Immatricolazioni auto ok? Sì, ma col trucco…

Come sempre, quando vengono diffusi dal ministero dei Trasporti i dati sulle immatricolazioni di auto nuove, l’analisi di cifre che sono di per sé inequivocabili, in quanto numeri, porta a visioni e considerazioni differenti.

Nello specifico, secondo i dati trasmessi dal ministero, il mese di settembre si è chiuso con 153.617 immatricolazioni di auto nuove, pari a +17,4% rispetto allo stesso mese del 2015.

Questa l’analisi sulle immatricolazioni di settembre di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, la federazione italiana dei concessionari: “Il risultato di settembre riassume l’intero ultimo trimestre in cui si sono alternate promozioni efficaci per gli acquisti delle famiglie italiane ma anche importanti dosi di km 0, dietro cui si nasconde la necessità di conseguire gli ‘ambiziosi’ obiettivi di quota delle Case. Obiettivi a cui sono legati anche i margini variabili dei concessionari. Ottimo anche l’effetto del superammortamento del 140% messo a disposizione dall’attuale Governo al mondo delle partite Iva“.

Conclude Pavan Bernacchi: “E’ vero, da diversi anni conviviamo con il canale delle vetture a kilometri zero. Ma se abbiamo cominciato a viverlo come un potenziale problema è perché a nostro avviso il suo sempre maggior peso rischia di diventare una patologia. Purtroppo per le kilometri zero non si dispone di dati ufficiali, per cui dobbiamo affidarci unicamente alle nostre informazioni sul campo. Ma ci sono altri modi per targare vetture ai limiti delle normative, per esempio a società di noleggio di comodo. Su questo argomento un appello alle Case perché vigilino sulle regole della distribuzione e del mandato di concessione, applicate a tutti i loro prodotti in Europa”.

Questo, invece, il commento di Anfia, l’associazione nazionale delle aziende della filiera auto: “I livelli di immatricolazioni di settembre 2016 non si toccavano, per questo mese, dal 2010, quando il mercato superò le 155mila unità – afferma il presidente Aurelio Nervo -. E’ il ventottesimo incremento mensile consecutivo per il mercato italiano, nuovamente a doppia cifra, come già ad agosto, dopo il rallentamento di luglio, un risultato che determina un buon ingresso nel quarto trimestre dell’anno”.

A sostegno del trend di ripresa del mercato in un orizzonte temporale medio-lungo, anche considerando i fattori che incidono negativamente, come il ridimensionamento del clima di fiducia dei consumatori e i possibili rincari dei prezzi dei carburanti – prosegue Nervo -, gioca un ruolo centrale, come già affermato, il rinnovo degli strumenti di sostegno fiscale agli investimenti in particolare, per quanto riguarda l’auto, i superammortamenti che nel 2016 hanno favorito il segmento delle auto intestate alle società”.

La riduzione al 120% della maggiorazione del superammortamento per i veicoli e altri mezzi di trasporto, inserita nel Piano Industria 4.0 presentato il 21 settembre scorso, e che entrerà nella prossima Legge di stabilità, rischia, invece, di rallentare il necessario processo di ammodernamento del parco circolante che, procedendo lentamente, trova in queste misure di sostegno una garanzia di continuità, a tutto vantaggio della sicurezza sulle strade e della riduzione dell’impatto ambientale della circolazione, in linea con gli ambiziosi obiettivi ambientali fissati dai regolamenti comunitari”, conclude Nervo.

Industria 4.0 e filiera dell’automotive

Una delle filiere industriali che più potrebbero giovare di una svolta verso l’ Industria 4.0 è quella dell’automobile che, peraltro, in diversi casi è già avviata da tempo lungo questa strada.

Non è un caso, quindi, che uno dei commenti più tempestivi e positivi nei confronti del Piano Nazionale Industria 4.0 presentato nei giorni scorsi dal governo arrivi dall’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica). Positivo sì, ma anche con qualche distinguo.

Approviamo l’impostazione del Piano, che punta a potenziare in chiave 4.0 strumenti incentivanti già in vigore e di dimostrata efficacia – commenta Aurelio Nervo, presidente di Anfia -. Rinnoviamo, inoltre, la nostra disponibilità al dialogo con le istituzioni – nello specifico con la cabina di regia che coordinerà l’attivazione e la gestione degli strumenti previsti – e al coinvolgimento nel progetto di implementazione del Piano, per la definizione della lista dei beni legati alla manifattura 4.0 e delle misure al contorno”.

