Efficienza energetica: importante risorsa per il futuro

di Vera MORETTI

Si è appena svolto a Milano il convegno organizzato da Fire/Isnova “Certificati Bianchi: Titoli di Efficienza Energetica a portata di mano”, che è stato caratterizzato dalla parola d’ordine “semplificazione”.
Si è parlato, ovviamente, della delibera Een 9/11 dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas che ha definito Nuove linee guida per i Titoli di efficienza energetica (TEE), rivisitando in modo importante il meccanismo dei certificati bianchi e rendendolo molto più interessante economicamente attraverso l’introduzione di appositi coefficienti moltiplicativi.

Basilari sono stati gli incontri con gli esperti del settore, che hanno cercato di chiarire le novità e le modalità di accesso all’incentivo, di capire come funzionano lo schema, la presentazione delle proposte e la predisposizione di nuove schede.

Gli organizzatori hanno spiegato, infatti, che la delibera ha offerto “un’opportunità per le imprese pubbliche e private di migliorare i business plan degli interventi di efficientamento energetico, facilitando la scelta di investire, ed è inoltre possibile ottenere l’incentivo anche su progetti già realizzati negli ultimi tre anni, almeno per alcune categorie di interventi”.

Per Dario Di Santo direttore di Fire, la Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia, “l’Ue è una priorità per il Paese, per le imprese come per le famiglie. Le opportunità di intervento caratterizzate da ottime performance economiche sono numerose, ma una scarsa conoscenza della tematica ne ha rallentato la diffusione. Lo schema dei certificati bianchi rappresenta il principale schema di incentivazione per le soluzioni di efficientamento energetico. Recentemente è stato rivisto e risulta particolarmente interessante per le imprese, consentendo di ottenere l’incentivo anche su interventi già realizzati, entro certi limiti“.

Nonostante, dunque, le incertezze e la, per ora, scarna informazione che le riguarda, le prospettive aperte dal nuovo provvedimento lasciano ben sperare per il futuro.

Grande freddo: spesa bollente

di Alessia CASIRAGHI

Le temperature scendono, i prezzi lievitano. E’ l’equazione modello che ha visto in questi ultimi giorni gonfiarsi prezzi di metano, gas e prodotti alimentari a causa delle nevicate oltre ogni aspettativa e delle temperature artiche che hanno congelato tutto lo stivale, da Nord a Sud.

La Cia-Confederazione italiana agricoltori ha stimato un aumento dei prezzi per i prodotti freschi, ovvero frutta, verdura, carni e pesci, di circa il 10% rispetto all’inizio di gennaio.

Effetto ‘accaparramento‘, gelate nei campi, difficoltà di distribuzione delle merci per via dei rallentamenti e dei blocchi sulle principali arterie della viabilità della penisola, senza dimenticare i fenomeni speculativi sui prezzi, hanno già portato, secondo Cia-Confederazione ad un esborso di 50 euro in più a famiglia sul bilancio mensile.

Si passa cioè da 467 euro, spesa media al mese per nucleo familiare, a 517 euro per famiglia. La corsa dei prezzi del carrello della spesa sembra inarrestabile, considerate anche le non rosee previsioni per i prossimi giorni.

Cia-Confederazione osserva infatti che la stima dei danni arrecati dal maltempo all’agricoltura è destinata a crescere ancora. Un costo per il settore primario pari a 250 milioni di euro, che potrebbero lievitare a 500 milioni se si considera l’intera filiera dell’agroalimentare italiano, dal campo ai trasporti al dettaglio. A ciò va aggiunto lo stop forzato di più di 50 mila aziende agricole, per la poca o assente disponibilità di luce e gas.

“Il 30% dei raccolti in campo aperto (cavoli, radicchio, carciofi, indivia e cicoria) è andato perso, completamente ‘bruciato’ dal gelo – sottolinea Cia- Confederazione. – Ben il 5% delle piante, tra alberi da frutta, olivi e viti, è stato distrutto, e sono già morti per il freddo eccessivo 10 mila animali, tra mucche, pecore, cavalli, maiali e polli”. Viene da chiedersi come facevano i nostri nonni, che alle temperature polari erano di certo avvezzi.

Istat: produzione industriale +1,4%

A dicembre 2011 la produzione industriale è aumentata dell’1,4% rispetto al mese precedente, ma con un calo su base annua dell’1,7%. Lo comunica l’Istat che segnala come nel trimestre ottobre-dicembre l’indice segni -2,1% rispetto al trimestre precedente.

