Se l’Italia si gioca al tavolo verde

 

IERI

In arrivo 1000 sale da poker: la commissione bilancio del Senato ha approvato ieri un subemendamento del Pdl che cancella lo slittamento della gara per l’apertura delle sale d’azzardo. Da gennaio 2013 in Italia si apriranno 1000 nuove sale da poker. E’ questa la risposta alla crisi del Governo? Immediata la replica del ministro alla Salute Renato Balduzzi che si è detto “molto preoccupato per questi emendamenti notturni sul gioco d’azzardo, che ha un impatto sanitario oltre che un impatto sulla vita delle persone drammatico“.

Voto il 24 febbraio:  accordo raggiunto: si andrà alle urne il prossimo 24 febbraio. La proposta del ministro dell’Interno Cancellieri è stata approvata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Caduta la minaccia di ostruzionismo del Pdl, le cui ‘esigenze’ sono state in parte accontentate con un mini-slittamento, domani il Parlamento chiuderà i lavori. La XVI legislatura inghiottita dal 21 dicembre, la data che i Maya hanno previsto per la ‘fine del mondo’.

Obama uomo dell’anno per il Time: imperfetto ma perfetto per interpretare i nostri ‘Tempi’. Il presidente americano Barack Obama è l’uomo dell’anno secondo Time: si tratta della seconda volta per Mister President, già al vertice nel 2008, anno in cui ricevette il primo mandato alla Casa Bianca.
Al secondo posto la rivista ha nominato Malala, la ragazza pakistana colpita alla testa dai talebani perché ha sfidato la legge che impediva alle bambine di andare a scuola. E nella rosa dei 4 finalisti spunta pure un’italiana: è Fabiola Gianotti, che ha condotto l’esperimento Atlas al Cern di Ginevra e gli studi sul bosone di Higgs.

OGGI

Marò a casa per Natale: accordata la licenza per le festività. Dopo 10 mesi trascorsi fra il carcere indiano e gli arresti domiciliari all’Hotel di Fort Kochi Salvatore Girone e Massimiliano Latorre potranno riabbracciare le rispettive famiglie. L’Alta Corte del Kerala ha accolto questa mattina la richiesta presentata dai due fucilieri del Battaglione San Marco, di una licenza di 2 settimane per le festività natalizie. Ma non senza garanzie: per la licenza dovrà essere infatti lasciata una garanzia finanziaria di 60 milioni di rupie, equivalenti a oltre 826 mila euro. I due marò sono attesi a Kochi il prossimo 10 gennaio per attendere la sentenza della Corte suprema di New Delhi sulla giurisdizione del loro caso, ancora conteso tra India e Italia.

Monti inizia la sua campagna presidenziale da Melfi: parlare agli operai, puntare sul lavoro e in un luogo chiave dell’industria made in Italy. Non sembra un caso che il premier (ancora per poco) Mario Monti abbia scelto lo stabilimento Fiat di Melfi per ‘inaugurare’ la sua discesa in campo elettorale: a Melfi sono oggi riuniti anche i vertici del Lingotto illustreranno, da Marchionne a Elkann, oltre alle autorità locali e sindacati, da Bonanni a Angeletti, per discutere il futuro piano d’investimento della fabbrica lucana. Tra le novità pare ci sia l’inaugurazione di due nuove linee di prodotto: due piccoli suv, uno Jeep e l’altro Fiat, che si affiancheranno all’attuale produzione della Punto.

Ddl stabilità alla Camera: atteso per questo pomeriggio alle 16 l’ultimo atto (si spera) dell’iter di approvazione del disegno di legge sulla Stabilità. Il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha convocato infatti per quell’ora  la riunione della Conferenza dei capigruppo che dovrà definire il calendario per il varo parlamentare della legge di stabilità, dopo l’approvazione del Senato. La volontà del Presidente è di ‘strozzare’ al massimo i tempi di esame a Montecitorio.

DOMANI

Cagliari Juventus: si disputerà domani sera alle 20.45 allo Stadio Tardini di Parma la sfida tra Cagliari eJuventus, anticipo della 18ma giornata di andata del Campionato di Serie A TIM 2012/2013. Non dipsonibile lo stadio Nereo Rocco di Trieste, e impossibile ottenere la licenza d’uso dello stadio ‘Is Arenas’ di Quartu Sant’Elena, la Federazione ha deciso che quello di Parma sarà il terreno su cui si disputerà il match.

Dimissioni Premier Monti?: domani il Premier lascerà definitivamente Palazzo Chigi? Se lo chiedono in molti, dopo che Monti aveva avanzato dimissioni anticipate, ponendo come scadenza l’approvazione del patto di Stabilità. Un passo, che stando all’iter legislativo, al netto di slittamenti e ritardi, dovrebbe essere compiuto il 21 dicembre. Ma la data pronosticata dai Maya come fine del mondo coinciderà con quella della fine di legislatura per Supermario? Di certo si sa che Monti ha rinviato la conferenza stampa di fine anno, originariamente prevista per il 21 dicembre…

Cristina Parodi finisce con i Maya: annunciata, poi smentita poi confermata. Cristina Parodi Live, il programma quotidiano del pomeriggio di La7, chiude i battenti con il 21 dicembre. I primi a far circolare l’indiscrezione è stato Il Giornale, rilanciando un rumor di Celebrity now di Selvaggia Lucarelli: troppo costosa la produzione, e ascolti troppo bassi anche per le medie di rete: lo share si è sempre attestato attorno al 2%. Ma quale sarà il futuro della Parodi che nemmeno 6 mesi fa aveva lasciato il Biscione e la conduzione del Tg5  per questa nuova avventura? Cederà al richiamo del Tg di La7 di Mentana? Ma Cristina non è l’unica esule del palinsesto delle rete di Telecom Italia Media: domani sarà anche l’ultimo sipario per il G’Day di Geppi Cuccciari. Il mondo non è ancora finito.

