Hotel a Sanremo? Pieni, ma per il turismo … si può dare di più

Dici Sanremo e, oltre al Festival della Canzone Italiana, pensi ai fiori, al mare e a un clima invidiabile per tutto l’anno. Tutti elementi che portano con sé un’altra voce importante per la cittadina ligure, il turismo.

Negli anni d’oro del Festival, trovare una camera d’albergo libera durante il periodo della kermesse era un’impresa impossibile, mentre non sono state poche le edizioni sotto tono di Sanremo (compresa quella dello scorso anno) che hanno fatto venire qualche mal di pancia agli operatori turistici locali.

Quest’anno, invece, pare si sia tornati ai fasti di una volta, almeno in quanto a ospitalità e turismo. La locale Federalberghi conferma il tutto esaurito in città, con prenotazioni già dall’autunno scorso e indicazioni analoghe arrivano dall’Osservatorio Trivago, che ha rilevato come, nella prima serata, la quota di hotel con almeno una camera doppia standard disponibile online sia stata del13%, per poi scendere in picchiata dalla serata di oggi in poi.

L’Osservatorio Trivago registra infatti per questa sera e per le ultime serate del Festival una disponibilità online tra il 2% e il 3%. Siamo su livelli esattamente doppi rispetto a quelli di un anno fa, quando la disponibilità media di camere per le prime serate era del 30% e del 6% per le finali. Trivago parla di un 2% di hotel con disponibilità per oggi, 3% per venerdì e di nuovo 2% per sabato.

Che il Festival sia un toccasana per il turismo sanremese è confermato dalle medie di camere disponibili online che Trivago registra per i giorni immediatamente successivi alla manifestazione. Per la notte di domenica prossima la quota di hotel con disponibilità passa dal 2% di sabato al 42%, per salire ancora martedì: 46%.

Fatta l’analisi delle cifre e dimostrato che si tratta, per l’intero comparto del turismo, dell’annata festivaliera migliore dal 2009, resta da rilevare che non è pensabile, per una cittadina come Sanremo, vivere della sola fiammata del Festival. È vero che, negli ultimi anni, in città è stato fatto un importante lavoro di recupero di alcune zone centralissime e che, grazie alla pista ciclabile del Ponente che unisce diversi comuni della riviera, Sanremo ha guadagnato ulteriore smalto, anche a livello internazionale. È vero anche, però, che ci sono altre indicazioni che il turismo locale, e non solo, deve tenere in considerazione.

Per esempio il fatto che, sempre restando a Trivago, il suo Reputation Ranking per la Liguria – classifica della reputazione online delle regioni italiane, stilata in base alle recensioni degli ospiti italiani e stranieri che hanno soggiornato per turismo negli hotel locali durante il precedente anno e che considera le regioni che hanno ricevuto un minimo di 100.000 valutazioni – piazza nei primi 20 hotel solo due strutture della Riviera di Ponente, stracciata da quella di Levante. Segno che, non solo a Sanremo, c’è ancora molto da fare. Troppo, se si considera che il turismo è uno dei principali carburanti per l’economia della zona.

Sanremo e l’ industria musicale italiana

Buona parte delle persone che seguono il Festival di Sanremo vede solo il lato artistico della musica e delle canzoni, non pensando che, dietro alle sette note, ci sono un mercato e un’ industria musicale che, all’interno della più ampia industria culturale italiana, giocano un ruolo importante.

Secondo la recente ricerca “Italia creativa”, realizzata da Ernst &Young su mandato della Siae, nel 2014 il valore dell’ industria musicale italiana è stato di 4,3 miliardi di euro, valore che l’ha piazzata al sesto posto come settore, su 11 considerati: Architettura, Arti Performative, Arti Visive, Cinema, Libri, Musica, Pubblicità, Quotidiani e Periodici, Radio, TV e Home Entertainment, Videogiochi.

Se prima dell’ industria musicale vengono, dopo TV e Home Entertainment (12,2 miliardi), Arti Visive (11,2 miliardi), Pubblicità (7,4), Quotidiani e Periodici (5,1) e Arti Performative (4,3 miliardi), il settore musicale è quello che, dopo le Arti Visive, dà lavoro al maggior numero di persone: oltre 160mila.

