Strategia d’impresa: come pianificarne una vincente

Strategia d’impresa sono due parole che racchiudo l’intero mondo aziendale. Ma come pianificarne una di successo? Ecco alcuni piccoli consigli.

Strategia d’impresa: alcuni concetti base

La parola strategia deriva dal greco “strategos” che significa “ colui che conduce l’esercito“. In ambito militare la strategia del comandante permette di ottenere la vittoria. Nel gergo più moderno lo stratega è colui che sa prendere le decisioni importanti, prevedendo a volte anche gli effetti che si potranno avere nel lungo termine. Quindi la strategia non è altro che un sistema di scelte relative alle risorse da impiegare. Ma anche di azioni da intraprendere a livello produttivo, finanziario ed organizzativo che permettono alle aziende di ottenere i loro obiettivi. Inoltre definire una strada da seguire, definendo fin da subito le azioni da percorrere, permette anche di capire, in sede di controllo, se si sta percorrendo la via corretta, oppure qualcosa non va. Infine l’elaborazione e l’aggiornamento continuo della propria strategia pongono l’impresa ad essere pronta ad adeguarsi ai continui cambiamenti che potrebbero essere imposti dal mercato.

Stratega d’impresa: l’importanza della pianificazione

Attraverso la pianificazione si possono definire gli obiettivi di lungo termine dell’impresa e si elaborano, in termini di risorse, le operazioni e i comportamenti utili al raggiungimento degli stessi. Quindi possiamo ben dire che la pianificazione di una strategia d’impresa passa attraverso:

  • l’analisi dell’ambiente esterno;
  • l’analisi dell’ambiente interno;
  • la definizione degli obiettivi;
  • l’individuazione dei punti di forza e di debolezza;
  • la redazione di piani d’azione;
  • la realizzazione dei piani.

Strategia d’impresa: l’analisi dell’ambiente esterno

Per definire in modo corretto gli obiettivi aziendali occorre analizzare anche il mondo esterno. Perché le società, le imprese dialogano comunque con tutto ciò che si trova intorno a loro. Anche perché è dall’ambiente esterno che possono arrivare stimoli o imprevisti che possono influire sulla normale gestione. Quindi ai fini dell’evoluzione strategia occorre sempre fare, soprattutto in fase di apertura, un’analisi dell’ambiente:

  • politico;
  • sociale;
  • il settore in cui l’azienda intende lavorare;
  • la definizione della concorrenza;
  • la definizione della domanda;
  • i fattori produttori di interesse.

Per i primi due punti è molto intuitivo capire le ripercussioni che ci potrebbero essere all’interno dell’azienda. Mentre la definizione del settore vuol dire capire in quale modo mercato si vuole operare. Inoltre è importante aver chiaro a quali consumatori vogliamo rivolgersi. Ad esempio se si vogliono produrre giocattoli, è chiaro che il nostro consumatore sarà un bambino che deve essere attratto dal nostro prodotto. Altra riflessione riguarda la concorrenza, i competitors all’intero dello stesso segmento di mercato. Ed infine la produzione di quali mezzi o fattori ha bisogno per poter essere operativa? Domanda senza dubbio indispensabile.

L’analisi dell’ambiente interno: cosa vuol dire?

Oltre a studiare l’ambiente esterno è chiaro che ogni imprenditore deve capire come vuole organizzare l’interno della propria attività. L’analisi dei costi considerando quelli fissi e quelli variabili. Ma anche il tipo di prodotto da produrre o commercializzare e i fattori produttivi da acquistare. Perciò la capacità finanziaria dell’impresa deve essere un punto focale. Certo tutto è commisurato alla grandezza dell’impresa, se è piccola o grande, più o meno strutturata. Viene da se che capire i propri punti di forza o di debolezza è un esame indispensabile. In generale le principali aree da considerare sono quelle: manageriali, finanziarie, il personale, la tecnologia  disponibile, la distribuzione ed il marketing.