 

Alessia CASIRAGHI

 

Sciopero dei benzinai: Italia a secco

 

IERI

No ai tagli alle Province: il decreto sul taglio alle Province italiane non diventerà leggeTroppi gli emendamenti e subemendamenti presentati al provvedimento, perchè il decreto potesse approdare al Senato. La commissione Affari costituzionali lo ha deciso ieri in serata, mentre laconico è stato il commento del ministro Patroni Griffi:  “il governo ha fatto quello che poteva”. L’unica soluzione a questo punto resta la definizione di una norma che coordini le disposizioni sulle province previste dal decreto Salva Italia e dalla spending review.

Alfano vs Dell’Utri: il segretario e il senatore bisticciano e se le mandano a dire tra quotidiani e talk show. A aizzare il can che dorme ci pensa per primo Marcello Dell’Utri, che sulle pagine di Repubblica definisce Alfano “persona brava e capace, ma non ha la maturità per aspirare al premierato”, rincarando poi la dose addossando al segretario le colpe di un mancato rinnovamento “poveretto, non ha potuto cambiare niente, se siamo ridotti in questo stato è perché il partito è imploso, non si è rinnovato”. La reazione del segretario del Pdl si è fatta a questo punto d’obbligo: Alfano ha definito Dell’Utri ai microfoni di Porta a Porta “un povero disgraziato per quello che gli sta succedendo” ammonendo poi anche il Cavaliere: “credo che Berlusconi debba porsi seriamente il problema della composizione delle liste”. Ma Dell’Utri non ci sta e schernisce così il segretario ” un povero disgraziato l’ho detto io prima di lui e lui mi risponde con le stesse parole… Ho detto meno di quello che penso… Non mi va di replicare” salvo poi concludere ” I guai del Pdl, purtroppo vengono tutti dalla sua incapacità, dalla sua insipienza. Non ha le palle, non c’entra niente con noi”. Poveri disgraziati si nasce, non lo si diventa.

Social War # Twitter vs Instagram: dopo essere convolato a nozze con Facebook (contratto matrimoniale da 715 milioni di dollari), Instagram viene cacciato da Twitter. O meglio, la piattaforma cinguettante ha deciso di fare da sè, lanciando i propri filtri fotografici. Otto sono già a disposizione: dal classico bianco e nero a ritocchi con nomi come ‘vintage’, ‘vignette’, ‘warm’, ‘happy’, ‘cinematic’.

Bloomberg punta al Financial Times: il sindaco di New York mette le mani sul londinese Financial Times. L’obiettivo: strappare il primato di giornale economico americano al Wall Street Journal dello squalo Murdoch. Bloomberg è pronto a mettere sul tavolo oltre 1,2 miliardi di dollari, sfidando chi sostiene che la carta stampata è destinata all’estinzione. Nel 2009 il sindaco aveva acquistato il settimanale Business Week, ma la tentazione del quotidiano era già presente: indeciso fra Financial Times e New York Times,  Bloomberg ha optato per il secondo. La sua agenzia, la Bloomberg View, possiede già contenuti e piattaforme, ed è molto forte sul web. Grazie all’acquisto del Financial Times, il sindaco della Grande Mela potrebbe dar vita al più grande quotidiano economico degli Stati Uniti.

OGGI

Italia a secco: dalle 19 di questa sera sino alle 7 della mattina del 14 dicembre i distributori di benzina di tutta Italia metteranno i lucchetti alle pompe per lo sciopero indetto dalle organizzazioni di categoria Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio. I gestori denunciano “l’impotenza delle Istituzioni di fronte a comportamenti gravissimi di lobby potenti che scaricano ingiustamente su lavoratori, cittadini e l’intera collettività costi incalcolabili”. Sulla rete autostradale lo sciopero avrà inizio alle ore 22.00 dell’11 dicembre per concludersi alle ore 22.00 del 13 dicembre. E i rifornimenti potrebbero essere a rischio anche tra il 17 e 22 dicembre prossimi “per protestare contro il rifiuto delle compagnie stesse a rinnovare i contratti collettivi scaduti da anni”. Non solo: tra Natale e Capodanno, pagare il pieno attraverso le carte di credito ed il pago bancomat sarà impossibile, in segno di protesta contro il rifiuto delle banche ad applicare la gratuità dell’utilizzo della moneta elettronica, per i rifornimenti fino a 100 euro.

