IoLavoro Startup Franchising

Il franchising batte la crisi, questo sì, ma avere la “pappa pronta” non va bene neppure per chi vuole mettere alla prova la propria vocazione all’imprenditorialità utilizzando questa formula. Perché tanti sono i franchisor, ma non è detto che non ci sia spazio per nuove idee.

Proprio in questa direzione va il contest IoLavoro Startup Franchising, che si terrà nell’ambito di IoLavoro, la principale job fair italiana in programma dal 25 al 27 marzo 2015 al Lingotto Fiere di Torino.

IoLavoro Startup Franchising è stato realizzato in collaborazione con il Salone del Franchising di Milano e punta a selezionare i 3 migliori progetti d’impresa da trasformare in franchising. L’iscrizione a IoLavoro Startup Franchising si può effettuare inviando il proprio progetto all’indirizzo email marketing@salonefranchisingmilano.com entro il 20 marzo 2015. Il progetto deve essere corredato dalla presentazione dell’idea di business che vi sta alla base, da una presentazione delle potenzialità di sviluppo e dei punti di forza, da un business plan articolato su 5 anni e dal CV degli ideatori. I quali devono essere obbligatoriamente under 29 e residenti in Piemonte.

Tra tutti i progetti partecipanti a IoLavoro Startup Franchising, Iolavoro e il Salone del Franchising di Milano selezioneranno 10 idee di business che riterranno migliore e inviteranno gli ideatori a IoLavoro per presentare le proprie idee in 5 minuti il 25 marzo. Una giuria di esperti valuterà i progetti e sceglierà i tre migliori, i cui ideatori potranno seguire un percorso di consulenza specializzata tenuto dagli organizzatori del Salone del Franchising e la partecipare con un proprio stand gratuito al Salone stesso, che si svolgerà a Milano a ottobre.

Crowdfunding, il nuovo social business

 

Un’idea di business che diventa realtà grazie all’aiuto di una comunità, un gruppo di persone (crowd = affollare, e in questo caso bisogna proprio dirlo, “più si è meglio è”). E’ il teorema che sta alla base del crowdfunding, come viene definito quel processo di finanziamento collettivo che permette di dare luce a nuove start up.

Ma quali sono le potenzialità oggi del crowdfunding in Italia? Come si finanzia concretamente un progetto o un’idea di impresa solo tramite la sua visibilità sul web e nell’universo dei social? Infoiva lo ha chiesto a Eppela, il progetto di crowdfunding che permette di condividere le proprie idee di business on line e raccogliere fondi per la loro realizzazione. Che molto spesso non resta solo un miraggio: Eppela ha infatti all’attivo decine di progetti di impresa che hanno visto la luce, come Trail Me Up, la community di visite guidate virtuali, o Fattelo!, la lampada di design che si costruisce da un semplice cartone.

Ma facciamo un passo indietro: da dove si comincia? Ce lo racconta Fabio Simonelli, Project Manager Eppela. 

Quando e come è nata l’idea di dare vita ad Eppela?
Eppela nasce da un’intuizione di Nicola Lencioni nella primavera del 2011. Tornato da uno dei suoi viaggi scouting negli USA, e dopo aver scoperto la piattaforma KickStarter, Nicola decide che anche in Italia è il momento di cercare un nuovo modo di proporre e fare impresa.

Secondo quali criteri scegliete i progetti e le idee da condividere grazie alla vostra piattaforma?
Eppela e il suo team non danno giudizi di merito sull’eccellenza di un progetto. Ci limitiamo a valutare l’etica dello stesso ma sopratutto l’idea di base e la volontà del progettista di portare a termine il suo “sogno”.

Quanti sono i progetti che ad oggi siete riusciti a finanziare?
Su Eppela sono andati a buon fine numerosissimi progetti: dai già citati Trail Me Up e Fattelo!, ma anche cortometraggi, progetti artistici e una linea di t-shirt ecologiche.

Perchè un ‘investitore’ decide di puntare su un progetto virtuale che conosce solo attraverso il web?
Perché’ il crowdfunding crea un legame empatico tra progetto e “consumatore”. E’ come un amore a prima vista. Il crowdfunding segue le logiche dell’e-commerce: si scommette sulla riuscita di un progetto ma anche sulla reale voglia di diventare parte del progetto stesso (anche se non si diventa soci del progettista….ricordiamoci che Eppela si occupa di reward base crowdfunding).

Il crowdfunding rappresenta oggi una valida alternativa rispetto ai classici finanziamenti o ai meno accessibili venture capital per un’idea di impresa alla ricerca della spinta iniziale?
Il crowdfunding rappresenta una leva di sviluppo. Rappresenta una nuova dinamica di social business, dove l’idea viene validata e supportata dalla folla con le donazioni, non con dei semplici like.

