Expo 2015, entro l’anno indotto per le imprese da 6 miliardi

Expo 2015, lo dicono tutti, sarà un volano importante per l’economia italiana e lombarda. Lo pensano anche la Camera di Commercio di Milano e la Società Expo 2015, che hanno affidato una ricerca sulla ricaduta di Expo 2015 sull’economia milanese a un team di analisti economici coordinati da Alberto Dell’Acqua, professore SDA Bocconi.

Ebbene, secondo quanto risulta dalla ricerca, una stima sulle previsioni che si stanno rispettando sostiene che dal 2012 alla fine del 2015 Expo 2015 avrà portato un indotto da 6 miliardi, alle imprese del territorio.

Secondo un’indagine della Camera di commercio del capoluogo lombardo, infatti, Expo 2015 porterà a un miglioramento di immagine e attrattività del territorio del 20% e per sei imprese su dieci potrà far riprendere il fatturato intorno al 10% in più.

Così ha commentato i risultati della ricerca Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano: “Expo 2015 ha già prodotto risultati positivi evidenti. Il salto infrastrutturale della città si è già verificato, tra mobilità, arredo urbano, riapertura della Darsena e miglioramento dei servizi. La crescente globalizzazione e la spinta al turismo sono già visibili. Questo significa per le imprese la possibilità di un rilancio economico, grazie alla domanda interna e internazionale. Expo 2015 sarà la scintilla per la ripresa del nostro Paese”.

Casalinghi, un settore che tira

Sono ben 28mila le imprese che, in Lombardia, operano nei settori dei casalinghi, tra mobili e complementi di arredo, accessori per la cucina ed elettrodomestici. Il dato emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese – Infocamere al terzo trimestre 2014. Di queste imprese, 11mila operano nel manifatturiero e circa 17mila nel commercio all’ingrosso e al dettaglio.

Le imprese lombarde di casalinghi sono concentrate tra Milano (9mila), Brescia e Monza e Brianza (oltre 3mila); seguono Bergamo, Varese e Como con oltre 2mila. In Italia se ne contano 207mila: prima Roma con 15mila imprese, seguono Napoli con 14mila e Milano con, appunto, 9mila.

A Cremona e Lecco le imprese di casalinghi sono specializzate nella fabbricazione di prodotti in vetro (4% delle imprese di casalinghi rispetto a una media lombarda di 3%), a Sondrio nella lavorazione della pietra (11% rispetto a una media lombarda del 4%), a Lecco e Brescia nella lavorazione di oggetti in metallo (42% e 22% rispetto al 15% lombardo), a Como nella fabbricazione di mobili (25% rispetto all’8%), a Mantova e Pavia nelle ferramenta (17% e 16% rispetto al 10%), a Sondrio e Mantova nella vendita di mobili (18% e 17% rispetto al 13%).

Nell’industria dei casalinghi in Lombardia prevalgono la fabbricazione di oggetti in metallo, con 4mila imprese, di mobili con 2mila, di gioielleria, vetro e taglio pietre con circa mille. Nel commercio al dettaglio i negozi di mobili sono 4mila, 3mila le ferramenta, quasi 2mila quelli di tessili e quasi 2mila quelli di argenteria-gioielleria.

Secondo un’indagine sui consumi delle famiglie milanesi, realizzata nel 2014 dalla Camera di commercio di Milano in collaborazione con il servizio statistica del Comune di Milano, le famiglie del capoluogo spendono 1,4 miliardi all’anno per i casalinghi, in media 1.870 euro a famiglia. Ben 156 euro al mese soprattutto in servizi domestici (il 34,8% sul totale delle spese per la casa), detersivi (14%) e mobili (17,6%). Per gli articoli di arredamento e la biancheria si spendono 8 euro al mese a famiglia, 7 euro per i piccoli apparecchi elettrici e accessori, 2 euro al mese per pentole, posate e stoviglie.

Un 2014 difficile per le imprese lombarde

L’anno che si è appena chiuso non è stato brillantissimo nemmeno per un’area storicamente votata all’impresa come la Lombardia né per le imprese lombarde. Un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro delle imprese al terzo trimestre 2014 e 2013 ha infatti rilevato che con oltre 288mila sedi d’impresa attive (5,6% del totale nazionale), Milano si colloca al secondo posto nella classifica delle province italiane dopo Roma, prima con circa 343mila imprese (6,6%). Milano è prima però per numero di addetti con 1,8 milioni contro gli 1,4 di Roma che è seconda. Terze sono Napoli per imprese (226mila) e Torino per addetti (704mila).

