I numeri dei saldi

Mentre in alcune regioni i saldi invernali sono partiti sabato 2 gennaio, nella maggior parte delle città la corsa all’affare inizia oggi. Tra queste città ci sono anche le regine dello shopping come Roma e, soprattutto, Milano, che in occasione dei saldi invernali 2016 torna a vestire l’abito di capitale della moda.

Un ruolo che sui saldi invernali avrà un impatto forte e positivo, almeno stando alle stime di FedermodaMilano (Confcommercio Milano), che prevede per il capoluogo meneghino un valore complessivo delle vendite di 454 milioni di euro, con una previsione di acquisto medio a persona di 176 euro e un incremento nel valore dei saldi invernali milanesi di oltre il 4% rispetto ai saldi 2015.

A Milano e in Lombardia i saldi partono martedì 5 gennaio come coerentemente stabilito nell’ambito della decisione della Conferenza delle Regioni di una data unica nazionale – afferma Renato Borghi, presidente di FedermodaMilano e Federazione Moda Italia -. I saldi restano un’occasione importante: un ‘rito’ collettivo capace di attrarre l’interesse di milanesi e di turisti e visitatori invogliati dalla qualità del made in Italy. I consumatori trovano anche quest’anno un ampio assortimento a prezzi competitivi. Per gli operatori commerciali si tratta soprattutto di dare continuità (incrementando i ricavi più che i guadagni) ai segnali di ripresa avvertiti nelle vendite di Natale tenendo però anche conto che, su alcuni prodotti, la stagione invernale, di fatto, non è ancora iniziata. Non sono, quindi, certamente dissipate le preoccupazioni del dettaglio moda multimarca indipendente di qualità, ma un risveglio dei consumi si è registrato anche grazie ad Expo dopo anni di segni negativi e le nostre stime sulle vendite in saldo ne tengono conto”.

Servono, ora – prosegue Borghisegnali forti e politiche di sostegno e rilancio dei consumi nei negozi. Nel primo semestre del 2015 hanno chiuso in provincia di Milano 203 negozi di moda (113 nel solo Comune di Milano) a fronte di 106 nuove aperture (58 nel Comune di Milano). E il clima mite ha ridotto fortemente le vendite di capi più pesanti influendo anche sulle vendite di calzature e accessori di stagione”.

Secondo FedermodaMilano gli sconti medi per questi saldi invernali milanesi andranno dal 30 al 40% e, in concomitanza con le vendite a prezzi ribassati, torna la tradizionale iniziativa dei “Saldi chiari” promossa da FedermodaMilano in sintonia con le associazioni dei consumatori. Ecco i capisaldi.

  • Carte di credito. Durante i saldi l’operatore commerciale non può rifiutare il pagamento con carta di credito.
  • Cambi merce. Il dettagliante si impegna a sostituire, se possibile, o a rimborsare i capi acquistati che presentano gravi vizi occulti così come previsto dal Codice Civile ed in particolare dalle norme di recepimento della Direttiva 1999/44/CE. Nel caso di non corrispondenza della taglia, il capo verrà sostituito con prodotti disponibili all’atto della richiesta di sostituzione. Qualora non fosse possibile la sostituzione per mancanza di capi o per mancato gradimento da parte del cliente, l’operatore rilascerà un buono acquisto di pari importo del prezzo pagato relativo ai capi da sostituire. Buono che il cliente dovrà spendere entro i successivi 120 giorni dall’emissione dello scontrino fiscale (che dev’essere presentato).
  • Prova prodotti. Il cliente ha diritto di provare i capi per verificarne la corrispondenza della taglia e il gradimento del prodotto. Sono esclusi dalla facoltà della prova i prodotti che rientrano nella categoria della biancheria intima e quei prodotti che, per consuetudine, non vengono normalmente provati.
  • Uniformità dei prezzi. Le catene di negozi che effettuano saldi si impegnano a porre in vendita gli stessi prodotti agli stessi prezzi. In caso di variazione del prezzo, la variazione viene praticata contemporaneamente in tutti i punti vendita della catena.
  • Riparazioni. Se il costo per l’adattamento o la riparazione dei capi acquistati è a carico del cliente, l’operatore commerciale deve darne preventiva informazione al cliente stesso e deve inoltre esporre, in modo ben visibile, un cartello informativo sul quale si dichiara espressamente che le riparazioni sono a carico del cliente.