La definizione degli obiettivi

Dopo questa prima fase di studio del mercato, dell’ambiente interno ed esterno si può passare alla definizione degli obiettivi. Gli obiettivi possono dividersi in:

  • mission;
  • obiettivi di breve termine;
  • obiettivi di medio lungo termine.

La mission esprime in modo ampio gli scopi che l’impresa persegue, la sua cultura, la filosofia, i valori chiave ed infine l’orientamento strategico. Spesso la mission incorpora anche degli obiettivi sociali, che diventano uno slogan. Mentre gli obiettivi di lungo termine sono i risultati che l’azienda si fissa di raggiungere nel lungo periodo, oltre l’anno per intenderci. Invece gli obiettivi di breve termine sono piccoli step da eseguire. Infatti sono spesso assegnati a singole aree ed essere realizzati entro un breve periodo appunto.

Strategia d’impresa: come formulare quella corretta?

Una volta definiti i traguardi da raggiungere, è bene concentrarsi su come formulare una strategia vincente. Occorre quindi un piano aziendale, detto anche business plan, che considera l’azienda nel suo complesso e rappresenta la formalizzazione dell’intero processo di pianificazione della gestione stessa. Si andranno così a disporre dei piani operativi annuali, definendo chi deve fare cosa ed in quanto tempo. Quindi si può dire che i piani descrivono e quantificano gli obiettivi da conseguire, le risorse da impiegare e le azioni da intraprendere. Ma anche verificare il budget a disposizione per la realizzazione del piano, l’analisi di eventuali scostamenti e le azioni correttive. Il saper pianificare, controllare ed eventualmente correggere è proprio uno degli aspetti che permettono di avere un’impresa sana. Solo attraverso questo tipo di attività costanti l’imprenditore potrà misurare lo stato di salute della sua “creatura” e quindi intervenire al momento giusto.

Proposte di Padoan per l’imprenditoria

In occasione della conferenza della Bei appena svoltasi a Napoli, Pier Carlo Padoan ha fatto una dichiarazione che potrebbe dare una notevole scossa all’imprenditoria italiana.

Il ministro dell’Economia ha, infatti, affermato che il 14 novembre ha intenzione di proporre alla task force europea sugli investimenti “più di mille progetti concreti di investimento sostenibili e realizzabili nel prossimo triennio per un valore superiore ai 10 miliardi”.

Le iniziative per le quali si è accennato riguardano alcuni settori tra i più in fermento in questo periodo, ovvero: la banda ultralarga nelle zone “bianche” (specie al Sue); la messa in sicurezza della rete stradale; l’efficentamento energetico degli edifici pubblici; il credito agevolato per sostenere lo sviluppo delle Pmi; il finanziamento delle reti di impresa per favorire l’aggregazione e la crescita dimensionale.

Questi progetti saranno finanziati da risorse sia pubbliche sia private, e una prima lista di interventi da avviare verrà redatta già dalla prossima settimana.
Ovviamente, tutti i progetti verranno vagliati da Bei e dalla Commissione Ue, con una presentazione prevista a dicembre davanti all’Ecofin.

Vera MORETTI

La crisi si supera dando opportunità agli imprenditori

Le piccole e medie imprese rappresentano la maggior parte del tessuto produttivo italiano e, per questo, vanno tutelate, anche e soprattutto in questo periodo di crisi profonda.

Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo Economico, ha ribadito, in occasione di un incontro avvenuto a Biella tra imprenditori, associazioni di categoria, sindacati e studenti, l’importanza di creare, per gli imprenditori italiani, nuove opportunità di lavoro.
In questo modo, infatti, potrebbe ripartire anche la produttività e la disponibilità ad investire, aprendo un circolo virtuoso che potrebbe permettere di uscire dal tunnel.