La crisi però incide a fondo sul sistema imprenditoriale e se, tra 2013 e 2014, le imprese lombarde del capoluogo crescono (circa +3mila, +0,9%) gli addetti rimangono costanti (-0,2%). Tra i settori che pesano di più a Milano, si trovano le attività commerciali (25%), le costruzioni (13,8%), le attività immobiliari (10,5%) e manifatturiere (10,4%), le attività professionali (8,3%) e i servizi di alloggio e ristorazione (6,1%).

Secondo l’elaborazione della Camera di commercio, la regione, con 815mila imprese lombarde attive e circa 3,7 milioni di addetti, pesa il 16% del sistema imprenditoriale italiano e il 23% degli addetti. Tra le province, dopo Milano che è prima, vengono Brescia (con 109mila imprese e 389mila addetti) e Bergamo (con 86mila imprese e 358mila addetti) che si collocano anche nel panorama nazionale tra le prime 15 province italiane. Rallenta però la crescita del sistema delle imprese lombarde: -0,3% le imprese e -1,1% gli addetti, e nel 2014 registrano andamenti negativi tutte le province tranne Milano (+0,9% le imprese attive) e Monza e Brianza (+0,5%).

I settori che hanno pesato di più nel 2014 nelle imprese lombarde sono stati il commercio (24% del totale), le costruzioni (17,1%) e le attività manifatturiere (12,3%), tra quelle che sono cresciute di più la fornitura di energia elettrica e gas (+6%) e il noleggio e attività di servizi alle imprese (+5,6%).

Quando i bambini fanno business

 

La Lombardia ama i bambini! Solo nella regione governata da Roberto Maroni, secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, le attività legate alla produzione di beni e servizi per la prima infanzia, soprattutto servizi di asili nidi e assistenza ai minori, sono la bellezza di 2.390, il 17% del totale dell’intero Paese e danno lavoro a oltre 20 mila addetti.

Come da previsioni, Milano è la prima provincia lombarda con 695 imprese, quasi un terzo del totale regionale. Tutte le provincie lombarde, comunque, si piazzano tra le prime 20 italiane.

«Creare un’impresa dedicata alla cura e all’educazione dei bambini è sempre più una scelta e un’opportunità a cui si rivolgono specialmente le donne – ha dichiarato Federica Ortalli, presidente del Comitato per l’Imprenditoria femminile e membro di Giunta della Camera di commercio di Milano – ed è un’attività importante di sostegno, un aiuto per la conciliazione del tempo dedicato al lavoro e alla famiglia, un settore che occorre sempre più valorizzare».

JM

La cucina lombarda alla conquista di Hong Kong

La Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia ed il Sistema Camerale lombardo, nell’ambito del progetto “Lombardia Food”, dedicato alla promozione dei prodotti agroalimentari lombardi nel mondo, stanno organizzando in questi giorni una missione commerciale a Hong Kong per promuovere i prodotti più tipici della tradizione lombarda, per facilitare l’entrata di nuove imprese nei nuovi mercati target e sostenerle nei mercati in cui sono già presenti rafforzandone la visibilità tramite operazioni importanti di marketing.

La tappa di Hong Kong fa seguito a quelle di Londra e Los Angeles e ad un incoming di operatori russi, cinesi e indiani svoltosi poche settimane fa nel capoluogo lombardo.

Finanziamenti agevolati per le imprese artigiane lombarda

La Regione Lombardia ha costituito un fondo per finanziamenti a medio/lungo termine, a tasso agevolato, a favore delle imprese iscritte all’Artigianato.
L’agevolazione finanzia:

A) il rafforzamento patrimoniale dell’impresa artigiana, mediante l’aumento del capitale sociale con l’immissione di mezzi finanziari freschi;

B) la crescita dimensionale dell’impresa perseguita mediante l’acquisizione di altra impresa (che non sia già collegata), con l’acquisto delle immobilizzazioni e dell’avviamento, oppure di quote od azioni in misura tale da consentirne il controllo o un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria.