Federfidi, 600 milioni in 2 anni

Sono stati oltre 600 i milioni di euro erogati alle Piccole e Medie Imprese lombarde, in circa 2 anni, grazie l’accordo biennale siglato nel Luglio 2012 da Federfidi Lombarda (Consorzio Regionale di garanzia fidi di secondo livello) e Fei (Fondo Europeo Investimenti) nell’ambito del Programma per la Competitivita’ e l’Innovazione (Cip) della Commissione Europea.

“L’accordo – si legge in una nota – ha permesso infatti l’erogazione di finanziamenti a 9.800 imprese per circa 600 milioni di euro, a fronte dell’attivazione di 280 milioni di controgaranzie. Il progetto e’ stato realizzato grazie al contributo di un fondo di garanzia di 13 milioni di euro, di cui circa 5 della Commissione Europea, 5 del Sistema Camerale lombardo e per la quota rimanente di Federfidi, derivanti in parte da risorse di Regione Lombardia. Per ogni euro stanziato da Federfidi, con risorse proprie, camerali, regionali ed europee, sono stati attivati 46 euro di finanziamento alle imprese. Il 50% dei finanziamenti sono stati finalizzati a liquidita’, il 43,5% a investimenti e il rimanente 6,5% ha sostenuto l’avvio dell’attivita’ di ben 941 start up, prevalentemente appartenenti a diversi settori”.

Asti, finanziamenti alle startup

 

Al fine di favorire la diffusione di servizi avanzati di Information and Communication Tecnology nelle piccole e medie imprese, la Camera di Commercio di Asti ha messo a disposizione delle Pmi del territorio 106 mila euro di contributi per la copertura parziale delle spese materiali e immateriali connesse.

Saranno ammesse a contributo le spese riconducibili alla nuova impresa sostenute a partire dal 31 ottobre 2013 e fino al 31 ottobre 2014 per un massimo di 5000 euro a impresa. Ci sarò tempo fino a fine ottobre per le pmi con sede in provincia per presentare la domanda. Un secondo bando, invece, sarà destinato agli imprenditori che attiveranno nei prossimi mesi collegamenti a Internet più veloci e performanti (rete fissa, satellitare, via radio o wi-fi banda larga, Hiperlan, WiMAX). Il contributo massimo è di 700 euro ad azienda.

JM

 

Tassi: “Mettere in gioco le proprie idee, solo così può funzionare una startup”

 

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle startup più innovative del panorama italiano e oggi abbiamo incontrato Tiziano Tassi, socio fondatore di Caffeina, uno dei team di web developer, designer e marketing specialist più innovativi della Rete. Ma nel dettaglio è proprio colui che ha dato vita alla startup, insieme ai soci Henry Sichel e Antonio Marella, a spiegarci le loro attività.

Dott. Tassi, di cosa si occupa la vostra associazione nel dettaglio?
Caffeina è una società che lavora come agenzia digitale su progetti web, social e mobile seguendoli dal punto di vista del marketing, della tecnologia e del design.

Da dove nasce l’idea?
Nasce dall’esperienza universitaria, da quando abbiamo fondato, a Parma, Oikosmos (un’associazione di studenti) che aveva l’obiettivo di fornire servizi innovativi per gli studenti: il primo progetto è stata una web tv. La prima, nel 2007, a fornire contenuti universitari di qualità insieme a Stanford e all’MIT su YouTube.

Perché un giovane italiano dovrebbe avventurarsi nel progetto di una startup?
Non c’è un “perché”. Non è una decisione da prendere alla leggera o in modo avventato. L’entusiasmo rischia di spegnersi davanti alle difficoltà iniziali e a quelle che seguono. Per questo una solida motivazione personale e professionale è preferibile al semplice entusiasmo di sentirsi startupper. E’ una strada (quasi) “senza ritorno”, dove si può fare molto bene e avere una bella storia da raccontare, ma dove si rischia tanto e di proprio. Dopotutto, è una impresa, no?