Emy Fabbri nuovo presidente di Federmoda Roma

Federmoda Cna di Roma ha un nuovo presidente: si chiama Emy Fabbri, ed è una modellista che ha iniziato la sua attività nel 1985 in un’accademia torinese, titolare oggi di un atelier nei pressi del Pantheon.

Conosciuta da tutti i maggiori stilisti italiani, Fabbri ha accolto la sua nomina con entusiasmo, dimostrando la sua grande voglia di fare e di rimettersi in gioco.

Cosi ha infatti commentato la sua nuova carica: “Voglio mettere la mia conoscenza al servizio di chi vuole imparare, provando ad allargare i loro orizzonti. Anche all’innovazione. Il mercato è saturo, ci sono i marchi della grande distribuzione che ricopiano i modelli dell’alta moda e intercettano chi ha sempre meno disponibilità economica. La crisi è evidente. Ma chi come me è riuscito nel tempo a crearsi una piccola nicchia continua a lavorare come sempre. Questo non vuol dire che non ci sia ricambio tra la mia clientela: io vado avanti molto con il passaparola, che resiste finché riesco a garantire la qualità” .

Vera MORETTI

Saldi: come evitare fregature

Nessuna sorpresa, né in positivo né in negativo, ha riservato la prima giornata di saldi a Milano.
Le rilevazioni compiute da Federmodamilano, hanno riscontrato un avvio della stagione dei ribassi perfettamente in linea con il 2012 e, considerando che le previsioni a medio termine vedono un calo, rispetto all’anno scorso, del 5%, le prime giornate lasciano un margine di ottimismo.

Il 6 luglio, dunque, ovvero il primo sabato di ribassi a Milano, è andata piuttosto bene alle vie commerciali più battute, corso Buenos Aires in testa, grazie alla presenza, oltre che dei milanesi, anche di un folto esercito di turisti.
Rispetto al mese di giugno, quando i negozi erano pressoché deserti, la differenza si vede eccome.
Meno bene, però, sta andando per i negozi lontani dalle vie centrali, con l’unica eccezione di via Lorenteggio, che ha, invece, saputo tenere il passo con le zone più illustri.

Secondo le stime, si punta all’acquisto di prodotti di uso comune, come jeans, scarpe, t-shirt e i capi di “stagione” come costumi, borse mare e sandali, per una spesa totale che si aggira attorno ai 125 euro, contro i 140 dello scorso anno.

Per mettere in guardia i consumatori, anche quest’anno Federmoda ha proposto l’iniziativa Saldi chiari, in collaborazione con le associazioni di consumatori.
Obiettivo del progetto è favorire la trasparenza delle regole di acquisto, migliorando le vendite e fidelizzando il cliente.

Tra i punti più importanti da ricordare, c’è quello delle carte di credito che, a differenza di quanto certi commercianti asseriscono, devono essere accettate anche quando si tratta di acquisti in saldo.
Altro punto “dolente” è quello del cambio merce, che deve essere osservato soprattutto se la merce acquistata presenta difetti evidenti. Qualora non fosse possibile cambiarlo con un prodotto uguale, per mancanza di giacenza o di taglia, il consumatore ha il diritto di sostituire il capo fallato con un prodotto simile o, in alternativa, può ricevere un buono d’acquisto da spendere entro 120 giorni dalla data di emissione dello scontrino fiscale.

Per verificare la taglia, il cliente deve poter provare i capi, ma la regola non vale se si tratta di biancheria intima o prodotti che di consuetudine non vanno provati.

Un’altra cosa che il consumatore dovrebbe verificare è l’uniformità dei prezzi se si tratta di catene di negozi. Gli sconti devono avere tutti lo steso tenore e non devono variare a seconda del punto vendita.

Se il capo acquistato dal cliente deve essere aggiustato o riparato, l’operatore commerciale è tenuto ad avvisarlo preventivamente in caso di sovraprezzo, possibilmente con un cartello informativo ben visibile.

In ultimo, in caso di contenzioso fra consumatori e imprese che aderiscono a “Saldi Chiari”, i vari casi saranno esaminati e giudicati dallo sportello di conciliazione istituito dalla Camera di Commercio di Milano.