Incontrastato il primato dell’ industria musicale per quanto i diritti d’autore, per i quali nel 2014 valeva l’80% del totale: 446 milioni di euro su 563. Ma, oltre a questo storico zoccolo duro di incassi, da segnalare anche il segno più sul fronte dei concerti (+18,3%, per un totale di 346 milioni), mentre sono scesi i ricavi derivanti da radio musicali e diritti televisivi, – 6,5%, e quelli di discoteche e locali da ballo, con un -10%.

Rilevante, nell’ambito del Festival di Sanremo, la parte discografica analizzata nella ricerca di Ernst & Young, basata sui dati della Fimi (Federazione Industria Musicale Italiana) relativi al 2014 e ai primi 9 mesi del 2015. Ebbene, per il periodo considerato, in ambito discografico l’ industria musicale italiana ha fatto segnare un +25%, pari a 93,9 milioni di euro, circa 18,5 milioni in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una crescita importante del mercato digitale: +27% a 43 milioni.

Sull’ industria musicale italiana, il Festival di Sanremo ha ancora un impatto significativo, anche se non più massiccio come negli anni d’oro della kermesse musicale. Sono gli stessi artisti ad ammetterlo implicitamente con la loro presenza sul palco dell’Ariston, certi che una partecipazione al Festival possa dare a una spinta non solo alla propria musica, ma anche alla propria immagine e a eventuali tour

 

Il commento del presidente della Siae Filippo Sugar a questi dati sull’ industria musicale italiana e, in generale, su quelli dell’industria culturale (circa 47 miliardi di fatturato, pari al 2,9% del Pil nazionale, per oltre un 1 milione di occupati), non poteva che essere positivo: “Già fotografare assieme tutti questi settori è un dato importante. E’ una fotografia che ci dice che non siamo indietro, che siamo importanti già oggi e che abbiamo un’enorme opportunità per un futuro all’altezza del nostro passato”.

Festival di Sanremo e florovivaismo

Il Festival di Sanremo, oltre che una vetrina per la canzone italiana, è anche un’occasione di visibilità per uno dei comparti produttivi più importanti per l’economia della cittadina ligure e, in generale, per il settore agricolo italiano: quello del florovivaismo.

Secondo i dati Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), il valore della produzione delle aziende florovivaistiche italiane rappresenta oltre il 5% della produzione agricola totale e deriva per il 50% dai comparti fiori e piante in vaso, mentre il restante 50% da piante, alberi e arbusti destinati al florovivaismo.

Secondo i dati dell’ultimo censimento Istat, sono circa 14mila le aziende di produzione che si dedicano ai fiori e piante in vaso e quasi 7.500 quelle attive nella produzione di piante per il vivaismo (escluse le giovani piantine); la dimensione media è decisamente più elevata nel caso del vivaismo (2,1 ha contro 0,9 di quella di fiori e piante in vaso).

La superficie agricola destinata complessivamente al settore del florovivaismo, quasi 29mila ettari, è investita, per almeno il 70%, a piante in vaso e vivaismo. Le aziende che producono giovani piante floricole ornamentali sono 2mila, per una superficie complessiva di oltre 1500 ettari.

Le regioni più vocate per i fiori recisi e le fronde sono la Liguria (con Sanremo e dintorni che fanno la parte del leone), la Toscana, il Lazio, la Campania, la Puglia e la Sicilia, mentre per le piante in vaso e da vivaio la produzione è distribuita su molte regioni.

Vanno menzionate la Liguria per le piante aromatiche e alcune piante fiorite tipiche da esterno, il Piemonte per le piante acidofile, la Lombardia, oltre che per le acidofile anche per le latifoglie e le conifere, la Toscana per la vasta gamma di alberi e arbusti tra cui le conifere, gli alberi a foglia caduca e sempreverdi, gli alberi da frutta ornamentali, il Lazio per le piante mediterranee, la Sicilia per le piante mediterranee tra cui gli agrumi ornamentali, le piante grasse e le palme.

In Europa, l’Italia è ai primi posti della classifica per dimensione della superficie destinata al florovivaismo e alle coltivazioni di piante e fiori in genere: l’incidenza degli ettari investiti a florovivaismo è del 15% nel caso delle produzioni di fiori e piante in vaso e del 14% nel vivaismo.

L’Italia è inoltre un Paese esportatore netto di piante, alberi, arbusti e di fogliame e fronde; in particolare, tra i principali mercati di destinazione delle piante in vaso ci sono la Germania, la Francia, i Paesi Bassi, la Gran Bretagna e il Belgio, mentre come Paese di destinazione per gli alberi e arbusti, oltre ai già citati, vanno aggiunti la Spagna, la Turchia e la Svizzera.