Se lo spread non esiste: “lo spread è un imbroglio e un’invenzione con cui si è cercato di abbattere una maggioranza votata dagli italiani e che governava il paese. Prima non ne avevamo mai sentito parlare, se ne parla solo da un anno, e cosa ce ne importa?” con queste parole Silvio Berlusconi interviene nell’acceso dibattito sull’impennata registrata ieri dal differenziale tra il Btp e il Bund tedesco a 10 anni. E se Monti sdrammatizza, ospite ad una trasmissione mattutina su Rai1, raccontando che perfino il suo nipotino all’asilo viene chiamato con il nomignolo di ‘spread’, il Cavaliere non ne ha per nessuno, e passa all’attacco dell’esecutivo Monti reo di aver “seguito la politica germano-centrica che l’Europa ha cercato di imporre a noi e altri Stati”. Il Governo  tecnico ha portato secondo l’ex ex Premier “a una crisi molto peggiore della situazione in cui ci trovavamo quando eravamo noi al governo. Con questo governo il Pil è diminuito di oltre il 2%”.

Dl Sviluppo in Senato: il decreto legge sullo Sviluppo sta per essere approvato. Oggi  il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, ha espresso la volontà dell’esecutivo di porre la fiducia sul provvedimento. Se la fiducia ci sarà, domani verrà convocata una capigruppo per stabilire la tabella di marcia sulla votazione e capire se ci sono margini per la deroga alle 24 ore. Oggi si terrà inoltre la discussione generale della proposta di legge per il principio del pareggio di bilancio in Costituzione, ma per l’approvazione servirà la maggioranza assoluta. Secondo il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, si tratta di una legge “necessaria per onorare l’impegno per il risanamento dei conti pubblici assunto anche in ambito dell’Unione europea”.

DOMANI

Juventus Cagliari: scenderanno in campo domani sera alle 21 a Torino le due big Juventus e Napoli per aggiudicarsi gli ottavi di finale della Coppa Italia 2013. I bianconeri sono reduci in campionato dalla vittoria contro il Palermo, mentre il Cagliari ha perso in casa contro il Chievo. Sugli allievi di Conte pesa però il triplice impegno calcistico, e dovranno cercare di recuperare le forze.

Hip Hop Awards: appuntamento domani sera all’Alcatraz di Milano con la prima edizione degli Hip Hop Awards, targata Mtv: sul palco i Club Dogo, Ensi, Emis Killa e Marracash a contendersi il titolo di miglior artista dell’anno e miglior album del 2012. A esibirsi saranno anche J-Ax, che ha dato vita al genere in tempi non sospetti e Max Pezzali, che proprio quest’estate ha ripubblicato il suo album di successo del ’90, Hanno ucciso l’uomo ragno, in versione rap.

Asteroide a un passo dalla Terra: si chiama 4179 Toutatis l’asteroide che domani passerà entro 7 milioni di chilometri dal nostro Pianeta. Non si tratta del primo passaggio del corpo celeste nella nostra atmosfera, però c’è già chi è pronto a scommettere che la data del passaggio (12-12-12) non sarà per nulla casuale. Tutta colpa dei Maya?

 

Alessia CASIRAGHI

Il decreto sull’Ilva e la mossa dell’Aia

 

IERI

La maledizione dell’Ilva:  una tromba e un fulmine che si abbattono sulla fabbrica più discussa degli ultimi mesi e dove già da due giorni erano in corso scioperi a oltranza e sit-in. L’Ilva di Taranto ancora nell’occhio del ciclone, purtroppo non in senso metaforico: ieri mattina gli operai dello stabilimento siderurgico hanno vissuto attimi di terrore, dopo che una torre di 80 metri è stata colpita da un fulmine. Poco dopo un uomo è precipitato in mare perchè la gru sulla quale si trovava è stata spezzata dalla forza del vento. Oggi  il vertice di Clini a Palazzo Chigi: sarà la quiete dopo la tempesta?

Sfida Renzi vs Bersani su Rai1: gli exit poll televisivi sembrano dare per vincente lui, il sindaco di Firenze e candidato del centrosinistra Matteo Renzi. Oratoria persuasiva, parlantina sciolta e look meno formale (rinuncia alla giacca) Renzi sfodera le sue armi e sferra il primo colpo quando si parla di Equitalia: “bisogna avere il coraggio di dire che gli strumenti non sono stati all’altezza.
Equitalia e’ un modello forte con i deboli, ma i soldi non li prendiamo. Ce la siamo presa con il piccolo ma non siamo andati a prendere i grossi” ha incalzato il Leopoldo. “Equitalia non l’abbiamo inventata noi, nonostante quel che dice Matteo. Stiamo cercando di migliorarla” la risposta secca di Bersani. E ancora quando si parla di Sud e criminalità Renzi si permette di correggere il segretario del Pd, che ha posto l’accento sulle dinamiche gravose del Mezzogiorno: “non c’e’ un problema Sud, c’e’ un problema Italia. I temi al centro delle primarie non servono al Sud, servono al Paese. Il Sud e’ il luogo in cui si gioca la nostra sfida. Dobbiamo riuscire a liberarlo dalle raccomandazioni” afferma Renzi. In chiusura Renzi sfodera poi l’appello al fratello giovane medico costretto ad emigrare per non essere ‘il fratello di’ in quest’Italia di raccomandati: insomma gli ingredienti per fare leva sul popolo (tradizionalista) made in Rai.

