Contributi a fondo perduto a imprese, comprese artigiane, agroindustriali e agricole per ricerca e sviluppo

Un miliardo di euro è stato stanziato dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati a favore delle imprese per investimenti in ricerca e sviluppo. Gli aiuti e i finanziamenti saranno concessi senza il vincolo della garanzia. I contributi andranno alle imprese che svolgeranno attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale. La ricerca deve avere come obiettivo quello di migliorare i nuovi prodotti e i processi produttivi secondo quanto prevede il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Lo stanziamento dei contributi avverrà anche negli anni 2023, 2024 e 2025.

Finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto alle imprese per ricerca e sviluppo: i riferimenti normativi

Gli investimenti coperti dai finanziamenti agevolati e dai contributi a fondo perduto mirano a rafforzare la ricerca e a favorire l’implementazione di modelli innovativi. Gli aiuti sono disciplinati dal decreto del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) del 31 dicembre 2021, con pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale numero 37 del 14 febbraio scorso. La misura rientra nella Missione 4 del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) “Istruzione e ricerca”, componente 2 “Dalla ricerca all’impresa”.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per la ricerca e lo sviluppo: quali imprese ne possono fare richiesta?

Ammesse ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti agevolati per la ricerca e lo sviluppo sono le imprese che esercitano le attività comprese nell’articolo 2195 del Codice civile, ovvero:

  • le attività industriali dirette alla produzione di bene e di servizi;
  • quelle di intermediazione nella circolazione dei beni;
  • le attività di trasporto per terra, per acqua o per aria;
  • quelle bancarie e assicurative;
  • le attività ausiliarie alle precedenti.

Imprese artigiane, agroindustriali e agricole ammesse agli aiuti sulla ricerca e sviluppo

Sono altresì ammesse a presentare domanda per i contributi e gli aiuti per la ricerca e lo sviluppo:

Tra i richiedenti figurano anche le reti di impresa, e le aziende organizzate in accordi di partenariato e consorzi.

Cosa devono prevedere i progetti di ricerca e sviluppo per essere ammessi ai contributi a fondo perduto Mise?

I progetti, per essere ammessi ai contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati del ministero dello Sviluppo Economico, devono prevedere attività:

  • di sviluppo industriale e sperimentale per realizzare o migliorare nuovi prodotti;
  • sono ammessi anche le attività per migliorare i processi produttivi o i servizi mediante l’implementazione di tecnologie abilitanti fondamentali. Rientrano in questo ambito anche l’utilizzo di materiali avanzati e di nanotecnologie, della fotonica, della microelettronica e della nanoelettronica;
  • inoltre sono accettati i sistemi avanzati di produzione;
  • le tecnologie della scienza della vita;
  • l’intelligenza artificiale;
  • le connessioni digitali e la sicurezza.

Contributi a fondo perduto ricerca e sviluppo del Mise, quali sono le spese ammissibili?

Le spese ammissibili per i contributi diretti a fondo perduto ed eventualmente dei finanziamenti agevolati riguardano:

  • un contributo a fondo perduto del 50% dei costi ammissibili per le attività di ricerca industriale;
  • contributi a fondo perduto del 25% sulle spese ammissibili per lo sviluppo sperimentale;
  • finanziamenti agevolati per un massimo del 20% del totale delle spese ammissibili;
  • la maggiorazione del 10% dei contributi a fondo perduto spetta alle piccole e medie imprese (Pmi) e agli organismi di ricerca;
  • una maggiorazione del 5% è a favore delle grandi imprese.

Come si presenta la domanda dei contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per la ricerca e lo sviluppo?

Per presentare la domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati per la ricerca e lo sviluppo le imprese dovranno attendere un successivo provvedimento del direttore generale per gli aiuti alle imprese del ministero per lo Sviluppo Economico. Nel provvedimento saranno fornite tutte le informazioni su:

  • modalità di invio della domanda;
  • termini di apertura degli sportelli per la presentazione del progetto di ricerca e di sviluppo.

