Bando Regione Lombardia: contributi a fondo perduto efficienza energetica fino a 30mila euro

La Regione Lombardia ha emanato un bando per l’assegnazione di contributi a fondo perduto a favore delle imprese che ha per oggetto il risparmio sul caro bollette e l’efficienza energetica. Il finanziamento consente la copertura degli investimenti di efficientamento energetico fino al 50% delle spese sostenute. Varie sono le tipologie di imprese che possono presentare richiesta ed è necessario verificare il Codice Ateco della propria attività.

Bando efficienza energetica Lombardia: che cos’è?

Il bando della Regione Lombardia ammette agli incentivi per l’efficientamento energetico progetti di spesa per un costo minimo di 4 mila euro e un massimo di 30 mila euro. La sede degli interventi è quella situata nel territorio regionale.

Quali sono le spese ammissibili dal bando efficienza energetica?

Sono ammissibili le spese per:

  • comprare e installare i collettori solari termici;
  • per gli impianti di microgenerazione o fotovoltaici;
  • l’acquisto di attrezzature e di macchinari per sostituire quelli già presenti nell’impresa;
  • per le caldaie ad alta efficienza di biomassa o di codensazione;
  • gli strumenti led, i raffrescatori, i sistemi di domotica, i raffredatori a basso consumo.

Inoltre, tra le spese ammissibili nel tetto del 20%, rientrano le opere murarie. Le spese generali, invece, devono avere il limite del 7%, del 10% quelle per le consulenze relative agli investimenti da eseguire.

Quali imprese possono far richiesta dei contributi a fondo perduto per l’efficienza energetica in Lombardia?

Il bando della Regione Lombardia sull’efficienza energetica ammette ai contributi a fondo perduto le piccole e medie imprese dei seguenti settori:

  • comercio;
  • pubblici esercizi;
  • servizi.

I Codici Ateco che devono essere posseduti dalle piccole e medie imprese al momento della presentazione della domanda possono essere verificati sul bando regionale. Ad esempio, rientrano le attività di ristorazione (I 56); il commercio al dettaglio (G 47); le attività di istruzione (P 85); i servizi alle persone (S 96); le attività sportive, di intrattenimento e di divertimento (R 93).

Contributi a fondo perduto efficientamento Pmi: come ottenere il 50% di incentivo?

I contributi a fondo perduto del bando regionale possono essere richiesti nel limite del 50% delle spese ammissibili per l’efficientamento energetico. Il tetto massimo del contributo che la Regione Lombardia assegna a ciascuna impresa è pari a 30 mila euro. Ciascuna Pmi può presentare domanda per un unico incentivo. La Regione ha stanziato per questa misura circa 11 milioni di euro.

Bando Lombardia efficientamento energetico piccole e medie imprese: come presentare domanda?

Le imprese interessate al fondo perduto sull’efficientamento energetico della Lombardia hanno tempo per presentare la domanda fino al 15 dicembre 2022. La procedura della pratica è quella a sportello. Tra i documenti necessari ai fini della domanda è necessario che un tecnico abilitato dall’ordine professionale per materia stili una relazione degli interventi che si faranno all’interno dell’impresa. Il relativo modello è presente sul sito della Regione Lombardia. La relazione dovrà descrivere anche il risparmio energetico previsto dall’impresa una volta completati gli interventi di efficientamento.

Contributi a fondo perduto turismo, si può rivedere il progetto per arrivare al 100% dei finanziamenti

Contributi a fondo perduto per le imprese del turismo rafforzate mediante la revisione del progetto già approvato e destinato a essere finanziato. È quanto si ravvisa dal decreto del ministero del Turismo in merito al mix di incentivi destinato alle imprese del settore mediante la rimodulazione degli investimenti e la possibilità di arrivare al 100% di finanziamento. Gli incentivi sono destinati a finanziare la realizzazione di investimenti di spesa relativi:

  • all’efficienza energetica;
  • alla riqualificazione per ridurre il rischio sismico;
  • a digitalizzare l’impresa.

Inoltre, i progetti devono rientrare nella misura prevista dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr).

Quali sono le imprese del settore turistico che possono beneficiare fino al 100% del mix di finanziamenti?

In particolare, il decreto del ministero del Turismo mira a incrementare gli incentivi delle imprese del settore che hanno già visto riconosciute le domande di contributi a fondo perduto e di finanziamento. Si tratta, nel dettaglio, degli alberghi, degli agriturismi, delle aziende ricreative, congressuali e fieristiche, degli stabilimenti balneari, dei parchi a tema e porti turistici. Tutte hanno già presentato domanda per finanziare progetti a decorrere dal 28 febbraio 2022 per investimenti rientranti nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). La misura di riferimento è la M1 C1 – 4.2.1.

