Dichiarazione dei redditi partite Iva: tutte le date

Ecco quali sono le date da rispettare per le partite Iva nella dichiarazione dei redditi 2022. In questa guida illustreremo quando e come si pagano le tasse e le varie scadenze fiscale dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti. In particolare è necessario prestare attenzione:

  • al versamento del saldo 2021 e del primo acconto;
  • alle modalità da seguire per il calcolo;
  • al secondo acconto;
  • alla dichiarazione dei redditi.

Partite Iva e lavoratori autonomi: a giugno il pagamento del saldo e del primo acconto

A giugno, le partite Iva e i lavoratori autonomi dovranno versare il saldo e il primo acconto. Per le partite Iva aperte nel corso del 2021 si tratterà del debutto nel versamento delle imposte. Infatti, la legislazione nazionale prevede che la tassazione sul reddito imponibile venga calcolata e poi versata a partire dal mese di giugno dell’anno susseguente, in concomitanza con la dichiarazione dei redditi. La scadenza è dunque fissata al 30 giugno 2022.

Partite Iva e liberi professionisti: entro il 30 giugno 2022 versamento del saldo e della prima rata

Le partite Iva e i liberi professionisti attivi già da anni, a giugno devono fare il calcolo di quanto versare sulla base di quanto già pagato nell’anno precedente. Infatti, nel 2021 sono state già versate o le ritenute a titolo di acconto o di acconti di imposta. E, pertanto, entro il 30 giugno 2022 dovrà essere pagato il saldo e la prima rata dell’acconto dell’Irpef, dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) o dell’imposta sostitutiva per le partite Iva a regime forfettario.

Versamento imposte partite Iva al 30 giugno 2022, si può pagare dopo?

Il primo pagamento di giugno relativo al saldo e alla prima rata delle partite Iva e dei lavoratori autonomi può essere differito di 30 giorni. Non è necessario che ci sia una motivazione da dimostrare, ma la scadenza può essere posticipata al 30 luglio prossimo. Considerando che nel 2022 il 30 luglio capita di sabato, si può procedere con il versamento entro il 2 agosto. Infine, data la pausa estiva, l’ultima data utile disponibile per il pagamento del saldo e della prima rata è quella del 22 agosto 2022. Tuttavia, pagare in ritardo rispetto al 30 giugno il saldo e la prima rata comporta l’addebito degli interessi al tasso dello 0,4%.

Imposte delle partite Iva, come si può rateizzare quanto dovuto?

Le partite Iva possono anche rateizzare gli importi dovuti al 30 giugno a titolo di imposte. Sia che scelgano la scadenza del 30 giugno prossimo che quella del 22 agosto, l’importo da versare può essere rateizzato con scadenza dell’ultima rata al 30 novembre 2022. A questa data corrisponde anche il versamento del secondo acconto. Il pagamento di quanto dovuto può essere effettuato solo on line, utilizzando il modello F24.

Partite Iva, come si calcola il saldo e il primo acconto?

Per il calcolo del saldo di imposta, le partite Iva dovranno considerare:

  • il reddito imponibile e la dichiarazione dei redditi;
  • le detrazioni e le deduzioni;
  • quanto già versato nel corso del 2021 come acconto.

Nel momento in cui si determina il saldo dell’imposta del precedente anno, si definisce anche quale acconto dovrà essere pagato. Tale acconto andrà a saldo nel 2023.

A quanto ammonta l’acconto delle partite Iva?

L’imposto dell’acconto delle partite Iva corrisponde al totale dell’imposta dichiarata nell’anno 2022. Il contribuente, tuttavia, nel caso in cui preveda delle riduzioni della propria attività autonoma, può versare a titolo di acconto un importo inferiore. Nel momento in cui viene definito il totale dell’acconto, dovrà essere pagato subito, entro il 30 giugno 2022, il 40% dell’acconto stesso. Le partite Iva forfettarie rientranti negli Indici sintetici di affidabilità (Isa), versano a titolo di acconto il 50%.

Partite Iva e liberi professionisti: entro quando va pagato il secondo acconto?

Il versamento del secondo acconto delle partite Iva e dei liberi professionisti ha scadenza al 30 novembre 2022. Entro questa scadenza, i lavoratori autonomi dovranno pagare la restante parte, ovvero il 60% (o il 50% dei soggetti Isa). Si tratta dell’acconto per il prossimo anno, da versare in via obbligatoria. Nel caso in cui l’acconto dovesse non eccedere l’importo di 257,52 euro, è possibile versarlo in un’unica soluzione con scadenza al 30 novembre 2022. In questo caso, non dovrà essere pagato nulla a giugno.