A vostro avviso, oggi esiste in Italia una cultura del crowdfunding e del social financing?
Non ancora, anche se abbiamo passato il periodo della filosofia. Eppela ha lavorato e sta lavorando per far capire cosa è il crowdfunding. Ma adesso siamo passati alla pratica. Stiamo dimostrando che funziona!

L’esempio di alcuni politici (come Barack Obama che ha finanziato parte della campagna elettorale con i soldi donati dagli elettori tramite crowdfunding, o per restare in italia di Matteo Renzi e del suo camper finanziato dagli elettori) possono essere una spinta o un volano per la diffusione della pratica del finanziamento che viaggia in rete?
La politica rappresenta sempre un tasto dolente per la richiesta di sostegno economico, ma crediamo che se alla base della proposta esiste un movimento e delle persone pulite, il crowdfunding rappresenti il modo più efficace per valutare la performance di un candidato o di un movimento politico.

Alessia CASIRAGHI

Idee imprenditoriali: Pizza e Sfizi dei fratelli Altieri

 

A Milano, quello dell’ape cross eno gastronomico è diventato un business quanto mai remunerativo, chic, alla moda. Ma sui tanti che offrono panini e calici di champagne, interi frutteti e persino collezioni di moda, ce n’è uno che si distingue dal camino fumante di profumata pizza napoletana. Quella vera, solo che viene da Monza.

A darle forma e spazio nei giardini del Politecnico, Piazza Leonardo da Vinci, sono Daniele Altieri e so fratello,  un passato di ristoratori e ambulanti, nessun sito web a sponsorizzarli, solo i loro otto anni da capi-pizzaioli di Pizza e Sfizi.

E non crediate si tratti di un mero “baracchino” della pizza-mordi-e-fuggi: questo è  un servizio di catering a domicilio in cui si chiama il Signor Altieri, e lui arriva con super forno su quattro ruote pronto a sfornare pizze  per tutti, per feste, sagre, occasioni speciali …

Insomma dalla pizza da asporto eccoci di fronte alla pizza da importo. Ci siamo fatti raccontare la sua storia, non senza assaggiare una Margherita D.O.C..

Da dove è nata questa idea di business?
È nata da un passato da pollivendolo. Inizialmente eravamo pizzaioli di due pizzerie da asporto, a Monza. Poi abbiamo ceduto quell’attività e per cinque – sei anni abbiamo fatto  i pollivendoli nei mercati. Quindi, abbiamo unito l’esperienza ambulante con quella della pizzeria fissa ed è nato  questo furgone con il forno a legna per le pizze.

Avete più camioncini di questo tipo?
No, solo questo qui.

Quali zone di Milano servite?
Solo questa, universitaria,  insieme alle fiere, quando ci chiamano come punto di ristoro in sagre, feste di paese.

E funziona?
Direi sì. Abbiamo riscontrato da parte degli organizzatori di manifestazioni e sagre o feste patronali una difficoltà di inserimento nelle fiere perché quando c’è uno di questi furgoni presente in una sagra o in una fiera c’è una lamentela da parte delle pizzerie esistenti e dei locali, bar che fanno panini o vendono alimentari. Avendo avuto successo ad una festa patronale come quella di Cesano Boscone dello scorso anno , quest’anno non ci hanno riconfermato la presenza per una lamentela del catering che ha incassato meno dell’anno precedente.

Però… ma com’è organizzato il vostro camioncino?
Forno a legna, frigorifero, impastatrice: è tutto autonomo autorizzato per la preparazione e la vendita.

L’idea è quella di riaprire, un giorno, un’altra pizzeria?  O avete intenzione di espandere il vostro business in un altro modo?
No, non credo. Forse siamo troppo anziani per rimetterci in gioco. Siamo troppo vecchi per iniziare un nuovo  business alla grande.

Di quale tipo di promozione vi servite? Come è possibile contattarvi?
Passaparola e basta.

E quante pizze riuscite a sfornare?
Dipende dalle ore: se riusciamo a lavorare un giorno intero anche 700, come è stato per lanotte bianca di Como. Qui in Piazza Leonardo una cinquantina perché siamo limitati dal tempo dell’Università, dalle 2 ore dell’ambulantato itinerante, e perché noi possiamo stare più di 2 ore qui.

Da a che ora a ora “prenotarvi una pizza”?
Siamo qui dalle 12 alle 14.