Come procedere con la rimodulazione delle linee di investimento per arrivare al 100% di incentivo?

Il provvedimento mira, dunque, ad incrementare la percentuale di finanziamento alle imprese del turismo che hanno ottenuto meno del 100% di incentivo. Per aumentare il beneficio, le imprese turistiche che hanno già presentato richiesta di incentivo dovranno procedere con la rettifica della scheda del progetto già presentata. In tal modo si possono ricalcolare gli ammontare degli investimenti e si può ridefinire ed eliminare anche una o più linee di investimento.

Come rimodulare gli investimenti per ottenere il mix fino al 100% di incentivo nel turismo?

Nel dettaglio, le imprese del turismo beneficiare già del mix di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto, dovranno procedere nella rimodulazione delle linee di intervento rispettando i seguenti passaggi:

  • trasmettere di nuovo la scheda del progetto rimodulato, rispettando i tetti di spesa già concessi;
  • attenersi alle regole fissate dall’avviso del decreto del ministero del Turismo del 23 dicembre 2021.

Quali sono gli investimenti del settore del turismo che possono beneficiare degli incentivi?

Gli incentivi alle imprese turistiche prevedono un mix di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati che possono coprire fino all’80% dell’investimento complessivo. Tali incentivi rimangono in vigore per investimenti effettuati dal 7 novembre 2021 al 31 dicembre 2024. Per interventi avviati a decorrere dal 1° febbraio 2020 e non ancora giunti a conclusione, la misura prevista è quella del contributo a fondo perduto per il 50% delle spese ammissibili. Il tetto di spesa è fissato in 40 mila euro, ma si può arrivare fino a 100 mila euro.

 

Bonus 10mila euro per partecipare alle fiere: ci sarà un click day

È in arrivo il bonus per la partecipazione delle piccole e medie imprese a fiere internazionali svolte in Italia. I fondi per la misura ammontano a 34 milioni di euro e verranno assegnanti, presumibilmente, in un click day di presentazione delle domande. Il bonus si concretizza nell’assegnazione di un credito di imposta sulle spese ammissibili. Il voucher sarà valido fino al 30 novembre 2022 e potrà essere erogato entro il 31 dicembre prossimo. Ciascuna impresa potrà richiedere il bonus una sola volta.

Bonus 10mila euro alle Pmi per la partecipazione alle fiere in Italia

Il bonus ha un importo massimo di 10 mila euro ed è assegnato per partecipare  alle fiere internazionali organizzate in Italia. A prevedere il nuovo credito di imposta è l’articolo 25 bis del decreto legge numero 50 del 17 maggio 2022 (Dl “Aiuti”), atteso alla conversione in legge. Il provvedimento stanzia fondi per le imprese fino a 34 milioni di euro. Il bonus è oggetto di uno specifico emendamento al decreto Aiuti, presentato dalla maggioranza e già approvato in Commissione alla Camera. Il credito di imposta andrà a favore in primis delle piccole e medie imprese (Pmi). La misura rientra negli incentivi volti a favorire l’internazionalizzazione delle Pmi.

Credito di imposta fiere, in arrivo il sostegno alle Pmi italiane per l’export

Il bonus di 10 mila euro per ciascuna Pmi rappresenta un credito di imposta diverso rispetto a quello previsto finora dal Fondo 394 per l’internazionalizzazione delle imprese. Quest’ultimo, infatti, eroga risorse alle imprese per partecipare alle fiere e ai congressi internazionali, svolti anche in Italia. L’incentivo del provvedimento “Aiuti” sostiene unicamente la partecipazione alle fiere e alle mostre internazionali che si terranno nel territorio italiano. Il credito di imposta si concretizza, dunque, come un sostegno al settore delle fiere italiane dopo i mesi di chiusura e di penalizzazioni per l’emergenza Covid. L’incentivo permette tuttavia anche di favorire l’internazionalizzazione delle Pmi italiane che, da sole, generano il 50% circa dell’export, secondo quanto calcolato dall’Associazione delle Fiere Italiane (Aefi).

Cosa finanzia il credito di imposta per le fiere delle piccole e medie imprese fino al 30 novembre 2022?

La novità del decreto “Aiuti” sul bonus per la partecipazione alle fiere internazionali, prevede un incentivo a ciascuna piccola e media impresa per un importo corrispondente a 10 mila euro. Il credito di imposta mira a sostenere proprio i costi sostenuti dalle imprese a tale obiettivo. E pertanto, tra i costi ammissibili, rientreranno quelli direttamente imputabili alla presenza in fiera. Il limite percentuale di sostegno alle imprese è fissato nel 50% delle spese sostenute. Il credito di imposta avrà validità fino al 30 novembre 2022 a rimborso delle spese sostenute. Si attendono, pertanto, maggiori dettagli dell’incentivo con la conversione in legge del provvedimento, prevista entro il 16 luglio prossimo. prossimo.

