Carburanti: le associazioni di categoria vedono il futuro molto incerto

E’ stato presentato, dalle delegazioni delle associazioni di categoria dei proprietari indipendenti e dei gestori degli impianti di rifornimento carburanti Assopetroli-Assoenergia, Grandi reti, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio, il nuovo modello di “Contratto di Commissione” in materia di rivendita dei carburanti, che è stato depositato presso il ministero dello Sviluppo Economico.

In concreto, le Associazioni si sono trovate d’accordo nel sostenere che il settore della distribuzione di carburanti si trova in un periodo di profondo affanno, che dura ormai da quasi cinque anni non solo in Italia, ma in tutta Europa.

La conseguente riduzione dei consumi è stata aggravata dalla pressione fiscale, sempre più alle stelle, insostenibile sia per i consumatori sia per i gestori.

A questo proposito, il presidente di Assopetroli-Assoenergia, Franco Ferrari Aggradi, ha poi aggiunto che: “con il contratto di commissione che è stato fortemente voluto da Assopetroli, si apre ora una fase nuova nei rapporti tra distributori indipendenti e gestori che deve segnare l`avvio di un confronto fra tutti gli operatori del settore orientato al miglioramento dell`efficienza degli impianti di distribuzione dei carburanti non solo per garantire reddito d`impresa e occupazione ma, soprattutto, per garantire la massima qualità e flessibilità del servizio offerto all`utenza finale anche sotto il profilo del contenimento del costo dei carburanti che sono i più cari d`Europa pressoché esclusivamente per il maggior carico fiscale gravante sugli stessi, ben 26 centesimi al litro rispetto alla media europea“.

Vediamo ora la situazione odierna per quanto riguarda i prezzi dei carburanti a livello nazionale.

Le medie sono oggi a 1,787 per la benzina e a 1,716 per il diesel.
Per quanto riguarda la situazione a livello Paese, i prezzi della benzina, in modalità servito, vanno da 1,777 di Esso a 1,792 di Tamoil.
Il gasolio, invece, si trova tra i 1,713 di Esso ed Eni e i 1,721 di Tamoil.

Vera MORETTI

Sciopero benzinai scongiurato?

C’è la possibilità che lo sciopero dei benzinai previsto per il prossimo 16 luglio venga rinviato.
L’astensione da parte delle aree di servizio sulla rete autostradale italiana potrebbe infatti essere evitata a seguito di un incontro avvenuto a Roma tra Roberto Alesse, presidente dell’Autorità, e i rappresentanti di Faib-Confesercenti, Anisa-Confcommercio e Fegica-Cisl.
Il garante ha anche anticipato un “pugno di ferro” qualora lo scioperò dovesse invece manifestarsi, attraverso un provvedimento di differimento.

In realtà, l’incontro si è svolto in un clima, se non proprio disteso, almeno costruttivo e propositivo. Inoltre, Roberto Alesse si è impegnato a “verificare presso il governo i margini esistenti per la ripresa delle trattative interrotte, riservandosi successivamente di decidere sulla possibilità di adottare il provvedimento di differimento dello sciopero”.

Per quanto riguarda l’andamento dei prezzi dei carburanti, in vista di un altro week-end di esodo estivo, tutte le compagnie hanno aperto con i listini in aumento, con Eni che ha fatto, come sempre, da apripista.
In particolare IP e Shell hanno aumentato la benzina di 0,005 euro portando il prezzo rispettivamente a 1,850 e 1,857 euro il litro; Tamoil ed Esso di 0,010 euro portando il prezzo a 1,857 e 1,847 euro/litro; Q8 di 0,012 euro (1,864 euro/litro) e TotalErg di 0,015 euro (1,865 euro/litro).

Le medie ponderate nazionali dei prezzi, in modalità servito, vedono la benzina a 1,851 euro/litro (+0,6 centesimi) e il diesel 1,745 euro/litro (+0,4 centesimi). Si tratta dei valori più alti dallo scorso 25 marzo.

Vera MORETTI

Incontro il 9 luglio per scongiurare lo sciopero dei benzinai

Per scongiurare lo sciopero dei gestori di carburante, proclamato dal 16 al 19 luglio prossimi, l’Autorità di garanzia per gli scioperi ha convocato per il prossimo 9 luglio le sigle Faib Confesercenti, Fegica-Cisl e Anisa Confcommercio.