Monti: patto con la Cina: un giro di investimenti che potrebbe raggiungere quota 1,27 miliardi. E’ quello siglato ieri fra il Premier Mario Monti e il presidente della Conferenza Consultiva Politica del Popolo cinese, Jia Qinglin. «È la dimostrazione che in molti settori dell’economia italiana si possono attrarre investitori stranieri, potenziando la crescita del Paese».Tra gli accordi spicca quello di cooperazione tra Fastweb e Hua Wei Italy per un valore di 557 milioni di dollari, mentre China Everbright ltd e Ferretti group hanno siglato un accordo di cooperazione strategica dal valore di 480 milioni di dollari. Numerose altre partnership sono in previsione: China general technology e Fata (153 milioni di dollari), Spark machine tool e Aquire Colgar (40 milioni di dollari). Non solo: ieri è stato siglato un contratto per equity joint ventures da 30 milioni tra l’italiana Htm e la cinese Shandong Zhong Kuang group e un accordo di aumento di capitale azionario per 13 milioni di dollari tra Beste e Anui Hauna textile.

OGGI

Il caso Ilva verso l’Aia: il Ministro dell’Ambiente Clini e il Governo discuteranno oggi a Palazzo Chigi un provvedimento che rafforzi l’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) con valore legislativo per consentire all’Ilva di Taranto di riprendere subito l’attività, dopo il sequestro dell’area ‘a freddo’ deciso dalla magistratura lunedì. Un decreto legge che dovrebbe permettere all’azienda di risanare gli impianti, che sarà discusso alla presenza del premier Mario Monti. L’Aia sarà parte integrante del nuovo provvedimento e che dovrebbe, secondo la bozza in fase di discussione, autorizzare la prosecuzione dell’attività per 2 anni salvo “sia riscontrata l’inosservanza anche ad una sola delle prescrizioni impartite nel provvedimento stesso”.

Sciopero trasporti pubblici: giovedì nero per pendolari e mobilità su tutto il territorio nazionale. Anche se  una nota l’Autorità per la garanzia negli scioperi rassicura che lo sciopero riguarderà solo una fetta marginale del servizio di trasporto pubblico,oggi sono a rischio autobus, tram e metropolitane da nord a sud, a cui si aggiungeranno, a partire dallee 21, i treni e le ferrovie nazionali, per un’agitazione di 24 ore. A Milano il timore è che si debba assistere di nuovo a scene di giungla metropolitana come era accaduto lo scorso ottobre, anche se Atm comunica che l’astensione dal lavoro è prevista secondo le canoniche fasce dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 al termine del servizio.

Google nel mirino del fisco in Italia: il colosso di Mountain View nelle mani dei finanzieri italiani. La Guardia di Finanza ha avviato una verifica fiscale “extraprogramma” nei confronti di Google Italia “finalizzata al riscontro del corretto adempimento degli obblighi fiscali in Italia“. Il sospetto è che il ramo italiano della società fondata da Sergey Brin e Larry Page non abbia dichiarato un importo di oltre 240 milioni di euro, a cui si aggiunge l’Iva “relativa e dovuta per un importo pari ad oltre 96 milioni di euro”. Dopo le accuse in Francia del Premier Hollande, che a fine ottobre aveva imposto l’aut aut a Google per aver evaso 1 miliardo di euro di tasse, ora tocca all’Italia. Meglio tardi che mai. Stavolta, se l’evasione fosse confermata, i motori della ricerca della Gdf hanno funzionato.

DOMANI

Scioperi giorno secondo: a partire dalle 21 di giovedì 29 e fino alle 2 di venerdì 30 le tratte ferroviarie di tutta Italia saranno a rischio sciopero. A fermarsi, secondo quanto annunciato dai sindacati di categoria, saranno anche i trasporti aerei. A incrociare le braccia il personale di Alitalia e Cai. A rischio anche il trasporto marittimo e i collegamenti verso le  isole maggiori.

Anniversario ANFE: l’Associazione nazionale famiglie degli emigrati festeggia domani 65 anni. Domani alle ore 15, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, si svolgerà l’iniziativa ”Pane e pregiudizio – Storie di migrazioni – 65 anni dell’Anfe dalla sua fondazione”. Gli interventi introduttivi saranno del Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, del Presidente del Comitato d’onore del 65mo Anfe, e dal Ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata.

Incontro Italia multinazionale: L’Ice, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, presenterà domani il suo rapporto annuale “Italia Multinazionale 2012”: un’analisi dell’internazionalizzazione delle imprese attraverso gli investimenti diretti esteri in entrata ed in uscita dall’Italia, nell’ambito dei mutamenti degli scenari macroeconomici internazionali. Appuntamento a Milano presso la sede dell’Agenzia ICE in Corso Magenta alle ore 10.

Forum delle Città dell’Adriatico e dello Ionio:si chiude domani a Pescara la tre giorni che ha riunito i rappresentanti di Slovenia, il Montenegro, la Bosnia-Erzegovina, la Croazia, Albania e Grecia per ideare nuove strategie di sviluppo, stringere rapporti politici, istituzionali e commerciali.