Partecipazione alle fiere, alle imprese crediti di imposta in regime de minimis e presentazione domanda

Gli aiuti per la partecipazione delle imprese alle fiere internazionali svolte in Italia rientrano nel regime de minimis. Ciò significa che le imprese possono accedere agli incentivi nei limiti del plafond degli aiuti pari a 200 mila euro su base triennale. Per la presentazione della domanda ciascuna impresa dovrà possedere:

  • un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec). È a questo indirizzo che il ministero per lo Sviluppo economico (Mise) rilascia il bonus;
  • le coordinate di un conto corrente bancario intestato all’impresa;
  • ulteriori requisiti come la sede operativa in Italia; l’iscrizione nel Registro delle imprese; l’autorizzazione a partecipare a fiere internazionali del settore; l’aver sostenuto o sostenere spese per le fiere internazionali; non aver già ottenuto contributi per la stessa finalità.

Contributi a fondo perduto Simest Fondo 394, presentazione delle domande dal 12 luglio 2022

A proposito dei contributi a fondo perduto elargiti da Simest, si possono presentare da ieri, 12 luglio 2022, le domande per gli incentivi e i finanziamenti agevolati rientranti nel Fondo 394 per la digitalizzazione delle imprese, la transizione ecologica e per le esportazioni. I contributi a fondo perduto rientrano nelle missioni di investimento del Programma Next Generation EU, con attuazione nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La gestione dei bonus è affidata a Simest secondo i requisiti e nelle modalità delineate dal decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 126 del 31 maggio 2022. Si possono incentivare le spese digitali per una quota del 50% e oltre dei contributi richiedibili; più i costi sostenuti per la promozione della sostenibilità e della competitività sui mercati internazionali per il restante 50%.

Bar e ristoranti, contributi fino a 30mila euro per macchinari professionali

A favore del settore della ristorazione sono in arrivo i contributi a fondo perduto fino a 30 mila euro per comprare macchinari professionali. Bar e ristoranti hanno la possibilità di coprire fino al 70% del prezzo di acquisto dei macchinari senza incidere sulle imposte. Le risorse stanziate dal governo ammontano a 56 milioni di euro. I fondi sono distribuiti in 25 milioni di euro per l’anno in corso e 31 milioni per il prossimo anno.  In particolare, gli incentivi sono stati predisposti dal ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali a sostegno delle aziende che operano nella ristorazione.

Beni durevoli e innovativi a bar e ristorante: c’è l’incentivo del 70% entro il limite di 30mila euro

I 56 milioni di euro saranno assegnati a bar e ristoranti come copertura delle spese effettuate, fino al 70% del costo, per un tetto massimo dei macchinari acquistati di 30 mila euro per ciascuna azienda. Le spese ammissibili riguardano la fornitura di macchinari professionali e di altri beni strumentali. Si tratta di beni che dovranno possedere due caratteristiche: essere innovativi e durevoli. I riferimenti normativi della misura sono contenuti nella Gazzetta ufficiale numero 155 del 5 luglio scorso. La misura di riferimento è il decreto del ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali del 29 aprile scorso.

Chi può beneficiare degli incentivi per l’acquisto di beni durevoli riservati a bar e ristoranti?

Ammessi al finanziamento per l’acquisto di macchinari e beni durevoli sono le aziende che svolgono, in maniera prevalente, le attività indicate dai codici Ateco:

  • 56. 10, relativa ai servizi di ristorazione mobile;
  • 56.21, inerente la fornitura di pasti preparati e catering per gli eventi;
  • 56. 30, attività dei bar e gli altri servizi inerenti che non abbiano la cucina.

I dettagli delle imprese che possono presentare domanda per gli incentivi sui macchinari sono relative alle comunicazioni inviate all’Agenzia delle entrate con il modello AA7 e AA9. Inoltre, le aziende che presentano domanda devono essere iscritte al Registro delle imprese da non meno di 10 anni.

Richiesta di incentivi per l’acquisto di macchinari: cosa fare se non si hanno i 10 anni di iscrizione al Registro delle imprese?

Se non si hanno i 10 anni di iscrizione al Registro delle imprese, per la richiesta degli incentivi le imprese devono aver comprato prodotti con certificazione:

  • Igp;
  • Dop;
  • Sqnz;
  • Sqnpi;
  • prodotti biologici nell’anno che precede la pubblicazione del decreto dello scorso aprile.

