Colf e bandati, cos’è la Certificazione unica di fine anno e come vanno gestite ferie e festività

Per colf e badanti entro la fine dell’anno il datore di lavoro rilascia la Certificazione unica (Cu) con la retribuzione lorda e i contributi versati. La certificazione unica che viene fornita ai lavoratori domestici corrisponde a quella del sostituto di imposta. Entro la fine dell’anno, dunque, la famiglia datrice di lavoro deve assolvere a determinati adempimenti: la tredicesima al lavoratore domestico, la certificazione unica e la gestione delle festività e dei giorni di ferie.

A cosa serve la Certificazione unica per colf, badanti e lavoratori domestici?

Il primo adempimento del datore di lavoro nei riguardi dei lavoratori domestici riguarda la Certificazione unica. Si tratta di mettere a disposizione di colf e badanti una dichiarazione che riporti le somme al lordo che sono state corrisposte durante l’anno. Nella certificazione devono essere riportate anche i contributi eventualmente trattenuti al lavoratore durante l’anno per i vari periodi di pagamento.

Certificazione unica a colf e badanti: vale come quella del sostituto di imposta

È importante chiarire che la Certificazione unica rilasciata al lavoratore domestico vale come quella del sostituto di imposta. Tuttavia, la famiglia datrice di lavoro non riveste la qualifica di sostituto di imposta. Pertanto, la famiglia non deve operare alcuna ritenuta sulla retribuzione. Nel momento in cui il datore di lavoro consegna la Certificazione unica al lavoratore domestico deve mantenere una copia della dichiarazione, debitamente firmata dal colf o dalla badante.

Come devono essere gestite le festività di colf e badanti?

Trattandosi, dicembre, di un mese con varie festività, è importante saper gestire queste giornate. Le festività sono disciplinate dall’articolo 16 del Contratto nazionale di lavoro che regolarizza le festività sia dei domestici conviventi che dei non conviventi. Colf e badanti hanno diritto al riposo e a vedersi pagata la normale retribuzione.

Festività cade in un giorno non lavorativo, bisogna pagarla a colf e badanti?

Può capitare che colf e badanti lavorino solo alcuni giorni della settimana. Ad esempio, il lunedì e il giovedì. Nel caso di festività ricadente in un giorno non lavorativo (quale può essere l’8 dicembre che nel 2021 capita di mercoledì), a colf e badanti va pagato 1/26 della retribuzione totale mensile.

Cosa avviene se il lavoratore domestico lavora nel giorno festivo?

Nel caso in cui colf e badanti lavorino in giornate festive, oltre al normale pagamento della giornata lavorativa, è necessario versare una maggiorazione su tutte le ore lavorate. Quest’ultima si calcola incrementando del 60% la retribuzione globale di fatto.

Festivo coincidente con la domenica, come bisogna pagare colf e badanti?

Nel caso in cui la giornata di festività coincida con la domenica, colf e badanti hanno diritto a recuperare il riposo. Quest’ultimo deve essere fissato in un altro giorno della settimana. In alternativa, al lavoratore può essere proposto il pagamento maggiorato che si calcola aggiungendo 1/26 della retribuzione totale mensile.

Come si calcolano le ferie del lavoratore domestico?

Per quanto concerne la gestione delle ferie, a colf e badanti spettano 26 giorni all’anno. È necessario dunque considerare questo periodo di ferie per lavoratori domestici che abbiano lavorato continuativamente durante l’anno presso la stessa famiglia datrice di lavoro. I 26 giorni di ferie per ogni anno lavorato spettano a prescindere dalla distribuzione delle ore di lavoro e dalla durata.

Quando vanno fruite le ferie di colf e badanti?

In linea generale le ferie dei colf e delle badanti devono essere fissate tra giugno e settembre. Tuttavia, può essere prevista una diversa collocazione, a seconda delle esigenze della famiglia datrice di lavoro e del lavoratore domestico. Le ferie normalmente sono continuative e possono essere frazionate in non oltre due periodi dell’anno. Inoltre, la consumazione delle ferie deve avvenire per non meno di due settimane entro l’anno in cui maturano. Le restanti due settimane di ferie possono essere consumate entro i 18 mesi successivi. Per i lavoratori domestici senza cittadinanza italiana, per favorire il periodo di rimpatrio, è consentito accumulare ferie per chiedere un periodo più lungo nell’arco dei due anni.

Come devono essere pagate le ferie a colf e badanti?

Per ciò che riguarda il trattamento di paga dei periodi in cui colf e badanti usufruiscano delle ferie, è necessario calcolare 1/26 della retribuzione mensile. Questo calcolo deve essere fatto e il trattamento deve essere corrisposto per ogni giornata di ferie. Nella retribuzione delle ferie deve essere inclusa anche l’eventuale indennità sostitutiva dell’alloggio e del vitto.

Lavorare nelle festività: il dipendente si può rifiutare

Dicembre è uno dei mesi in cui ci sono più festività, che cominciano con l’Immacolata e finiscono con i botti di Capodanno.
Per questo, è sicuramente di attualità l’argomento relativo alle festività retribuite, anche pensando che i lavoratori stanno finalmente diventando consapevoli della possibilità di rifiutarsi.

Cosa accade in questi casi? Se il lavoratore rifiuta di lavorare in una festività, l’impresa non può trattenere la retribuzione, che va al contrario interamente riconosciuta: il diritto al rifiuto è garantito dalla legge e non è sanzionabile in nessun modo.
Ciò rimane valido anche in presenza di previsioni diverse, anche quando sono contenute nel contratto di lavoro, poiché può prevedere clausole che possono obbligare il lavoratore a effettuare straordinari nei giorni di festività; ma nel caso in cui il lavoratore non accetti, anche senza giustificato motivo, l’azienda non può trattenere la retribuzione.

Questo cosa significa? Semplicemente che, anche in presenza di contratti in cui è scritto che al lavoratore potrebbe essere richiesto di lavorare nelle festività, il lavoratore stesso può sottrarvisi senza per questo ricorrere a sanzioni da parte del datore di lavoro.

Le uniche eccezioni sono rappresentate da particolari tipologie di attività, ad esempio i medici e in generale i dipendenti delle istituzioni sanitarie pubbliche e private.

Per tutti gli altri, vale la sentenza secondo la quale: “Non sussiste un obbligo generale a carico dei lavoratori di effettuare la prestazione nei giorni destinati ex lege per la celebrazione di ricorrenze civili o religiose e sono nulle le clausole della contrattazione collettiva che prevedono tale obbligo, in quanto incidenti sul diritto dei lavoratori di astenersi dal lavoro (cui è consentito derogare per il solo lavoratore domenicale); in nessun caso una norma di un contratto collettivo può comportare il venir meno di un diritto già acquisito dal singolo lavoratore (come il diritto ad astenersi dal lavoro nelle festività infrasettimanali)”.

Questo vuol dire che qualsiasi cosa ci sia scritta nei contratti di lavoro, prevale la legge che riconosce al lavoratore il diritto soggettivo di non lavorare nelle festività.

L’impresa, dunque, non può mai trattenere la giornata festiva non lavorata dalla retribuzione: “Il trattamento economico ordinario, si legge nella sentenza 21209/2016, deriva «direttamente dalla legge, e non possono su questo piano avere alcun rilievo le disposizioni contrattuali». Stessa considerazione di cui sopra: la legge prevale in ogni caso sulle disposizioni contrattuali”.

Viceversa, vanno pagati gli straordinari al lavoratore che presta la propria opera nelle festività.

Vera MORETTI