 

Alessia CASIRAGHI

Il moschettiere della Terza Repubblica

 

La Terra torna a squarciarsi nel sud dell’Italia: questa notte attorno all’una, una scossa di magnitudo 5.0 ha gettato il panico tra le popolazioni di Potenza e Cosenza. E si riapre così la ferita della sentenza che i giorni scorsi ha condannato a 6 anni i sismologi responsabili, secondo i Pm, della mancata allerta nel 2009 quando la Terra aveva tremato a L’Aquila. E mentre sindacati, associazioni civile e il sindaco di Napoli De Magistris si preparano a scendere in piazza contro il Governo Monti, domani a Roma, Luca Cordero di Montezemolo sigla un manifesto a 5 per la nascita di un nuovo contenitore ‘democratico e liberal’. E’ attesa invece per questa sera la sentenza del processo che vede imputato Salvatore Parolisi per l’omicidio della moglie Melania Rea: l’accusa ha chiesto l’ergastolo.

IERI

Servizio Pubblico: prima puntata ieri sera su La7, dopo l’esperimento ‘nomade’ della scorsa stagione, per il Servizio Pubblico di Michele Santoro: picchi del 20% di share e 3 milioni di spettatori. Ospiti d’eccezione: il candidato alle primarie del Pd Matteo Renzi e il Presidente della Camera Gianfranco Fini, messo ai ferri corti dal conduttore per l’affaire riguardante la casa di Montecarlo. “Non mi dimetto per uno scandalo che non c’è” ha replicato Fini, che ha preso le distanze dal cognato Giancarlo Tulliani “non posso rispondere di comportamenti di altri”. Luisella Costamagna mette alla strette invece Renzi, accusandolo di essere come D’Alema, e per farlo, si concede anche una citazione cinefila, da Aprile di Mon. Moretti: “Dì qualcosa di sinistra”.

Vendola Indagato: le tempeste sui candidati alle primarie del Pd sono appena cominciate. Nichi Vendola, leader del Sel e Presidente della Regione Puglia è accusato dalla Procura di Bari di abuso d’ufficio: nel 2009 avrebbe istigato l’ex direttore generale dell’Asl, Lea Cosentino, a riaprire i termini del concorso per la carica di direttore medico dell’Ospedale San Paolo. A ricoprire la carica è tutt’oggi Paolo Sardelli. “Se condannato, lascio la politica” ha fatto sapere Vendola. La guerra è appena cominciata.

Sangue in Afghanistan: aveva solo 24 anni Tiziano Chierotti, il caporale degli Alpini che ieri ha perso la vita in uno scontro a fuoco in Afghanistan. Partito a settembre, Tiziano era alla sua prima missione all’estero. Gli italiani uccisi in Afghanistan dal 2004 ad oggi sono 52: la guerra è finita? No, meglio non dimenticarlo.

Inter Partizan: una vittoria all’ultimo respiro per i nerazzurri ieri sera a San Siro contro i serbi del Partizan. Tifoserie contenute, a dispetto dell’allarme da codice rosso lanciato nei giorni scorsi e sesta vittoria consecutiva per l’Inter di Stramaccioni in Europa League. E l’Inter fa sognare.

OGGI

La terra trema: un sisma di magnitudo 5.0 ha colpito questa notte all’1.05 le province di Potenza e Cosenza. Ipocentro localizzato a 6,3 km di profondità nell’area del Pollino, mentre durante tutto il corso della notte gli abitanti si sono riversati in strada anche a seguito dello sciame sismico che ha fatto registrare scosse più lievi fino all’alba. Il bilancio è di un anziano morto per infarto mentre si trovava nella sua casa di Scalea. E si riapre la polemica a pochi giorni dalla condanna a 6 anni degli esperti della Commissione Grandi Rischi, che secondo il Giudice Billi non seppero prevedere la gravità della scossa de L’Aquila e non allertarono in tempo la popolazione. ”Una settimana fa avevamo acceso i riflettori sull’evoluzione dello sciame sismico nel Pollino, dicendo che era necessario attivare uno stato di attenzione” ha fatto sapere Giuseppe Zamberletti, presidente della Commissione Grandi Rischi. “Imprevedibile” è stato il commento dello scienziato Enzo Boschi in merito all’entità della scossa della scorsa notte.

Omicidio Melania Rea: sarà il giorno più lungo oggi per Salvatore Parolisi, vedovo di Melania Rea e principale indagato per la morte della moglie il 18 aprile del 2011 nel bosco di Ripe Civitella. Oggi i giudici del Tribunale di Teramo potrebbero infliggere al caporale maggiore la pena più alta chiesta dall’accusa: ergastolo senza attenuanti, pena ridotta a 30 anni poichè Parolisi ha scelto il rito abbreviato. La sentenza è attesa per questa sera.

Allerta maltempo: in Liguria è scattato questa mattina il codice rosso della Protezione Civile: a Genova scuole chiuse, evacuazioni disposte in alcune zone della città e popolazione allertata. Il timore è che la Riviera venga colpita duramente come era accaduto il 4 novembre del 2011, con un bilancio di morti e intere aree distrutte.