Zanonato ha affrontato tutte le problematiche che stanno mettendo in gravi difficoltà le pmi italiane, a cominciare dal costo dell’energia, che, come abbiamo precedentemente commentato anche su Infoiva.com, è tra gli elementi anti-competitivi che ci fa rimanere indietro rispetto agli altri Paesi europei.
A questo proposito, il ministro ha intenzione di presentare nei prossimi Consigli dei Ministri una proposta per effettuare un taglio di 3 miliardi sulla bolletta elettrica complessiva.

Per quanto riguarda il cuneo fiscale, il giudizio del ministro è positivo. ”Si dice che un miliardo per la riduzione del cuneo fiscale è poco. E’ vero, ma è la prima volta che si va nella direzione opposta. Abbiamo invertito un trend. Si può fare di più’ ma ci vuole tempo, perché quasi tutti gli sprechi della pubblica amministrazione sono computabili in ore di lavoro equivalenti. Mano a mano che arriveranno altre risorse, ad esempio dalla lotta all’evasione fiscale, le metteremo tutte a sostegno della competitività del sistema manifatturiero”.

Vera MORETTI

Hai un’idea? Ricorri al crowdfunding

Una parola nuova è spuntata nella bozza del nuovo decreto Crescita bis, messo a punto dal Governo.
Nell’ambito della previsione di un nuovo tipo di srl, ovvero la isrl, dove la “i” indica l’innovazione, si parla di crowdfunding.

Di cosa si tratta? Per agevolare le persone fisiche che investono in start-up, è stato introdotto un meccanismo, il crowdfunding appunto, che serve a raccogliere fondi in maniera spontanea.
Con l’ausilio del web, inoltre, sembra che questo sistema sia davvero efficace, tanto da essere stato utilizzato anche dal Louvre di Parigi per acquisire “Le tre Grazie” di Lucas Cranach.

Il crowdfunding è importante anche quando si tratta di raccogliere fondi e finanziare imprese, aiutare l’arte e la cultura, ma anche aiutare i paesi poveri soccorrere le vittime di tragedie umanitarie.
La condivisione, infatti, permette di raggiungere obiettivi che si ritenevano impensabili ed oggi, con il supporto dei social network, è facilmente ottenibile.

Ma come può essere utilizzato da coloro che si apprestano a fare i primi passi nel mondo dell’imprenditoria?
Basta solo pubblicare un progetto e chiedere alla comunità online di finanziarlo.

Per facilitare la comprensione e l’apprendimento di questo nuovo sistema di finanziamento, molto al passo con i tempi, Alberto Falossi ha scritto il Kapipalist Manifesto, che riassume in se i principi fondamentali di questo modello:

  • I tuoi amici sono il tuo capitale : gli amici e i contatti del tuo social network possono aiutarti a raccogliere un capitale.
  • I tuoi amici realizzano i tuoi sogni: ogni tuo contatto può dare un contributo, anche piccolo. Insieme, gli amici ti aiuteranno a realizzare i tuoi piccoli e grandi desideri, progetti, sogni.
  • Il tuo capitale dipende dal numero di amici: tanti contributi possono costruire un grande capitale. Più contatti hai, più probabilità ci sono di raggiungere la cifra di cui hai bisogno.
  • Il tuo capitale dipende della fiducia: i contributi non arrivano automaticamente. Anche se contatti molte persone, dovrai prima guadagnare la loro fiducia, specialmente se non le conosci personalmente.
  • Il tuo capitale aumenta col passaparola: i tuoi amici possono aiutarti inviando un contributo in denaro, ma anche passando parola. Questo farà crescere il tuo social network e aumenterà le probabilità di raggiungere il tuo obiettivo.

Le iniziative di crowdfunding si possono distinguere in iniziative autonome, sviluppate ad hoc per sostenere cause o progetti singoli, e piattaforme di crowdfunding. Queste possono a loro volta essere generaliste o verticali, cioè dedicate a un tema.