Per l’import dei fiori recisi, una delle principali produzioni di Sanremo, i Paesi Bassi rappresentano il primo sbocco di mercato. Il valore delle spedizioni totali del settore del florovivaismo, pari al 25% del valore della complessiva produzione annua italiana, rappresenta oltre il 2% del totale delle esportazioni dell’agroalimentare.

Sanremo, Festival e mercato immobiliare

Sanremo è Sanremo anche e soprattutto per l’economia della città e per l’indotto che il Festival della Canzone Italiana porta ogni anno. Prendiamo, per esempio, il mercato degli affitti della cittadina di Ponente, che registra importanti impennate.

Durante il periodo del Festival di Sanremo, si registra infatti un notevole aumento delle richieste di immobili in affitto per 1-2 settimane, come dimostrano le rilevazioni dell’Ufficio Studi Tecnocasa. Come è facile immaginare, a ricercarli sono quasi sempre persone che ruotano attorno all’organizzazione della kermesse canora oppure parenti o familiari degli artisti.

La richiesta più importante è che l’immobile sia il più vicino possibile al teatro Ariston. Gli affitti, in questo caso, si aggirano intorno a 800-900 euro alla settimana per un appartamento con quattro posti letto.

In generale, però, al di là dell’effetto Festival, nella seconda parte del 2015 le quotazioni delle abitazioni di Sanremo sono risultate stabili. Si è riscontrato un aumento di interesse sia per la seconda casa sia per la prima, grazie ai prezzi ora molto convenienti e ai mutui più accessibili.

Numerose, infatti, sono le famiglie provenienti dal Piemonte e dalla Lombardia interessate ad acquistare prevalentemente bilocali, con cifre che possono variare notevolmente in base alla posizione, esposizione e vista di cui gode l’immobile. Chi compra casa a Sanremo, grazie ad un clima favorevole tutto l’anno e alla presenza di ottimi servizi, ha la possibilità di utilizzarla in tutte le stagioni, nei week end, nei periodi di vacanza sia estivi sia invernali.

Diversi i casi di persone che, dopo la pensione, decidono di trasferirsi definitivamente in città, potendo così fare delle passeggiate, anche in pieno inverno, sulla nuova pista ciclabile che costeggia il mare. Una delle zone più apprezzate di Sanremo è l’area centrale che da via Matteotti e corso Garibaldi scende verso il mare. La Via Matteotti, sede dei più prestigiosi negozi e del teatro Ariston, parte da Piazza Colombo e arriva fino al Casinò e da un po’ di tempo è stata interamente pedonalizzata. Qui si possono trovare anche soluzioni di prestigio con quotazioni che possono arrivare fino ai 4800-5000 euro/mq. Mediamente nelle zone centrali ci sono quotazioni di 3000-3500 euro/mq.

Altre zone apprezzate a Sanremo sono San Martino e La Foce, entrambe nella parte bassa più vicino al mare. La Foce piace perché ci sono le spiagge, gli stabilimenti balneari e gli alberghi. San Martino perché facilmente raggiungibile e per la vicinanza alla stazione ferroviaria. Per chi volesse una soluzione singola o indipendente sarebbe consigliabile la zona collinare di S. Remo, dove è possibile trovare dalla casa indipendente da ristrutturare alla soluzione di prestigio.

Festival di Sanremo e festival dei fiori

Il Festival di Sanremo è sempre stato famoso non solo per le canzoni, ma anche per i fiori. Del resto, il florovivaismo rappresenta una voce di bilancio fondamentale nell’economia del territorio, con l’export dei fiori di Sanremo che tocca ogni angolo del mondo.

Da qualche anno, sul palco del Festival di Sanremo, i fiori erano passati da protagonisti a comparse, sempre più schiacciate da esigenze di business dello spettacolo o da scelte artistiche all’insegna del radical chic che avevano penalizzato uno dei simboli della zona e del Festival di Sanremo in particolare.

Nell’edizione 2015 del Festival di Sanremo, però, i fiori sono tornati al centro dell’attenzione, per la grande soddisfazione di Confagricoltura. “Quella di Sanremo – ha infatti commentato l’associazione – è un’area particolarmente vocata alla floricoltura, con aziende innovative che esportano in tutto il mondo; non è un caso che la riviera di Ponente in Liguria si chiami Riviera dei Fiori”.