Vera MORETTI

I saldi hanno fatto flop

I commercianti non cantano vittoria: la stagione dei saldi invernali, ormai arrivata al capolinea, non ha portato buone notizie.
I conti, dunque, dei negozianti non si sono risanati a suon di ribassi.

Questo è quanto emerge dai dati resi noti da Federmoda Italia-Confcommercio, sulla base di un sondaggio tra gli operatori di tutta Italia, che denunciano un crollo di oltre il 9% rispetto al 2012.
Il mondo del commercio è in grande difficoltà, considerando che, già nelle prime due settimane di sconti, generalmente le più “calde”, le vendite erano in discesa del 5,42%. Anche se non è corretto fare di tutta l’erba un fascio.

A sorridere sono, come sempre, le principali città, quelle più battute da turisti e uomini d’affari, ovvero Roma, Milano, Firenze e Venezia, e in particolare nei negozi del centro storico, mentre nelle periferie, nel Mezzogiorno e nelle città “minori” si sono raggiunti picchi del -30%.

Renato Borghi, presidente di Federmoda Italia, ha dichiarato che questi dati: “confermano l’attenzione sempre più marcata al prezzo da parte dei consumatori che di certo non possono permettersi di più, avendo oggi un reddito disponibile reale pari a quello di 27 anni fa e un clima di fiducia che, per il 60% degli italiani, è negativo. La situazione inoltre non è più sostenibile per i negozi multimarca di qualità“.

La soluzione, per Borghi, è in “un rinnovato rapporto di collaborazione con i fornitori, nella differenziazione dai concorrenti, nella formazione sulla gestione dei negozi in tempi di crisi e, soprattutto, in un indispensabile mutato atteggiamento da parte delle banche nei confronti di noi piccoli ma intraprendenti imprenditori“.

Vera MORETTI

Cercasi saldi disperatamente

Se il Calendario dell’Avvento natalizio è stato ufficialmente inaugurato lo scorso weekend, lo stesso non si può dire dell’avvento dello shopping natalizio. Strenne, pacchi e pacchettini hanno decorato a fatica il paesaggio prenatalizio in una Milano più grigia che mai. E non soltanto scrutando il cielo, ma piuttosto mettendo mano al portafoglio.

Meno 15% rispetto al 2011 i dati diffusi riguardo alle vendite nel primo weekend di dicembre. Ma cosa dobbiamo aspettarci da questo lungo avvento, soprattutto in termini economici, del Natale 2012?

Infoiva lo ha chiesto a Gabriel Meghnagi, Presidente di Ascobaires, l’Associazione che riunisce i Commercianti di Corso Buenos Aires.

Le previsioni per i consumi del prossimo Natale non sono incoraggianti. Quali saranno, secondo lei i trend di spesa degli italiani?
La spesa a scontrino per gli omaggi natalizi credo che quest’anno sarà compresa tra i 55 e i 110 euro. Dal punto di vista generale credo che si registrerà un calo degli acquisti rispetto al Natale 2011 che dovrebbe aggirarsi attorno al 10-15%, mantenendo il trend che si è già verificato a novembre 2012. Se per novembre 2012, mese molto sottile per gli acquisti, il calo si è attestato sul -15%, a dicembre potrebbe esserci una lieve risalita, con un calo medio del 10%. Per i ‘non regali’ la gente attenderà sicuramente l’apertura dei saldi.

Che cosa maggiormente scoraggia alla spesa per questo Natale? Incertezza, strette fiscali, limiti alle spese in contanti… ?
L’incertezza sicuramente, e in questo giocano un ruolo centrale i media e gli organi di informazioni che creano senza dubbio un clima di apprensione e labilità per quanto riguarda il futuro. Dall’altra parte il crescente numero di famiglie che si ritrovano con un coniuge senza lavoro saranno fortemente limitate nelle possibilità di acquisto.

Sul fronte dei limiti alle spese in contanti, il tetto di 1000 euro imposto dal decreto Salva Italia, che conseguenze ha avuto o avrà sugli acquisti?
Per noi, come Ascobaires, ha avuto conseguenze evidenti solo nel primissimo periodo. Il cliente italiano che spende più di 1000 euro, in linea generale escludendo il Quadrilatero della Moda, non è molto frequente, e in ogni caso abituato ad utilizzare la carta di credito. Il tetto dei 1000 euro ha senza dubbio scoraggiato la clientela estera, che pur potendo usufruire dell’estensione a 15 000 euro del tetto massimo prevista nella deroga al decreto, non si trova certo a suo agio a dover compilare moduli di autocertificazione, rilasciare i dati del passaporto e le altre procedure previste.