Quali sono le maggiori difficoltà che può incontrare una startup durante l’inizio del proprio cammino?
La gestione della cassa è fondamentale: il denaro è molto facile da spendere e difficile da guadagnare. E poi focalizzarsi sul modello di business, sapendo che a fronte degli investimenti iniziali va raggiunta la piena sostenibilità il prima possibile. Bisogna essere pronti a mettere completamente in discussione le proprie idee e le proprie convinzioni, perché è il mercato (e i clienti) che decidono dove bisogna andare.

Jacopo MARCHESANO

Nuovo bando per le startup

Un nuovo bando a favore delle micro, piccole e medie imprese è appena stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed è disponibile anche sul sito di Invitalia.

Si tratta di una serie di agevolazioni erogate sottoforma di contributi a fondo perduto fino a 200mila euro ad impresa e comunque fino al 65% delle spese concesse.

Per partecipare al bando, le imprese devono far parte di uno degli incubatori della rete Invitalia e in regola con gli obblighi nei confronti del gestore dell’incubatore, o aver presentato domanda di insediamento ad incubatori:

  • di proprietà /disponibilità dell’Agenzia e gestiti da soggetti giuridici esterni in forza di contratti di gestione;
  • incubatori di proprietà delle ex società regionali, la cui attività è regolata da convenzioni preesistenti;
  • incubatori gestiti da soggetti terzi il cui funzionamento è regolato da appositi atti di adesione.

Le imprese, inoltre, devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • Regolarmente costituite sotto forma di società e iscritte nel Registro Imprese;
  • nel pieno e libero esercizio dei propri diritti civili, non in liquidazione volontaria e non sottoposte a procedure concorsuali;
  • in regime di contabilità ordinaria;
  • non tra le imprese che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione Europea;
  • in regola con le disposizioni vigenti in materia di normativa edilizia ed urbanistica, del lavoro, della prevenzione degli infortuni e della salvaguardia dell’ambiente e in regola con gli obblighi contributivi;
  • Non destinatarie, nei tre anni precedenti la domanda, di provvedimenti di revoca totale di agevolazioni pubbliche, ad eccezione di quelli derivanti da rinunce;
  • aver restituito agevolazioni pubbliche per le quali è stato disposto un ordine di recupero;
  • non risultare impresa in difficoltà (come definita nel Regolamento GBER (Reg 800/2008).

Non sono ammesse le domande presentate da imprese che, alla data della domanda, risultano insediate negli incubatori da oltre 36 mesi e non prevedano l’uscita dalla struttura e lo sviluppo sul territorio.

Le attivita finanziabili sono:

  • Attività manifatturiere.
  • Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, limitatamente agli impianti alimentati da fonti rinnovabili o assimilate, con potenza non superiore a 50 MW elettrici.
  • Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento (limitatamente a rifiuti non pericolosi di origine industriale e commerciale.
  • Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti.
  • Produzione di software, consulenza informatica e attività connesse e attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici.
  • Attività professionali, scientifiche e tecniche (escluse quelle veterinarie).
  • Noleggio, agenzie di viaggio, alcuni servizi di supporto alle imprese: ricerca, selezione, fornitura di personale, servizi di vigilanza privata, attività dei call-center.
  • Istruzione secondaria tecnica e professionale, istruzione universitaria e post-universitaria, accademie e conservatori.
  • Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento,
  • Attività delle lavanderie industriali.

Le spese ammissibili:

  • Progettazione e direzione lavori, studi di fattibilità economico-finanzaria e di valutazione di impatto ambientale, oneri per le concessioni edilizie e collaudi di legge: nel limite del 5% dell’investimento complessivo ammissibile.
  • Suolo aziendale, sue sistemazioni e indagini geognostiche: nel limite del 10% dell’investimento complessivo ammissibile.
  • Opere murarie ed assimilitate e infrastrutture specifiche aziendali nella misura in cui pertinenti e congrue secondo i parametri validi per le imprese industriali. Nel caso di imprese in uscita dalla struttura e di sviluppo sul territorio, l’ammontare relativo all’insieme di queste spese è agevolabile nel limite del 50% dell’investimento complessivo ammissibile. Queste spese non possono da sole costituire un programma organico e funzionale.
  • Macchinari, impianti ed attrezzature varie, nuovi di fabbrica, ivi compresi quelli necessari all’attività amministrativa dell’impresa: ci sono paletti per le attrezzature facenti parte del programma di investimenti da agevolare ma che non sono installate presso l’unità produttiva interessata dal programma medesimo, ma presso altre unità dells tessa impresa.
  • Programmi informatici commisurati alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa.
  • Brevetti concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi.

