Lazio, finanziamenti alle imprese femminili

Nuovi stanziamenti da parte della Regione Lazio per le imprese femminili. La giunta Zingaretti ha infatti messo a disposizione 1 milione di euro per sostenere la nascita e lo sviluppo di idee e progetti imprenditoriali innovativi sviluppati da donne.

Lo stanziamento è inserito nel bando regionale “Innovazione Sostantivo Femminile”, giunto alla sua seconda edizione e presentato nei giorni scorsi dal governatore, Nicola Zingaretti e dall’assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive, Guido Fabiani.

L’iniziativa è stata rinnovata dopo che il bando 2014, aveva fatto registrare oltre 830 prenotazioni di imprese femminili durante click day, con 349 progetti presentati, 248 ammissibili e 54 finanziati. Un’adesione massiccia che aveva spinto la giunta a portare il plafond disponibile da 1 milione a 1,5 milioni.

Diversamente da quanto accaduto nell’edizione 2014, quest’anno il bando sarà aperto alle imprese femminili già costituite e a quelle che ancora non lo sono, purché, qualora ammesse alla partecipazione, vengano costituite entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del provvedimento di concessione del finanziamento.

Le imprese femminili ammesse sono le micro, piccole e medie imprese e società tra professionisti in cui il titolare sia una donna, società di capitali dove le donne detengano quote pari almeno al 51% e rappresentino almeno il 51% del cda, cooperative o società di persone in cui il numero di socie sia almeno il 60% della compagine sociale.

Il bando consentirà di finanziare progetti che includano la realizzazione di nuovi prodotti o servizi attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie e che siano afferenti alle aree di specializzazione della Smart Specialisation Strategy regionale o della Social Innovation, con contributi concessi pari al 70% delle spese ammissibili, fino a un massimo di 30mila euro presentato dalle imprese femminili. Come è ovvio, i progetti dovranno essere realizzati all’interno della Regione Lazio.

Per presentare la domanda, le imprese femminili dovranno compilare la documentazione scaricabile dal sito www.biclazio.it, inviandola via pec all’indirizzo isf@pec.biclazio.it entro il 15 ottobre 2015.

Un 8 marzo guardando a Expo2015

Oggi è l’ 8 marzo, le donne festeggiano (anche se non sempre ne avrebbero motivo, viste le vessazioni e le discriminazioni cui ancora devono sottostare…) e parlano, specialmente in rete. E di che cosa parlano in questo 8 marzo e non solo? Anche di Expo2015.

Secondo un’analisi della Camera di commercio di Milano attraverso VOICES from the Blogs, spin off dell’Università degli  Studi di Milano, all’estero, a parlare di Expo2015 negli ultimi 4 mesi sono per la maggior parte donne: il 54% di utenti unici donna rispetto al 46% di utenti unici uomini.

Sono 636 i commenti internazionali delle donne nel mondo ogni giorno (anche oggi 8 marzo), soprattutto da Europa e Stati Uniti. In Italia sono 5.500 i commenti delle donne in italiano ogni giorno su Expo2015, anche se più attivi sul tema sono gli uomini col 54% del dibattito. Ma l’interesse delle donne è in crescita: 46% rispetto al 44% di dicembre 2014. E le donne, anche in questo 8 marzo, sono più Expo-ottimiste sulla manifestazione.

L’analisi è stata realizzata su 146mila commenti in Rete pubblicati nel mondo, escludendo l’italiano, che parlano di Expo2015 dal 1 novembre 2014 al 4 marzo 2015 e su un’analisi su 323mila commenti in Rete pubblicati in italiano che parlano di Expo2015 durante i primi due mesi del 2015.

E, a proposito di 8 marzo e di Milano, sempre secondo la Camera di commercio del capoluogo lombardo, in regione sono ben 153mila le imprese femminili a fine 2014, che danno lavoro a 374mila persone. Di queste imprese, 18mila sono straniere e 21mila sono giovani. Si stima che Expo2015 porterà 2.600 nuove imprese femminili in Italia, metà delle quali in Lombardia. Buon 8 marzo a tutte, imprenditrici e non!

Intesa Sanpaolo per l’imprenditoria femminile

Intesa Sanpaolo ha destinato 600 milioni di euro per l’imprenditoria femminile, per incentivare sia l’avvio di nuove attività sia il rilancio di quelle già esistenti.

L’imprenditoria femminile soffre la crisi tanto quanto l’imprenditoria maschile, ma a volte riesce a resistere meglio ai morsi della recessione, come deve aver capito Intesa Sanpaolo. Tuttavia la donna, imprenditrice o lavoratrice che sia, spesso ha bisogno di maggiori tutele, come, per esempio, delle garanzie in caso di eventi come la maternità o la cura di familiari malati.

