un chiaro segnale ai consumatori italiani e alle imprese che hanno ancora la volontà di investire in questo Paese”. Dura farsi ascoltare…

Federlegno e UniCredit insieme per sostenere le imprese del settore arredo

Grazie ad una convenzione stipulata tra FederlegnoArredo e UniCredit, sono 11 i milioni di euro concessi alle imprese associate a FederlegnoArredo nel 2012.

Questo accordo si basa su una linea di credito revolving per consentire alle imprese di utilizzare singoli finanziamenti per far fronte a spese ed investimenti in vista di manifestazioni fieristiche organizzate da FederlegnoArredo, ma anche per finanziare il ciclo con l’acquisto di scorte di materie prime e/o semilavorati, o per smobilizzare ordini/fatture o contratti di fornitura.

A beneficiarne, sono state le 60 imprese che fanno parte del’associazione, 43 delle quali hanno sede nel nord Italia, 12 nelle regioni del centro Italia e 5 nel sud Italia, tutte contattate in contemporanea ad altre 576 imprese potenzialmente interessate all’iniziativa, in occasione delle edizioni dello scorso anno dei Saloni e di MADE expo.

Questa iniziativa è stata avviata anche per l’anno in corso, con esito positivo, per ora, da parte di 33 imprese, interessate ai progetti che caratterizzeranno il 2013.
Si tratta di dati positivi, se si pensa alla situazione difficile che il comparto Legno-Arredo sta attraversando, e che si registrano grazie alla collaborazione di due realtà importanti, sicuramente, due dei pilastri della nostra economia nazionale.

Vera MORETTI

Arredo e design, l’Italia… emerge

Lo abbiamo detto tante volte, non perché siamo bravi ma perché i fatti e l’economia lo testimoniano numeri alla mano: le aziende che esportano e che sono forti all’estero, specialmente in un momento come questo, sono le uniche che possono sopportare i colpi della crisi. Un discorso che vale per buona parte delle filiere produttive italiane, non ultima la filiera del legno e dell’arredo.

Diversi sono i mercati mondiali sui quali i mobili e il design made in Italy vanno forte. Abbiamo parlato ieri della Cina, verso la quale gli occhi dei nostri imprenditori del legno guardano con interesse e.. golosità. Un altro dei principali sbocchi per l’industria del legno-arredo italiana è poi rappresentato dal mercato Usa, con un giro di affari di 700 milioni di euro all’anno. Per consolidare la presenza delle imprese del legno-arredo in questo mercato, il Ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito del programma di Promozione Straordinaria del made in Italy negli Stati Uniti, ha promosso un Progetto di promozione della filiera legno-arredo made in Italy in Nord America che – grazie alla collaborazione di FederlegnoArredo – prevede il coinvolgimento di alcuni dei più prestigiosi studi di architettura americani, i principali player dell’architettura e dell’interior design a livello globale.

Il Ministero, attraverso FederlegnoArredo, organizza un concorso chiamato “Emerge Italy”, rivolto ai giovani progettisti dipendenti di studi nordamericani che seguono progetti internazionali, specialmente nelle aree del Golfo Persico, Russia, Cina, India, Singapore, Sudafrica e Messico. “Emerge Italy” avrà come tema l’ideazione di nuovi prodotti pensati per le aziende italiane dei settori illuminazione, ufficio, cucina, bagno, living, camera da letto e finiture d’interni. Alle aziende italiane, poi toccherà mettere in produzione questi progetti.

Con questa iniziativa – spiega Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredoaggiungiamo un nuovo importante tassello a un percorso che la federazione ha iniziato due anni fa e che punta a fare crescere la quota export dei nostri prodotti in un mercato sempre più attratto dall’italian style, soprattutto fra le giovani generazioni“.

Una commissione mista, composta da Ministero, FederlegnoArredo, IIDA (International Interior Design Association) e AIA (American Institute of Architect) premierà cinque prodotti. Gli studi di architettura e le associazioni che vedranno i propri architetti premiati ospiteranno con una formula di stage un gruppo di giovani progettisti italiani under 35 selezionati dal Ministero, da FederlegnoArredo e dal Politecnico di Milano, con lo scopo di rendere più fluidi i rapporti di reciprocità fra strutture americane e realtà italiane.

Ad aprile i vincitori del concorso, accompagnati dalle figure senior del rispettivi studi di architettura, saranno premiati durante l’edizione 2013 de ISaloni di Milano. A maggio, poi, il Ministero, con FederlegnoArredo e in collaborazione con ICE, parteciperà con uno stand organizzato alla fiera ICFF di New York, per promuovere i risultati del concorso e presentare gli oggetti realizzati. A giugno sarà poi la volta della fiera Neocon di Chicago, dove sarà organizzata una serie di eventi mirati per le aziende italiane. In occasione di MADE expo Milano, a ottobre 2013, infine, sarà organizzato l’evento di chiusura del progetto, che vedrà la partecipazione congiunta dei partner italiani ed americani.