Le domande per ottenere il finanziamento possono essere presentate a partire dal prossimo 4 aprile, esclusivamente per via elettronica, utilizzando la procedura che sarà disponibile sul sito Incentivincubatori.invitalia.it.

Vera MORETTI

Ecco le banche che finanziano le startup

Nonostante il problema dell’accesso al credito, esistono alcune banche che erogano contributi per favorire l’avvio di nuove startup con finanziamenti studiati ad hoc e la possibilità di scegliere muti a tasso fisso o variabile.

Vediamo nel dettaglio chi sono e cosa offrono.

Il progetto proposto da Banca Marche si chiama YOUSTARTUP! E permette a giovani sotto i 35 anni, donne e lavoratori che hanno perso il posto di avviare una nuova ditta individuale. Per ottenere il prestito la ditta non deve essere stata costituita da più di 12 mesi (36 se impresa femminile).
Il tasso per il prestito (massimo 35 mila euro) o mutuo fondiario (massimo 60 mila euro) è variabile. Il finanziamento ha durata 60 – 180 mesi per donne e giovani e 48 – 120 negli altri casi e prevede il pagamento dell’imposta sostitutiva dello 0,25% dell’importo erogato da Banca Marche.

Banca Marche ha avviato anche un altro prodotto, chiamato STARTUP!, riservato in questo caso ai progetti di acquisto di beni mobili, attrezzature e servizi di imprese in fase di start-up. Per il finanziamento è necessario presentare un business plan, preventivi e fatture per le spese sostenute.

Ciò che invece offre BNL è un prodotto che si chiama CrediAzienda BNL StartUp e concede finanziamenti a tasso fisso per un importo massimo di 50 mila euro, per una durata da 19 a 120 mesi.
Tra i requisiti richiesti ci sono il possesso di un business plan dettagliato e le prove di fattibilità e sostenibilità delle spese necessarie all’avvio dell’impresa.

Banca Sella, invece, si rivolge alle imprese con meno di 18 mesi di vita ed attive nel settore
della produzione e della commercializzazione di prodotti e servizi, con il prodotto Aziende Start Up finalizzato a finanziare l’acquisto di beni materiali (macchinari, attrezzature, arredi, ecc…) ed immateriali (licenze, acquisto rami d’azienda, ecc…).
Gli interessati possono scegliere tra finanziamenti a tasso fisso o variabile, di durata media o lunga e possono contare su condizioni elastiche per i rimborsi.

La proposta di Intesa San Paolo si chiama Finanziamento Investimenti Business ed è inserito nell’iniziativa Neo Impresa, dedicata alle micro e piccole imprese, oltre ai liberi professionisti, e permette di finanziare gli investimenti sia già effettuati (purché non siano passati più di 12 mesi), sia quelli in corso o da realizzare.
Si tratta in questo caso di un prestito della durata di massimo 10 anni o con garanzie reali (massimo 20 anni), a tasso fisso o variabile che va a coprire fino a 750 mila euro di investimento erogati in un’unica soluzione o nel corso della realizzazione dei lavori per un massimo di 24 mesi. Il prestito è cumulabile con eventuali interventi pubblici, a patto che l’ammontare complessivo non superi il 100% della spesa documentata.

L’aiuto alle startup che arriva da Unicredit è il finanziamento Nuove Imprese – Start Up dedicato a professionisti che intendono mettersi in proprio, imprenditori che vogliono avviare una nuova attività, persone che vogliono realizzare un’idea, ma è accessibile anche da parte di ditte individuali e imprese già iscritte in Camera di Commercio da non più di 21 mesi.
Si possono finanziare fino ad un massimo di 100 mila euro, da restituire con rate mensili, trimestrali o semestrali della durata massima di 7 anni, con possibilità di optare per il tasso fisso o quello variabile.

Vera MORETTI