Il Decreto Crescita bis, di cui circolano le bozze in questi giorni, vuole favorire il crowdfunding per aiutare le imprese concedendo agevolazioni alle persone fisiche che investono in start up.
In questo modo, chiunque ha un’idea che gli sembra brillante può proporla in rete e…se son rose fioriranno!

Vera MORETTI

Le imprese aprono le porte ai giovani in occasione del PMI Day

Dal 23 al 26 novembre si è tenuto un evento chiave per il tessuto imprenditoriale italiano. Si è festeggiato il Pmi Day, tre giorni completamente dedicati alla promozione delle piccole e medie imprese nazionali che hanno avuto carta bianca nell’organizzare eventi coordinate con le associazioni di rappresentanza per convogliare i giovani, le scuole, le famiglie verso le attività produttive del territorio.

Un open day che ha coinvolto oltre 600 aziende che hanno fieramente illustrato i loro valori, la loro storia e i progetti per il futuro a una platea d’eccezione. Per un giorno cravatte, giacche e camicie ben stirate  hanno lasciato spazio a un abbigliamento più sobrio e casual dei tanti studenti orgogliosi di partecipare alla celebrazione delle “loro” imprese. Sono trascorsi poco meno di due mesi dalla Settimana delle Pmi (3-9 ottobre 2011), evento promosso dall’Unione Europea con finalità di crescita imprenditoriale comune. Anche in quel caso il tentativo è stato di incoraggiare le persone, in particolare i giovani, ad optare per una carriera d’imprenditore, dare un riconoscimento agli imprenditori per il loro contributo al benessere, all’occupazione, all’innovazione e alla competitività. In quella data il respiro è stato “comunitario” mentre il Pmi Day ha avuto un tono più locale ma con una partecipazione ancora più attiva e con contatti diretti.

Un grande successo di adesioni
Sono state più di 400 le scuole medie e superiori partecipanti, oltre 70 associazioni imprenditoriali in tutta Italia per un totale di oltre 27mila partecipanti e 600 aziende come ricordato in precedenza. E’ Roma (e la provincia di Frosinone e Rieti) ad aver coinvolto il maggior numero di persone: oltre mille studenti, 26 aziende e 150 imprenditori. Il presidente della Piccola industria di Confindustria, Vincenzo Boccia, ideatore dell’evento giunto alla seconda edizione, dichiara: “Abbiamo voluto raccontare il nostro mondo, il valore che rappresentano le imprese in un paese essenzialmente trasformatore come l’Italia, la loro capacità di costruire benessere collettivo e difendere con il lavoro la dignità delle persone”. E aggiunge: “Un piccolo imprenditore, quando la mattina entra in ufficio, non si chiede più quale sarà il futuro della propria azienda, ma quale sarà il futuro del Paese, un senso di responsabilità che dimostra i passi avanti fatte dalle Pmi italiane”.