E il Festival di Sanremo è sempre stata una vetrina di prim’ordine: “Il florovivaismo – ha proseguito Confagricolturaè uno degli assi portanti del made in Italy, non poteva continuare ad essere messo da parte, nella kermesse canora di grandissimo audience che è il Festival di Sanremo”.

E siccome l’economia non è un gioco, specialmente in un momento difficile come quello che stiamo vivendo da 7 anni a questa parte e in realtà territoriali periferiche, ecco che le iniziative promozionali legate al Festival di Sanremo sono un ottimo veicolo per promuovere le imprese e i prodotti locali. Come l’abbinamento tra fiori “nuovi” e canzoni rimaste nella memoria storica che c’è stato durante la serata di ieri e che ha messo in risalto il lavoro di tante aziende locali e del florovivaismo ligure in generale.

A Festival di Sanremo ancora aperto, quello che traccia Confagricoltura è dunque già un bilancio positivo per il florovivaismo della zona. E dopo il Festival si tornerà a parlare di fiori a Sanremo il 19 febbraio prossimo, con la presentazione, a Villa Nobel, del francobollo sulla floricoltura italiana realizzato grazie al contributo di idee dei Giovani di Confagricoltura e di Poste Italiane.

Festival di Sanremo e prezzi degli hotel

Il Festival di Sanremo è l’occasione per gli albergatori della città e dell’intera provincia di attizzare un po’ il turismo in un periodo dell’anno piuttosto morto, che vede soprattutto l’utilizzo delle case vacanza nei weekend e, negli hotel, una clientela piuttosto avanti con gli anni che sverna in Riviera.

Va da sé che i prezzi degli hotel in città e nei paesi limitrofi schizzino alle stelle nei giorni del Festival di Sanremo. Lo testimonia anche l’Osservatorio Trivago, che ha analizzato l’andamento dei prezzi e della disponibilità di hotel nella città sede del Festival e nei comuni limitrofi.

In città, durante i giorni del Festival di Sanremo, il prezzo medio di un soggiorno in hotel è di 213 euro a notte, con punte di 303 euro per la notte tra il 13 e il 14, in prossimità della serata finale. Oltre all’impennata dei prezzi, secondo Trivago è durissima trovare da pernottare a Sanremo: solo il 6% delle strutture ha infatti posti disponibili. A differenza dei giorni precedenti quando, in concomitanza con la prima notte del Festival di Sanremo (10-11 febbraio) circa il 35% degli alberghi cittadini aveva almeno una stanza disponibile.

Come detto all’inizio, l’indotto turistico portato dal Festival di Sanremo ha ricadute positive anche sui comuni più o meno vicini. Nel capoluogo Imperia, che dista circa 25 km da Sanremo, la media dei prezzi negli hotel subisce un ridimensionamento importante, fino a 82 euro a notte durante i giorni della kermesse e con il 32% di alberghi che ha almeno una stanza disponibile.

Trivago si è spinta anche più lontano a Levante per soggiornare più economicamente durante i giorni del Festival di Sanremo, arrivando fino a Diano Marina (44 km dalla città dei fiori): lì i prezzi calano ancora fino a 77 euro a notte e una disponibilità alberghiera del 25%.

A Ponente, invece, vale ancora l’equazione paese più vicino = prezzi più alti. A Bordighera, che dista 12 km da Sanremo, soggiornare in hotel nella settimana del Festival di Sanremo costa mediamente 154 euro a notte (32% di disponibilità), mentre a Ventimiglia (23 km) siamo a una media di 103 euro con disponibilità del 45%.

Perché Sanremo è Sanremo, anche e soprattutto per l’impresa turistica.

La pubblicità manda in attivo il Festival di Sanremo

Quando si parla di Festival di Sanremo, si parla inevitabilmente anche di soldi. Tanti soldi. Quelli che la Rai, ogni anno butta nella macchina festivaliera e quelli che incassa dalla costosissima pubblicità che vende durante gli spot della kermesse.

Perché, non dimentichiamolo, a parte l’odioso balzello del canone, quello che fa da benzina economica al Festival di Sanremo è anche il denaro che tante imprese, soprattutto grandi ma non solo, mettono in circolo per pagare la loro presenza pubblicitaria nei break.