Nella media dell’intero 2011, aggiunge l’Istat, la produzione segna una variazione nulla rispetto all’anno precedente. In dettaglio a dicembre 2011 si registra una crescita su base annua del 3,2% per i beni strumentali mentre tutti gli altri raggruppamenti risultano in calo: del 10,3% per l’energia, del 3,6% per i beni intermedi e dello 0,8% per i beni di consumo.

Rispetto a dicembre 2010, i settori dell’industria che presentano una crescita più accentuata sono l’attività estrattiva (+11,8%), la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+10,1%), la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+7,2%).

Tra i settori in calo, quelli che in dicembre registrano le diminuzioni tendenziali più ampie sono la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria (-12,9%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-12,0%) e le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,9%).

Fonte: adnkronos.com

Cala l’inflazione a gennaio, ma il carrello della spesa corre

Inflazione in caduta nel mese di gennaio. A confermarlo le stime preliminari dell’Istat: l’inflazione è passata al 3,2% dal 3,3% di dicembre. Anche se il carrello della spesa continua a correre, segnando un +4,2%. A segnare i rialzi più forti sono infatti, benzina, caffè e zucchero.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettivita’ (NIC), comprensivo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e del 3,2% nei confronti di gennaio 2011 (era +3,3% a dicembre 2011), mentre l’inflazione acquisita per il 2012 e’ pari all’1,6%.

Al netto dei soli beni energetici infatti, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo scende al 2,2% dal 2,3%, di dicembre. Il rallentamento della corsa dell’inflazione è dovuto infatti al lieve aumento del tasso di crescita tendenziale dei prezzi dei beni (+3,9% rispetto al +3,8% di dicembre 2011), compensato però dal calo di quello dei servizi (+2,3% rispetto al +2,5% del mese precedente).

I rincari colpiscono soprattutto le spese quotidiane: a segnare picchi di aumento record sono la benzina (+4,9%) e il gasolio (+4,7%) – gennaio il mese più salato per i carburanti – ma anche il caffè (+16,5%) e lo zucchero (+15,9%). Le bollette a fine mese si fanno poi sentire, con un’impennata per il gas pari al +15,4% e per la luce del +11,3%.

Segnali positivi, grazie all’eliminazione dell’imposta di bollo sui conti corrente inferiori ai 5 000 euro (-6,5% ) le spese finanziarie e bancarie hanno registrato un calo sostanziale.

Federconsumatori però avverte:  “le famiglie dovranno far fronte a una stangata di 928 euro all’anno”. Le famiglie infatti guardano più alla crescita dei prezzi per i prodotti acquistati nella quotidianità che al, seppur lieve, rallentamento del tasso d’inflazione registrato nel mese di gennaio 2012. A spaventare senza dubbio maggiormente i consumatori i rincari dei prezzi dei carburanti, destinati a una corsa impazzita difficile da arrestare.

Liberalizzazioni: entro il 20 gennaio il decreto legge

Il governo accelera sulle liberalizzazioni: entro il 20 gennaio varerà il provvedimento con un decreto legge. Lo assicura il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, che indica modi e tempi dell’atteso pacchetto per quello che il premier Mario Monti ha definito il ”disarmo multilaterale di tutte le corporazioni”. Un provvedimento che riguardera’ ”tutti i settori”, anche l’acqua, nonostante il referendum, ma dal quale sara’ esclusa la controversa separazione di Snam dall’Eni.