Veniamo alla questione saldi anticipati a dicembre: se ne è discusso, prima sembravano dati per certi poi il dietrofront…
In dicembre non si è mai detto che sarebbero potuti partire i saldi, ma è stata fatta un po’ di confusione: Federmoda aveva detto che la Regione Lombardia e il Comune di Milano avevano tolto il divieto di poter fare  sconti 30 giorni prima di Natale. Quindi non si tratta di saldi anticipati, ma di promozioni. Io personalmente credo poco all’iniziativa delle promozioni anticipate: la gente per essere invogliata ad acquistare ha bisogno di leggere la scritta ‘saldi’ fuori dalle vetrine, in tutti i negozi e avere la certezza della riduzione. La situazione delle promozione è invece molto più a macchia di leopardo: 10 negozi praticano promozioni, altri 20 non hanno aderito. Inoltre non c’è la certezza dello sconto applicato: alcuni fanno il 20%, altri il 10%, altri ancora il 30%, e la clientela è restia nella maggior parte dei casi ad acquistare in un clima di confusione.

In che percentuale i negozianti di Corso Buenos Aires hanno aderito all’ iniziativa delle promozioni anticipate pre Natale? 
Parliamo di un 25% degli esercizi commerciali della zona: si tratta perlopiù di grosse catene di store, perchè il piccolo e medio imprenditore non può permettersi di applicare promozioni anticipate. Sarebbe impossibile resistere, dal momento che la stagione della vendita di articoli invernali e natalizi comincia proprio adesso!

Qual è la sua previsione sui saldi canonici del 5 gennaio 2013?
Credo che quest’anno ci saranno dei saldi alti, con una percentuale di sconto già in partenza di almeno il 40%.

Il 2013 sarà l’anno delle elezioni. Quali politiche chiedete al governo attuale, nella sua ultima fase, e a quello nuovo per rilanciare il sistema Paese?
Assolutamente che non venga alzata l’aliquota Iva, come già auspicato dal Presidente di Confcommercio Sangalli, che è molto importante perchè se è vero che si tratta di un solo punto percentuale, è un 15 che va a condizionare il potere d’acquisto di tutta quella fascia di cittadini che spendono i soldi e permettono all’economia di girare. Aumentare dell’1% l’Iva determina poi in ogni caso un aumento finale più elevato, e questo metterebbe in ginocchio noi commercianti e l’economia italiana intera.

Alessia CASIRAGHI

Niente saldi prima del 5 gennaio

Contrariamente ad alcune notizie trapelate nei giorni scorsi, non ci saranno saldi anticipati né in Lombardia né in nessuna altra regione italiana.

Federazione Moda-Confcommercio ha, anzi, ribadito che tutte devono attenersi alle leggi regionali, che prevedono l’avvio dei saldi dal 5 gennaio 2013.
In base alla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome del 24 marzo 2011, infatti, la stagione dei saldi deve essere inaugurata nella stessa data su tutto il territorio nazionale, e, comunque, sicuramente non prima della data stabilita.
E lo stesso principio vale per i saldi estivi, che inizieranno il primo sabato del mese di luglio.

A questo proposito, Renato Borghi ha dichiarato: “I saldi sono vendite di fine stagione e non possono iniziare a dicembre. Cominceranno praticamente in tutta Italia il 5 gennaio 2013. Lombardia compresa. In alcune Regioni come Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia e la Provincia autonoma di Trento e, da quest’anno a titolo sperimentale per un anno, in Lombardia, gli operatori del commercio al dettaglio del settore moda, se vorranno, avranno invece la possibilità di effettuare qualche promozione“.

Vera MORETTI

Bilancio negativo per i saldi estivi

Nonostante abbiano imperversato da metà luglio in poi, i saldi estivi 2012 non hanno fatto il botto ma, anzi, si sono rivelati un mezzo flop.
Per chi, dunque, confidava in questi 60 giorni di ribassi per rifarsi dopo un’annata di vacche magre, ha dovuto ricredersi e accontentarsi delle briciole.