Quest’anno, però, pare ci sia una inversione di tendenza. Sembra che in Rai abbiano capito che non vivono su Marte, che la crisi c’è per tutti e che anche il Festival di Sanremo si deve adattare al generale clima di austerity che pervade il Paese. Che significa, sostanzialmente, rivedere le spese, tagliare gli ingaggi e i compensi faraonici per conduttori e ospiti. Una spending review che ha portato a un risultato inatteso: per la Rai, il Festival di Sanremo 2015 sarà in attivo.

Entrando nel dettaglio, la Rai ha fissato un obiettivo di raccolta pubblicitaria a 25 milioni di euro al lordo delle commissioni di agenzia (circa 21 milioni netti), con una vendita media degli spot durante il Festival di Sanremo di circa 14mila euro al secondo. Parallelamente, la convenzione con il comune di Sanremo costerà alla Tv di Stato 2 milioni in meno rispetto allo scorso anno (da 7 a 5) e, soprattutto, i compensi per conduttore e vallette impatteranno in misura minore rispetto al 2014: 500mila euro per Carlo Conti e solo rimborso spese per le vallette Emma e Arisa e per i rispettivi staff (circa 70mila euro a testa). Agli ospiti internazionali e non pare siano destinati i risparmi sui conduttori, che farebbero arrivare il totale dei costi a circa 16 milioni. Il che significa che, a fronte degli incassi pubblicitari, si avrebbe un avanzo di circa 4-5 milioni.

Potrebbe sembrare poca cosa, ma se si considera che il Festival di Sanremo è stato, specialmente negli ultimi anni, oggetto di strali e pesanti richieste di tagli da parte della Corte dei Conti, siamo di fronte al classico “grasso che cola”. Ricordiamo che tra il 2010 e il 2012 il Festival di Sanremo aveva perso la bellezza di 20,1 milioni, buco che lo scorso anno aveva spinto la Corte dei Conti, nella sua relazione annuale, a scrivere che i costi del Festival erano ancora “nettamente superiori ai ricavi pubblicitari con riflessi negativi sul Mol aziendale“.

Lo scorso anno si è cominciato a tagliare i costi del Festival di Sanremo fino a 18 milioni, quest’anno si è scesi a 16. La ripresa contemporanea del mercato della pubblicità ha fatto il resto e la Rai, oltre che la determinazione di certi dirigenti, deve ringraziare le imprese che hanno investito sulla kermesse se è riuscita nella missione impossibile di far uscire il Festival di Sanremo dal rosso. Ora viene il bello: continuare a far sì che resti una manifestazione profittevole.

Festival di Sanremo sì, ma il Casinò…

Il Festival di Sanremo non è certo l’unica attrazione per la quale la cittadina ligure è famosa. Un altro importantissimo volano economico per Sanremo e per tutta la Liguria è il Casinò, il quale ha dovuto fronteggiare anni di magra e di crisi economica ma ora pare uscire piano piano dalle secche.

Se i numeri e bilanci del Festival di Sanremo sono oscuri e danno spesso adito a polemiche, quelli del Casinò sono senz’altro incoraggianti. Dopo sette anni di perdite, nel 2014 è tornato il segno positivo negli incassi annuali: 46,1 milioni, che hanno consentito alla casa da gioco di superare in fair play l’obiettivo prefissato inizialmente, 45 milioni. Il Casinò ha chiuso in crescendo con, a dicembre, un +4% in tutti i settori del gioco e un +158% (pari a 1 milione e mezzo di euro) nell’online. Insomma, se al Festival di Sanremo si canta per vincere, qui si vince e si canta.

Entrando nel dettaglio delle cifre, almeno di quelle più significative, nel 2014 le slot hanno introitato oltre 33 milioni di euro, i giochi tradizionali oltre 13 milioni, il gioco online, come detto, quasi 1 milione e mezzo.

Tra i giochi tradizionali, resta regina la roulette francese con 4 milioni e 381mila euro di incasso. Moltissimi i premi dispensati nelle diverse regioni dal gioco online: in testa la Sicilia con quasi 12mila euro, poi il Lazio con oltre 11mila, 7500 per la Liguria, 3600 per la Toscana e oltre 3mila per la Lombardia.

