Cantieristica navale e finanziamenti

Il mondo della nautica e della cantieristica navale è da sempre un asset strategico per l’impresa italiana ma, come tanti altri comparti, ha subito pesanti ripercussioni dalla crisi economica.

Ora UniCredit, la sua controllata UniCredit Factoring e Fincantieri provano a dare un po’ di respiro alle aziende della cantieristica con un accordo finalizzato a migliorare il supporto finanziario alle imprese fornitrici del gruppo navalmeccanico di Trieste.

L’accordo faciliterà e renderà più conveniente l’accesso al credito da parte dei fornitori di Fincantieri e di quelli delle società controllate, assicurando il sostegno all’intera filiera Produttiva della cantieristica navale, costituita da circa 4mila piccole e medie imprese.

L’accordo prevede che UniCredit metta a disposizione dei fornitori di Fincantieri alcuni specifici servizi di natura bancaria, quali linee di credito per il rilascio di garanzie commerciali e l’erogazione di anticipi su contratti.

In aggiunta, UniCredit Factoring si impegna a offrire ai fornitori di cantieristica del Gruppo triestino soluzioni che consentano lo smobilizzo dei crediti commerciali verso Fincantieri e l’ottenimento del pagamento anticipato delle forniture eseguite.

Secondo Andrea Burchi, Vice Direttore Generale e Direttore Commerciale di UniCredit Factoring, “questo accordo testimonia il nostro impegno verso lo sviluppo delle filiere produttive, che rappresentano dei modelli vincenti di aggregazione tra imprese nell’ambito del panorama competitivo internazionale. La piattaforma finanziaria messa a disposizione dei fornitori di Fincantieri comporta indiscutibili vantaggi per tutte le parti coinvolte. Riusciremo ancora meglio, grazie alla collaborazione di Fincantieri, a supportare efficacemente i suoi numerosi fornitori”.

Presentata Regal Princess, nuovo gioiello di Fincantieri

E’ stata presentata la nuova Regal Princess, la più grande nave mai realizzata da Fincantieri.
Dopo la Royal Princess, consegnata l’anno scorso e proveniente sempre dai cantieri di Monfalcone, anche la Regal entra nella top ten mondiale delle navi da crociera.

In particolare, Regal Princess è la nuova ammiraglia della flotta Princess Cruises, del gruppo Carnival, primo operatore al mondo del settore crocieristico.

Soddisfazione da Fincantieri, da cui viene fatto sapere che, con questa nuova nave, “si consolida il primato nella realizzazione delle navi passeggeri più grandi della storia della cantieristica italiana“.

Le caratteristiche più importanti della Regal, che, per la cronaca, è la 32esima nave da crociera costruita a Monfalcone e la 14esima per Princess Cruises, sono un utilizzo razionale degli spazi e un notevole risparmio energetico.

Con la presentazione della sua ultima fatica, si festeggia l’uscita definitiva dalla crisi da parte di Fincantieri, avvenuta anche grazie a Giuseppe Bono, che è approdato anche alla quotazione in Borsa del cantiere.

Durante la presentazione di Regal Princess era presente anche Matteo Renzi, il quale non ha lesinato complimenti: “Grazie a Fincantieri, che invito a solcare i mari aperti dei mercati internazionali. Qualcuno cerca di far credere che tutto è finito, che l’unica strada sia la disperazione e l’urlo. Dobbiamo invece issare ogni mattina la bandiera italiana perchè ce lo chiedono i nostri figli. Per loro dovremo costruire un nuovo futuro per un Paese sempre più bello, con nuovi orizzonti e speranza. Vento in poppa“.

Dal canto suo, Giuseppe Bono sostiene di essere arrivato fino a Piazza Affari “navigando da solo”, praticando una certa flessibilità ma solo nel periodo di lavoro: “disponibilità a lavorare più ore durante i picchi di attività, e meno nei periodi di flessione. C’è tanta liquidità sul mercato e molta attenzione per l’Italia. Bisogna solo ricreare condizioni per favorire gli investimenti, italiani e stranieri“.

Vera MORETTI

Enrico Letta: affari in Qatar

La trasferta a Doha da parte di Enrico Letta ha dato buoni frutti, a giudicare dall’espressione soddisfatta che il premier ha sfoggiato in ogni occasione.

Ma ci sono motivi concreti che fanno ben sperare il presidente del Consiglio, poiché sembra che il Qatar sia interessato ad acquistare il 25-30% di Aeroporti di Roma, come lo stesso Letta ha dichiarato: “Fosse per loro, prenderebbero subito la quota in Adr ma c’è una gara aperta con altri contendenti. In ogni caso se Etihad finalizzasse su Alitalia e prendesse una quota di Adr, si avrebbe la certezza di una partnership in grado di rilanciare Fiumicino tra i maggiori hub internazionali“.

