Niente crisi per le imprese femmili

In barba alla crisi, l’Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere ha rilevato che, durante lo scorso anno, le imprese in rosa sono aumentate di più di settemila unità rispetto al 2011.

Il risultato, già di per sé importante, assume maggiore significato se raffrontato con quello relativo al totale delle imprese italiane, cresciute nel 2012 dello 0,3% e, ancora di più, se si guarda al contributo dato dalle imprese guidate da donne alla tenuta del tessuto imprenditoriale nazionale.
Questo perché le 7.298 imprese femminili in più costituiscono un terzo del saldo di tutto il sistema delle imprese, laddove la quota è pari a poco meno di un quarto (il 23,5%) del totale.
Il “saldo” delle imprese femminili esistenti a fine 2012 è di 1.434.743 imprese su tutto il territorio nazionale.

I dati sono stati resi noti da Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, nel corso del convegno “Imprenditoria femminile: una risposta alla crisi?” svoltosi durante l’edizione 2013 della BIT, la Borsa Italiana del Turismo.

Ecco le sue parole: “La tenuta delle imprese femminili di fronte a questa crisi dimostra che le donne sanno affrontare con straordinaria energia anche le difficoltà maggiori. Di certo portano con sé una determinazione, un bagaglio di competenze e stili imprenditoriali differenti rispetto agli uomini. Purtroppo sono ancora molti gli ostacoli che limitano le donne nell’esprimere appieno la propria creatività e professionalità nel mondo del lavoro, anche se il loro contributo si fa sentire da sempre nelle tante imprese familiari che caratterizzano il nostro tessuto produttivo. Credo che l’agenda del nuovo governo dovrà porre una grande attenzione a tutti quegli strumenti, innanzitutto di welfare ma anche di tipo finanziario, che possono sempre di più spingere le donne a fare impresa. Il sistema camerale ha investito da oltre dieci anni in questa direzione e continuerà a farlo, rafforzando i Comitati per l’imprenditoria femminile presenti e attivi sul territorio all’interno delle Camere di commercio”.

Le regioni italiane dove l’imprenditoria femminile è sensibilmente cresciuta sono Lombardia (+1.928 imprese), nel Lazio (+1.555) e in Toscana (+1286).
Gli incrementi più significativi in termini percentuali si registrano nelle stesse regioni ma in ordine inverso: +1,29% in Toscana, +1,09% nel Lazio e +1% in Lombardia.

Tra le attività più diffuse, ci sono i servizi di alloggio e ristorazione (+3.640), le costruzioni (+1.172), le altre attività di servizi (+1.102), le attività immobiliari (+951) e i servizi alle imprese (+935).

Segnale negativo, invece, per le imprenditrici dell’agricoltura (-5.257 aziende rispetto al 2011), dell’industria manifatturiera (-832) e del commercio (-743).

Vera MORETTI