Finanziamenti imprese: il quadro completo dei fondi a disposizione del Pnrr

Oltre 40 miliardi di euro corrispondono alle risorse stanziate dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) a favore dei finanziamenti delle imprese. In tutto, secondo la ricostruzione delle linee programmatiche della Ragioneria Generale dello Stato, sono 27 gli ambiti di intervento a favore delle imprese, ognuna delle quali stanzia risorse a seconda delle missioni.

Struttura del Pnrr per grandi aree di intervento: 5 le ‘missioni’ per le imprese

Il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) è infatti strutturato per missioni. Si tratta di sei ambiti di intervento nei quali sono organizzate e strutturate le risposte alle sfide secondo grandi obiettivi e aree. Le missioni, a loro volta, sono organizzate in “cluster” che raggruppano singoli progetti coerenti tra loro. Interessanti per le imprese sono le prime 5 missioni del Pnrr, a esclusione della sesta relativa all’ambito della “Salute”.

Missione 1 del Pnrr per le imprese: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo

La Missione 1 del Pnrr riguarda la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività, la cultura e il turismo. Per l’intera missione sono stati stanziati dal Pnrr 24,81 miliardi di euro. Nell’ambito della missione la parte più corposa è inerente la Transizione 4.0, con 13,38 miliardi di euro stanziati. A seguire 6,71 miliardi di euro sono stati disposti per le Reti ultraveloci (banda ultra larga e 5G); 1,79 miliardi per i Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche.

Pnrr, i fondi minori per la digitalizzazione e l’innovazione delle imprese

Inoltre, per la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività, la cultura e il turismo del Pnrr, 1,20 miliardi sono stati stanziati per il rifinanziamento e la ridefinizione del Fondo 394/81 in gestione a cura del Simest; 750 milioni di euro per la competitività e resilienza delle filiere produttive; 500 milioni per l’ambito Caput Mundi Nge per grandi eventi turistici; 340 milioni per l’innovazione e la tecnologia della microelettronica; 110 milioni per l’Hub digitale del turismo; 30 milioni per gli investimenti nel Sistema della proprietà intellettuale.

Missione 2 di rivoluzione verde e transizione ecologica delle imprese nel Pnrr

La Missione 2 del Pnrr assegna alle imprese risorse per 5,15 miliardi di euro. Si tratta del macro obiettivo da raggiungere della rivoluzione verde e della transizione ecologica. La parte più cospicua dei fondi sono a favore del Parco Agricolare per 1,5 miliardi di euro, seguita dagli 800 milioni per lo Sviluppo della logistica per i settori agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura, della silvicoltura, la floricoltura e il vivaismo.

Missione 2 Pnrr, le risorse minori destinate alle imprese di gestione rifiuti e meccanizzazione agricola

Un altro miliardo e mezzo andrà alla realizzazione di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti e per l’ammodernamento degli impianti già esistenti. A seguire, 600 milioni andranno ai progetti dell’economia circolare; 500 milioni all’Innovazione e alla meccanizzazione del settore agricolo e alimentare; 250 milioni per il supporto e start up e venture capital che risultino attivi nella transizione ecologica.

Missione 3 del Pnrr: gli investimenti per le imprese operanti nelle infrastrutture per la mobilità sostenibile

La missione 3 del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza concerne gli investimenti per la mobilità sostenibile. In questo ambito, la digitalizzazione della catena logistica porterà all’assegnazione di fondi per 250 milioni di euro. Le risorse andranno a favore di imprese attive nei servizi di logistica attraverso contributi da assegnare per i servizi tecnologici.

Missione 4 del Pnrr: l’Istruzione e la Ricerca delle imprese

Corposa risulta essere nell’ambito dei finanziamenti alle imprese dal Pnrr la missione 4, relativa all’Istruzione e alla Ricerca. In tutto saranno 10,22 i miliardi di euro messi a disposizione dei due macrosettori che investono sia nell’Università, che nei centri di ricerca. Ma nei finanziamenti rientrano le imprese attive nei vari ambiti. Il cluster con maggiori risorse risulta quello del Fondo per il Programma nazionale della ricerca (Pnr) e per i Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale (Prin).