Gli italiani hanno stretto la cinghia su tutto, vacanze incluse, e le sirene dei prezzi ridotti anche del 60% non si sono rivelate poi così tanto attraenti.
Niente code fuori dai negozi, niente gruzzolo messo da parte per le spese pazze di fine stagione.

Questo è il bilancio, mesto, redatto da Federazione Moda Italia, a pochi giorni dalla fine delle vendite scontate, che registra un calo del 13-15%.
Si tratta di una media tra le boutique dei centri cittadini, dove a risollevare le sorti di un’economia al palo sono stati soprattutto i turisti russi, cinesi, coreani e brasiliani, e i negozi delle periferie, dove nessun viaggiatore si spinge.

Tutte le città principali chiudono con segno negativo: a Milano le vendite segnano -9%; Roma si attesta su -15%-20% dopo un iniziale -25%; Firenze e Venezia -13-15%; Napoli -10%.

Tra i settori, l’abbigliamento arranca mentre le calzature “tengono”, chissà che non ci sia un “ribaltone” proprio negli ultimissimi giorni, con i saldi dei saldi. Ma, al rientro dalle vacanze e con la benzina alle stelle, c’è ben poco da spendere, semmai il contrario.

Per invogliare i potenziali clienti, molti comuni si stanno organizzando con notti bianche ed occasioni di festa. Molti commercianti, poi, sperano che la vanità degli italiani ritorni a galla e con lei la voglia di rinnovare il guardaroba in vista della stagione autunnale.

Anche se, a giudicare dall’andamento delle vendite degli ultimi anni, più che di un desiderio si tratterà di una necessità.

Vera MORETTI

Saldi a Milano: -4% anche in “Montenapo”, parola di Guglielmo Miani

 

Il primo weekend dei saldi non ha fatto il botto. Nemmeno a Milano. A farla da padrone, almeno secondo Federmoda, gli stranieri, le griffe di lusso e il centro storico, che hanno segnato un meno preoccupante – 4% rispetto ai risultati del 2011. 

Per tracciare un bilancio iniziale e misurare la temperatura nel mondo del commercio, della moda e della piccola imprenditoria milanese, oggi Infoiva vi propone un’intervista esclusiva a Guglielmo Miani,  capo dell’Associazione di via Monte Napoleone. Una chiacchierata in cui abbiamo fatto il punto su saldi, boutique del lusso, piccoli negozi dell’eccellenza made in Italy, quelli che esistono, persistono, nel Quadrilatero, presi d’assalto dai nuovissimi acquirenti dalla Grande Muraglia. 

Primo weekend di saldi a Milano: qual è il bilancio di quest’anno per i negozi del Quadrilatero della Moda? E se dovessimo fare un confronto con il 2011?
Il bilancio è positivo considerando la profonda crisi e in linea con i risultati ottenuti nel 2011. Il risultato è merito soprattutto del gran afflusso di acquirenti stranieri.

Perché i commercianti di Via MonteNapoleone hanno scelto di non aderire ai saldi anticipati? Questo ha portato benefici sull’andamento del primo weekend di saldi?
La scelta di non aderire agli sconti anticipati è stata motivata in prima istanza dal fatto che la deroga sia arrivata con pochissimo tempo di anticipo per potersi organizzare. Ma soprattutto anticipare i saldi non avrebbe portato beneficio ai nostri marchi, che creano prodotti di lusso con un alto contenuto qualitativo, creativo e stilistico. Vederli svenduti ancor prima dell’inizio dei saldi ufficiali non darebbe di certo un segnale positivo.
I saldi nascono per svuotare i magazzini a fine stagione, anticiparli non gioverebbe al mercato e all’immagine dei brand. Se ci sono possibilità e voglia di ridurre i prezzi, che questo sia fatto piuttosto a inizio collezione. Mi riferisco a promozioni per una clientela selezionata, un’iniziativa che si rivelerebbe positiva, ma ci devono essere regole condivise e rispettate. Occorre ad esempio stabilire un tetto massimo di percentuale di sconto e un tetto massimo alla quantità di merce scontabile in boutique.