Paola Perfetti

Idee imprenditoriali: DesignWine, dal web al calice

Mettete insieme l’eccellenza del vino italiano, l’immediatezza del web, una grande dedizione al lavoro e otterrete un’idea di business semplice e vincente. Un esempio di come si possa fare impresa con successo, sfruttando la rete, la propria passione e un prodotto che è il fiore all’occhiello del nostro export. L’idea si chiama DesignWine ed è venuta a un signore americano innamorato del nostro Paese e del business, Timothy O’Connell. Vendere vini pregiati (e non solo…) online? Se siete dei puristi storcerete il naso, ma a sentire come Timothy racconta la storia e l’essenza della sua impresa, vi ricrederete subito.

Ci racconti brevemente la sua storia personale e imprenditoriale.
Sono nato negli Stati Uniti e cresciuto a Chicago. Ho studiato all’Università del Wisconsin completando gli studi con un Master in Economia e Scienze Politiche alla McGill University di Montreal. Ho avviato la mia prima impresa, Mountain Adventures, a Treviso nel 1995 e in seguito ho creato assieme ad alcuni soci un’azienda di Consulenza a Venezia nel 1998. Nel 2002 sono entrato in Technogym prima come Direttore dell’area Consumer poi come Direttore Marketing. Nel 2009 ho deciso di riprendere la carriera imprenditoriale fondando assieme ad alcuni soci, DesignWine.

Com’è fare business in Italia agli occhi di un americano? Facile, complesso, stimolante…?
Lavorare in Italia è sempre stimolante, sebbene io mi sia sempre adoperato nel supporto delle aziende italiane che cercavano di crescere all’estero. Anche oggi DesignWine ha due aree di business: la prima focalizzata sulla promozione e vendita online dei vini, l’altra opera nella consulenza per supportare lo sviluppo del Business delle aziende.

Come è nata la sua passione per i vini?
Amo il buon cibo e ovviamente il vino è il complemento naturale: ecco un altro motivo per cui vivo in Italia!

E la passione per l’Italia?
Nasce dal territorio, dalla cultura e dalla passione delle persone. Non è sempre facile, ma quando le cose funzionano allora funzionano bene. Buona parte di questa passione nasce anche dalla vita con mia moglie e i miei figli.

Spesso si pensa che il vino pregiato debba essere comprato solo in enoteca o nelle migliori cantine. Il vostro sito dimostra il contrario: come ha pensato di sposare il web e l’alta enologia?
La vera opportunità dei produttori italiani di vini pregiati è il web come strumento per comunicare il vero valore dei loro prodotti. Una bottiglia di vino piazzata sullo scaffale di un’enoteca in mezzo a altre centinaia di bottiglie per non dire migliaia, comunica poco e purtroppo a volte vende meno. A DesignWine lavoriamo ogni giorno per usare il web nel modo più corretto per comunicare la storia che c’è dietro ogni singola bottiglia dei nostri vini.

Come scegliete i vini in vendita su DesignWine.com?
Attraverso l’esperienza del nostro comitato di selezionatori che degusta e valuta ciascun vino. Evitiamo di usare le classiche pubblicazioni tipo Gambero Rosso o Espresso per giudicare i vini.

Che cos’hanno di particolare i vini italiani rispetto ai “fratelli” di tutto il mondo?
Scegliere un vino italiano è spesso molto più complesso che sceglierne uno straniero. Poiché l’Italia produce un’enorme quantità di vino (è sempre fra i primi 2 produttori al mondo) il livello di qualità dei prodotti che si trovano sul mercato è amplissimo. Se a questo uniamo che l’Italia ha alcuni dei migliori vini al mondo, con un rapporto qualità-prezzo fantastico, è chiaro che il tipico consumatore necessità di essere guidato nella selezione del vino giusto. Il nostro impegno come DesignWine è proprio quello di essere il partner di fiducia per chi cerca i grandi vini italiani.

Italians do it better: quanto c’è di vero, secondo lei, in questa celebre frase?
Gli italiani sono i migliori nel fare molte cose, specialmente in ambito creativo, ma hanno bisogno di comprendere meglio che l’attuale situazione economica e competitiva richiede la massima focalizzazione su marketing e vendite. Fare grandi prodotti è il primo passo, ma dopo è necessario venderli.

Davide Passoni

Contatti
Timothy O’Connell
DesignWine s.r.l.
Via Roberto Ruffilli, n. 18/20
47030 San Mauro Pascoli (FC)
Italy
Tel. +39 0541 810231
Fax +39 0541 1641060

http://www.designwine.com/
Twitter: @design_wine
Facebook: www.facebook.com/designwine
Skype: designwine