Imprese attive nella Ricerca e Istruzione, i finanziamenti in partenariato con soggetti pubblici

A favore delle imprese sono state stanziate risorse per 1,61 miliardi di euro per partecipare a partenariati per portare a termine progetti di ricerca con le Università e i centri di ricerca. Inoltre, 1,60 miliardi andranno al potenziamento delle strutture di ricerca e alla creazione di campioni nazionale in ambito di Ricerca e Sviluppo su determinati ambiti tecnologici.

Istruzione e Ricerca nella Missione 4 del Pnrr, quali finanziamenti per le imprese?

Sempre nell’ambito della Missione 4 del Pnrr, un miliardo e mezzo è destinato è destinato al Fondo Ipcei che è lo strumento agevolativo che supporta le attività svolte dai soggetti italiani coinvolti nella realizzazione degli Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo. Ulteriori 1,3 miliardi di euro finanzieranno la creazione e il rafforzamento degli ecosistemi dell’innovazione per la sostenibilità.

Istruzione, i progetti relativi agli alloggi per gli studenti, start up e partenariati di Horizon Europe

A seguire, 950 milioni di euro andranno agli alloggi per gli studenti e alla riforma legislativa degli alloggi stessi; 600 milioni per introdurre dottorati innovativi che rispondano ai fabbisogni di innovazione delle realtà aziendali e alla promozione dei ricercatori da parte delle imprese. Altri 350 milioni di euro andranno al potenziamento dei centri di trasferimento tecnologico a favore delle imprese. Trecento milioni finanzieranno le start up e 200 i partenariati con il programma europeo “Horizon Europe“.

Missione 5 del Pnrr, fondi per le imprese a conduzione femminile

Nella Missione 5 del Pnrr al centro degli obiettivi si ritrova la creazione di imprese femminili. In tutto si tratta di 400 milioni di euro.

Cosa devono fare le imprese per ottenere i fondi del Pnrr?

Con la suddivisione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza in ambiti di intervento, l’attesa per le imprese è quella dell’uscita dei relativi bandi. Le imprese potranno concorrere all’assegnazione degli specifici fondi, a seconda anche dell’ambito di attività, anche concorrendo con con soggetti pubblici. In questa ottica, l’ambito che presenterà maggiori opportunità di divenire partner di soggetti pubblici è quello della Missione 4, relativo alla Ricerca e all’Istruzione.

Turismo, quali sono i finanziamenti per le nuove attività dal Pnrr?

Dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) arrivano finanziamenti per sostenere la nascita e il consolidamento delle piccole e medie imprese (Pmi) del settore del turismo. Si tratta di concessione di garanzie per complessivi 358 milioni di euro fino al 2025. A beneficiarne saranno i giovani che avvieranno una nuova attività nel settore turistico.

Come agisce il Pnrr per sostenere le nuove imprese del turismo?

I finanziamenti alle nuove attività nel turismo rientrano nella misura M1 C3 del punto 4.2.4 del Piano nazionale per la ripresa e al resilienza. Nell’ambito dell’intervento verrà istituita la “Sezione Speciale del Turismo”, all’interno della quale agirà il Fondo centrale di Garanzia per le Pmi. Il fondo farà da garante per i finanziamenti ottenuti dalle nascenti imprese del turismo dei giovani.

Quali sono le risorse stanziate dal Pnrr per le nuove imprese dei giovani nel turismo?

Infatti, la concessione di garanzie per le nuove attività del turismo e per il consolidamento delle stesse andrà a vantaggio dei giovani fino ai 35 anni di età che, dunque, vogliano avviare una nuova realtà nel settore. Le dotazioni del fondo centrale di Garanzia per le Pmi del turismo saranno di:

  • 100 milioni di euro per il 2021;
  • 58 milioni di euro per l’anno 2022;
  • 100 milioni di euro per il 2023;
  • 50 milioni di euro per il 2024 e per il 2025.