Com’è andata nella capitale della moda?
A Milano, chi ha accettato di aderire ai saldi anticipati è rimasto molto deluso. Certamente la nostra scelta di non aderire ha portato benefici: anche quest’anno, come in passato, abbiamo avuto code agli ingressi delle boutique del Quadrilatero. Questa decisione ci ha permesso di mantenere alta l’aspettativa tipica che si crea nel primo giorno dei saldi e di evitare i risultati negativi. Inoltre abbiamo tutelato anche i clienti stranieri che da mesi avevano previsto l’arrivo in città in concomitanza con questo periodo.

Come è cambiata la geografia del Quadrilatero della Moda nell’ultimo anno? Ci sono stati negozi costretti a chiudere o alcuni negozi sono stati sostituiti da altri?
Nei primi 4 mesi del 2012 MonteNapoleone ha segnato una crescita del 30%. Sono svariati i marchi che hanno scelto di aprire in questa zona, sia ristrutturando boutique già esistenti o aprendone di nuove. Il lusso è meno soggetto alla crisi.

Quali sono le tipologie di acquirenti che hanno acquistato in saldo di più (italiani/ stranieri; altospendenti/mediospendenti)?
Stranieri con un budget di spesa sia medio che alto.

Anche gli stranieri, russi in prima fila, preferiscono acquistare merce in saldo? Questo è un bene per le piccole imprese del lusso e i grandi negozi del centro?
I russi sono clienti abituati a trattare, come gli arabi, e quindi il periodo dei saldi per loro è un buon momento per concludere ottimi affari. Va sottolineato che quest’anno abbiamo riscontrato una crescente presenza di clienti cinesi rispetto agli anni precedenti. La clientela che proviene dall’Estremo Oriente è in netto aumento: il loro numero è più che raddoppiato rispetto a russi e arabi.

Quali sono le previsioni sul futuro? Il Quadrilatero della Moda diventerà ad unico appannaggio di acquirenti stranieri?
Il futuro di MonteNapoleone dipende dalla capacità di attrarre i turisti provenienti dalle economie in forte espansione, come Cina, Russia, Medio Oriente, che oggi crescono nonostante la difficile congiuntura economica globale. Gli italiani, in questo preciso momento storico e sociale, si trovano ad affrontare una durissima crisi economica, il livello di fiducia è basso, come il loro potere d’acquisto. Questo si ripercuote inevitabilmente sull’effettiva voglia di spesa, di fare acquisti e di concedersi uno sfizio anche delle fasce che potrebbero permettersi di acquistare beni di lusso.

Alessia CASIRAGHI

I saldi: una boccata d’ossigeno per le piccole imprese? Parla il Presidente di Federmoda, Renato Borghi

Sabato 7 luglio sono cominciati i tanto attesi saldi estivi 2012, con data unificata pressoché in tutte le Regioni d’Italia. Un evento interessante del quale Infoiva si occuperà nel corso della settimana perché, se da un lato i saldi rappresentano una boccata d’ossigeno per i consumatori, oppressi da IMU, dichiarazione dei redditi di fine anno e pressione fiscale alle stelle, dall’altro piccoli e medi imprenditori ed esercenti del settore abbigliamento possono sperare in qualche vendita in più rispetto a un anno che è stato a dir poco imbarazzante per fatturato e giro di affari.

Per chi è riuscito a rimanere aperto, Confcommercio ha stimato che la stagione dei saldi estivi porterà ai commercianti un indotto pari a 250 euro per nucleo familiare, ovvero un esborso complessivo di 3,7 miliardi di euro (il 12% del fatturato annuo del comparto).

Diversa la previsione di Codacons: la spesa pro capite non sarà superiore agli 80 euro e le vendite in saldo saranno un vero e proprio flop, meno 20% rispetto allo scorso anno, con punte del 30% in alcune città.

Per provare a fare un po’ di chiarezza, ci siamo rivolti a Renato Borghi, Presidente di Federazione Moda Italia e di FederModaMilano, nonché Vice Presidente di Confcommercio Milano, che ci ha dato il suo parere su come andrà nella capitale della moda e del fashion business per eccellenza: Milano.