Facciamo notare, tuttavia – prosegue Nervo -, che la riduzione al 120% della maggiorazione del superammortamento per i veicoli e altri mezzi di trasporto penalizza ingiustamente solo questa categoria di beni strumentali, a cui è stato riservato un trattamento non paritario nell’ambito di una politica di ammodernamento delle strutture produttive trasversale ai vari settori. Del superammortamento beneficiano, infatti, gli utilizzatori finali, in questo caso le imprese che impiegano i veicoli come beni strumentali d’impresa (ad esempio le imprese di autotrasporto e le PMI dotate di piccole flotte aziendali)”.

Riteniamo che il trend di ripresa che dal 2015 caratterizza il mercato degli autoveicoli – conclude Nervoabbia bisogno di essere sostenuto su un orizzonte temporale più lungo, attraverso misure strutturali che diano continuità al lento rinnovo del parco circolante italiano, uno dei più anziani d’Europa. Un sostegno che, quindi, va a beneficio della sicurezza sulle strade e della riduzione dell’impatto ambientale della circolazione, in linea con gli ambiziosi obiettivi ambientali fissati dai regolamenti comunitari”.

Nel commentare il Piano Industria 4.0, Anfia ricorda che, per chi investe in innovazione, è previsto un iperammortamento che passa dall’attuale 140% al 250% per i beni legati alla manifattura 4.0.

L’automotive è considerato il settore pilota di questo paradigma, in quanto presenta caratteristiche che ne facilitano e ne rendono immediatamente efficace e visibile l’applicazione. Per questo è già avviato lungo la strada dell’ Industria 4.0.

Infatti, è un comparto che opera verticalmente lungo l’intera catena del valore, con filiere lunghe ma trasparenti e tracciabili; include già oggi settori di competenza e addetti nativi digitali; lavora su tempi stretti di ingegnerizzazione del prodotto e rapide evoluzioni dello stesso; deve rispondere a crescenti esigenze di customizzazione attraverso una gestione snella e versatile delle varianti di prodotto, facendo dialogare le divisioni R&D e Produzione in modo intelligente.

La digitalizzazione nel settore auto, ricorda Anfia, è già in corso non soltanto sul piano del manufacturing e del prodotto finale, ma anche in termini di nuovi modelli di mobilità. Tuttavia, tra le coperture previste per il Piano Industria 4.0 viene citata la riduzione della maggiorazione del superammortamento per i veicoli ed altri mezzi di trasporto dal 140% al 120%. Di qui l’amara considerazione di Nervo.

Autoveicoli, buono il primo semestre 2016

Secondo i dati preliminari di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), nel primo semestre 2016, i volumi di produzione di autoveicoli in Italia ammontano a circa 573mila unità, +10,3% rispetto allo stesso periodo del 2015, che già risultava in crescita del 43% su gennaio-giugno 2014. Questo risultato deriva da un primo trimestre in crescita del 15%, seguito da un secondo trimestre a +6% rispetto ad un aprile-giugno 2015 che risultava già in rialzo del 53%.

La domanda interna di autoveicoli, in particolare, ha trainato la produzione domestica. Nel primo semestre 2016, la domanda ha registrato un incremento del 20% rispetto allo stesso periodo del 2015 – che a sua volta registrava un aumento del 15% su gennaio-giugno 2014 – per un totale di oltre 1,1 milioni di nuove registrazioni.

La crescita del mercato degli autoveicoli ha riguardato non solo le autovetture (+19,2%), ma tutte le tipologie di veicolo, inclusi il comparto industriale dei rimorchi leggeri (+15%), dei rimorchi e semirimorchi pesanti (+36%), dei camper (+10%), con la sola eccezione degli autobus, le cui vendite risultano in calo del 7%.