Quali sono i requisiti per l’accesso ai finanziamenti per il turismo del Pnrr?

Le garanzie del fondo per il turismo ai giovani fino ai 35 anni che vogliano avviare una nuova attività andranno a coprire gli investimenti in riqualificazione energetica e in innovazione digitale. La garanzia concessa dal fondo è totalmente gratuita nell’importo massimo di 5 milioni di euro per ciascuna nuova impresa. Sono ammesse alla garanzia le imprese che abbiano un numero di dipendenti non eccedente le 499 unità.

Quali garanzie per le nuove attività del turismo dal Pnrr?

La copertura assicurata dal fondo istituito dal Pnrr per le nuove attività del turismo è inerente a ciascuna operazione finanziaria fino al 90%. Detta percentuale scenderà al 70% al termine della disciplina emergenziale del comma 1 dell’articolo 13 del decreto legge numero 23 del 2020. La percentuale stessa è, in ogni modo, aumentabile fino nel limite dell’80%.

Garanzia del debito per nuove attività turistiche in caso di rinegoziazione

Il fondo del Pnrr per il turismo garantisce anche le operazioni di rinegoziazione del debito del soggetto richiedente. Affinché questa misura possa risultare ammissibile è necessario che:

  • il nuovo finanziamento rinegoziato preveda, a favore dello stesso beneficiario del primo finanziamento, un incremento del credito di almeno il 25% rispetto al precedente prestito;
  • alla rinegoziazione del debito deve conseguire un minor costo oppure una durata maggiore del finanziamento rispetto a quello rinegoziato.

Garanzie nuove imprese del turismo per inadempienze probabili

La garanzia dei finanziamenti a favore delle nuove imprese del turismo copre anche le situazioni nelle quali il beneficiario, nel momento in cui faccia richiesta della garanzia, abbia esposizioni che il soggetto finanziatore abbia classificato come inadempienze probabili. Lo stessa copertura è assicurata per le esposizioni scadute oppure per quelle sconfinanti deteriorate. La classificazione non deve essere avvenuta in data precedente al 31 gennaio 2020.

Cumulabilità della garanzia del Fondo per il turismo del Pnrr con altre

Le garanzie ottenibili dal fondo del Pnrr per le nuove imprese del turismo possono essere cumulate anche con le altre garanzie già acquisite sui finanziamenti stessi. Deve trattarsi di investimenti immobiliari. C’è comunque un termine per le operazioni finanziarie già perfezionate e sulle quali si richieda la garanzia del fondo: l’erogazione del finanziamento non deve essere avvenuto da più di tre mesi. In caso di non perfezionamento dell’operazione finanziaria il richiedente non deve versare la commissione. Inoltre, non è richiesto il modello di valutazione per la richiesta della garanzia.

Italia ComFidi, primo Confidi nazionale in Italia

Italia Comfidi, l’associazione consortile promossa da Confesercenti, è ad oggi il primo Confidi nazionale e conta su 67.000 imprese e 2,8 miliardi di euro di finanziamenti per lo sviluppo delle pmi.
Cosa molto importante, la società, che ha sede a Roma e direzione generale a Firenze, è presente su tutto il territorio nazionale: il 40% delle imprese risiede nel Nord Italia, il 54% nel Centro e il rimanente 6% al Sud e Isole.

Nico Gronchi, presidente di Italia Comfidi, ha dichiarato: “E’ noto come il rapporto tra imprese e sistemi finanziari e bancari si sia deteriorato nel decennio appena trascorso per effetto di riforme del settore che non sempre hanno raggiunto i risultati voluti e da una crisi che ha fortemente cambiato il sistema produttivo italiano. Italia Comfidi ha come mission quella di favorire l’accesso al credito per le imprese attraverso le garanzie erogate: conosciamo le imprese e le necessità vitali per un loro sviluppo così come sappiamo in quale misura il sistema del credito necessiti di interlocutori produttivi affidabili e quanto sia urgente ripristinare un clima di fiducia tra imprese, banche e sistemi di garanzia. Con il 2018 metteremo a disposizione un nuovo plafond, con garanzie a prezzi estremamente agevolati, per un totale di 150 milioni di euro di finanziamenti dedicati agli investimenti per le PMI, un ulteriore passo in avanti per favorire la ripartenza del sistema economico del nostro paese”.