La chiusura delle aree di servizio nel bel mezzo del mese di luglio comporterebbe una serie infinita di disagi a viaggiatori, pendolari e turisti, e per questo le autorità competenti cercheranno fino all’ultimo di contrattare.

Ad oggi, sembra impossibile trovare un accordo, perché il comunicato emesso dai sindacati di categoria era stato piuttosto perentorio: “Non paghe di portare al fallimento, procurato ed imposto alle 400 imprese di gestione ed i relativi costi sociali derivanti dalla perdita del lavoro di oltre 5.000 addetti attualmente impiegati, di avere favorito il tracollo del comparto – che ha perso in pochi anni il 50 % delle vendite -, di praticare prezzi altissimi anche a causa delle ingenti royalties che gravano sui carburanti a favore dei Concessionari, di mettere fuori mercato le gestioni con azioni di pricing palesemente discriminatorie, ora le Compagnie Petrolifere – palleggiandosi cinicamente la responsabilità con le Società autostradali – fanno fioccare le disdette unilaterali dei contratti con i Gestori, espellendoli dal settore a forza, in esplicita violazione di accordi assunti sin dal 2002 con il Ministero dello sviluppo economico. La gravissima situazione del comparto aggiunge oggi un ulteriore elemento di incontrollabile escalation, senza che il Ministero dello sviluppo economico intervenga a mediare ed a contrastare lo strapotere dei colossi autostradali e petroliferi, anche a tutela dell’interesse collettivo e di un mercato soggetto a concessione pubblica“.

Staremo dunque a vedere se, nei prossimi giorni, si troverà un’intesa per evitare, o differire, lo sciopero dei benzinai.

Vera MORETTI

Una petizione per “liberare la benzina”

Adiconsum, l’associazione italiana difesa consumatori e ambiente, ha aderito all’iniziativa popolare Libera la benzina promossa da Fegica Cisl, Faib e Confesercenti, per denunciare le accise sui carburanti che in Italia sono vecchie di 90 anni e sono causa di prezzi sempre troppo elevati.

Per ora, le firme raccolte dalla petizione sono 500.000, provenienti da ogni colore politico e settore imprenditoriale, nonché da privati cittadini.

Per l’Italia il prezzo dei carburanti ha un peso probabilmente maggiore rispetto ad altri Paesi, perché la maggior parte dei prodotti e dei beni, all’interno dei confini nazionali, si spostano su camion, che, ovviamente, necessitano di continui rifornimenti.
Ciò significa che il continuo aumento dei listini provoca una reazione a catena che va ad influire sul potere d’acquisto delle famiglie, sempre più basso.

Insomma, sembra di trovarsi in un vicolo cieco, nel quale risulta difficile trovare una via d’uscita. La petizione “Libera la benzina” è nata proprio per far conoscere a tutti questa pericolosa situazione.

Vera MORETTI

Adesione quasi totale allo sciopero dei benzinai

L’adesione allo sciopero dei benzinai è stato pressochè totale, poiché alla mobilitazione nazionale indetta da Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio ha partecipato il 92% dei gestori italiani, con punte del 95% nelle grandi città come Roma, Milano, Firenze, Napoli, Bologna e Palermo.

Lo sciopero, che si conclude questa mattina, è segnale di una situazione giunta ormai a livelli insostenibili, a causa delle violazioni delle leggi di cui sono responsabili petrolieri e banche e della sottovalutazione da parte del Governo.

Per quanto riguarda i prezzi dei carburanti praticati in questi due giorni, davvero critici per i viaggiatori, la benzina ha registrato un lieve aumento, a fronte dei rialzi delle quotazioni avvenuti tra venerdì e lunedì.
Ma l’aumento delle medie nazionali è da ricercarsi anche nella decisione di Esso di alzare il prezzo di 1 centesimo. Per questo, le medie oggi erano a 1,796 euro/litro (+0,2 centesimi) per la benzina, diesel fermo a 1,755 euro/litro, come anche il Gpl a 0,864 euro/litro. Lieve aumento per il metano a 0,991 euro/kg (+0,1 centesimi).