Contributi a fondo perduto sui macchinari bar e ristoranti: non incidono sulla base imponibile imposte e valore produzione

L’incentivo fino al 70% del costo dei macchinari sono erogati sotto forma di contributi a fondo perduto. Gli incentivi rientrano nella disciplina comunitaria, in materia di aiuti di Stato alle imprese, relativi alla sezione 3.1 del Temporary Framework. L’ottenimento del contributo fino al 70% entro il limite di costi di 30 mila euro, inoltre, non concorre a formare la base imponibile ai fini delle imposte sui redditi. Infine, l’ottenimento dei contributi non incide nemmeno sulla formazione del valore netto della produzione.

 

Start up, contributi a fondo perduto di almeno 80mila euro: domande dal 14 luglio

Arriva la conversione in contributi a fondo perduto di quanto le start up innovative abbiano ottenuto sotto forma di finanziamento. Si tratta dunque dei finanziamenti agevolati concessi mediante la misura Smart & Start per investimenti relativi al capitale di rischio. La conversione in contributi a fondo perduto avviene per il 50% di quanto ottenuto in finanziamenti agevolati, con un minimo di importo di 80 mila euro. Le domande potranno essere presentate a partire dal prossimo 14 luglio.

Conversione dei finanziamenti delle start up in contributi a fondo perduto: i riferimenti normativi

La trasformazione dei finanziamenti ottenuti è contenuta nella circolare del direttore del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) numero 253833 dello scorso 4 luglio che modifica la precedente circolare numero 439196 del 16 dicembre 2019. In particolare, il sostegno alle start up innovative può essere richiesto e ottenuto una volta sola a fronte di spese effettuate per il capitale di rischio della start up. Sono previste due formule di agevolazioni: quella richiedibile dagli investitori terzi e quella delle persone fisiche.

Contributi a fondo perduto start up: la misura per gli investitori

Nel caso degli investitori terzi delle start up, la misura della conversione dei finanziamenti in contributi a fondo perduto richiede che l’investimento sia stato fatto da un solo investitore. Inoltre, l’investimento deve essere:

  • in equity;
  • realizzato nel termine dei 5 anni a decorrere dalla data nella quale siano stati concessi gli incentivi.

Incentivi ai soci di start up: i requisiti richiesti dalla misura

Nel caso in cui gli investitori sono i soci persone fisiche della start up, l’investimento deve essere stato realizzato mediante l’apporto di conferimenti con conseguente incremento del capitale sociale.

Contributi a fondo perduto in sostituzione dei finanziamenti delle start up: come funziona?

La conversione dei finanziamenti agevolati in contributi a fondo perduto è ammissibile fino al 50% degli:

  • investimenti effettuati dagli investitori terzi;
  • di quanto conferito dai soci persone fisiche.

In ogni caso, il limite del 50% persiste sul totale degli incentivi ottenuti, compresi gli eventuali importi ottenuti a titolo di contributi a fondo perduto. La parte di finanziamento non convertita in contributi a fondo perduto mantiene le medesime condizioni del finanziamento originario. Pertanto, la start up dovrà procedere all’estinzione del debito rispettando le condizioni in precedenza già stabilite.

Come dovrà essere utilizzata la quota dei contributi a fondo perduto dalle start up?

La quota convertita dal finanziamento agevolato ai contributi a fondo perduto dovrà essere utilizzata dalla start up per:

  • riserva nei casi in cui si debba procedere a coprire le perdite;
  • gli aumenti di capitale.

In entrambi i casi, il vincolo vige per un periodo totale di 5 anni, al termine del quale la quota riserva rientra nella disponibilità dei soci e può essere anche distribuita.

Come presentare domanda di conversione dei finanziamenti in contributi a fondo perduto?

La domanda di conversione dei finanziamenti agevolati a contributi a fondo perduto possono essere presentate a decorrere dal 14 luglio 2022. Il soggetto gestore dei finanziamenti provvede alla verifica delle istanze presentate sia per quanto riguarda i criteri soggettivi di ammissibilità che per la tipologia di finanziamento. È infatti necessario che la forma di investimento in capitale di rischio rispetti le condizioni stabilite. Le pratiche verranno analizzate secondo l’ordine cronologico di invio.

Contributi a fondo perduto agli agricoltori per i pannelli fotovoltaici

In arrivo i contributi a fondo perduto a favore degli agricoltori per l’installazione di pannelli fotovoltaici. Lo prevede l’articolo 8 del decreto legge “Aiuti” che mette a disposizione aiuti degli agricoltori incentivi per produrre l’energia elettrica da fonti rinnovabili. I contributi derivano direttamente dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Il Pnrr ha infatti previsto lo stanziamento di un miliardo e mezzo di euro per il “Parco agrisolare” e di un altro miliardo e 100 milioni di euro per l’Agrivoltaico.

Agricoltura, contributi a fondo perduto agli agricoltori per i pannelli fotovoltaici: di cosa si tratta?