Questa associazione si pone come ponte di collegamento tra il mondo delle imprese e quello delle banche, e riesce a farlo con successo.
A dimostrazione di ciò, Italia Comfidi, ha saputo assumere negli anni un ruolo fondamentale nel mercato delle garanzie attraverso iniziative specifiche in partnership con il sistema bancario; attualmente sono attive convenzioni con oltre 150 banche o intermediari finanziari, senza dimenticare che in circa 50 Camere di Commercio sono state avviate agevolazioni dirette a favore delle imprese.

Si tratta di un fattore molto importante perché l’accesso al credito rappresenta per le pmi la possibilità di investire in strumenti che possano rendere la propria impresa sempre più competitiva.
Al fine di garantire finanziamenti, è molto importante che il rapporto con le banche e il ruolo di Abi possano rappresentare un elemento di stabilità.

Vera MORETTI

Accordo tra UniCredit e BEI per le imprese

E’ stato firmato un accordo tra UniCredit e la Banca Europea per gli Investimenti per erogare alle imprese italiane di media capitalizzazione finanziamenti per un totale di 300 milioni di euro.

La proposta è rivolta alle imprese attive nei settori produttivi e dei servizi, che abbiano un organico fino a 3.000 dipendenti.

Con questo importo messo a disposizione si sosterrà lo sviluppo delle imprese che eseguano investimenti materiali e immateriali, ovvero finanzino il capitale circolante.
Saranno finanziati sia i nuovi investimenti sia quelli in corso, purché non ancora ultimati.

Il finanziamento potrà avere durata compresa tra i due e i dodici anni e un massimo di 50 milioni per ogni singolo progetto, e verrà trasferita alle imprese tramite UniCredit e UniCredit Leasing.

I nuovi fondi vanno ad aggiungersi a due precedenti iniziative avviate nell’aprile scorso, rivolte all’occupazione giovanile e alle imprese di piccole e medie dimensioni, anche quelle per un ammontare disponibile totale di 300 milioni.

UniCredit non è solita a questo tipo di finanziamento, considerando che, negli ultimi anni, sono stati erogati più di 4 miliardi di euro alle imprese italiane, e quasi un miliardo nel 2014, sempre con la collaborazione di BEI.

Le imprese potranno utilizzare gli incentivi per lavori relativi all’acquisto, la costruzione, ’ampliamento e la ristrutturazione di fabbricati; l’acquisto di impianti, attrezzature, automezzi o macchinari; le spese, gli oneri accessori e le immobilizzazioni immateriali collegate ai progetti, incluse le spese di ricerca, sviluppo e innovazione; la necessità permanente di capitale circolante legata all’attività operativa.

Vera MORETTI

Federfidi, 600 milioni in 2 anni

Sono stati oltre 600 i milioni di euro erogati alle Piccole e Medie Imprese lombarde, in circa 2 anni, grazie l’accordo biennale siglato nel Luglio 2012 da Federfidi Lombarda (Consorzio Regionale di garanzia fidi di secondo livello) e Fei (Fondo Europeo Investimenti) nell’ambito del Programma per la Competitivita’ e l’Innovazione (Cip) della Commissione Europea.

“L’accordo – si legge in una nota – ha permesso infatti l’erogazione di finanziamenti a 9.800 imprese per circa 600 milioni di euro, a fronte dell’attivazione di 280 milioni di controgaranzie. Il progetto e’ stato realizzato grazie al contributo di un fondo di garanzia di 13 milioni di euro, di cui circa 5 della Commissione Europea, 5 del Sistema Camerale lombardo e per la quota rimanente di Federfidi, derivanti in parte da risorse di Regione Lombardia. Per ogni euro stanziato da Federfidi, con risorse proprie, camerali, regionali ed europee, sono stati attivati 46 euro di finanziamento alle imprese. Il 50% dei finanziamenti sono stati finalizzati a liquidita’, il 43,5% a investimenti e il rimanente 6,5% ha sostenuto l’avvio dell’attivita’ di ben 941 start up, prevalentemente appartenenti a diversi settori”.