Il progetto Emerge Italy – dice Giovanni De Ponti, direttore generale di FederlegnoArredo – rappresenta un aspetto fondamentale delle attività che la nostra federazione promuove tra le aziende associate sui mercati internazionali. Il Ministero ha dimostrato di credere nel nostro settore mettendo a disposizione risorse importanti in un momento sicuramente tra i più difficili. Sono certo che questa collaborazione andrà avanti e che le nostre aziende saranno seguite con sempre maggiore attenzione“.

Partner del Mise e di FederlegnoArredo per la creazione e la promozione del concorso negli Usa saranno le associazioni americane IIDA e AIA, entrambe dotate di una capillare presenza sul territorio. Il progetto verrà inoltre svolto con il supporto di ICE Agenzia e IACC Chicago (Italian American Chamber of Commerce of Chicago).

L’Italia dell’arredo mira alla Cina

Se è vero che le aziende italiane che sentono meno la crisi sono quelle più esposte sull’export, tra i mercati sui quali puntare la Cina rappresenta senz’altro uno di quelli più vivi nello scenario internazionale. Per questo, Ice, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha deciso di sviluppare nuove strategie per dare la possibilità, alle imprese italiane, di essere più efficaci sul mercato cinese.

In questa ottica è stato avviato “La Cina arreda Italiano“, un progetto organizzato in collaborazione con FederlegnoArredo, Cosmit, Cna e Confartigianato, con l’obiettivo di incrementare il numero delle aziende italiane del settore arredo operanti nel continente asiatico.

Nonostante una crescita del 2,1%, nei primi nove mesi del 2013, registrata dall’export italiano del settore mobili, elettrodomestici e apparecchi di illuminazione, la quota di mercato dell’Italia sulle importazioni cinesi è ferma al 4,8%, preceduta da Germania (19,8%), Giappone (17,1%), Corea del Sud (8,7%) e Stati Uniti (5,8%).

Riccardo Monti, presidente dell’Ice, ha infatti affermato: “La Cina ha circa 80 città con oltre 5 milioni di abitanti. Oggi, come Sistema Italia dell’abitare, presidiamo a stento una decina di città. Il potenziale è dunque di proporzioni vastissime. Il Paese sta vivendo un processo di urbanizzazione rapidissima; parliamo di centinaia di milioni di persone che nei prossimi vent’anni andranno a vivere in città. Ed è in corso un programma di upgrading, di miglioramento del patrimonio abitativo. Le abitazioni, cioè, diventano più grandi e meglio arredate. La gente spende sempre di più per la casa e per la filiera italiana si tratta di un’opportunità enorme che dobbiamo cominciare a sfruttare”.

Per questo, è fondamentale studiare strategie di comunicazione che puntino a diffondere la cultura dell’abitare italiano, anche attraverso alcune attività che verranno svolte in Italia e in Cina, con il coinvolgimento di media, decision maker, Vip e distributori cinesi.

Ice punta a far convergere architetti, designer e costruttori verso il mercato del Sol Levante, ma anche di far coincidere il design italiano con il gusto cinese. Per arrivare ad avere maggiori sintonia con quanto richiesto dal mercato, sono previsti corsi di formazione ad hoc, in modo da poter focalizzare le energie sulla realizzazione di prodotti più adatti.

Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, ha aggiunto: “Il mercato cinese è un mercato che potenzialmente può dare grosse soddisfazioni. La nostra federazione sta lavorando alacremente per fornire il proprio supporto alle imprese italiane. Nei progetti c’è l’apertura di un ufficio dedicato presso l’Ice di Shanghai e un grande evento fieristico per il prossimo anno. Mi auguro che la Cina possa presto arrivare in vetta alle graduatorie dei Paesi maggiormente utilizzatori del prodotto italiano, come lo sono già gli Usa, la Russia e la Germania”.

Vera MORETTI

La filiera dell’arredo? Ha la febbre…

di Davide PASSONI

Se il Salone del Mobile di Milano e il momento della celebrazione indiscussa e indiscutibile dell’estro, della creatività, dell’artigianalità e della tenacia del sapere fare italiano nel campo dell’arredo e del design di alta qualità, non dobbiamo però nascondere a noi stessi che la situazione nella quale versa il settore non è delle più favorevoli. Benvenuti nel club, direte voi… Certo, ma in queste situazioni la filosofia del “mal comune mezzo gaudio“, non è proprio da sposare.