Il Futuro di Montezemolo: li potremmo chiamare i 5 moschettieri della Terza Repubblica: sono Luca Cordero di Montezemolo, Presidente di Italia Futura, Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione internazionale e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Raffaele Bonanni della Cisl, Andrea Olivero, presidente delle Acli e Lorenzo Dellai, presidente della provincia autonoma di Trento. Sono i 5 firmatari e promotori dell’appello per la creazione di un nuovo ‘contenitore’ di stampo “democratico, popolare e liberale”, un soggetto politico che vedrà la luce in occasione del meeting aperto a tutti del prossimo 17 novembre. Nel manifesto spiccano espressioni come ‘urgente e radicale cambiamento della politica’ e ‘dignità al lavoro sia come servizio pubblico che come intrapresa privata’, ‘riduzione della pressione fiscale’, ‘ricostruzione civile’. Ammutinato speciale, Oscar Giannino, già animatore di ‘Fermare il declino’ che ha deciso di non prendere parte all’evento di novembre “pensiamo che si debba scartare rispetto all’agenda Monti” il commento del giornalista.

DOMANI

No monti day: si preannuncia una giornata campale quella che si svolgerà domani nella Capitale: organizzazione sindacali, comitati di disabili, forum italiano dei movimenti per l’acqua e anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris si sono dati appuntamento alle 14.30 in Piazza della Repubblica. Il corteo, per il quale sono attese oltre 20 mila persone, raggiungerà Piazza San Giovanni passando per Via Cavour, Piazza dell’Esquilino, Piazza S. Maria maggiore, Via Merulana, Viale Manzoni e Via Emanuele Filiberto.

Milan Genoa: si disputerà domani sera alle 20.45 allo Stadio Meazza il match tra i rossoneri di Allegri e il Genoa di Gigi Del Neri. Occhi puntati sulla panchina del Milan, dopo l’ennesimo défaite in terra spagnola di mercoledì: il Genoa arriva a Milano motivato dal post De Canio, mentre Allegri viaggia sempre più sul filo del rasoio. Che vinca il migliore.

Ora solare: orologi indietro di un’ora nella notte fra sabato 27 e domenica 28 ottobre. Torna l’ora solare in tutta Italia: l’ora legale tornerà il 30 marzo 2013.

Alessia CASIRAGHI

Riforma forense, il Cnf torna alla carica

Il Cnf torna alla carica sulla legge della riforma forense. Il presidente del Consiglio Nazionale Forense Guido Alpa ha infatti inviato una lettera al Presidente della Camera Gianfranco Fini, al Presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno e ai Capigruppo della Camera, per chiederne il sostegno sulla legge di riforma professionale che dalla prossima settimana sarà in calendario alla Camera e per informarli delle molte delibere di adesione al Cnf giunte spontaneamente dalle Unioni e dagli ordini forensi di tutta Italia. La richiesta di approvazione vuole che l’iter sia accelerato senza ulteriori ritardi e nel rispetto sostanziale del testo che la Commissione Giustizia della Camera ha varato prima dell’estate. Tenendo conto, infatti, del fatto che i tempi della legislatura si annunciano molto brevi.

L’Avvocatura sottolinea dunque con forza che riaprire negoziazioni su quel testo significherebbe tornare indietro di tre-quattro anni, tradendo il lungo lavoro svolto in tutto questo tempo dal Parlamento stesso, che ha recepito le indicazioni contenute negli interventi del Governo Monti in materia di concorrenza e di difesa degli interessi dei cittadini, a partire dall’abrogazione delle tariffe e dall’introduzione della assicurazione obbligatoria per il professionista.

Alpa ribadisce inoltre quelli che l’Avvocatura considera elementi qualificanti e irrinunciabili della riforma:

-l’accesso qualificante alla professione;
-la qualità della prestazione professionale realizzata con l’aggiornamento permanente e le specializzazioni;
-l’organizzazione professionale attraverso la modifica della struttura delle s.t.p. che escluda soci di puro capitale; -la nuova struttura del procedimento disciplinare con diverse articolazioni presso gli Ordini;
-la qualificazione della consulenza diretta a garantire che il cittadino possa essere correttamente e professionalmente assistito, in questa fase non meno rilevante per la tutela dei diritti;
-l’esercizio nobile di un ruolo non sostituibile dei Consigli dell’Ordine, che non può e non deve essere mortificato. L’atteggiamento assunto dal Governo, dall’ostruzionismo al testo approvato dalla Commissione Giustizia e ora rimesso in discussione in aula, all’assunzione di alcuni provvedimenti senza il necessario confronto con le rappresentanze degli avvocati (come ad esempio il provvedimento sulla geografia giudiziaria) fino alle riforme procedurali del processo civile e al mancato stralcio della professione forense dai regolamenti, genera molto scontento tra gli avvocati che, produttori di reddito e di occupazione, sono anch’essi colpiti dalla gravissima crisi che attraversa il Paese. Ed alla quale vogliono reagire con maggiore qualificazione e motivazione.

Manovra, verso una correzione da 20-25 miliardi

Cominciano a filtrare le prime cifre sulla manovra correttiva cui sta lavorando il governo Monti per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013. Una manovra sulla quale pesa la revisione al ribasso del pil. Facendo riferimento al calo dello 0,5% nel 2012 previsto dall’Ocse, la correzione necessaria salirebbe dai 13-15 miliardi previsti inizialmente a 20-25 miliardi. Secondo indiscrezioni, al momento si starebbe lavorando sulla parte bassa di questa forchetta.