Gianmarco Giorda, direttore di Anfia, commenta così i dati sulla produzione di autoveicoli in Italia: “Nel primo semestre dell’anno in corso, secondo i dati Istat, la produzione dell’industria automotive nel suo insieme ha riportato una crescita media tendenziale del 6%. Al trend positivo iniziato a ottobre 2014, con una crescita sostenuta nel periodo dicembre 2014-gennaio 2016, ha fatto seguito un rallentamento dei ritmi che ha portato ad un lieve calo (-1,1%) a giugno 2016. L’indice della produzione industriale nel suo complesso mostra, come già a maggio (-0,6%), un decremento tendenziale dell’1% a giugno, mentre chiude il primo semestre 2016 in positivo a +0,8%, valori che salgono a -0,6% e +1,3% rispettivamente se si considera solo l’attività manifatturiera (esclusa attività estrattiva)”.

Gli ordinativi totali del settore automotive nel suo complesso, aggiornati a maggio 2016 – prosegue Giorda parlando della produzione di autoveicoli – mantengono comunque un segno positivo sia nel mese (+5,5%) sia nel cumulato (+8,8%). La crescita nel mese è dovuta al comparto della fabbricazione di componenti (+7,5%) e di autoveicoli (+5,9%), mentre il comparto della fabbricazione di carrozzerie, rimorchi e semirimorchi registra un calo del 18,8%. In riferimento alla crescita degli ordinativi dei primi 5 mesi del 2016, il contributo maggiore deriva dalla domanda interna, che registra un aumento del 12,5% a gennaio-maggio 2016, mentre gli ordinativi dall’estero crescono del 4,3%”.

Guardando agli scambi commerciali con l’estero per il settore automotive, nel comparto autoveicoli le esportazioni (in valore) risultano in calo del 2,7% a maggio e pressoché stabili (-0,2%) nei primi 5 mesi dell’anno, mentre le importazioni di autoveicoli crescono sia nel mese (+26,4%) sia nel cumulato (+23,6%). Ne risulta un saldo negativo di 4,3 miliardi di euro.

Il fatturato del settore automotive, infine, cresce del 6,4% nel mese di maggio e del 5,2% nel cumulato da inizio anno, grazie all’andamento positivo del fatturato interno (+11,8% nel mese e +9,9% a gennaio-maggio 2016). Per l’industria in senso stretto, la variazione tendenziale è +3,6% nel mese e -0,8% nel cumulato.

Auto green, Italia leader in Europa

Cresce in Italia e in Europa il mercato delle auto ad alimentazione alternativa, le cosiddette AFVs (Alternative Fuel Vehicles), che comprendono le auto elettriche, ibride, a Gpl e metano. Secondo i dati diffusi da Acea, i Paesi dell’Unione europea allargata e dell’EFTA nel 2015 hanno fatto registrare complessivamente oltre 640mila nuove immatricolazioni di veicoli ad alimentazione alternativa (AFVs), +22% rispetto al 2014.

Una quota che ha fatto salire al 4,5% delle immatricolazioni totali di auto nel 2015 il peso delle alternative, rispetto al 4% del 2014. Inoltre, nel primo trimestre 2016 il mercato delle auto ad alimentazione alternativa registra un +10,7%, con oltre 177mila immatricolazioni e una quota del 4,6% sull’intero mercato.

In questo panorama, cresce il peso delle auto elettriche sul totale di quelle ad alimentazione alternativa, passando dal 23,9% del primo trimestre 2015 al 29,7% del primo trimestre 2016, con un incremento in termini di volumi del 37,5%.

Crescono anche le vendite di auto ibride, +29,7%, con una quota del 42,2% (era del 36% un anno fa), mentre il mercato dei veicoli a gas cala di circa il 20% a causa della contrazione delle vendite in Italia (-20,6%), il mercato più consistente delle auto alimentate a GPL e a metano.

A proposito di Italia, il nostro è il Paese europeo, insieme alla Norvegia, nel quale il mercato ad alimentazione alternativa pesa di più: in Norvegia il 51,5% delle nuove auto vendute ha alimentazione alternativa, in Italia il 10,2%. In termini di volumi per la Norvegia si tratta di 19.094 autovetture, per l’Italia di oltre 53mila. Facile immaginare il perché di questo primato: in Norvegia per la grande coscienza ecologica della popolazione, in Italia per sfuggire a un costo irragionevole dei propellenti fossili e fruire degli incentivi legati alla mobilità green.