Il botto, però, c’è stato a dicembre, quando sono stati incassati oltre 4 milioni di euro, dei quali oltre 1 milione appannaggio dei giochi tradizionali (+1,43% rispetto a dicembre 2013) e più di 3 milioni dalle slot (+5,22% anno su anno). Questo nonostante i ben 34 jackpot centra ti a dicembre che sono “costati” al Casinò quasi 350mila euro di vincite. E il Festival di Sanremo resta a guardare.

Non può quindi che esserci soddisfazione nei vertici del Casinò. Il presidente Gian Carlo Ghinamo e i consiglieri Marcello Boeri e Sara Rodi, nel presentare i dati 2014 hanno sottolineato che questo bilancio “premia l’impegno e i sacrifici di tutta l’azienda. In due anni il Casinò non solo ha raggiunto l’equilibrio economico-finanziario ma è riuscito a rinnovare la sua immagine di polo ludico e di volano turistico del territorio”.

Per poi aggiungere: “Il 2014 è stato l’anno del consolidamento dei risultati, del cambio di marcia, dell’inizio della rinnovata crescita economica, finalizzata ad influire anche economicamente sulla città e sul territorio non solo in termini di attrazione ricettiva e di captazione dei flussi turistici ma come volano economico finanziario. Ci auguriamo che il 2015 segni il consolidamento della ripresa aziendale, meta realizzabile: abbiamo un’azienda messa in sicurezza, che sa sfruttare nella maniera più proficua le risorse interne, le sue professionalità e le sue potenzialità. La casa da gioco deve continuare ad essere centro catalizzante del programma di sviluppo dei flussi di visitatori, polo ludico e anche culturale”. Esattamente il complementare al Festival di Sanremo, per il bene del territorio.

Festival di Sanremo e mercato immobiliare cittadino

Quando arriva la settimana del Festival di Sanremo, alla gran parte delle persone vengono in mente artisti, polemiche, canzonette e Pippo Baudo. A ben vedere, però, il Festival di Sanremo è, per la cittadina ligure e per buona parte della regione, anche un importante volano per l’economia. A partire dal mercato dell’ospitalità, degli alloggi e degli affitti.

Soprattutto per quello che riguarda la situazione delle compravendite immobiliari, il Festival di Sanremo ha dato modo all’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa di realizzare un’analisi sul mercato immobiliare della città, nella quale ha riscontrato, in generale, un aumento di interesse per la seconda casa e per la prima casa, verificando però come l’incertezza economica e l’abbondante offerta presente sul territorio allunghino i tempi di vendita e portino spesso a trattative molto serrate. Detto che, seconda parte del 2014 le quotazioni delle abitazioni di Sanremo sono state in leggera diminuzione.

Secondo l’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, sono molte le famiglie provenienti dal Piemonte e dalla Lombardia interessate ad acquistare prevalentemente dei bilocali, con cifre che possono variare notevolmente in base alla posizione, all’esposizione e alla vista di cui gode l’immobile.

Chi compra casa in città, indipendentemente dal Festival di Sanremo, grazie ad un clima favorevole tutto l’anno e alla presenza di tutti i servizi propri di un grande centro, ha la possibilità di sfruttarla in tutte le stagioni, nei week end, periodi di vacanza sia estiva sia invernale e durante i ponti. Vari sono i casi di persone che, dopo la pensione, decidono di trasferirsi definitivamente in città, potendo così fare delle passeggiate, anche in pieno inverno, sulla nuova pista ciclabile che costeggia il mare. E poi, a febbraio, godere del viavai di celebrità che il Festival di Sanremo porta in Riviera.

Venendo alle cifre e alle zone di maggior pregio, una delle zone più apprezzate è l’area centrale, che da via Matteotti e corso Garibaldi scende verso il mare. La Via Matteotti, che ospita i più prestigiosi negozi e il Teatro Ariston, sede del Festival di Sanremo, parte da Piazza Colombo e arriva fino al Casinò e da un tempo è stata interamente pedonalizzata. Qui si possono trovare soluzioni di prestigio, con quotazioni che possono arrivare fino anche ai 4500-4700 euro al mq. Mediamente nelle zone centrali ci sono quotazioni di 3000-3300 euro al mq.

Sul fronte delle locazioni, invece, il Festival di Sanremo attira molte persone nella cittadina ligure che, nella settimana dell’evento, registra un aumento delle richieste di affitti settimanali. A ricercarli sono soprattutto gli addetti ai lavori impiegati per la realizzazione della kermesse, i giornalisti e gli addetti all’organizzazione e alla sicurezza degli artisti. A questi si aggiungono anche coloro che approfittano dell’evento per trascorrere una settimana di vacanza in città. Nella settimana dello svolgimento del Festival di Sanremo, per un bilocale di 3-4 posti letto in città si spendono intorno a 600-700 euro.