Iniziative in giro per l’Italia
A Monza e Brianza si sono contate 12 imprese aderenti e più di 500 ragazzi coinvolti. Alessio Barbazza Presidente della Piccola Impresa di Confindustria locale, in visita assieme alle scolaresche all’Aquaworld di Concorezzo, in merito alla preparazione che le scuole danno per affrontare il mondo del lavoro dichiara: “Ci sono scuole e università capaci in grado di dare una formazione adeguata ad introdurre lo studente nell’impresa e scuole invece molto distanti. Come Confindustria stiamo lavorando molto sugli istituti tecnici che sono le fonti principali per le piccole e medie imprese, ma il lavoro non è semplice: la tecnologia in questi ultimi anni ha avuto un accelerazione senza precedenti e la sfida per la scuola è di rimanere sempre aggiornati e al passo con i tempi. Poi c’è una sfida più culturale oltre che tecnica: si deve insegnare l’etica del lavoro, che molto spesso manca”.
In provincia di Caserta, il motto dell’iniziativa è stato “Industriamoci”. Sono stati coinvolti sei istituti scolastici (circa 400 giovani) ad indirizzo professionale e altrettante aziende, dalle industrie casearie, all’automotive passando per l’agroindustria, che hanno aperto le loro porte. Il presidente di Piccola Industria di Confindustria Caserta, Andrea Funari conferma la ricca partecipazione e ricorda come l’evento sia stato anche un momento utile per rinsaldare le radici italiane: “In ciascuna delle aziende visitate dai ragazzi è stato proiettato un dvd celebrativo sia dei 150 anni dell’Unità d’Italia e sia del Centenario di Confindustria, quasi a sottolineare il ruolo fondamentale che l’associazione degli industriali ha avuto nella storia del Paese e per la sua crescita”.
A Perugia hanno aderito 11 imprese che hanno permesso agli studenti delle scuole superiori di osservare da vicino tutte le fasi del processo manifatturiero dalla materia prima al prodotto finito. Per il presidente di Confindustria Perugia Ernesto Cesaretti i dati sulla partecipazione testimoniano ”la volontà delle nostre imprese di scommettere sul futuro guardando ai giovani”. All’iniziativa ha partecipato anche l’istituto di credito Intesa San Paolo.
Ad Aosta hanno accolto i ragazzi delle scuole aziende del calibro di Thermoplay Spa di Pont-Saint-Martin, Heineken Spa di Pollein, la centrale Idroelettrica Alouette a Rhemes-Saint-Geoges dei Fratelli Ronc Srl e la Dora di Aosta. In questo caso più che mai si nota il legame tra tessuto imprenditoriale e territorio (la centrale idroelettrica ne è la prova più palese).
Ampio esito ha avuto l’iniziativa anche a Bergamo, in cui la visita alla Robur (azienda leader nella produzione di pompe di calore) ha fatto da evento clou; nel territorio della Valtellina con 400 ragazzi coinvolti e l’avvio del ciclo di iniziative denominato “Student in Progress” che prevede ulteriori incontri con i dirigenti delle imprese al fine di garantire continuità. Naturalmente di tutto rispetto è stata la proposta di Milano, territorio che si riconferma come “patria” dell’imprenditoria con un occhio di riguardo per l’innovazione tecnologica.
Per la giornata conclusiva si è scelto l’Abruzzo. Presso la sala “E. Fermi” dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, si è tenuto il 26 novembre l’evento di chiusura del Pmi Day 2011 al quale ha partecipato il presidente Nazionale Piccola Industria, Vincenzo Boccia. I ragazzi abruzzesi hanno potuto confrontarsi con alla presenza di testimonial del mondo dell’impresa e dello sport locale. E’ stato lungamente applaudito l’intervento di Modesto Lolli, presidente comitato regionale Piccola Industria che ha ricordato l’importanza di mettere i giovani nelle condizioni di partecipare attivamente all’operosità del nostro Paese: “Ripensare il rapporto tra tradizione e attualità, tra moderno e globale, significa porre al centro i giovani, offrire loro spazi di possibilità, promuovere la ricerca in questo Paese non all’estero, aprire laboratori, finanziare ricerche perché le risposte non vengono dalle cartomanti né si comprano al mercato ma sono frutto di studio, passione e intelligenze che al prezzo di grandi sacrifici riescono a conquistare un metro alla verità e alla scienza, a individuare terapie o a scommettere su modelli di crescita”.
Appuntamento dunque al prossimo anno, con un’iniziativa che ha dimostrato l’interesse delle isituzioni ma anche dei privati nell’attrarre giovani capaci e formati verso i poli produttivi territoriali con attenzione per quelle che sono le realtà locali. L’Italia sta dimostrando di voler investire nella formazione dei ragazzi e nella garanzia di politiche del lavoro che sappiano dare sicurezze per il futuro rendendo marginali i rischi di precariato.

Mirko Zago