L’Italia pesa quindi per il 30% di tutti i veicoli ecofriendly immatricolati in UE-Efta nel primo trimestre 2016 (era il 38% a gennaio-marzo 2015), seguita da UK (14,5%), Francia (13,1%), Norvegia (10,8%) e Germania (8%).

Il successo dell’Italia, è dovuto soprattutto al mercato di auto nuove alimentate a Gas (Gpl e metano): l’80% del mercato a trazione alternativa italiano riguarda le auto alimentate a gas, contro una media europea del 28%, che scende al 4% se si esclude l’Italia.

Nelle sfide legate alla sfera ambientale, il punto di forza dell’industria italiana è aver sviluppato soluzioni innovative a basso impatto ambientale per la mobilità sostenibile, a partire da competenze consolidate nei sistemi di alimentazione a metano e a Gpl e nei sistemi di propulsione.

La filiera industriale italiana del metano per autotrazione, ad esempio, è riconosciuta come leader mondiale, rappresentando circa 20mila occupati, 50 Pmi e un fatturato di 1,7 miliardi di euro. Il restante 20% del mercato a trazione alternativa italiano comprende l’1,6% di auto elettriche e il 18,3% di auto ibride.

Il ritardo italiano rispetto al mercato dei veicoli elettrici è dovuto sia alla scarsa diffusione della rete di rifornimento, sia alla minor percentuale di popolazione urbana rispetto agli altri Paesi europei (Italia 68,7%, UK 82,6%, Paesi Bassi 90,5%, Francia 79,5, Germania 75,3 fonte United Nations). La popolazione non urbana, infatti, è meno propensa all’utilizzo di auto ad alimentazione elettrica a causa della loro minore autonomia.

Mercato auto, aprile in frenata ma positivo

Vendite auto in frenata in Italia ad aprile, dopo il primo trimestre 2016 boom, ma ancora con dati più che positivi, stando alle cifre comunicate dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Lo scorso mese il mercato italiano dell’auto ha totalizzato 166.966 immatricolazioni, +11,5% rispetto allo stesso mese del 2015. Il consuntivo del primo quadrimestre 2016 si attesta a 687.021 immatricolazioni, +18,6% rispetto ai volumi dello stesso periodo del 2015.

Positivo il commento di Aurelio Nervo, presidente di Anfia, l’associazione che riunisce le aziende della filiera auto italiana: “Bisogna tornare indietro al 2009 per avere un mese di aprile con volumi superiori (189.661 unità) a quelli registrati nel mese appena concluso, che segna la quarta crescita a doppia cifra consecutiva per il mercato italiano, anche se un po’ più contenuta rispetto a quelle dei tre mesi precedenti. E’ il ventitreesimo incremento consecutivo per l’Italia. Le vendite ai privati, in particolare, sono in progressione positiva da luglio 2014, hanno chiuso il 2015 a +18%, conquistando il 62% del totale immatricolato, e il primo trimestre 2016 a +30%. A questi risultati hanno sicuramente contribuito le campagne promozionali delle Case, proseguite anche ad aprile 2016, ma anche il successo dei nuovi modelli in vendita. Il nostro Paese prosegue sulla strada della ripresa, con un forte contributo proveniente dal comparto automotive: il buon andamento della domanda di autovetture, infatti, ha innescato una spirale positiva che investe la produzione, in crescita del 65% nel 2015 e del 31% nel primo bimestre 2016, considerando solo il comparto delle auto, con risvolti positivi per tutta la filiera”.

Analizzando le immatricolazioni per alimentazione, ad aprile le auto diesel hanno conquistato il 54,2% del mercato, in calo rispetto al mese precedente (56,1%); dietro di loro le auto a benzina con il 35,7%, contro il 34,2% del mese scorso, le vetture a GPL in crescita (5,7% contro 5,4% a marzo), le vetture a metano, a quota 2,6% (2,5% a marzo) e, infine, le ibride e le elettriche, stabili all’1,8%.

Quanto alle immatricolazioni per segmenti, Fiat 500 e Fiat Panda hanno coperto, insieme, una quota del 59% nel mese e del 61% nel quadrimestre, per quanto riguarda il segmento A. Nel segmento dei SUV piccoli hanno dominato ancora Fiat 500X e Jeep Renegade, che insieme hanno totalizzato il 33% di questo specifico mercato ad aprile e il 37% nel quadrimestre.

