Bagnino denunciato per evasione fiscale

Pensavano di trovare magagne nel conto di un professionista, titolare di uno studio geometra, e invece, i finanzieri di Cervia hanno scovato con le mani nel sacco un suo collaboratore, che lavorava per lui in nero.

Si tratta di un bagnino che, finita la stagione estiva sulle spiagge dell’Adriatico, dove svolgeva la sua attività, in inverno, risultando disoccupato, percepiva la relativa indennità, pronto a tornare in spiaggia alla stagione successiva.

La frode, quindi, è doppia: non solo mancano la dichiarazione dei compensi guadagnati come geometra e le imposte all’Erario che, ovviamente, non sono state versate. L‘evasore ha infatti percepito indebitamente dall‘INPS l‘indennità di disoccupazione quando lui,disoccupato non era.

Scoperto l’inghippo, la Guardai di Finanza ha approfondito le indagini, scoprendo un evasione di 160.000 euro ai fini delle imposte sui redditi, 145.000 euro di base imponibile I.R.A.P., violazioni ai fini I.V.A. per oltre 60.000 euro e circa 20.000 euro per indebita percezione dell’indennità di disoccupazione.

Il bagnino è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Ravenna per aver violato l’art. 316-ter (Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato) del Codice Penale.

Vera MORETTI

Parma: nel 2013 scoperti 19 evasori milionari

Ora che il 2013 ha superato il giro di boa, la Guardia di Finanza di Parma comincia a fare un bilancio sull’andamento dell’anno in corso.
A giudicare dai risultati, sembra che la lotta all’evasione fiscale, tanto declamata anche dal Governo, sia tuttora in corso e abbia portato numerosi frutti.

Tra coloro che sono stati “beccati” con le mani nel sacco, ci sono 19 Paperoni che, nonostante cospicui guadagni, hanno preferito nascondere il loro giro d’affari e non versare l’Iva spettante, per un totale di 29 milioni di euro di redditi e ben 800 milioni di euro di Iva mancante.

Oltre agli evasori più “corposi”, sono stati scovati anche molti redditi non dichiarati, con persone che hanno deciso di rendere noti solo una parte delle loro entrate, per un totale di 33,5 milioni di euro in nero, scoperti da gennaio a luglio, con 3,7 milioni di euro di Iva non versata.
Per questi 33 milioni sono state denunciate 20 persone. I controlli sono stati ben di più, 174 controlli e 71 verifiche fiscali in 212 giorni, che hanno portato a scovare 3 milioni e 700 mila euro di iva dovuta, e che ha portato alla denuncia di 20 persone.

Dalla Finanza di Parma dichiarano: “L’azione operativa mira a colpire nella loro globalità tutti i fenomeni che si connotano per la capacità di mettere a rischio contemporaneamente più interessi economici e finanziari, attraverso specifiche tecniche d’indagine proprie di una forza di polizia. Sul piano della lotta all’evasione e all’elusione fiscale l’attenzione è stata e sarà rivolta verso i grandi fenomeni evasivi che presentano una maggiore lesività per gli interessi erariali: tutti gli interventi nei confronti dell’economia sommersa, delle frodi Iva, all’evasione fiscale internazionale e quella collegata ad altri illeciti economico-finanziari. allo stesso tempo, sono state affinate le strategie operative per arginare anche i fenomeni evasivi di massa, ad esempio, l’omesso rilascio di scontrini e ricevute fiscali”.

Ad essere stati controllati sono stati 1.58 fra negozi, ristoranti, bar e tabaccherie e, tra questi, oltre un quarto si “dimenticava“ di emettere lo scontrino.
Sono stati trovati anche 182 lavoratori in nero o in diversa maniera irregolari, dei quali cento non italiani.

Vera MORETTI

Evasione fiscale: 39 mln evasi a Roma

Altro colpo messo a segno dalla Guardia di Finanza che a Ostia ha scoperto un’azienda operante nel commercio di autovetture, che aveva omesso di presentare le dichiarazioni annuali ai fini delle imposte sui redditi dell’Iva e dell’Irap per il 2010 e il 2011.

L’operazione ha permesso di di appurare che sono stati occultati al fisco oltre 39 milioni di euro di proventi derivanti dalla vendita di autovetture e che è stata perpetrata una evasione dell’Iva per un importo di circa 13,6 milioni di euro. Sono otto le persone denunciate alle autorità Giudiziarie, per loro l’accusa è di  omessa presentazione della dichiarazione annuale ai fini delle imposte sui redditi, dell’Iva e dell’Irap.

Le indagini hanno poi consentito di individuare beni immobili e capitali riconducibili ai responsabili del reato, per tali beni il  Giudice delle Indagini Preliminari ha richiesto l’ adozione del provvedimento di sequestro preventivo.