Grazie a Intesa Sanpaolo, le imprenditrici già attive o le donne che desiderano aprire un’attività e intendono accedere ai prestiti, possono fare domanda entro il 31 dicembre 2015. Il sostegno all’imprenditoria femminile si prolungherà comunque oltre la fine del prossimo anno, perché Intesa Sanpaolo ha predisposto un prestito destinato all’imprenditoria femminile, “Business Gemma”, che resterà nel pacchetto di offerta della banca.

Niente crisi per le imprese femmili

In barba alla crisi, l’Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere ha rilevato che, durante lo scorso anno, le imprese in rosa sono aumentate di più di settemila unità rispetto al 2011.

Il risultato, già di per sé importante, assume maggiore significato se raffrontato con quello relativo al totale delle imprese italiane, cresciute nel 2012 dello 0,3% e, ancora di più, se si guarda al contributo dato dalle imprese guidate da donne alla tenuta del tessuto imprenditoriale nazionale.
Questo perché le 7.298 imprese femminili in più costituiscono un terzo del saldo di tutto il sistema delle imprese, laddove la quota è pari a poco meno di un quarto (il 23,5%) del totale.
Il “saldo” delle imprese femminili esistenti a fine 2012 è di 1.434.743 imprese su tutto il territorio nazionale.

I dati sono stati resi noti da Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, nel corso del convegno “Imprenditoria femminile: una risposta alla crisi?” svoltosi durante l’edizione 2013 della BIT, la Borsa Italiana del Turismo.

Ecco le sue parole: “La tenuta delle imprese femminili di fronte a questa crisi dimostra che le donne sanno affrontare con straordinaria energia anche le difficoltà maggiori. Di certo portano con sé una determinazione, un bagaglio di competenze e stili imprenditoriali differenti rispetto agli uomini. Purtroppo sono ancora molti gli ostacoli che limitano le donne nell’esprimere appieno la propria creatività e professionalità nel mondo del lavoro, anche se il loro contributo si fa sentire da sempre nelle tante imprese familiari che caratterizzano il nostro tessuto produttivo. Credo che l’agenda del nuovo governo dovrà porre una grande attenzione a tutti quegli strumenti, innanzitutto di welfare ma anche di tipo finanziario, che possono sempre di più spingere le donne a fare impresa. Il sistema camerale ha investito da oltre dieci anni in questa direzione e continuerà a farlo, rafforzando i Comitati per l’imprenditoria femminile presenti e attivi sul territorio all’interno delle Camere di commercio”.

Le regioni italiane dove l’imprenditoria femminile è sensibilmente cresciuta sono Lombardia (+1.928 imprese), nel Lazio (+1.555) e in Toscana (+1286).
Gli incrementi più significativi in termini percentuali si registrano nelle stesse regioni ma in ordine inverso: +1,29% in Toscana, +1,09% nel Lazio e +1% in Lombardia.

Tra le attività più diffuse, ci sono i servizi di alloggio e ristorazione (+3.640), le costruzioni (+1.172), le altre attività di servizi (+1.102), le attività immobiliari (+951) e i servizi alle imprese (+935).

Segnale negativo, invece, per le imprenditrici dell’agricoltura (-5.257 aziende rispetto al 2011), dell’industria manifatturiera (-832) e del commercio (-743).

Vera MORETTI

Pubblicato il bando per il Premio Impresa Donna 2012

La Camera di Commercio di Benevento ha presentato l’edizione 2012 del Premio Impresa Donna, concorso che ancora una volta si prefigge di premiare le imprese in rosa che hanno saputo distinguersi per:

  • Originalità, innovazione e creatività dell’attività svolta;
  • Adozione di strumenti innovativi di commercializzazione e di assistenza alla clientela;
  • Utilizzo di strategie innovative di comunicazione e di promozione dell’azienda;
  • Qualificazione, valorizzazione e promozione del territorio e/o della produzione tipica locale;
  • Realizzazione di azioni o progetti per il rafforzamento della posizione competitiva sui mercati esteri;
  • Stile di conduzione dell’azienda, valorizzazione delle risorse umane, sperimentazione di progetti di conciliazione dei tempi di vita e lavoro;
  • Aver favorito la crescita dell’occupazione femminile;
  • Adozione di elementi innovativi nel processo aziendale a tutela dell’ambiente e del risparmio energetico.

Partecipare al bando è semplice, anche se occorre avere alcuni requisiti, come ad esempio una sede legale e operativa in provincia di Benevento ed essere iscritte alla CCIAA dal 31 dicembre 2006. Inoltre, bisogna essere il regola con il DURC, Documento unico di regolarità contributiva.

Le imprese partecipanti possono appartenete a qualsiasi settore compreso tra artigianato, agricoltura, industria, commercio e servizi e saranno premiate con opere realizzate da prestigiosi maestri artigiani locali.