Le marche di auto nazionali, nel complesso, hanno totalizzato ad aprile 48.963 immatricolazioni (+12,1%), portando la propria quota di mercato dal 29,2 % di un anno fa al 29,3%. Nei primi quattro mesi del 2016, i volumi immatricolati sono stati pari a 200.735 unità, in crescita del 21,3% e con una quota di mercato passata dal 28,6% di un anno fa al 29,2%.

Il mercato dell’usato ha totalizzato 402.330 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari ad aprile 2016, registrando una leggera variazione positiva (+0,9%) rispetto ad aprile 2015. Nel primo quadrimestre 2016, i volumi si sono attestati a 1.645.235 unità, +5,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Il mercato auto parte alla grande a gennaio 2016

Il 2016 del mercato auto italiano parte con il botto. Secondo i dati diffusi nei giorni scorsi dal ministero dei Trasporti, il mese di gennaio si è chiuso con 155.157 immatricolazioni di auto nuove, paria a +17,4% rispetto allo stesso mese del 2015.

Entusiasta ma nello stesso tempo prudente il commento sull’andamento del mercato auto rilasciato da Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto: “Gennaio è partito alla grande, ma invito alla prudenza; prima di poter formulare delle considerazioni attendibili bisognerà aspettare la chiusura del primo trimestre. Ad ogni modo questo risultato è trainato sia dalle promozioni per certi versi eclatanti messe in campo da case e concessionari sia da una domanda insopprimibile di sostituzione di un parco circolante sempre più obsoleto“.

Federauto teme infatti che gennaio o altri mesi con promozioni simili a quelle messe in campo da alcuni marchi – molto onerose e quindi non strutturali – possano rivelarsi dei picchi, con crescite a doppia cifra che potrebbero essere assorbite nel corso dell’anno, fino a confermare la previsione globale di un aumento del mercato auto in Italia di circa il 5-7% rispetto al 2015.

Aggiunge Roberto Bolciaghi, presidente dei concessionari Renault-Dacia: “Speriamo che questo trend venga confermato nei prossimi mesi, in quel caso saremo felicissimi di rivedere le nostre previsioni al rialzo. Ma ci sono troppi fattori che incidono sui prossimi risultati: l’andamento reale dell’economia, la fiducia del consumatore, la situazione internazionale, oltre ai temi ambientali per chi vive nelle aree metropolitane colpite dal blocco del traffico o dalle targhe alterne o da limiti fantasiosi come i 30 km/h che potenzialmente – lo affermano alcuni studi – aumentano le emissioni nocive“.

Conclude Pavan Bernacchi: “Noi crediamo che il trend di crescita possa consolidarsi, ma sappiamo che questo non potrà essere la conseguenza della sola spinta promozionale a cui si deve necessariamente accompagnare una chiara scelta politica del Governo con un ventaglio di opzioni. Oltre alla precondizione di un Paese in crescita economica, riteniamo infatti che la riforma della fiscalità sugli autoveicoli sia un passaggio essenziale e molto efficace sul piano dei risultati – in termini di maggiori vendite e di incassi Iva – come sta dimostrando l’applicazione del ‘superammortamento’, misura adottata con la legge di stabilità finanziaria 2016. D’altro canto, non possiamo pensare che il tema ambientale possa essere affrontato con il blocco della circolazione, ponendo sotto tiro addirittura i veicoli Euro 5, senza preoccuparsi del fatto che i veicoli con più di 10 anni, ante Euro 4, rappresentano il 43% del parco circolante italiano. Noi chiediamo a gran voce la rivisitazione del bollo auto per premiare chi meno inquina, l’eliminazione del superbollo per le auto prestazionali e, appunto, una ridefinizione della detraibilità/deducibilità degli autoveicoli aziendali siano essi auto, veicoli commerciali o veicoli industriali”. Tutte condizioni che possono trasformare i picchi del mercato auto da occasionali a strutturali.

Federauto, Pavan Bernacchi confermato presidente

Filippo Pavan Bernacchi è stato confermato il 21 gennaio scorso alla presidenza di Federauto, la federazione che rappresenta i concessionari di tutti i brand commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus.