In tutto questo, arrivano segnali anche dalla politica, sempre meno indifferente di fronte ai propri enormi e ingiustificati costi. Secondo quanto riporta un comunicato congiunto di palazzo Madama e Montecitorio, il presidente del Senato Renato Schifani e il presidente della Camera Gianfranco Fini, si sono infatti incontrati assieme ai rispettivi Collegi dei Questori con il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, e hanno comunicato al governo di voler procedere entro la fine dell’anno a una radicale modifica della disciplina in tema di assegni vitalizi.

Dal 1° gennaio 2012 sarà introdotto il sistema di calcolo contributivo, in analogia con quanto previsto per tutti i lavoratori. Tale sistema opererà per intero per i deputati e i senatori che entreranno in Parlamento dopo tale data e pro rata per coloro che attualmente esercitano il mandato parlamentare.

Sempre dal 1° gennaio 2012, i parlamentari che avranno terminato il mandato percepiranno il trattamento di quiescenza non prima del compimento dei 60 anni di età per chi abbia esercitato il mandato per più di una intera legislatura, e al compimento dei 65 anni per coloro che abbiano versato i contributi per una sola intera legislatura. Un po’ alla volta qualcosa si muove…

d.S.

Consolidare il debito pubblico? Caro Della Vedova, pesa bene le tue parole…

di Gianni GAMBAROTTA

Futuro e Libertà, il movimento che fa capo al presidente della Camera, Gianfranco Fini, annovera nelle sue schiere molti esponenti che in queste settimane hanno goduto di grande attenzione mediatica. E non potrebbe essere diversamente, visto che da loro dipende il futuro del governo: è ovvio che giornali e tv seguano con interesse le loro dichiarazioni, le loro prese di posizione. Fra questi esponenti politici ce n’è uno che conta in modo particolare, tanto da essere considerato il braccio destro di Fini, ascoltato dal capo su tutti gli argomenti, in particolare su quelli che hanno attinenza con l’economia.

Si tratta di Benedetto Della Vedova, ex militante del Partito Radicale, politico raffinato ed esperto che, qualche giorno fa, parlando in uno dei tanti talk show televisivi ha affrontato il tema spinoso del debito pubblico, un macigno che grava sull’Italia da anni e finisce persino per condizionarne la sovranità. Della Vedova ha detto, senza scomporsi, che la soluzione è molto semplice: l’Italia dovrebbe fare come ha fatto tempo fa l’Argentina, che ha consolidato il debito. Che significa? Questo: che non lo ha restituito alla scadenze previste, ma lo ha dilazionato. Della Vedova ha detto che questa è una ricetta validissima: per esempio i titoli di Stato in scadenza fra cinque anni, si potrebbero rimborsare fra 50 anni. Così si sposta il problema e, anzi, lo si annulla perché in mezzo secolo l’inflazione si occuperà di azzerare (o quasi) il valore reale di quel debito.

Ora ci si domanda: ma com’è possibile che un leader politico faccia affermazioni di questo genere? Non sa Della Vedova che il Tesoro italiano nel 2011 dovrà collocare sui mercati titoli per 200 miliardi di euro? Stiamo parlando di un quarto di tutto il debito pubblico che sarà emesso in Europa nei prossimi 12 mesi. Per convincere gli investitori a sottoscriverlo, il Tesoro dovrà già pagare interessi più alti rispetto alla Germania e avrà bisogno di trovare sui mercati un clima di fiducia nei confronti dell’Italia. Clima che, come tutti sanno, non c’è. Anzi, c’è diffidenza, timore che la crisi finanziaria, dopo aver colpito Grecia e Irlanda e minacciato seriamente il Portogallo, punti direttamente verso di noi dato il caos politico che regna dalle nostre parti. E a questi mercati, Della Vedova, sostanzialmente dice che il nostro governo, a suo avviso, in futuro non dovrebbe onorare gli impegni.

C’è da sperare che il Financial Times e gli altri media sempre molto critici con l’Italia, ma seguitissimi dalla business community, non si siano accorti delle dichiarazioni di Della Vedova, o che non le abbiano ritenute degne di attenzione. E c’è da augurarsi che il prossimo governo (qualunque sia) sia formato da persone che pesino bene le parole quando toccano argomenti delicati come il debito sovrano.

Instabilità politica e crisi, anche la Costituzione ha le sue responsabilità

di Gianni GAMBAROTTA

Forse questa crisi politica che si è aperta di fatto, anche se non ancora ufficialmente, con il discorso di Gianfranco Fini, è davvero diversa dalle altre. Questo interminabile braccio di ferro fra due dei fondatori del Popolo della Libertà, ha messo sotto gli occhi di tutti che c’è qualcosa di profondo, di storico, di radicato che non funziona nel sistema italiano. Per l’ennesima volta un governo cade (a quello attuale non è ancora successo, ma basterà aspettare e non a lungo) non perché l’opposizione lo abbia stretto in un angolo e obbligato a gettare la spugna, ma per la litigiosità interna alla maggioranza che lo sostiene.