Finanziamenti alle pmi che si espandono all’estero

Le pmi che puntano concretamente ad espandere i loro orizzonti verso zone dei mercati extra Ue sono al centro di un finanziamento agevolato, concesso se vengono aperti all’estero magazzini, uffici, show-room o negozi.

Possono accedere ai finanziamenti le imprese italiane, che possono essere in forma singola o aggregata e le società a partecipazione giovanile o femminile, con sede legale in Italia, operanti in qualsiasi settore economico ad eccezione di quelli appartenenti ad agricoltura, silvicoltura, pesca.

Tra gli interventi agevolabili:

  • apertura di strutture per il lancio e la diffusione di nuovi prodotti e/o servizi prodotti in Italia o in altri Paesi ma distribuiti con il marchio di imprese in Italia (tutela del made in Italy) in Paesi non membri UE;
  • acquisizione di nuovi mercati per prodotti e servizi già esistenti.

Si possono gestire direttamente o tramite un soggetto locale con apposito contratto da cui risultino attività da svolgere, costi del personale e spazi messi a disposizione.

Sono ammesse al finanziamento agevolato le spese inserite in un preventivo definito sulla base di una scheda programma che si trova nel modulo di domanda:

  • di struttura (arredamento, ristrutturazione e installazione impianti, leasing, affitto o acquisto immobili nel limite del 50% del loro valore, pulizie, vigilanza, utenze, corrispondenza, riscaldamento, cancelleria, materiali e attrezzature, abbonamenti, carburanti, spese di viaggio e missione del personale operante in via esclusiva all’estero adibito al programma, leasing, affitto o acquisto di automezzi, omologazione e registrazione prodotti nel paese di realizzazione del programma);
  • per azioni promozionali (sponsorizzazione di avvenimenti sportivi, culturali e artistici, convegni, seminari, formazione e addestramento personale estero, consulenze specialistiche nel limite del 10% dell’intero importo del programma da agevolare, partecipazione a mostre e/o fiere, spese per organizzazione di incontri, pubblicità sui mass-media, materiale pubblicitario);
  • per interventi vari (campionario, personale in Italia, formazione e cura del personale) non documentabili con fattura, ammesse nella misura del 30% della somma delle precedenti di spese.

Se il progetto prevede il lancio e la diffusione di nuovi prodotti e/o servizi da parte di un’impresa presente con proprie strutture sul mercato di destinazione, sono ammesse al finanziamento solo le spese promozionali e i costi di personale aggiuntivo che opera solo all’estero.

Viene finanziato fino all’85% del totale delle spese preventivate e non oltre il 25% della media del fatturato degli ultimi 3 esercizi.
Tasso agevolato del 15% del tasso riferimento e in ogni caso non inferiore allo 0,50% annuo.
Durata massima di 6 anni.

Si fa richiesta di finanziamento a Simest. Alla domanda va allegata la relazione illustrativa del programma e l’indicazione analitica delle singole voci di spesa previste. Può essere erogato anche un anticipo, tra il 10% e il 30% dell’importo concesso.

Vera MORETTI

Da UniCredit e BEI, finanziamenti alle pmi

Al fine di dare nuova linfa e nuove risorse alle imprese italiane, sono stati messi a punto, tra la Banca europea per gli investimenti (BEI) e il Gruppo UniCredit, tre nuovi accordi per 700 milioni di euro di finanziamenti a medio-lungo termine destinati proprio alle pmi, quelle più in affanno quando si tratta di accesso al credito.

Le aree di intervento previste sono tre, poiché, oltre a fondi destinati alle piccole e medie imprese, parte dei finanziamenti servirà a sostenere le aziende che creano nuova occupazione giovanile, e un’altra per fronteggiare e prevenire i danni delle calamità naturali.