Dichiarazioni dei redditi delle partite Iva e professionisti: quali sono le date da ricordare?

La dichiarazione della dichiarazione dei redditi delle partite Iva tramite il modello Persone fisiche (Pf) deve essere presentata da tutti i lavoratori autonomi, indipendentemente dall’aver conseguito dei redditi nel periodo di imposta 2021. È quanto prevede l’Agenzia delle entrate con il provvedimento dello scorso 31 gennaio. Pertanto, anche le partite Iva che nello scorso anno non abbiano conseguito guadagni sono tenute a presentare il modello Persone fisiche.

Entro quando deve essere inviato il modello Persone fisiche dai titolari di partita Iva?

Il modello Pf deve essere inviato entro la scadenza del 30 giugno prossimo se si provvede mediante la compilazione del modello cartaceo. In tal caso, il modello va inviato da un ufficio postale. Nel caso in cui si scelga di inviare il modello Pf on line, la scadenza è al 30 novembre prossimo. Lo può inviare direttamente il contribuente o il proprio commercialista.

Accertamento Iva e imposte dirette, nuovi termini

La Legge di Stabilità 2016 ha introdotto importanti novità in materia fiscale, anche per quello che riguarda i termini di accertamento per le imposte dirette sui redditi e per l’Iva. Lo ha fatto intervenendo su due articoli della normativa fiscale.

Nel dettaglio, la Legge di Stabilità 2016 ha ampliato i termini per l’ accertamento fiscale delle predette imposte, riscrivendo rispettivamente l’articolo 57 del D.P.R. 633/1972 relativo all’IVA e l’articolo 43 del D.P.R. 600/1973 relativo alle imposte sui redditi.

La legge prevede ora questo ampliamento dei termini di accertamento:

  • 5 anni, successivi a quello in cui è stata presentata la dichiarazione per la notifica di avvisi su rettifiche e accertamenti induttivi. Il termine precedente era di 4 anni;
  • 7 anni, a decorrere da quello in cui la dichiarazione avrebbe dovuto essere presentata, nei casi di omessa dichiarazione o presentazione di dichiarazione nulla (ora equiparate). Il termine precedente era di 5 anni.

In base alla nuova normativa, l’ accertamento può essere integrato o modificato a salire attraverso la notifica di nuovi avvisi, entro i termini previsti, qualora l’Agenzia delle Entrate venga a conoscenza di nuovi elementi.

Importante ricordare che i nuovi termini di accertamento sono applicati agli avvisi relativi al periodo d’imposta vigente alla data del 31 dicembre 2016 e successivi; per i periodi d’imposta precedenti restano in vigore le disposizioni precedenti:

  • notifica degli avvisi di accertamento entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello nel quale è stata presentata la dichiarazione;
  • notifica degli avvisi di accertamento entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello nel quale la dichiarazione avrebbe dovuto esser presentata, nei casi di omessa presentazione di dichiarazione o di nullità della stessa.

Entrate tributarie 2014 in linea con quelle del 2013

Tra gennaio e novembre 2014 le entrate tributarie sono rimaste in linea con quello dello stesso periodo del 2013: 354.226 milioni. Un lieve calo delle imposte dirette è compensato dalla crescita del gettito derivante da quelle indirette.

Nello specifico delle entrate tributarie, il gettito complessivo delle imposte dirette ammonta a 185.300 milioni di euro, con Irpef in calo dell’1,2% (-1.658 milioni), dovuto al calo delle ritenute sui redditi dei dipendenti del settore privato (-0,6%), delle ritenute sui redditi dei dipendenti pubblici (-1,6%), dei lavoratori autonomi (-1,8%) e dei versamenti in autoliquidazione (-1,7%).

Per quanto riguarda le imposte indirette, il gettito complessivo delle entrate tributarie è pari a 168.926 milioni di euro, con una crescita dell’1,8% del gettito Iva (+1.711 milioni di euro). Nello specifico, l’Iva sugli scambi interni registra un andamento positivo del 2,4% (+1.974 milioni di euro), mentre cala del 2,1% l’introito della componente Iva sulle importazioni da Paesi extra-Ue.

Cala dello 0,7% l’imposta di bollo (-53 milioni), mentre cresce del 5,3% (+1.126 milioni di euro) il gettito dell’accisa sui prodotti energetici (oli minerali), del 13,6% (+460 milioni di euro) quello dell’accisa sul gas naturale per combustione (gas metano) e del 12,1% (+261 milioni di euro) quello dell’accisa sull’energia elettrica e addizionali.