I contributi a fondo perduto consistono in incentivi per realizzare gli impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici strumentali allo svolgimento dell’attività agricola. Le imprese agricole per la produzione primaria ottengono i contributi a fondo perduto soltanto per realizzare gli impianti di capacità produttiva non superiore al consumo medio di energia elettrica durante l’anno dell’impresa stessa. Nel calcolo del consumo medio dell’energia elettrica rientrano anche i consumi familiari.

Quali imprese agricole possono richiedere i contributi a fondo perduto sui pannelli fotovoltaici?

Le imprese ammesse alla richiesta dei contributi a fondo perduto per l’installazione dei pannelli fotovoltaici sono quelle che svolgono la propria attività nei comparti:

  • dell’agricolo;
  • dello zootecnico;
  • dell’agroindustriale.

I contributi a fondo perduto rispecchiano gli orientamenti della Commissione europea sugli incentivi a favore dei settori agricoli e forestali e nelle zone rurali del settennato 2014-2020, per l’occasione prorogate fino al tutto il 2022 mediante autorizzazione sulle misure a valere sul Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr).

Contributi a fondo perduto per il Parco agrisolare

In merito alla misura relativa al “Parco agrisolare“, le risorse disponibili sono pari a 1,5 milioni di euro. Si tratta degli incentivi di cui al decreto ministeriale attuativo dello scorso 25 marzo, firmato dal ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli. Con i contributi a fondo perduto si possono finanziare progetti di investimento sui tetti degli edifici strumentali all’attività agricola, agroindustriale e agrituristica. Le imprese agricole di produzione primaria a possono richiedere i contributi solo per realizzare gli impianti a capacità produttiva non superiore al consumo di energia elettrica medio annuale dell’impresa stessa e per utilizzi familiari. Secondo l’articolo 2 del decreto ministeriale, inoltre, le imprese agricole possono vendere l’energia elettrica rispettando i medesimi limiti.

Quali imprese sono escluse dai contributi a fondo perduto?

In virtù delle modifiche operate dal decreto legge “Aiuti”, le imprese sono escluse dagli incentivi per le quote di potenza e di consumo di energia elettrica eccedenti la media annuale. Per la presentazione delle domande è necessario attendere l’emanazione di un nuovo decreto che disciplini le modalità e i termini di invio delle istanze.

Contributi a fondo perduto per lo ‘Sviluppo agrivoltaico’: quali sono gli incentivi a disposizione?

Per lo Sviluppo agrivoltaico, il governo ha messo a disposizione risorse per 1,1 miliardi di euro. Il decreto di riferimento è quello del ministero per la Transizione ecologica del 27 giugno 2022 nel quale sono riportate le linee guida della misura. Inoltre, è prevista per il 12 luglio prossimo la fine della fase delle consultazioni durante la quale verranno tracciate le modalità di presentazione delle domande e le relative osservazioni delle parti interessate.

Per cosa si possono richiedere i contributi a fondo perduto dello Sviluppo agrivoltaico?

I contributi a fondo perduto per lo sviluppo agrivoltaico potranno essere richiesti per sistemi e impianti fotovoltaici. Le imprese agricole dovranno rispettare determinati parametri tecnici, riguardanti soprattutto l’altezza degli impianti. I vincoli riguardano soprattutto la garanzia dello svogimento dell’attività agricola e di allevamento nelle aree sottostanti. I contributi a fondo perduto possono essere richiesti per un ammontare in conto capitale fino al 40% delle spese ammissibili riferite alla produzione di energia elettrica.

Bonus export digitale: contributi fino a 22.500 euro, presentazione domanda entro il 15 luglio

Il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e l’Agenzia Ice mettono a disposizione delle micro e piccole e medie imprese i contributi a fondo perduto per l’export digitale. L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo dell’attività di intermediazione delle imprese, organizzate anche in consorzi e reti. L’importo minimo dei contributi a fondo perduto è di 4 mila euro; quello massimo è di 22.500 euro.

Contributi a fondo perduto per l’export digitale: che cosa sono?

I contributi a fondo perduto per l’export digitale consistono in incentivi per acquistare soluzioni digitali che permettano alle imprese di incrementare il processo di internazionalizzazione. L’incentivo è pari a 4 mila euro al netto dell’Iva, per spese pari a 5 mila euro effettuate dalle micro imprese; gli aiuti salgono a 22.500 euro per i consorzi e le reti imprese sulle spese ammissibili.

Quali investimenti prevedono i contributi a fondo perduto dell’export digitale delle imprese?