Ma non è tutto, poiché il ministro del Qatar, Abdallah Bin Nasser Al Thani, e il ministro dell’energia Mohammed Bin Saleh Al Sada, è emerso l’interesse del Qatar ad aumentare la propria quota in Eni.
Attualmente il fondo sovrano qatarino ha poco meno del 2% e ora sarebbe interessato ad acquisire parte del 4% in mano al Tesoro.

Inoltre, altri obiettivi del Qatar sarebbero quote di Poste, Sace e Fincantieri, ed alcune aziende appartenenti al settore manifatturiero avanzato come robotica, domotica, meccanica, macchine utensili.
Il Qatar ha anche offerto la disponibilità ad aumentare la fornitura di gas naturale al terminal di Rovigo.

Per questi motivi, Enrico Letta si è definito “spronato e determinato ad andare avanti, perché solo con la stabilità e la credibilità si stringono accordi di questo livello“.
A queste parole ha fatto eco la dichiarazione del ministro Bin Saleh Al Sada: “Noi vogliamo investire in Italia e siccome viviamo una fase di forte sviluppo, diamo il benvenuto alle imprese italiane che vogliono lavorare qui. Il loro contributo sarà molto utile“.

Presente alla trasferta in Qatar anche Alessandro Pansa, ad di Finmaccenica, il quale, in un incontro con il primo ministro Bin Nasser Al Thani, ha istruito i dossier per una maggiore collaborazione di Finmaccanica e delle sue aziende nel settore elicotteristico.
Il Qatar utilizza già elicotteri Agusta Westland e ha recentemente avviato una gara per 22 elicotteri terrestri/navali, alla quale AgustaWestland partecipa tramite il consorzio NHI proponendo l’NH-90.
Nel settore aeronautico, Agusta Westland e Alenia Aermacchi hanno offerto un sistema di addestramento integrato per piloti militari di aeroplani ed elicotteri.

Durante l’incontro, Pansa ed il primo ministro del Qatar hanno parlato anche del settore trasporti, poichè Ansaldo STS e Ansaldo Breda stanno partecipando alla gara per la fornitura del sistema di trasporto tranviario per la città di Lusail e Ansaldo Sts è in gara per la fornitura del sistema di segnalamento ferroviario per la Metro di Doha.

Le prospettive sembrano interessanti anche per l’elettronica per la difesa, con Selex ES che ha consegnato a maggio 2013 al Qatar Air Defence Development Committe la proposta tecnico-commerciale per la fornitura del Low Level Radar System basato sul radar Multifunzionale Kronos.

E non è finita qui, poiché Letta ha in mente anche la costruzione di un museo dell’Islam sul Canal Grande a Venezia, con finanziamenti del Qatar.
C’è l’impegno del governo di Doha a finanziare il polo ospedaliero San Raffaele di Olbia.

Vera MORETTI

Privatizzazione in vista per alcune grandi aziende italiane

Le grandi imprese italiane sono a rischio di privatizzazione. Questo è quanto ha dichiarato Fabrizio Saccomanni durante il vertice del G20 in corso a Mosca, dopo che ne aveva accennato Enrico Letta a Londra, in un vertice con alcuni rappresentanti delle maggiori banche del mondo.

Non è stata ancora stilata una lista, ma sicuramente alcune aziende possono essere privatizzate più facilmente, e rapidamente, di altre.
Tra queste, spicca Fincantieri, che si trova in un momento critico e che già in passato era stata al centro di due piani strategici: il primo era quello di una sua quotazione in borsa, il secondo riguardava la cessione del 50% ad un armatore privato. Nessuno dei due fu attivato, per opposizione ferma di Cgil.

Privatizzazione facile sarebbe anche quella relativa a Ferrovie dello Stato e Poste Italiane, entrambe controllate al 100%, mentre più remota risulterebbe la procedura se le aziende interessate fossero Eni ed Enel, nelle quali lo Stato è già sotto il 30% del capitale ed è difficile che le quotazioni statali diminuiscano ulteriormente.

Per quanto riguarda Finmeccanica, anch’essa si è svalutata parecchio negli ultimi anni. A questo proposito, in seguito al downgrade da parte di Standard & Poor’s del debito italiano, l’affidabilità di Finmeccanica è stata abbassata, sempre da S&P’s, a livello “junk”, cioè “spazzatura”. Con questa credenziale è difficile che il Tesoro possa riuscire a strappare un prezzo elevato. Restano sempre in piedi le ipotesi riguardo a Snam e Terna, molto più appetibili.

Qualora qualcuna delle vendite andasse in porto, i proventi andrebbero, come ha confermato Saccomanni, impiegati per abbassare il debito pubblico, che è arrivato a pesare per 2.027 miliardi di euro sulle spalle dello Stato.

Vera MORETTI