Formaggi italiani amati all’estero

I formaggi italiani piaceciono, e mai come in questo 2017. che sta registrando numeri da record, oltre l’aumento nelle esportazioni del 7%, e un incremento dell’84% degli ultimi dieci anni.

Si tratta di un’analisi condotta da Coldiretti su dati Istat che riguarda solo i primi sette mesi dell’anno e, tra le notizie eclatanti, c’è quella dei francesi che sono diventati i principali consumatori dei nostri formaggi, con esportazioni quasi raddoppiate (+94%).

Coldiretti in un comunicato ha specificato: “Oggi le esportazioni di formaggio Made in Italy in sono pari al doppio a quelle dei cugini d’oltralpe in Italia, che sono rimaste praticamente stabili nel decennio. Il formaggio Made in Italy ha conquistato in realtà molti Paesi noti per la produzione casearia“.

Tra quelli più apprezzati, ci sono il pecorino tanto amato in Olanda, con un aumento degli acquisti del 77% rispetto allo scorso anno ma rispetto al decennio le vendite sono addirittura quadruplicate, e l’Emmental, apprezzato dagli svizzeri, i cui consumi sono aumentati dell’8% nell’ultimo anno e del 22% nell’ultimo decennio.
Ma anche la Grecia si sta avvicinando ai formaggi Made in Italy, e soprattutto alla mozzarella, cresciuta del 41%.
Non si tratta di semplici exploit, poiché dopo la Francia troviamo la Germania che si colloca al secondo posto tra i principali clienti con il 14%, la Gran Bretagna con il 10%, gli Stati Uniti con il 9% e la Spagna (5%). Ancora contenuta, anche se in crescita, è invece la presenza nei Paesi asiatici come il Giappone (2%) del totale esportato e la Cina con appena l’1%.

Tra i formaggi più richiesti resistono Grana Padano e Parmigiano Reggiano, che in quantità rappresentano il 21% del totale esportato e che guidano la lista dei 51 formaggi italiani che hanno avuto il riconoscimento dell’Unione Europea come denominazione di origine (Dop/Igp), dove ci sono anche il Pecorino Romano, il Gorgonzola e la mozzarella di Bufala Campana.

Vera MORETTI

Formaggi Made in Italy sempre più apprezzati all’estero

I formaggi Made in Italy vanno forte all’estero, ma non altrettanto si può dire quando si tratta del mercato nazionale.
Questo è il quadro presentato da Giuseppe Ambrosi, presidente riconfermato di Assolatte, durante l’assemblea che ne ha sancito la rielezione.

Se, grazie all’export, che a fine 2016 ha superato le 388mila tonnellate per un controvalore di 2,4 miliardi, e un incremento del 7%, la bilancia commerciale si è chiusa con un attivo di 867 milioni, è anche vero che tra i confini domestici l’industria lattiero casearia si sta dimostrando sofferente, sia a causa della stasi dei consumi, sia a causa del cambiamento, in alcuni casi radicale, delle abitudini alimentari delle famiglie, che sempre più spesso scelgono prodotti sostitutivi.

E proprio questa tendenza ha fatto scendere del 19,1% gli acquisti di formaggi, del 24,8% quelli di latte, del 15,4% quelli di yogurt, a vantaggio del consumo di prodotti di origine vegetale.

Ma, sebbene questo sia lo scenario attuale, negli ultimi tre mesi un campione di aziende ha mandato un segnale di controtendenza con una media del +4,9% di aumento dei fatturati. In particolare (+7,3%) per le piccole aziende, considerate più aggressive, flessibili e veloci nel rispondere alle variazioni di mercato e di acquisto.

Ha detto Ambrosi in proposito: “Però è presto per tirare un sospiro di sollievo perché la strada da percorrere è ancora lunga e difficile. Il gap tra l’Italia e gli altri Paesi si allarga in modo preoccupante. Occorre lavorare alle vere criticità del nostro Paese, prima tra tutte la scarsa competitività, che è all’origine di buona parte dei nostri problemi. Le inefficienze del sistema-Paese si trasformano in costi che solo le imprese italiane devono sostenere. Costi che ci fanno essere meno competitivi dei colleghi europei, che provocano inefficienze e portano alla chiusura delle imprese. Costi che, purtroppo, stimolano anche la delocalizzazione”.

Per quanto riguarda le esportazioni, invece, i formaggi italiani piacciono sempre di più, con la Francia primo acquirente mondiale (82.234 tonnellate, + 8%) ma molto bene sono andati anche i mercati di Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Cina, Giappone, Corea del Sud a cui si aggiungo performance interessanti nei Paesi Baltici e dell’Est Europa.

Tra le tipologie, i più apprezzati sono i formaggi freschi, dei quali si sono esportate ben 123 mila tonnellate, e tra questi ovviamente la mozzarella la fa da padrona, tanto da aver raggiunto le 84mila tonnellate con un aumento dell’11%, per un valore che supera i 392 milioni di euro.
Al secondo posto grana padano e parmigiano reggiano, con 89mila tonnellate (+4,1%) e 820 milioni di euro (+7%). Significativo anche il contributo del gorgonzola, che supera le 20mila tonnellate e i 119 milioni di euro.

Vera MORETTI