Le domande di ammissione alla selezione – corredate dei CV aziendali – devono essere avanzate, entro e non oltre il 02 novembre 2012, con una delle seguenti modalità:
a mezzo raccomandata AR indirizzata a: CCIAA di Benevento, Piazza IV Novembre 1, 82100 Benevento; a mezzo posta elettronica certificata (PEC), sottoscritte digitalmente, (indicando nell’oggetto “Bando Premio Impresa Donna”) all’indirizzo: cciaa.benevento@bn.legalmail.camcom.it.

Per ricevere ulteriori informazioni, potete consultare online il bando.

Vera MORETTI

Sorelle d’Italia, l’Italia s’è impresa

Finalmente una buona notizia nella valle di lacrime della crisi economica. Tra imprese che chiudono, imprenditori che si uccidono, operai che perdono il lavoro l’Italia dell’impresa, se non si scopre un Paese per giovani si scopre un Paese per donne. Secondo il rapporto sull’imprenditoria dell’Ocse, basato su dati del 2009 riferiti a 40 Stati, l’Italia è al secondo posto in Europa per donne imprenditrici.

I dati dicono infatti che nel nostro Paese il 16% delle donne impiegate è imprenditrice o lavoratrice autonoma. Un dato che si posiziona ben al di sopra della media europea, ferma al 10%, e che stacca di brutto quello di Paesi ben più avanti del nostro in termini di politiche del lavoro al femminile come la Francia, il Regno Unito e la saccentella Germania (tra il 6 e l’8%).

Altro dato incoraggiante, il 26,8% delle imprese italiane con proprietario singolo e almeno un dipendente fa capo a una donna. Ma quali sono i settori che più attraggono le energie, gli investimenti e la creatività delle imprenditrici italiane? Trasporti, accoglienza e commercio la fanno da padrone, settori nei quali le aziende rosa sono di più e longeve quasi quanto quelle guidate da maschi: il tasso di sopravvivenza a tre anni dalla nascita delle imprese femminili è risultato del 37,6% contro il 37,8% di quelle dei maschietti. E se durano più o meno per lo stesso tempo, le donne battono gli uomini in termini di natalità – 13,7% contro 10,7% – mentre sul tasso di crescita non c’è proprio partita: 10,7% contro 0,2%.

La nota dolente dell’Ocse, però, arriva quando si parla di quote rosa nei Cda, per le quali l’Italia è ben al di sotto della media dei Paesi avanzati. In Italia, le donne nei consigli d’amministrazione sono il 13,8%, dato che si dimezza al 7% nelle società quotate, contro una media Ocse che è al 10%. Un dato che ci fa sprofondare in classifica al 26esimo posto su 40. Consoliamoci: se la graduatoria è guidata dall’Ungheria (35,5%), la virtuosa Germania è 38esima, con il 5,7%. Aufwiedersehen, frau Merkel!

Catanzaro: contributi alle imprese innovative

Promo Catanzaro, Azienda speciale della Camera di Commercio per la promozione dello sviluppo, segnala che il 20 gennaio è stato pubblicato il bando per la concessione di contributi in conto interessi alle imprese innovative, femminili, giovanili e sociali della provincia di Catanzaro.

Dichiarazione aiuti De Minimis, Modulo di Domanda e Bando sono consultabili a questo indirizzo.

Fonte: camcom.gov.it

Imprenditoria femminile: il terziario è sempre più rosa

Stando ai dati elaborati dall’ “Osservatorio sull’evoluzione dell’imprenditoria femminile nel terziario nel 2011” tenuto dal Gruppo Terziario Donna Confcommercio e il Censis. Grazie alle donne il terziario e altri settori importanti dell’economia crescono dello 0,4%. Il 67,3% delle imprenditrici guida un’impresa del terziario, il 19,8% sceglie l’agricoltura e il 12,8 l’industria. In particolare sono il terziaro e il commerco i settori che attirano maggiormente le donne con un 46% di imprenditrici attive. La percentuale di donne a capo di un’impresa tra i 30 e 49 anni è il 52,8%. Crescono del 6,5% le imprenditrici di nazionalità straniera che nel terziario rappresentano l’8,2% del totale nel particolare il 16% delle straniere è di nazionalità cinese.

Per quanto riguarda il titlo di studio il 24% delle donne imprenditrici è laureata. In prima posizione per numero di donne imprenditrici troviamo la Valle d’Aosta (43,3%. sul totale). Il 31% delle imprenditrici del terziario si concentra al Sud. Marilù Galdieri, Presidente Nazionale di Terziario Donna-Confcommercio commenta: “ancora una volta i dati sulle imprese femminili confermano la capacità delle donne di interpretare un modo di fare impresa che, prendendo in considerazione la fase acuta della crisi, si è dimostrato sano e vitale. I dati sull’età ed il livello di scolarizzazione delle imprenditrici vanno invece letti sotto due diversi aspetti: la riluttanza delle giovani generazioni a mettersi in gioco, aspetto che desta qualche preoccupazione, ma anche la maggiore consapevolezza, determinazione e professionalità della scelta di fare impresa“.

Mirko Zago