Gli investimenti che si possono effettuare mediante i contributi a fondo perduto dell’export digitale consistono:

  • nel realizzare i siti di commercio elettronico o le applicazioni mobili;
  • nell’implementare strategie di comunicazione, di informazione e di promozione che consentano una presenza on line delle imprese più ampia;
  • nel fruire di servizi di consulenza relativi ai processi organizzativi e al capitale umano;
  • nel sottoscrivere abbonamenti alle piattaforme specializzate a gestire la visibilità e il content marketing.

Quali sono le imprese che possono richiedere i contributi a fondo perduto per l’export digitale?

Le imprese che possono richiedere i contributi a fondo perduto per l’export digitale sono:

  • le micro imprese (numero di dipendenti inferiori a dieci e fatturato non eccedente i 2 milioni di euro all’anno) e le imprese organizzate in reti e consorzi del manifatturiero, organizzate in società; ditte individuali; artigiani; consorzi; reti;
  • tra le micro imprese ammesse si indicano le industrie alimentari; le industrie di confezionamento di articoli di abbigliamento, di pelle e pelliccia; aziende per la fabbricazione dei prodotti in metallo; le imprese dei mobili e del legno; altre attività produttive come macchinari, apparecchiature, pelle, stampa, gomma, plastica, chimica, elettromedicali, elettronica e gioielli.

Come si presenta la domanda per il bonus export digitale?

La domanda del bonus export digitale deve essere presentata tramite la piattaforma messa a disposizione da Invitalia. Per l’accesso è necessario dotarsi di uno Spid. La sezione di riferimento è quella relativa alla misura del “Bonus per l’export digitale”. La prenotazione dei contributi a fondo perduto avviene in due momenti. Nel primo è necessario compilare la domanda dal 10 maggio al 15 luglio 2022; nel secondo l’impresa dovrà presentare la domanda vera e propria entro la stessa data di scadenza, ovvero il 15 luglio 2022.

Presentazione domanda contributi export digitale: di cosa c’è bisogno?

Per presentare domanda è dunque necessario avere:

  • lo Spid per l’identificazione e l’accesso alla piattaforma;
  • una casella di posta elettronica certificata (Pec) che sia attiva;
  • la firma digitale.

Infine, ogni micro impresa può presentare un’unica domanda, sia considerata singolarmente che come partner di reti di imprese o di consorzi.

 

Credito di imposta di 10mila euro per partecipare alle fiere in Italia

In arrivo il credito di imposta pari a massimo 10 mila euro per la partecipazione a fiere internazionali organizzate in Italia. A introdurre il nuovo bonus è il decreto legge “Aiuti” che prevede risorse a favore delle imprese pari a 34 milioni di euro. Il credito di imposta è oggetto di uno specifico emendamento al decreto Aiuti, presentato dalla maggioranza e già approvato in Commissione alla Camera. L’incentivo andrà a favore soprattutto delle piccole e medie imprese (Pmi) che potranno incrementare la propria propensione all’internazionalizzazione.

Bonus fiere fino a 10 mila euro, in arrivo il sostegno al settore fiere e alle piccole e medie imprese italiane per l’export

Il credito di imposta di 10 mila euro per ciascuna impresa rappresenta un bonus differente rispetto a quello previsto finora dal Fondo 394 di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. Quest’ultimo, infatti, assegna risorse per la partecipazione delle imprese a fiere e congressi internazionali svolti anche in Italia. La misura del decreto “Aiuti”, presentato dall’esponente della Lega Benedetta Fiorini, incentiva unicamente la partecipazione alle fiere e mostre internazionali svolte nel territorio italiano. Si tratta, pertanto, di un incentivo al settore delle fiere italiane dopo i periodi di chiusura per la pandemia. In conseguenza proprio delle chiusure, il comparto fieristico ha subito pesanti penalizzazioni. Ma si tratta anche di un sostegno a favore dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane che, da sole, generano all’incirca il 50% delle esportazioni secondo quanto stimato dall’Associazione di riferimento delle Fiere Italiane (Aefi).

Cosa finanzia il credito di imposta per le fiere delle piccole e medie imprese?

L’emendamento al decreto “Aiuti” approvato in Commissione nella notte del 1° luglio 2022, prevede il sostegno a ciascuna piccola e media impresa di un importo pari a 10 mila euro per la partecipazione alle fiere internazionali. Il bonus, che si concretizza in un credito di imposta, mira a finanziare proprio le spese sostenute dalle Pmi per partecipare alle fiere. E pertanto, tra le spese ammissibili, rientreranno proprio quelle direttamente imputabili alla partecipazione di manifestazioni fieristiche. Il bonus potrà essere utilizzato entro il 30 novembre prossimo a rimborso delle spese sostenute. Si attendono, dunque, maggiori dettagli della misura con la conversione del decreto “Aiuti” previsto nel corso della prima metà di luglio.