“Imprenditori, investite su Sanremo”

di Davide PASSONI

Seconda puntata del nostro viaggio a Sanremo: oltre il Festival, dentro all’economia locale. Oggi risponde alle domande di Infoiva Claudia Lolli, vicesindaco di Sanremo e assessore alla Promozione Turistica e Cultura della città.

Il Festival è ancora un toccasana per la città? Se sì, in che termini?
Lo è almeno su due fronti. Intanto per motivi di bilancio: la convenzione con la Rai che permette al Comune di incassare una cifra importante a fronte della concessione della gestione del brand. E poi la visibilità: non ha paragoni e non ha prezzo.

Durante la settimana festivaliera che cifre muove nell’economia della città, in valori e percentuali, la macchina della kermesse?
Per quanto riguarda il discorso della ricettività alberghiera, concordo con il presidente di Federalberghi Sanremo, l’ingegner Varnero: siamo intorno alle 15-18mila presenze. Tenga conto del fatto che si tratta di un periodo in cui gli hotel sono a tariffa piena, per cui il giro d’affari è importante. Nelle settimane precedenti il Festival, c’è già un buon movimento di addetti ai lavori, che soggiornano però a tariffe convenzionate. Per il commercio, invece, cambia poco: chi viene qui per lavorare al Festival ha meno interesse a fare shopping o acquisti spiccioli.

Che umori percepisce dalle varie associazioni di categoria del territorio nel periodo del Festival?
Gli umori sono i più diversi. Sicuramente le liberalizzazioni sono sentite come un grosso problema, che ha portato con sé tanti altri nodi irrisolti. C’è anche preoccupazione per un crescente abusivismo commerciale. Come giunta siamo impegnati a sviluppare accordi con le varie associazioni di categoria. Molto importante quello siglato con Confcommercio nel 2012 per realizzare manifestazioni commerciali da farsi su istanze che provengono dall’associazione; capirà che, essendo i commercianti sul campo e avendo il polso di quello che turisti e cittadini cercano, questo tipo di manifestazione ha grande importanza.

Quanto avete investito?
Si è trattato di uno sforzo notevole per il Comune, dato che lo scorso anno abbiamo stanziato 70mila euro per queste iniziative. Per un Comune come il nostro e con i vincoli del patto stabilità, non è cosa da poco. Ci tengo a ricordare, poi, che tavoli con associazione turistiche e commerciali sono sempre aperti.

Festival, rally, ciclismo, casinò, Giraglia… Quanta parte dell’indotto che generano rimane sul territorio?
Il 10 marzo avremo i carri fioriti, il 17 la Milano-Sanremo, poi la Dragon Cup di vela, più avanti la Giraglia: in termini di marketing possiamo dire che il “brand Sanremo è fortissimo”. Quanto rimane sul territorio? Eventi come la Milano-Sanremo lasciano poco in termini economici immediati, a fronte di un investimento sostanzioso, ma come visibilità internazionale per il Comune non c’è niente di meglio, mi creda. Penso che gli eventi di Sanremo costituiscano un giusto mix tra investimento e ritorno, tanto immediato quanto a lungo termine.

Che iniziative mette in campo il Comune a sostegno della piccola imprenditoria locale?
Lavoriamo in sinergia assoluta con tutte le realtà produttive del territorio. Il sindaco viene dal mondo imprenditoriale, così come buona parte della giunta: la sensibilità verso quel mondo c’è ed è forte, mi creda.

Turismo e florovivaismo sono le punte di diamante della vostra economia locale? Avesse solo 1000 euro da destinare e dovesse scegliere uno solo di questi settori, a chi li darebbe?
Direi a manifestazioni turistiche che promuovano l’eccellenza florovivaistica, come quella dei carri fioriti.

Risposta un po’ democristiana…
In questo periodo un po’ tutti dobbiamo esserlo (ride, ndr.)

Ci spieghi perché “Sanremo è Sanremo” anche dal punto di vista dell’economia locale…
Perché è un brand internazionale fortissimo. Anzi, invito tutti gli imprenditori che volessero investire su Sanremo a farlo, perché potremmo dare loro delle grandi soddisfazioni.