Un primo giro di tavolo sulle misure in cantiere potrebbe avvenire gia’ nel prossimo consiglio dei ministri che potrebbe essere convocato per il fine settimana. ”Ce la dobbiamo fare, c’e’ un documento che il presidente Monti ed io stiamo assemblando e che riguarda tutti i settori”, ha spiegato Catricala’ a ‘Porta a Porta’, spiegando che ”il premier ci mette le mani e la testa, personalmente porto la mia esperienza ma ci avvaliamo delle esperienze di tutti e soprattutto del ministro Passera”. Si dovranno inoltre ”consultare i partiti di maggioranza”, ha aggiunto Catricala’. Parlando dei singoli settori, il sottosegretario alla presidenza del consiglio ha annunciato che nel mirino delle liberalizzazioni finira’ anche l’acqua, nonostante il referendum contro la privatizzazione: ”pensiamo di fare modifiche che non vadano contro il risultato referendario ma non vogliamo che sia un escamotage” per aggirare la scelta degli italiani. Per le farmacie e per i notai e’ invece in arrivo un aumento della pianta organica. ”Bisogna consentire ai nostri cittadini di ottenere i giusti sconti”, ha spiegato Catricala’, sulle farmacie cosi’ come per i notai ”non si tratta di ampliare i mercati ma di ridurre i prezzi”. Per la benzina invece l’obiettivo del Governo e’ di ”creare una situazione per cui i gestori possano venderla insieme ad altri beni di consumo”. Sulle ferrovie ”bisognera’ intervenire sulle storture che avvantaggiano l’incumbent”, ma non e’ ancora chiaro come questo avverra’: ”ci saranno norme – si e’ limitato a dire – che aiuteranno la facilita’ di accesso” alla rete. Non ci sara’ invece la separazione dell’operatore della rete del gas Snam dall’Eni: ”non e’ una priorita”’, ha detto il sottosegretario, spiegando che ”esistono tanti altri rimedi che consentono alle imprese energivore di pagare meno il gas”. Cresce intanto la protesta da parte delle categorie che saranno colpite dalle liberalizzazioni. I tassisti oggi hanno protestato a Bologna e a Milano in attesa di una manifestazione nazionale a Roma prevista sabato. I commercianti alzano la voce contro la ‘deregulation’ gia’ in essere: ”Bastasse allungare gli orari per generare piu’ fatturato e prezzi più bassi saremmo anche noi favorevoli, ma non e’ così”, afferma il presidente di Confesercenti Marco Venturi. Gli avvocati con molta probabilita’ interverranno direttamente in Parlamento con i molti legali eletti. I farmacisti ricordano di avere gia’ dato e denunciano che ”le vere lobby – afferma la presidente di Federfarma Annarosa Racca – sono quelle dei grandi poteri economici. Delle multinazionali”. Intanto dal mondo sindacale il leader della Cisl Raffaele Bonanni sostiene l’azione del Governo e chiede di ”cacciare via lobby e corporazioni”. Mentre dalla politica il Pdl annuncia che inizieranno domani le riunioni di quattro tavoli di lavoro che si occuperanno di liberalizzazioni, oltre che di legge elettorale, di mercato del lavoro e del rapporto con l’Europa.

Fonte: Confesercenti.it

Luce e gas: mini stangata da gennaio

di Alessia CASIRAGHI

Da gennaio 2012 le tariffe di luce e gas potrebbero aumentare, rispettivamente, del 4,8% e del 2,7%. In cifre l’aumento costerà alle famiglie italiane oltre 53 euro. Lo annuncia Nomisma Energia che ha stimato i rincari medi per famiglia italiana, in attesa dell’aggiornamento dell’Authority per l’energia atteso entro fine 2011.

Nel dettaglio: le tariffe elettriche dal 1 gennaio 2012 dovrebbero crescere del 4,8%, con un aumento pari a 0,8 centesimi al chilowattora. Per un campione di famiglia tipo, che spende in media 2.400 chilowattora in l’anno e 3 kw di potenza impegnata, questo significa che l’aumento sarebbe pari a 21,5 euro su base annua. Le tariffe del gas cresceranno invece del 2,7%, ossia 2,3 centesimi al metro cubo: con 1.400 metri cubi di metano consumati in un anno l’aumento sarà pari a 32 euro annui. In soldoni l’aumento di luce e gas ruberanno dalle tasche delle famiglie italiane 53 euro l’anno.

“Dopo la stangata sui prezzi della benzina, che l’hanno spinta nei distributori italiani ai massimi d’Europa, arriva un’altra batosta con le tariffe di luce e gas – sottolinea Davide Tabarelli, esperto di Nomisma Energia – a conferma che l’energia è il bene più tartassato per i consumatori finali”.

Ma come sono state calcolate le stime di aumento per famiglie? Per il gas “il calcolo automatico è fissato dalle regole dell’Autorità che sconta gli aumenti dei mesi scorsi del greggio a cui si sommano alcune nuove componenti per il trasporto”. Più complesso il calcolo dei rincari per quanto riguarda l’elettricità: l’aumento è legato infatti ai maggiori costi di generazione elettrica sulla borsa, sommati al forte incremento degli oneri per finanziare i pannelli fotovoltaici e l’aumento dei costi di trasporto della corrente elettrica.