Ma oggi ciò che veramente preme è sapere se ci saranno a breve altri scioperi, come si vociferava nelle ultime ore.
A questo proposito, Martino Landi, di Faib, ha dichiarato: “Eventuali iniziative di sciopero le rimanderemo all’anno nuovo, quando il calendario ce lo consentirà. Non vogliamo creare disagi ai cittadini durante le festività. Vogliamo protestare ma nel rispetto delle norme e nel periodo delle festività natalizie non possiamo fare sciopero“.

Vera MORETTI

Sciopero dei benzinai: Italia a secco

 

IERI

No ai tagli alle Province: il decreto sul taglio alle Province italiane non diventerà leggeTroppi gli emendamenti e subemendamenti presentati al provvedimento, perchè il decreto potesse approdare al Senato. La commissione Affari costituzionali lo ha deciso ieri in serata, mentre laconico è stato il commento del ministro Patroni Griffi:  “il governo ha fatto quello che poteva”. L’unica soluzione a questo punto resta la definizione di una norma che coordini le disposizioni sulle province previste dal decreto Salva Italia e dalla spending review.

Alfano vs Dell’Utri: il segretario e il senatore bisticciano e se le mandano a dire tra quotidiani e talk show. A aizzare il can che dorme ci pensa per primo Marcello Dell’Utri, che sulle pagine di Repubblica definisce Alfano “persona brava e capace, ma non ha la maturità per aspirare al premierato”, rincarando poi la dose addossando al segretario le colpe di un mancato rinnovamento “poveretto, non ha potuto cambiare niente, se siamo ridotti in questo stato è perché il partito è imploso, non si è rinnovato”. La reazione del segretario del Pdl si è fatta a questo punto d’obbligo: Alfano ha definito Dell’Utri ai microfoni di Porta a Porta “un povero disgraziato per quello che gli sta succedendo” ammonendo poi anche il Cavaliere: “credo che Berlusconi debba porsi seriamente il problema della composizione delle liste”. Ma Dell’Utri non ci sta e schernisce così il segretario ” un povero disgraziato l’ho detto io prima di lui e lui mi risponde con le stesse parole… Ho detto meno di quello che penso… Non mi va di replicare” salvo poi concludere ” I guai del Pdl, purtroppo vengono tutti dalla sua incapacità, dalla sua insipienza. Non ha le palle, non c’entra niente con noi”. Poveri disgraziati si nasce, non lo si diventa.

Social War # Twitter vs Instagram: dopo essere convolato a nozze con Facebook (contratto matrimoniale da 715 milioni di dollari), Instagram viene cacciato da Twitter. O meglio, la piattaforma cinguettante ha deciso di fare da sè, lanciando i propri filtri fotografici. Otto sono già a disposizione: dal classico bianco e nero a ritocchi con nomi come ‘vintage’, ‘vignette’, ‘warm’, ‘happy’, ‘cinematic’.

Bloomberg punta al Financial Times: il sindaco di New York mette le mani sul londinese Financial Times. L’obiettivo: strappare il primato di giornale economico americano al Wall Street Journal dello squalo Murdoch. Bloomberg è pronto a mettere sul tavolo oltre 1,2 miliardi di dollari, sfidando chi sostiene che la carta stampata è destinata all’estinzione. Nel 2009 il sindaco aveva acquistato il settimanale Business Week, ma la tentazione del quotidiano era già presente: indeciso fra Financial Times e New York Times,  Bloomberg ha optato per il secondo. La sua agenzia, la Bloomberg View, possiede già contenuti e piattaforme, ed è molto forte sul web. Grazie all’acquisto del Financial Times, il sindaco della Grande Mela potrebbe dar vita al più grande quotidiano economico degli Stati Uniti.