Lo sa bene il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero, che nei giorni scorsi ha presentato alla stampa i risultati del Termometro vendite dell’associazione, un’indagine alla quale hanno partecipato oltre 630 imprese scelte tra le più rappresentative all’interno della filiera del legno, compilando un questionario sulle aspettative per l’anno in corso. Risultati secondo i quali, sono parole dell’associazione, restano “drammaticamente negative” le prospettive per l’inizio del 2013: a gennaio il 60% delle imprese dichiarava ordinativi in flessione, in stagnazione per il 30%, in crescita solo per il 10%. Previsioni positive, invece, per le aziende vocate all’export, per il 64% delle quali continuerà a crescere.

Il quadro economico per le imprese associate a FederlegnoArredo resta dunque di “forte difficoltà” sul mercato nazionale; anche nell’ultimo quadrimestre del 2012 il risultato delle vendite in Italia rimane stabilmente negativo (-10% rispetto al 2011), migliorano di poco le vendite estere (+4%). Sempre secondo il Termometro vendite di FederlegnoArredo, i consumi interni nel settore legno e arredo caleranno dell’11,2% tra il 2012 e il 2013, mentre la previsione per il 2013 nel saldo della bilancia dei pagamenti è positiva per 8 miliardi di euro. Purtroppo, però, dal 2007 al 2013 si sono persi 15 miliardi e 322 milioni di euro in termini di fatturato alla produzione. Nello stesso periodo, nel macrosettore legno e arredo sono stati persi 67mila addetti e 14mila imprese.

Una spirale negativa alla quale FederlegnoArredo cerca di porre un freno soprattutto guardando oltre confine, dal momento che i consumi e la domanda interni sono più che depressi, sono praticamente sotto terra. Snaidero ha infatti ricordato che FederlegnoArredoha un ufficio a Chicago, due settimane fa ne ha aperto uno a Mosca e presto faremo altrettanto anche a Londra, Shanghai e Belgrado. Poiché molte imprese nel nostro settore sono medie o piccole, non tutte hanno la possibilità di avere una struttura aziendale interna di marketing. La federazione si sta spendendo per accompagnare le nostre aziende in giro per il mondo, con missioni all’estero cui partecipano ogni volta 15-20 imprese, e facendo venire in Italia gli acquirenti stranieri, come è avvenuto di recente con i buyer russi che abbiamo portato in Veneto e Lombardia“.

E per far ripartire i consumi in Italia? Snaidero ha una soluzione: “Inserire gli arredi fra le detrazioni Irpef del 50% previste per le ristrutturazioni edilizie“. Può essere un primo, piccolo passo per ridare ossigeno a un settore in apnea. Un passo al quale ne dovrebbero seguire altri, soprattutto dal mondo bancario, che purtroppo, però ancora non vediamo. Resta da sperare che il prossimo governo, quando si degnerà di prendere forma e operatività, abbia l’intelligenza e la sensibilità per cogliere i segnali e le proposte che arrivano da questo settore.

Arredo e design, non è tutto oro quello che luccica. Anzi…

di Davide PASSONI

Mancano poco più di due settimane alla partenza di quella follia collettiva che, per Milano, rappresenta il Salone del Mobile. Cinque giorni nei quali il capoluogo lombardo diventa la capitale mondiale di uno dei prodotti più belli, vincenti ed esportati della media e piccola impresa italiana: il mobile e il design. Cinque giorni nei quali l’ubriacatura di feste, eventi, presentazioni, viavai da fiera rischia di far perdere, per un po’, il contatto con una realtà, quella dell’arredo e del design, che per tante imprese artigiane non è per nulla rose e fiori.

Se infatti, ne siamo certi, tra gli stand della Fiera di Milano ci saranno decine di marchi e di realtà combattivi, innovativi e pronti ad aggredire il mercato con prodotti di altissima qualità, le cifre del settore in Italia sono tutt’altro che confortanti e le ha presentate nei giorni scorsi FederlegnoArredo: fatturato alla produzione quasi dimezzato negli ultimi 5 anni chiusura di oltre 10mila aziende del settore.

I principali distretti mobilieri italiani sono in sofferenza, dalla Brianza al Nordest alle Marche. Un calo di vendite e di fatturato le cui cause e dinamiche non sono dissimili da quelle che, in tutti questi mesi, abbiamo trovato analizzando la situazione di alcune delle più importanti filiere del made in Italy: calo della domanda interna, difficoltà di sostenere investimenti e sviluppo a causa della stretta al credito, strategie fiscali sul settore dell’arredo e della casa che non hanno fatto altro che deprimere ulteriormente i consumi.

Ecco, durante questa settimana cercheremo di capire dalla voce di chi opera nel settore quali sono le principali problematiche e, soprattutto, quali le possibili soluzioni per uscire da un’impasse che sta mettendo a rischio, tanto per cambiare, una delle eccellenze manifatturiere italiane.