Contributi a fondo perduto Simest Fondo 394, presentazione delle domande dal 12 luglio 2022

A proposito dei contributi elargiti da Simest, si potranno presentare a partire dal prossimo 12 luglio le domande per i contributi contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati del Fondo 394 per la digitalizzazione delle imprese, la transizione ecologica e per l’export. Gli incentivi rientrano nelle misure di investimento del Programma Next Generation EU, Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La gestione degli incentivi è affidata a Simest secondo le line tracciate dal decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 126 del 31 maggio scorso. Si possono finanziare gli investimenti in spese digitali per una parte di almeno il 50% dei contributi richiedibili; più le spese di promozione della sostenibilità e della competitività sui mercati internazionali per il restante 50%.

Contributi a fondo perduto imprese turistiche per immobili: domande fino al 31 agosto

Arrivano i contributi a fondo perduto per i soggetti pubblici e privati impiegati nel settore del turismo. Si tratta di incentivi che la Cassa depositi e prestiti (Cdp) gestirà per migliorare la ricettività. In tutto, le risorse sono pari a 150 milioni di euro e serviranno per valorizzare il patrimonio immobiliare. Ma anche per tutelare il patrimonio ricettivo, obiettivo prioritario del ministero del Turismo inserito tra le misure del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Oltre due mesi di tempo per preparare la domanda dei contributi.

Chi può presentare domanda dei contributi a fondo perduto per il patrimonio immobiliare del turismo?

Ammessi alla presentazione delle domanda per i contributi a fondo perduto del settore turistico sono i soggetti pubblici e privati proprietari degli immobili destinati alla ricettività turistica. Inoltre, rientrano tra i richiedenti anche i soggetti che abbiano avviato le pratiche per il cambio di destinazione di utilizzo degli immobili purché la domanda sia stata presentata prima del 1° novembre 2021.

Cosa finanziano i contributi a fondo perduto per gli immobili turistici?

I contributi a fondo perduto a favore degli immobili turistici finanziano:

  • la valorizzazione e la tutela del patrimonio ricettivo e turistico del territorio italiano;
  • l’acquisto o la ristrutturazione di almeno 12 immobili situate nelle aree secondarie o svantaggiate;
  • tra le aree svantaggiate e secondarie si menzionano le zone costiere, le regioni ultraperiferiche, le aree rurali e le zone costiere;
  • la riconversione in senso ricettivo di immobili pubblici;
  • gli incentivi a favore delle imprese turistiche per investimenti che possano incrementare la capacità di resilienza.

Contributi a fondo perduto per il turismo, sono inclusi anche gli investimenti nel digitale

Risultano inclusi tra gli investimenti ammissibili nell’ambito dei 150 milioni di euro stanziati per il turismo anche le spese per la digitalizzazione delle imprese e degli altri soggetti che possono presentare domanda. Inoltre, le spese possono avere a oggetto anche investimenti per sostenere la sostenibilità energetica.

Finanziamenti al turismo, entro quando si può presentare domanda?

La manifestazione di interesse ai contributi a fondo perduto per il turismo deve pervenire entro la fine del mese di agosto prossimo. Infatti, la piattaforma messa a disposizione dal ministero del Turismo sarà aperta fino alle ore 12:00 del 31 agosto 2022. L’istanza sarà vincolante fino al termine di maggio 2023 senza poter essere soggetta a nessuna condizione.

 

 

Contributi imprese agricole e agroalimentare, incentivi a fondo perduto fino all’80%

Un decreto del ministero delle Politiche agricole ha sbloccato risorse per 500 milioni di euro dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) per le sovvenzioni alla logistica del settore agricolo e agroalimentare. I contributi a fondo perduto possono arrivare a finanziare fino all’85% delle spese di investimento. Il provvedimento è stato firmato dal ministro Stefano Patuanelli il 15 giugno scorso. C’è da attendere solo l’esame della Commissione europea per il via libera definitivo. Successivamente Invitalia, deputata a gestire le risorse, emanerà i relativi bandi per assegnare i fondi alle imprese che ne faranno richiesta.

Contributi a fondo perduto per le imprese agricole e agroalimentari:  riferimenti del Pnrr in attesa dei bandi

I contributi a fondo perduto rientrano nella misura del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza “Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo”. Gli incentivi verranno assegnati per potenziare la logistica delle imprese agricoli e agroalimentari anche nelle operazioni di stoccaggio, per innovare i processi produttivi del settore e per ridurre i costi ambientali. Inoltre, le aziende dovranno perseguire anche gli obiettivi di riduzione dei costi economici e ambientali e di sostenere l’innovazione dei processi produttivi.

Cosa finanziano i contributi alle aziende agricole e agroalimentari per la logistica?