1. Quali sono le vostre aspettative sull’andamento dei saldi per l’estate 2012, a Milano e in tutta la Penisola?
Le stime delle vendite in saldo sono inferiori rispetto all’anno precedente, sia a Milano, sia in Italia. Si stima un calo di circa il 9%. A Milano, dove si può contare su un potere di acquisto superiore rispetto alla media e su un turismo che raggiunge apposta nei periodi di saldo la capitale della moda, il valore complessivo dei saldi estivi sarà di 450 milioni di euro, con uno scontrino medio a persona di 154 euro. A livello nazionale, il valore dei saldi estivi è di 3,8 miliardi di euro, con uno scontrino medio di 103 euro a persona.

2. I dati diffusi da ConfCommercio quest’oggi parlano di una spesa media prevista da ogni famiglia italiana di 250 euro: questo dato è da considerarsi in linea con il trend degli scorsi anni oppure è da intendersi come un segnale ugualmente negativo per gli esercenti?
La spesa media per famiglia a livello nazionale è di 248 euro, rispetto ai 274 euro a famiglia dei saldi estivi del 2011. Come si vede, la proporzione è la stessa: – 9%. Si tratta evidentemente di un segnale negativo per gli esercenti ovviamente preoccupati anche dalla ormai endemica crisi dei consumi, dalle liberalizzazioni sulle aperture domenicali che portano ad aumentare i costi di gestione, dalla incrementata pressione fiscale.

3. Quanto influiranno sull’incasso effettivo di fine stagione dei piccoli medi commercianti i saldi anticipati? Cioè l’impressione di vendere di più, ma a minor prezzo, determinerà comunque una riduzione notevole dell’incasso finale?
Se si riferisce alla Legge regionale della Lombardia che ha sospeso – raccogliendo le nostre sollecitazioni – il divieto di effettuare vendite promozionali nei trenta giorni prima dei saldi, allora occorre fare subito una premessa: una cosa sono i saldi di fine stagione ed un’altra sono le vendite promozionali. Si tratta di due formule di vendita diverse. Mi spiego meglio: le promozioni servono per promuovere uno o più prodotti anche sotto forme diverse (es. uno sconto generalmente contenuto del 10/20% su uno, due o più prodotti di una stessa gamma merceologica; un’iniziativa compri 3 paghi 2; un buono di 10 euro su una spesa minima di 80 euro) oppure il negozio stesso. I saldi invece sono le vendite di fine stagione che hanno una sola formula: lo sconto. Non credo si possa fare un calcolo sull’incidenza delle diverse iniziative di marketing avviate in tempi e modi diversi e neanche da tutti gli operatori sugli incassi dei saldi. Tuttavia, credo che il fatto che in Lombardia sia stato possibile effettuare “legalmente” le promozioni nel mese precedente l’inizio degli sconti ufficiali sia un fatto positivo. E’ stata un’opportunità in più offerta ai dettaglianti per affrontare questa difficilissima situazione di mercato e non certo un obbligo. Il provvedimento ha permesso a tutti, soprattutto ai negozi tradizionali multimarca, di operare con le stesse regole, evitando sanzioni.

4. Il fenomeno dei saldi anticipati, per il quale già da un mese alcuni piccoli negozi ed altri indirizzi della grande distribuzione hanno applicato sconti più o meno elevati sulla merce in vendita, danneggerà in termini di indotto i saldi veri e propri? In soldoni; i saldi servono ancora alla pmi dell’abbigliamento?
Secondo un’indagine commissionata da Federazione Moda Italia ad AstraRicerche, su un universo di 41,1 milioni di italiani tra i 18 ed i 69 anni, a giugno il 61% degli italiani e milanesi ha dichiarato che acquisterà in saldo. Quindi, pur non prevedendo una stagione particolarmente entusiasmante, causa la perdurante crisi dei consumi, soprattutto sui beni che noi vendiamo e che rappresentano acquisti di certo differibili, ritengo che i saldi rappresentino per i consumatori un’opportunità unica. Inoltre stiamo parlando di uno straordinario rito collettivo, un evento di costume capace di attrarre anche moltissimi turisti a livello internazionale. Mai come in questo periodo, si potrà trovare nei saldi qualità, profondità di assortimento, taglie e colori a prezzi decisamente interessanti. Per gli operatori commerciali, i saldi sono da sempre ed ora più che mai una boccata di ossigeno perché permettono di avere liquidità necessaria per far fronte alle nuove forniture per la stagione autunno/inverno. Inoltre è un’occasione essenziale per vendere prodotti di moda di fine stagione, soggetti – se non venduti – a notevole deprezzamento.