L’obiettivo principale del programma con cui il 49enne padovano è stato rieletto alla massima carica di Federauto per il terzo mandato consecutivo, fino al 2019, è chiaro: potenziare ulteriormente il ruolo e le istanze dell’associazione nelle politiche di filiera, attraverso il dialogo costante e sinergico con le istituzioni nazionali ed europee e con le altre associazioni del settore.

Sono stati confermati anche i vice presidenti di Federauto: Mario Beretta (concessionario Volkswagen e Audi), Francesco Ascani (Bmw-Mini) e Cesare De Lorenzi (Citroen).

Siamo in un momento strategico per il settore – è stato il commento di Pavan Bernacchi non appena confermato alla guida di Federauto -. Finalmente i concessionari italiani possono tornare a guardare al futuro con più fiducia. Tra le priorità che vogliamo portare avanti è quella dello svecchiamento del parco circolante e della rivisitazione della fiscalità sull’auto per dare un ulteriore impulso a un comparto strategico per l’economia italiana. Per questo non bisogna abbassare la guardia”.

Anfia: bene le misure del Governo a sostegno del settore trasporti

Nelle ultime settimane sono state varate due importanti misure a favore del comparto dei veicoli industriali e dei veicoli rimorchiati, entrambe apprezzate da Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica): il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sugli investimenti delle imprese di autotrasporto e il decreto cofirmato il 29 settembre dai ministri dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, e dell’Economia e Finanze, Pier Carlo Padoan, sull’estensione del Fondo di Garanzia per le Pmi alle operazioni finanziarie riferite a imprese e consorzi appartenenti all’industria automobilistica e dei trasporti.

Il primo provvedimento destina 15 milioni di euro agli investimenti delle imprese di autotrasporto in rinnovo del parco veicoli commerciali e industriali, con veicoli alimentati a metano e metano liquido e semirimorchi per l’intermodalità marittima e ferroviaria.

Secondo il presidente della Sezione Rimorchi di Anfia, Andrea Zambon Bertoja, “si tratta di una misura che torna in vigore per il terzo anno consecutivo, nella finestra temporale che va dal 5 novembre scorso al 31 marzo 2016, sulla scia degli impatti positivi già riscontrati negli scorsi anni in termini di rinnovo del parco e innalzamento dei livelli di sicurezza e compatibilità ambientale dei mezzi circolanti. Grazie al Decreto sull’estensione del Fondo di Garanzia, inoltre, d’ora in poi le Pmi che vorranno investire nel rinnovo del parco veicoli per conto terzi potranno ottenere la garanzia per l’accesso facilitato a un finanziamento”.

Ricordiamo – ha aggiunto Bertojache i veicoli rappresentano l’investimento prioritario per rilanciare la crescita competitiva delle imprese ed efficientare i servizi di trasporto e logistica sul piano nazionale e internazionale. Ancora oggi, infatti, le imprese del settore sono afflitte da sottodimensionamento e caratterizzate da flotte vetuste e non innovative”.

Entrambe le disposizioni vanno a beneficio di un settore che, dal 2007 al 2014, ha subito cali della produzione nazionale di oltre il 50% e cali di mercato dell’ordine del 65% per i veicoli a motore e del 61% per quelli trainati. Inoltre queste misure, secondo Anfia, confermano la positiva direzione intrapresa dal Governo negli scorsi mesi.

Anfia ha apprezzato la posizione assunta dal Governo fin dal Documento di Economia e Finanza dello scorso anno, in cui si è sottolineata l’importanza di superare definitivamente la fase storica di misure a mero sostegno della liquidità delle imprese, per puntare su piani di sviluppo pluriennali dell’autotrasporto nel suo complesso e contribuire alla green economy, coerentemente con quanto già la Corte dei Conti aveva ricordato nella relazione di agosto 2014 sulla gestione delle risorse destinate all’autotrasporto.

Automotive italiano, un 2015 in crescita

Secondo i dati preliminari di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), nei primi 9 mesi del 2015 la produzione di autovetture in Italia ha registrato un aumento del 69%, superando le 493mila unità, circa 200mila in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Si tratta del risultato di un progressivo incremento dei ritmi produttivi del settore automotive da inizio anno, passati da +50% nel primo trimestre, a +76% nel secondo e +85% nel terzo.