FR

Fonsai, maxi sequestro di 250 milioni alla famiglia Ligresti

Ammonta a 250 milioni di euro il maxi sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza ieri a Milano e che vede protagonista la famiglia Ligresti. Il provvedimento, emesso da Silvia Salvatori, Gip di Torino, riguarda alberghi di lusso, conti correnti, immobili, un campo da golf e anche alcune polizze assicurative.

Il sequestro è parte della cosiddetta operazione” Fisher Lange” , che lo scorso 17 luglio ha portato all’arresto dell’intera famiglia Ligresti e di alcuni manager di Fondiaria Sai. Per loro le pesanti accuse sono di falso in bilancio aggravato e di manipolazione del mercato.

Dopo le indagini e gli accertamenti coordinati  dal procuratore aggiunto Vittorio Nessi e dal sostituto Marco Gianoglio, è scattata la misura di custodia cautelare, seguita poi dall’operazione delle Fiamme Gialle, che hanno messo in luce che la somma dei beni sequestrati corrisponde al profitto ottenuto grazie ai reati commessi di cui sopra, da coloro che sono finiti in manette.

Non si è fatta attendere la risposta della Società, la quale contesta il provvedimento. Un portavoce di Fonsai ha fatto sapere che “Fondiaria-Sai, oggi parte del gruppo Unipol, ritiene assolutamente non condivisibile, per la parte a lei relativa, il provvedimento di sequestro messo in atto. La società  provvederà ad adottare nelle sedi competenti tutte le necessarie azioni nei confronti del provvedimento volte a tutelare i suoi interessi e quelli dei suoi azionisti“.

Francesca RIGGIO

Scoperta maxi frode fiscale da 60 milioni di euro

Le fiamme gialle hanno colpito ancora. Scoperta una maxi frode fiscale da 60 milioni di euro, orchestrata da un gruppo di commercialisti di Roma. Beneficiario un noto consorzio operante nel settore pulizie-facchinaggio su tutto il territorio italiano.

Le indagini coordinate dalla Procura di Civitavecchia, hanno fatto luce sulle attività dell’organizzazione capeggiata da un professionista del capoluogo laziale Gino Severini, noto alle cronache per essere stato anche presidente dell'”Arezzo Calcio”, creatore di una fitta rete di cooperative, che venivano gestite da uomini di fiducia e che scomparivano dopo che il consorzio addossava loro tutti i suoi debiti tributari.

Dagli accertamenti della Guardia di Finanza inoltre è emerso che il giro d’affari avrebbe portato un ricavo pari più o meno ad una sessantina di milioni di euro, i quali sarebbero poi stati reinvestiti nell’acquisto di beni immobiliari, che confluivano in una società costruita ad hoc. Le indagini non hanno permesso di capire chi ci fosse ai vertici della società stessa, tuttavia hanno raccolto una serie di elementi tali da permettere al Giudice delle indagini preliminari, Giovanni Giorgianni, di emettere ben sette provvedimenti restrittivi alla libertà personale.

Inoltre sono stati confiscati tutti i beni immobili collocati tra Roma e Fiumucino ed è stato attuato il sequestro preventivo dei conti correnti del consorzio, per un valore di circa 10 milioni di euro. Nell’inchiesta gli indagati risultano essere ben 49 tra capi, gregari e professionisti, tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, ai danni dell’Erario quindi.

Francesca RIGGIO

Maxi frode fiscale: nei guai 4 imprenditori laziali

Quattro imprenditori residenti tra Roma e Cassino sono stati accusati dalla Guardia di Finanza di Cassino di una maxi frode fiscale ai danni dello Stato.
Sommando, infatti, le somme eluse dai quattro uomini, l’ammontare dell’evasione fiscale sarebbe di ben 24 milioni di euro.

Da tempo i quattro erano nel mirino delle Fiamme Gialle, che ora, con prove alla mano da parte degli inquirenti, hanno potuto sporgere regolare denuncia.

Le indagini si sono concentrate su 4 aziende impegnate nel settore degli autotrasporti per conto di terzi e della commercializzazione di autovetture nuove ed usate: è stata così quantificata una base imponibile sottratta a tassazione ai fini delle imposte sui redditi per oltre 20 milioni di euro e un’evasione Iva per oltre 4 milioni di euro.

Vera MORETTI

Imprenditore oristanse agli arresti domiciliari

E’ stato messo agli arresti domiciliari Giuseppino Camerada, un imprenditore oristanese ed ex presidente della ditta Tharros.
La motivazione che sta alla base di questo provvedimento è un’evasione fiscale che avrebbe portato a sottrarre al Fisco oltre 2 milioni di euro.