OGGI

Italia a secco: dalle 19 di questa sera sino alle 7 della mattina del 14 dicembre i distributori di benzina di tutta Italia metteranno i lucchetti alle pompe per lo sciopero indetto dalle organizzazioni di categoria Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio. I gestori denunciano “l’impotenza delle Istituzioni di fronte a comportamenti gravissimi di lobby potenti che scaricano ingiustamente su lavoratori, cittadini e l’intera collettività costi incalcolabili”. Sulla rete autostradale lo sciopero avrà inizio alle ore 22.00 dell’11 dicembre per concludersi alle ore 22.00 del 13 dicembre. E i rifornimenti potrebbero essere a rischio anche tra il 17 e 22 dicembre prossimi “per protestare contro il rifiuto delle compagnie stesse a rinnovare i contratti collettivi scaduti da anni”. Non solo: tra Natale e Capodanno, pagare il pieno attraverso le carte di credito ed il pago bancomat sarà impossibile, in segno di protesta contro il rifiuto delle banche ad applicare la gratuità dell’utilizzo della moneta elettronica, per i rifornimenti fino a 100 euro.

Se lo spread non esiste: “lo spread è un imbroglio e un’invenzione con cui si è cercato di abbattere una maggioranza votata dagli italiani e che governava il paese. Prima non ne avevamo mai sentito parlare, se ne parla solo da un anno, e cosa ce ne importa?” con queste parole Silvio Berlusconi interviene nell’acceso dibattito sull’impennata registrata ieri dal differenziale tra il Btp e il Bund tedesco a 10 anni. E se Monti sdrammatizza, ospite ad una trasmissione mattutina su Rai1, raccontando che perfino il suo nipotino all’asilo viene chiamato con il nomignolo di ‘spread’, il Cavaliere non ne ha per nessuno, e passa all’attacco dell’esecutivo Monti reo di aver “seguito la politica germano-centrica che l’Europa ha cercato di imporre a noi e altri Stati”. Il Governo  tecnico ha portato secondo l’ex ex Premier “a una crisi molto peggiore della situazione in cui ci trovavamo quando eravamo noi al governo. Con questo governo il Pil è diminuito di oltre il 2%”.

Dl Sviluppo in Senato: il decreto legge sullo Sviluppo sta per essere approvato. Oggi  il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, ha espresso la volontà dell’esecutivo di porre la fiducia sul provvedimento. Se la fiducia ci sarà, domani verrà convocata una capigruppo per stabilire la tabella di marcia sulla votazione e capire se ci sono margini per la deroga alle 24 ore. Oggi si terrà inoltre la discussione generale della proposta di legge per il principio del pareggio di bilancio in Costituzione, ma per l’approvazione servirà la maggioranza assoluta. Secondo il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, si tratta di una legge “necessaria per onorare l’impegno per il risanamento dei conti pubblici assunto anche in ambito dell’Unione europea”.

DOMANI

Juventus Cagliari: scenderanno in campo domani sera alle 21 a Torino le due big Juventus e Napoli per aggiudicarsi gli ottavi di finale della Coppa Italia 2013. I bianconeri sono reduci in campionato dalla vittoria contro il Palermo, mentre il Cagliari ha perso in casa contro il Chievo. Sugli allievi di Conte pesa però il triplice impegno calcistico, e dovranno cercare di recuperare le forze.

Hip Hop Awards: appuntamento domani sera all’Alcatraz di Milano con la prima edizione degli Hip Hop Awards, targata Mtv: sul palco i Club Dogo, Ensi, Emis Killa e Marracash a contendersi il titolo di miglior artista dell’anno e miglior album del 2012. A esibirsi saranno anche J-Ax, che ha dato vita al genere in tempi non sospetti e Max Pezzali, che proprio quest’estate ha ripubblicato il suo album di successo del ’90, Hanno ucciso l’uomo ragno, in versione rap.

Asteroide a un passo dalla Terra: si chiama 4179 Toutatis l’asteroide che domani passerà entro 7 milioni di chilometri dal nostro Pianeta. Non si tratta del primo passaggio del corpo celeste nella nostra atmosfera, però c’è già chi è pronto a scommettere che la data del passaggio (12-12-12) non sarà per nulla casuale. Tutta colpa dei Maya?

 

Alessia CASIRAGHI

In dicembre tre giorni di sciopero dei benzinai

Se prima era un’ipotesi, ora è diventata una realtà: dal 12 al 14 dicembre i distributori di benzina resteranno chiusi.
Lo sciopero tanto temuto, dunque, ci sarà e per tre giorni metterà in crisi gli automobilisti.