Oltre alla ripresa della domanda interna, con la chiusura del mercato auto italiano a +15% nei primi 10 mesi dell’anno corrente, ha inciso su questo trend soprattutto l’export, in rialzo del 118% nei primi 9 mesi del 2015.

Per quanto riguarda la produzione dell’industria automotive nel suo insieme, secondo i dati Istat l’aumento tendenziale registrato a settembre è del 33%, mentre nel periodo gennaio-settembre 2015 la crescita si attesta al 27,6%. Questo in un contesto in cui l’indice della produzione industriale nel suo complesso mostra un aumento tendenziale dell’1,7% a settembre 20152 e dello 0,9% nei primi 9 mesi dell’anno.

Anche gli ordinativi confermano il trend in atto, visto che per il settore automotive mostrano un rialzo del 17% a gennaio-agosto 2015, mentre gli ordinativi totali dell’industria (escluso il comparto Costruzioni) presentano una variazione positiva del 4% nello stesso periodo. Il fatturato del settore automotive, infine, cresce del 20,4% nei primi 8 mesi del 2015, mentre per l’industria in senso stretto si registra un aumento dell’1,4%, per lo più grazie all’export (+3,6%).

Guardando alla produzione complessiva di autoveicoli in Italia, le unità prodotte nei primi 9 mesi dell’anno in corso superano le 752mila unità, con un incremento del 47% rispetto a gennaio-settembre 2014, equamente distribuito tra autoveicoli leggeri (autovetture e veicoli commerciali leggeri fino a 3.500 kg) e pesanti (autocarri sopra i 3.500 kg e autobus).

Quella dei veicoli commerciali leggeri è la tipologia di autoveicolo che ha registrato la crescita più limitata nei primi nove mesi del 2015, in termini di unità prodotte: +15,5%. Occorre, tuttavia, interpretare correttamente il dato, ricordando che questo comparto è quello che ha dato il contributo più importante nel contenere la caduta del settore automotive negli anni della crisi: tra il 2007 e il 2014, infatti, la produzione è calata del 16%, contro flessioni del 56%, del 51% e dell’80% per autovetture, autocarri e autobus rispettivamente.

Mercato auto, l’Europa rifiata

Se il mercato auto europeo cresce, di norma anche quello italiano lo segue e l’intera filiera ne trae dei benefici. C’è quindi da guardare con ottimismo alla crescita che il mercato auto del Vecchio Continente ha messo a segno durante l’estate, nell’Europa a 28 più i Paesi Efta (Norvegia, Svizzera, Islanda e Liechtenstein).

In agosto, infatti, le vendite sono aumentate dell’11,5% (quasi 782mila immatricolazioni, contro le 701mila del 2014). Dopo che a luglio erano salite del 9,5%: 1 milione 184mila vetture rispetto a 1 milione 82mila dello stesso mese di un anno fa. Con questi dati, nei primi otto mesi dell’anno il mercato auto ha fatto segnare 9 milioni 382mila immatricolazioni, +8,6% rispetto al 2014.

La buona notizia per la filiera italiana dell’auto è il forte aumento delle vendite di Fca anche nei mesi estivi: ad agosto, il Gruppo ha registrato l’ottavo mese consecutivo di crescita maggiore rispetto al mercato europeo. Dopo l’aumento di luglio (+16%), anche ad agosto, le immatricolazioni sono aumentate, toccando quota 40mila, +13,9% rispetto al 2014, con un +0,1% nella quota di mercato.

Con questi dati, nei primi otto mesi del 2015 le immatricolazioni di Fca sul mercato auto sono state oltre 588mila, +13,2% rispetto allo scorso anno, con una quota di mercato del 6,3% (+0,3%).

Di fatto, il mercato auto dei diversi Paesi europei ha visto una crescita del Gruppo: nel 2015 è cresciuto nei principali mercati con valori superiori alla media: Italia +17,1%, Germania +9,2%, Francia +13,3%, Spagna +28,8%.

Il marchio Fiat nei primi otto mesi del 2015 ha immatricolato quasi 442.500 vetture +10% rispetto allo stesso periodo del 2014, Lancia 43.600 vetture, Alfa Romeo 38.500. Con questi dati il marchio continua la sua ripresa, mentre per il mercato auto italiano i numeri devono ancora essere irrobustiti negli ultimi mesi del 2015.