5. Sempre sul fenomeno dei saldi anticipati: hanno favorito maggiormente la grande distribuzione (grandi magazzini, catene franchising) danneggiando il piccolo negozio e il piccolo commerciante?
Premesso sempre che non sia corretto parlare di saldi anticipati, ma di possibilità – e quindi non obbligo – di effettuare promozioni nei 30 giorni prima dei saldi, non comprendo come si possa pensare che questo provvedimento abbia privilegiato chi – come i grandi magazzini, catene, grandi griffe, outlet, ecc… che già anticipavano le offerte – poteva avvalersi di strumenti di marketing come cartoline, sms, e-mail per offrire alla propria clientela prima dell’inizio dei saldi prodotti a prezzo ribassato. Questo provvedimento ha avuto il merito di offrire a tutti, anche al dettaglio indipendente, l’opportunità di agire con le stesse regole, alla luce del sole e senza dover incorrere in sanzioni amministrative. Nei primi giorni hanno aderito in pochi all’iniziativa, ma con il passare dei giorni questa possibilità è stata colta da un numero crescente di operatori ed il bilancio è sicuramente positivo.

6. Veniamo alle cifre. A Milano è cambiato il numero dei negozi che aderiranno ai saldi rispetto all’estate 2011? Ovvero, si è assistito a un aumento degli esercizi commerciali costretti a chiudere negli ultimi 12 mesi?
Non è che sia cambiato il numero dei negozi che aderiranno ai saldi. Quello resterà come sempre elevatissimo. Purtroppo possiamo dire che dal primo trimestre di quest’anno hanno chiuso 79 negozi di moda, abbigliamento, tessile per la casa, pelletterie ed accessori, articoli sportivi, a fronte di sole 34 aperture con un saldo di 45 negozi in meno in soli tre mesi, pari al 50% del saldo sempre negativo dell’intero 2011 (il saldo 2011 della nati-mortalità dei negozi del settore moda era di – 91 aziende).

7. Con la diffusione di numerose catene di abbigliamento low cost, gli sconti anticipati, i siti di vendita online a prezzi scontati, i saldi veri e propri possono ancora essere considerati una strategia d’impresa per la pmi?
I canali distributivi del settore moda sono numerosi e variegati. Con questo, la distribuzione commerciale in Italia ha una tradizione di qualità e di servizio, oltre che di prezzo. Sono convinto che la varietà di negozi presenti nei nostri comuni possa soddisfare tutte le esigenze dei consumatori, da chi cerca il made in Italy, a chi la griffe, a chi il rapporto qualità prezzo, fino anche a chi cerca solo il prezzo. I saldi sono per definizione una modalità di vendita che rientra nella strategia d’impresa degli operatori commerciali, proprio perché si tratta di vendite di fine stagione. Si fanno al termine della stagione, per avere la liquidità necessaria per rinnovare il magazzino e far fronte alle forniture per la nuova stagione. E poi, si perderebbe per i consumatori quel piacere, quella soddisfazione di poter fare un buon affare.

Alessia CASIRAGHI e Paola PERFETTI

Prove di federalismo per gli studi di settore per il commercio al dettaglio del settore moda.

L’ipotesi di studio di settore su base regionale per il commercio al dettaglio di abbigliamento, calzature, pelletterie e accessori è stato presentato la scorsa settimana agli Osservatori regionali. Lo comunica in una nota l’Agenzia delle Entrate ricordando che si tratta del secondo studio di settore elaborato su base regionale, dopo quello del settore delle costruzioni.

Secondo quanto spiegato in una nota dall’Agenzia delle Entrate, si tratterà di un’iniziativa finalizzata a verificare, con la collaborazione dei rappresentanti di associazioni di categoria e degli ordini professionali, il funzionamento dello studio, ad integrazione delle analisi effettuate a livello centrale, anche a seguito di esame di specifici casi esemplificativi rilevati a livello locale.

Soddisfazione per queste novità negli studi di settore anche da parte di Federmoda, che vede accolte alcune importanti richieste della categoria. Il presidente di Federmodaitalia-Confcommercio, Renato Borghi, parla di ”un importante passo in avanti in direzione dell’affinamento della metodologia degli studi di settore secondo principi di equità e selettività.”