Gli episodi del recente passato sono indicativi. Vi ricordate il primo governo di Silvio Berlusconi? Ottenne la fiducia il 10 maggio del 1994 e cadde il 17 gennaio del ‘95, quando il premier fu costretto a dimettersi per l’uscita della Lega dalla maggioranza. In tutto rimase in carica 252 giorni, neppure un anno. Oppure prendete il secondo governo formato da Romano Prodi, quello che batté Berlusconi alle elezioni politiche del 2006. Nato il 17 maggio di quell’anno, sorretto da una maggioranza composita formata da tanti partiti e partitini, non riuscì neppure a compiere i due anni e si dimise il 7 maggio 2007 perché la coalizione che avrebbe dovuto sostenerlo era in disaccordo su tutto.

Nella prima Repubblica questo copione si ripeteva con sistematicità. I governi, in media, duravano un anno e cadevano anche per motivi molto banali. Si pensava che il passaggio alle seconda Repubblica, l’avvio del bipolarismo avrebbe cambiato la situazione, portato a una maggiore governabilità. I due precedenti citati di Berlusconi e Prodi, e quanto sta avvenendo in questi giorni dimostrano che non è così.

L’Italia deve accettare l’idea che le servono riforme profonde se vuole raggiungere quel minimo di efficienza politica indispensabile per un Paese che aspira a essere moderno. Molti osservatori, giornalisti, editorialisti sostengono che quella italiana è una bellissima Costituzione, che va difesa, che non bisogna dare spazio a chi vuole modificarla. In parte è vero: la Costituzione nata nel 1948 introduce dei principi, dei valori che sono assolutamente positivi e vanno difesi. Ma è anche vero che ha disegnato un meccanismo di gestione del sistema politico che non funziona e difficilmente si metterà a funzionare in futuro. Già in passato si è accettato il principio che una riforma è indispensabile: la Bicamerale era stata concepita per questo, ma senza risultati. Oggi penso che quel cammino andrebbe ripreso.

Caro Fini, caro D’Alema: le rendite finanziarie non si toccano

Cari lettori, da oggi, 26 ottobre 2010, inizia a scrivere per Infoiva Gianni Gambarotta, firma di prestigio del giornalismo economico italiano. Nella sua rubrica Baracca&Burattini, Gambarotta commenterà ogni settimana i fatti grandi e piccoli dell’economia, italiana e non, con lo stile chiaro e diretto e con l’equilibrio che contraddistinguono un professionista di lungo corso quale è lui. Buona lettura. Il Direttore – Davide PASSONI

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di Gianni GAMBAROTTA

Gianfranco Fini e Massimo D’Alema hanno parlato insieme nel weekend scorso ad Asolo. Hanno detto molte cose, hanno scoperto di andare d’accordo su svariati temi. Bene, non voglio qui entrare nel merito di dibattiti politici. Non è quello che mi interessa in questa sede e in questo momento. Quello che mi ha colpito (e non solo me) negli interventi dei due leader è stata la loro perfetta intesa sul tema della tassazione delle rendite finanziarie: “Vanno raddoppiate, portate dall’attuale 12,5 per cento, al 25 per cento. Un’aliquota in linea con quelle in vigore nei maggiori Paesi europei nostri partner“.

Per me questa proposta che trova allineati Fini e D’Alema è sbagliata. Non parlo di giustizia sociale: da questo punto di vista in teoria potrebbe anche  starci. Parlo dell’efficacia economica di una misura certo non neutra come il raddoppio, di punto in bianco, del prelievo fiscale sul risparmio. È qui che le cose non funzionano.

L’Italia ha, fra i tanti, un problema: le decisioni economiche, nella loro grande maggioranza, transitano dai partiti. È la classe politica che decide dove indirizzare risorse, investimenti, finanziamenti. E lo fa seguendo i segnali di un radar che non cerca il successo e lo sviluppo del Paese nel suo complesso, ma capta soprattutto le convenienze elettorali. Gran parte della spesa, detto in parole molto povere, è un immenso, gigantesco voto di scambio che si ripete anno dopo anno. E questo succede con qualsiasi guida politica, chiunque sieda al volante, sia di centro-destra, sia di centro-sinistra.

Ora la pressione fiscale in Italia si aggira attorno al 46 per cento della ricchezza totale prodotta dal Paese. Questo significa che i partiti ogni anno intermediano, decidono che destinazione dare a quasi la metà del Pil. Un qualsiasi aumento della pressione fiscale non farebbe che aumentare questo stato di cose.

L’Italia non ha bisogno di questo. Anzi ha bisogno, e rapidamente, di imboccare esattamente la strada opposta. Quindi io credo che qualsiasi misura che miri ad aumentare anche di un solo euro quanto lo Stato prende dai cittadini è sbagliata e va evitata per ragioni di strategia politica del Paese.

E c’è un’altra osservazione da fare. Il risparmio è stato agevolato negli anni perché rappresenta uno dei pochi fattori positivi su cui l’Italia possa contare: il ministro Giulio Tremonti si è giocato, eccome, l’enorme patrimonio di risparmio privato nazionale quando si è trattato di rinegoziare in sede europea il patto di stabilità. Quindi bisognerebbe rifletterci bene prima di buttare tutto all’aria.