Sono state le Organizzazioni di categoria, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, oggi riunite negli Stati Generali a Roma, ad annunciare la mobilitazione.
L’obiettivo, come era stato annunciato, è quello di ottenere un calo di prezzi e di accise, oltre al rinnovo degli accordi con le compagnie petrolifere.
Dopo un’attesa di un anno, durante il quale gli addetti ai lavori hanno atteso con fiducia le decisioni dell’Esecutivo e delle compagnie, ora il tempo stringe e nessuno sembra disposto ad aspettare ancora.

Martino Landi, presidente Faib-Confesercenti, ha infatti dichiarato che quanto viene richiesto è “un atto che non può più essere rimandato, dopo tutte le promesse fatte e puntualmente disattese. Le compagnie rinnovino gli accordi, e il Governo intervenga subito sulle accise. Abbiamo offerto la nostra massima disponibilità, cercando di trovare soluzioni condivise per i gravissimi problemi che affliggono la nostra categoria, schiacciata dal crollo di consumi indotto dall’abuso di accise sui carburanti e dal rifiuto delle grandi Compagnie petrolifere e di distribuzione di rinnovare gli accordi”.

E i risultati di un accordo che ancora deve arrivare sono sotto gli occhi di tutti: consumi in caduta verticale; prezzi dei carburanti ed accise costantemente ai massimi storici; politiche delle compagnie petrolifere che colpiscono duramente una intera categoria di lavoratori attraverso discriminazioni sui prezzi, erosione dei margini, marginalizzazione del ruolo dei gestori.

Continua Landi: “Abbiamo firmato intese e revocato la mobilitazione ad agosto, ma non è servito. Adesso la grave crisi della distribuzione carburanti, le politiche miopi delle Compagnie petrolifere e l’incapacità del Governo di far rispettare le Leggi stanno portando gli operatori della rete carburanti sull’orlo del tracollo. Nonostante il nostro atteggiamento positivo e propositivo, non si è arrivati a nulla: i problemi e le richieste dei gestori non sono stati considerate con la dovuta serietà. Adesso la mobilitazione è un atto irrinunciabile: rientrerà solo se Governo e Compagnie si decideranno finalmente ad accogliere le nostre richieste, intervenendo sulle accise e rinnovando i contatti”.

Vera MORETTI

Sciopero dei benzinai il 27 e 28 luglio per nuovi regolamenti

Il Coordinamento nazionale Unitario di Faib e Fegica, in un estremo tentativo, hanno fatto giungere al Presidente del Senato e a tutti i presidenti dei gruppi parlamentari una comunicazione urgente con la quale hanno chiesto lo stralcio dell’articolo in questione e la ripresa immediata del dibattito parlamentare sulla riforma del settore.

Nel frattempo è stato proclamato lo sciopero della categoria per il 27 e 28 luglio sia su strade che autostrade.  Le proteste sono già iniziate nei giorni scorsi con la decisione degli esercenti Agip di chioudere le pompe per alcuni turni di servizio, per chiedere ad eni una politica di prezzi più contenuti per i consumatori e non discriminanti per le gestioni.

L’iniziativa è stata proclamata dal Coordinamento Nazionale Unitario di Faib Confesercenti e Fegica Cisl per rispondere alla “blindatura” del Governo all’interno del decreto sulla manovra di un articolo sulla distribuzione carburanti che nulla ha a che vedere con i “conti pubblici” o la manovra finanziaria. Fatta salva ovviamente la necessità di una approvazione rapida della manovra che serve al Paese in questo difficile momento.

Il Coordinamento Nazionale Unitario di Faib Confesercenti e Fegica Cisl annuncia, in questo senso, di avere inoltrato al Presidente del Senato ed ai Presidenti dei gruppi parlamentari una urgente comunicazione con la quale, affermando “con chiarezza e senza possibilità di equivoco la loro piena adesione allo spirito ed alle ragioni fondamentali e di primario interesse per il Paese per i quali si va decidendo un iter speciale ed urgente per l’approvazione della legge di conversione del dl 98/11 per la stabilizzazione finanziaria rivolgono un pressante appello, affinché l’articolo in questione venga stralciato, senza pregiudizio alcuno per la manovra finanziaria ed i “conti pubblici” restituendo al Parlamento la possibilità di inserire in un provvedimento ordinario tutti gli elementi ritenuti dal confronto e dal dibattito necessari per la riforma del settore“.