Entrate tributarie su, anche grazie all’Imu

L’importo relativo alle entrate tributarie, che ora equivale a 292.526 milioni di euro, è salito del 3,8%. Considerando anche l’imposta sostitutiva una tantum sul leasing di aprile 2011, si arriva addirittura a 4,2%.

E’ ora disponibile online il bollettino per il periodo gennaio-settembre 2012, con le appendici statistiche e guida normativa, nonché la relativa nota tecnica che sintetizza del documento.

L’incremento registrato dal gettito erariale è conseguenza delle misure correttive varate nella seconda metà del 2011 e sicuramente, tra gli artefici di questo aumento, c’è anche la prima rata di acconto Imu, oltre all’imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale, l’imposta di bollo e quella di fabbricazione sugli oli minerali.

Per quanto riguarda le imposte dirette, sono a quota + 6.359 milioni di euro, con un incremento del 4,3%, anche se l’Ire, in controtendenza, presenta segno negativo (- 0,4%, – 446 milioni di euro), dovuto alle ritenute dei lavoratori autonomi, ai versamenti in autotassazione e alla riduzione della ritenuta d’acconto (dal 10 al 4%) sui pagamenti dei bonifici disposti dai contribuenti per beneficiare di oneri deducibili o di spese per le quali spetta la detrazione d’imposta.

Le disposizioni che riguardano le rendite finanziarie hanno portato ad un incremento del gettito, proveniente dall’imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale, per un totale di 2.076 milioni di euro (+ 45,6%).

Anche le imposte indirette aumentano, registrando un + 3,2%, pari a 4.268 milioni di euro. Segno negativo, invece, per l’Iva (- 1,4%), derivante soprattutto dalla contrazione degli scambi interni e delle importazioni, solo in parte compensata dall’aumento dell’imposta di un punto percentuale.

Per quanto riguarda le altre imposte, è cresciuto il bollo, con un + 136,9%, grazie anche al versamento per le attività scudate, e segno positivo anche per le imposte sulle transazioni (+ 32,5%).
Il gettito d’imposta di fabbricazione sugli oli minerali registra un + 23,5% (+ 3.304 milioni di euro) mentre sono in calo i giochi, che perdono complessivamente 858 milioni di euro: cresce solo il gettito delle lotterie istantanee (+ 0,4%), mentre diminuiscono le entrate derivanti dagli apparecchi (- 1%) e quelle derivanti dal lotto (-10,1%).

Vera MORETTI

Crescono le entrate tra gennaio e maggio

Aumentano le entrate tributarie nei primi cinque mesi del 2011: 145,84 miliardi di euro, con una crescita del 5,1% pari a +7,05 miliardi, rispetto allo stesso periodo del 2010. Un dato che emerge dal Bollettino del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia, nel quale si sottolinea “la buona tenuta delle entrate tributarie che, per il secondo mese consecutivo, crescono ad un tasso allineato rispetto al periodo pre-crisi“.

Le imposte dirette aumentano del 4,5% (+3.149 milioni di euro) rispetto al corrispondente periodo del 2010, con un andamento sostenuto dal gettito IRE che presenta un incremento tendenziale del 4,3% (+2,73 miliardi di euro) dovuto alla crescita del gettito delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente (+3,5%), trainato sia dagli aumenti dell’indice delle retribuzioni contrattuali orarie registrati nei primi mesi dell’anno, sia dal rinnovo di alcuni contratti collettivi.

Le imposte indirette fanno registrare un aumento del 5,7% (+3.904 milioni di euro) rispetto al medesimo periodo del 2010. Il ministero sottolinea come continui il positivo andamento dell’IVA, che evidenzia un incremento tendenziale del 4,4% (+1.818 milioni di euro) sostenuto, in particolare, dal gettito dell’imposta sulle importazioni (+28,2% pari a +1.524 milioni di euro) che riflette l’incremento dei flussi in valore di beni e servizi importati sui quali influisce l’aumento del prezzo del petrolio.

Il buon andamento delle entrate è confermato anche da Bankitalia, secondo cui, nei primi cinque mesi del 2011, sono salite a 140,494 miliardi, in crescita del 5,6% rispetto ai 133,033 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. La differenza tra le due fonti è dovuta al diverso metodo di calcolo seguito: via Nazionale si basa infatti sul criterio di cassa, mentre il ministero applica il principio della competenza economica.