I finanziamenti per l’occupazione giovanile rientrano nel programma Jobs for Youth, attivato dalla BEI dopo il Consiglio europeo di Bruxelles del giugno 2013.
La linea di credito di 200 milioni aperta a UniCredit è destinata a PMI, Mid-Cap e Startup innovative al fine di favorire nuova occupazione per i giovani nella fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni.
Con questa operazione, il totale delle risorse BEI dedicate all’Italia con il Jobs for Youth sale a 440 milioni.

Ha così commentato Dario Scannapieco, vice presidente della BEI: “La collaborazione consolidata che abbiamo con UniCredit si rafforza con queste operazioni, tutte finalizzate a far arrivare nuove risorse al tessuto produttivo italiano in una fase in cui iniziano a aanifestarsi primi segnali di ripresa. Sottolineo l’importanza del prestito per le aziende che assumono o formano giovani e per le start up: solo con gli investimenti si può combattere l’emergenza sociale della disoccupazione giovanile“.

Federico Ghizzoni, amministratore delegato di UniCredit, ha poi aggiunto: “I nuovi accordi firmati con BEI confermano l’impegno della nostra banca a favore del sistema imprenditoriale italiano e ci consentono di rafforzare ulteriormente con interventi a medio lungo termine l’aiuto alle imprese per agganciare la ripresa. Con una particolare attenzione a un tema che ci sta molto a cuore, come quello dell’occupazione giovanile. L’operazione con BEI rientra in un più ampio piano del Gruppo a supporto delle imprese, che solo nel segmento corporate prevede oltre 6 miliardi di crediti nel corso del 2014”.

Alle aziende che creano posti di lavoro per i giovani verranno sono riservati 200 milioni di euro, messi a disposizione da UniCredit e Unicredit Leasing.
Possono beneficiare dei prestiti le Pmi (fino a 250 dipendenti) e le Mid-Cap (fino a 3000 dipendenti) che rispondano almeno a uno dei seguenti requisiti:

  • hanno assunto almeno un lavoratore (tre per le Mid-Cap) di età compresa fra i 15 ed i 29 anni nei sei mesi precedenti la domanda di prestito o lo assumeranno nei sei mesi successivi;
  • offrono programmi di formazione professionale per i giovani, o stage/programmi di formazione per i giovani;
  • hanno stipulato un accordo di cooperazione con un istituto tecnico o scuola o università per impiegare giovani (per esempio durante stage estivi);
  • presentano un assetto proprietario in cui la maggioranza del capitale (oltre il 50%) è detenuto da giovani sotto i 29 anni;I progetti finanziabili non potranno superare l’importo di 25 milioni.

Il doppio, ovvero 400 milioni di euro, verrà destinato al sostegno delle pmi italiane, per le quali saranno impiegati fondi BEI a condizioni di particolare favore.

Le linee di credito, canalizzate sempre attraverso UniCredit e UniCredit Leasing, sono destinate al finanziamento sia di nuovi investimenti sia di quelli in corso, purché non ancora ultimati.
I progetti finanziabili non potranno superare l’importo di 25 milioni.
Gli interventi, relativi ad aziende attive in tutti i settori produttivi, potranno riguardare:

  • l’acquisto, la costruzione, l’ampliamento e la ristrutturazione di fabbricati;
  • l’acquisto di impianti, attrezzature, automezzi o macchinari;
  • le spese, gli oneri accessori e le immobilizzazioni immateriali collegate ai progetti, incluse le spese di ricerca, sviluppo e innovazione;
  • la necessità permanente di capitale circolante legata all’attività operativa.

La terza linea di credito è destinata al finanziamento di investimenti, a opera di Pmi e Mid-Cap, finalizzati alla ricostruzione di infrastrutture nei settori dell’industria, del turismo e dell’agricoltura situati nelle regioni colpite da disastri naturali, con Sardegna, Emilia Romagna, Toscana e Liguria tra i casi più recenti.

Con tale linea si provvederà al finanziamento di opere di prevenzione, come quelle antisismiche o quelle destinate al risanamento idrogeologico dei territori italiani.