Camerada era sorvegliato speciale della Guardia di Finanza da mesi, e la sua attività imprenditoriale, che si svolge nell’abito del commercio di prodotti surgelati, è stata passata al setaccio finché è emersa la mancata dichiarazione di redditi personali per due milioni di euro e la dichiarazione fraudolenta relativa a una società di capitali, la MA.EL srl, amministrata dallo stesso Camerada per un’evasione di oltre 2,7 milioni di euro.

Si legge in una nota del Nucleo di polizia tributaria di Oristano: “L’evasione, ritenuta fraudolenta, è stata perfezionata attraverso prelievi di denaro dalle casse della società, falsamente giustificati da punto di vista contabile, e dall’occultamento di numerosi documenti contabili che hanno consentito all’imprenditore oristanese di evadere complessivamente, imposte per due milioni di euro“.

La Finanza ha sequestrato una ventina di immobili a uso civile e commerciale e depositi bancari per oltre 90 mila euro.
Il sequestro disposto dal Giudice delle indagini preliminari è stato esteso anche a beni immobili intestati a una società costituita tra i parenti stretti di Camerada, che rappresentava una cassaforte di famiglia ed era proprietaria anche di diversi locali pubblici del centro di Oristano.

Vera MORETTI

Dentisti evasori a Cuneo

Due dentisti tra i più conosciuti nella città di Cuneo sono stati accusati di evasione fiscale dalla Guardia di Finanza.

Alcune indagini condotte nei loro riguardi, infatti, hanno fatto emergere una serie di irregolarità per un’evasione fiscale di 290mila euro complessivi.

I controlli effettuati testimoniano che le irregolarità sono riconducibili al 2008, e sono proseguiti fino ad oggi, con evasione di Irpef e Irap delle quali i due professionisti dovranno ora rispondere.

Vera MORETTI

Evasione fiscale per tre società di Terni

Tre società, collegate tra loro perché amministrate dallo stesso gruppo socio-familiare, che operavano a Terni nel settore del commercio all’ingrosso e nella fabbricazione di parti ed accessori per autoveicoli, sono state sorprese a emettere fatture false.

La Guardia di Finanza, infatti, ha scoperto che una delle tre ditte emetteva fatture per attività provvigionali rese nei loro confronti, le altre 2 invece si detraevano i costi relativi.
Ciò significa che una società emetteva fatture per attività di intermediazione e procacciamento affari sulle quali le altre 2 società pagavano una percentuale sul fatturato pari al 4%.

Le Fiamme Gialle avevano iniziato una serie di accertamenti nel mese di maggio, scoprendo così che il giro di soldi serviva per abbassare i redditi, con una distribuzione degli utili nelle tre diverse società, con il coinvolgimento di due società straniere, una tedesca ed una inglese.

Le indagini sono state condotte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Terni, i quali hanno contestato ai titolari, M.L. di anni 33 ed al fratello, M.T. di anni 27, un’evasione fiscale di circa 774.000 euro, un’IVA relativa di circa 228.000 euro ed un’IVA dovuta di oltre 168.000 euro.

Vera MORETTI

Imprenditore denunciato: aveva evaso 9 milioni di euro

Una dichiarazione fiscale con valori pari a zero, se si ha un’attività fiorente e conosciuta nella zona, può insospettire e persuadere le Fiamme Gialle a fare alcune approfondite indagini.

E’ quanto è accaduto a Montebelluna, in provincia di Treviso, dove la Guardia di Finanza ha sventato un’evasione fiscale attribuita al titolare di due ditte che commercializzava materiale ferroso. Ebbene, dalle indagini è emerso che, dal 2009 ad oggi, l’imprenditore ha evaso la cifra di 9 milioni di euro.

Le due società, una srl e una ditta individuale, facevano arrivare il materiale ferroso da località italiane, ma soprattutto dall’estero, in particolare dalla Svizzera, e poi veniva piazzato immediatamente sul mercato. L’attività sviluppava ingenti volumi d’affari, ma al momento della dichiarazione dei redditi veniva presentato un valore prossimo allo zero.

Ciò che è stato scoperto è un giro d’affari proficuo che interessava una serie di fornitori e destinatari di materiale in tutta Italia.
E anche quando le commesse erano particolarmente ingenti, tanto da arrivare a 100mila euro, non venivano mai fatte apparire in sede di dichiarazione.

Il titolare dell’attività è stato quindi denunciato all’autorità giudiziaria per dichiarazione infedele, avendo sottratto a tassazione una base imponibile appunto per oltre 9 milioni ed Iva per quasi 200mila euro.

Vera MORETTI