Imposta sui contanti versati in banca, stop del Governo

Quella dell’ imposta sui contanti versati in banca stava diventando una notizia che, se confermata, avrebbe acceso (figuratamente…) un candelotto di dinamite sotto alla sedia del premier Renzi. Nei giorni scorsi era infatti circolata la voce che, per combattere l’evasione fiscale, oltre a misure sensate il governo stava pensando di introdurre una imposta sui contanti versati in banca, superiori ai 200 euro, che fosse crescente proporzionalmente al valore del versamento. Una bomba, appunto.

Ecco perché il Governo si è affrettato a smentire la voce, ricordando che anzi l’obiettivo dell’Esecutivo non è introdurre una imposta sui contanti versati in banca ma portare i limiti per l’uso del contante al livello europeo, alzandoli da 1.000 a 3mila euro. Un tetto più alto, dal momento che all’estero l’uso del contante è più limitato che in Italia, in quanto i pagamenti elettronici sono molto più frequenti che da noi. Quindi, niente imposta sui contanti versati in banca.

Il Governo non ha mai fatto mistero di puntare sullo sviluppo dei pagamenti elettronici come strumento di lotta all’evasione, come la fattura o lo scontrino elettronici, immediatamente tracciabili dal Fisco. Del resto, proprio l’ok al decreto delegato sulla fatturazione elettronica e online è legato a doppio filo l’aumento della soglia per l’uso del contante: se salta il primo, salta anche il secondo.

Insomma, sulla voce relativa alla imposta sui contanti versati in banca sembra essere stata messa la parola fine. Almeno per ora…

Imposta sui contanti, che cosa c’è di vero

C’è una voce che si rincorre da giorni sull’ipotesi di una imposta sui contanti versati in banca. Smentite e rettifiche si sono susseguite, ma a quanto pare qualcosa di vero c’è. Domani il Governo presenterà il piano di attuazione dell’articolo 9 della famigerata Delega fiscale, i cui effetti saranno sensibili a partire dall’1 gennaio 2017. E si riaffaccia l’ imposta sui contanti.

Stando alle anticipazioni, il piano si baserà su tre punti cardine: fatturazione elettronica tra privati; tracciabilità dei mezzi di pagamento; scontrini e ricevute digitali. Sul fronte della tracciabilità, il Governo intenderebbe dichiarare scoraggiare l’utilizzo del contante introducendo una imposta sui contanti versati giornalmente in banca, per somme superiori ai 200 euro.

Dal 2017 sarebbe poi obbligatorio per artigiani, commercianti e professionisti la memorizzazione e la trasmissione telematica al Fisco di tutti i pagamenti giornalieri, con l’obiettivo di eliminare progressivamente gli scontrini cartacei.

Una rivoluzione pari a quella dell’ imposta sui contanti versati in banca, dal momento che l’obbligo riguarderà anche la Gdo e i gestori dei distributori automatici. Inoltre, sempre dall’1 gennaio 2017 ci sarà l’obbligo di trasmettere elettronicamente i dati delle fatture emesse, di quelle ricevute e di quelle rettificative.

Nelle intenzioni del Fisco, la fatturazione elettronica tra privati sarebbe l’ultimo tassello della digitalizzazione delle prestazioni di servizi e cessioni di beni che, al momento, è obbligatoria solo per i fornitori della Pubblica Amministrazione.