Vera MORETTI

Sei una pmi? Non ti finanzio

Il credit crunch pesa soprattutto sulle pmi, le quali faticano a trovare finanziamenti dalle banche e, quando ci riescono, sono in affanno nel saldo delle rate.
Su 10 piccole imprese, ben 4 ricevono un secco “no” alla loro richiesta di finanziamento, 4 invece vedono solo in parte accettata la loro richiesta e 2 vengono accontentate al 100%.

Tutto ciò incide ovviamente sull’attività delle imprese, tanto che 6 pmi su 10 dovranno ridimensionare il proprio giro d’affari nei prossimi 12 mesi, 3 su 10 dovranno ricorrere a licenziamenti causa mancanza di liquidità e 2 su 10 pensano che la situazione critica li costringerà addirittura a chiudere nei prossimi mesi.

Questo genera sconforto e sfiducia nei confronti delle banche, tanto da far desistere il 65% delle piccole e medie imprese dal chiedere un prestito agli istituti di credito. Ma, senza finanziamenti, è anche impossibile onorare i propri debiti e saldare le rate mensili alle quali sono chiamate.

Il fenomeno, inquietante sotto tanti aspetti, è stato denunciato dall’Abi, facendo emergere un nuovo record di sofferenze a giugno per 138 mld.

Per le banche italiane il rapporto tra le sofferenze lorde e gli impieghi a giugno è pari al 7,1% rispetto al 5,7% di un anno prima ma il valore raggiunge il 12,8% per i piccoli operatori economici (12,5% a maggio), l’11,2% per le imprese ed il 6% per le famiglie consumatrici.

Per questo motivo, molte pmi ricorrono al provvedimento che permette alle pmi in difficoltà di sospendere alcune rate, allungando il finanziamento.

I dati aggiornati a giugno 2013, infatti, testimoniano che le banche hanno sospeso 101.247 finanziamenti a livello nazionale, per un controvalore di 31,3 miliardi con l’iniziativa Nuove misure per il credito alle Pmi. Grazie a ciò ci sarà una maggiore liquidità a disposizione delle imprese, pari a 4,2 miliardi e l’1 luglio scorso banche e imprese hanno firmato l’Accorso per il credito 2013, che prevede finanziamenti di tre tipi:

  • operazioni di sospensione dei finanziamenti;
  • operazioni di allungamento;
  • operazioni per promuovere la ripresa e lo sviluppo delle attività.

Vera MORETTI

Finanziamenti per le pmi piemontesi

Grazie all’accordo Regione Piemonte Loan for SMEs, la Banca Eruopea degli investimenti ha potuto mettere a disposizione delle pmi un plafond di 25 milioni di euro che la Regione Piemonte, attraverso Finpiemonte, sta utilizzando per finanziare le imprese locali.
Tali imprese riceveranno contributi a partire da 50mila euro fino ad un massimo di 1,5 milioni di euro.

Parte di queste risorse verranno impiegate per promuovere la misura Più Sviluppo, ideata per sostenere le realtà imprenditoriali con finanziamenti per gli investimenti produttivi a tassi agevolati, prestiti mirati a far crescere l’occupazione.
Entro la fine del 2014, poi, saranno erogati anche i rimanenti 75 milioni di euro.

Il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota ha voluto commentare l’iniziativa, sottolineando l’importanza di supportare le pmi per uscire dalla grave crisi economica: “Grazie all’operazione conclusa con BEI assicuriamo alle imprese piemontesi, già gravate dal perdurare della crisi, di poter disporre di risorse finanziarie aggiuntive, in un momento in cui sia la parte pubblica, sia il sistema creditizio faticano a sostenere le legittime esigenze di liquidità del mondo imprenditoriale per gli investimenti. Ora, più che mai, dobbiamo guardare a nuovi mezzi di reperimento, che sappiano sfruttare le leve finanziarie di cui disponiamo e quindi cercare di replicare questo meccanismo virtuoso messo in atto con BEI“.

Vera MORETTI