Le aziende beneficiarie degli incentivi dovranno dunque utilizzare i contributi assegnati per sostenere investimenti che consentano di favorire la transizione verso sistemi di produzione più sostenibili e moderni. Nel raggiungimento di questo obiettivo procedere alla:

  • riduzione dell’impatto ambientale e all’aumento della sostenibilità del settore;
  • all’ottimizzazione della capacità di stoccaggio;
  • al miglioramento delle fasi di trasformazione delle materie prime;
  • all’ottimizzazione delle differenziazioni di prodotto in rapporto alla qualità, alla tracciabilità, alla sostenibilità e alla caratteristica di produzione;
  • al potenziamento delle possibilità di esportazione delle piccole e medie imprese dei settori agricoli e agroalimentari;
  • a favorire la digitalizzazione nella logistica;
  • all’abbassamento dello spreco alimentare.

Chi può ottenere i contributi a fondo perduto per la logistica delle aziende agricole e agroalimentare?

Saranno ammesse alla richiesta dei contributi a fondo perduto le  aziende, le coop e i consorzi che svolgano la propria attività nell’agricoltura e nell’agroalimentare. Inoltre, rientrano tra i potenziali beneficiari della misura:

  • le organizzazioni di produttori (Op);
  • le aziende commerciali e distributive;
  • le imprese industriali.

Quali sono i contributi a fondo perduto spettanti alle imprese agricole?

I contributi a fondo perduto per gli investimenti nella commercializzazione dei prodotti agricoli comprendono le seguenti percentuali di finanziamento:

  • il limite del 10% dei costi per il suolo aziendale, con percentuale di contributi del 50% per le regioni meno sviluppate (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Calabria, Basilicata, Sardegna e Sicilia) e del 40% per le altre regioni;
  • l’acquisto o la costruzione di immobili per spese ammissibili fino al 70% del totale (50% le regioni meno sviluppate, 40% le altre regioni);
  • l’acquisto o il noleggio di attrezzature e di macchinari (50% di contributi per le regioni meno sviluppate, 40% per le altre);
  • gli onorari degli ingegneri e degli architetti per la sostenibilità e per gli studi di fattibilità (50% le regioni meno sviluppate, 40% le altre regioni).

Per quali imprese i contributi a fondo perduto sono maggiorati?

Rispetto alle percentuali di intensità dei contributi a fondo perduto per le imprese operanti nell’agricolo e nell’agroalimentare, sono previste maggiorazioni di incentivi per:

  • i giovani agricoltori o per coloro che lavorano già nel settore da non oltre i cinque anni precedenti la data di presentazione della domanda;
  • le spese per gli investimenti effettuati nelle zone soggette a vincoli specifici o naturali;
  • gli investimenti effettuati in ricerca e innovazione (con copertura delle relative spese fino all’85%).

Esempi di spese ammissibili ai contributi a fondo perduto in agricoltura

Sulla base del decreto dei contributi a fondo perduto per le imprese agricole e dell’agroalimentare, risultano ammissibili le spese effettuate per:

  • le immobilizzazioni materiali e immateriali. Il suolo agricolo può essere finanziato nel limite del 10% del totale delle spese sostenute;
  • le opere murarie entro il limite del 70% delle spese;
  • le infrastrutture dell’impresa specifiche;
  • gli impianti, i macchinari e le varie attrezzature;
  • i programmi informatici, il know how, le licenze, i brevetti (nel limite del 50% delle spese per le grandi aziende);
  • i servizi e i beni che favoriscono l’efficienza energetica e le fonti di energia rinnovabili;
  • i mezzi di trasporto, purché non arrechino un “danno significativo”;
  • le consulenza, entro il 4% dei costi del progetto di investimento.

Quali tipologie di investimento sono ammissibili per i contributi alle imprese agricole?

Considerando che il massimo del contributo che si può ottenere è fissato in 12 milioni di euro, le tipologie di investimento devono avere un importo compreso tra i cinque e i 25 milioni di euro per:

  • spese relative alla logistica delle imprese operanti nel settore primario;
  • i costi relativi alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti dell’agricoltura;
  • le spese dei programmi di sviluppo della logistica del settore realizzati da aziende che operano in altri settori.

Come presentare la domanda per gli incentivi del settore agricolo e agroalimentare?

Per i bandi dei contributi a fondo perduto delle aziende agricole e dell’agroalimentare, il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) farà gestire a Invitalia le risorse da assegnare. L’Agenzia, inoltre, gestirà le domande dei contributi a fondo perduto valutandole e approvandole. Successivamente, le imprese ammesse stipulano il contratto e ottengono i finanziamenti richiesti. Invitalia avrà anche compiti di controllo e di monitoraggio dell’utilizzo delle risorse. Le imprese dovranno pertanto attendere il via libera definitivo della Commissione europea per l’emanazione dei bandi e la relativa presentazione delle istanze.