Contributi imprenditoria femminili: quali sono gli aiuti per le imprese già esistenti?

Sono tre le tipologie di imprese femminili che possono essere ammesse ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti a tasso zero o agevolato. La prima tipologia riguarda le nascenti imprese; la seconda tipologia è inerente alle imprese costituite da 12 a 36 mesi; infine le imprese costituite da oltre 36 mesi. Per le imprese costituite da almeno 12 mesi e da non più di 36 mesi, i contributi a fondo perduto arrivano a coprire il 50% delle spese ammissibili. La restante parte può essere coperta con finanziamenti agevolati anche a tasso zero, nel limite dell’80% delle spese ammissibili.

Consolidamento delle imprese femminili: risorse e riferimenti normativi del Pnrr

In questa seconda tipologia di contributi a fondo perduto e di finanziamenti a favore del consolidamento delle imprese femminili sono vari gli interventi normativi. In particolare, il decreto interministeriale del 24 novembre 2021 del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) che ha stanziato risorse a valere sul Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 26 del 1° febbraio scorso. Nello specifico, le risorse rientrano (per oltre 121 milioni di euro) nella Missione 5 del Pnrr “Inclusione e coesione”, componente 1 “Politiche per l’occupazione”.

Imprese femminili, quali contributi a fondo perduto e finanziamento a tasso zero sono previsti?

Sullo sviluppo e sul consolidamento delle imprese al femminile sono ammissibili vari progetti che prevedano dei programmi di investimenti nei settori ammissibili. Nel dettaglio, per le imprese costituite da almeno 12 mesi ma non oltre i 36 mesi, gli aiuti concessi riguardano:

  • un contributo a fondo perduto per il 50% dell’ammontare del finanziamento;
  • il restante 50% come finanziamento a tasso zero nel limite dell’80% delle spese ammissibili.

Come per le nascenti imprese al femminile, anche nel caso delle imprese già operati da almeno 12 mesi gli aiuti devono coprire spese per immobilizzazioni materiali e immateriali, oppure servizi cloud che servano ai processi aziendali, spese per il personale dipendente o a copertura del capitale circolante.

Quali tipologie di investimenti sono ammissibili per i contributi a fondo perduto e finanziamenti alle imprese femminili?

Peraltro, le tipologie di intervento con contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso zero riguardano anche le imprese individuali e le attività delle libere professioniste. In tal caso, non si fa riferimento all’età delle donne coinvolte nei progetti di consolidamento delle imprese stesse. Le iniziative ammissibili risultano quelle di imprese situate su tutto il territorio nazionale per investimenti relativi a:

  • produzione di beni nei settori industriali, artigianali, di trasformazione di prodotti agricoli;
  • investimenti nell’innovazione sociale rientranti nella produzione di beni che creino nuove relazioni o soddisfino bisogni sociali;
  • forniture di servizi alle aziende o alle persone;
  • commercio di servizi o di beni;
  • iniziative nel turismo, nelle attività turistiche e culturali che valorizzino il patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale;
  • investimenti per migliorare i servizi di ricettività e accoglienza.

Requisiti delle imprese femminili per beneficiare dei contributi a fondo perduto

Le imprese femminili, per beneficiare dei contributi e dei finanzianti, devono essere costituite da almeno 12 mesi e da non più di 36 al momento della presentazione della domanda. Le spese ammissibili hanno il limite di importo pari a 1,5 milioni di euro, al netto dell’Iva. L’investimento deve essere avviato successivamente alla presentazione dell’istanza. Nel caso in cui la domanda venga presentata da persone fisiche, fa fede la data di costituzione della società.

Quali spese sono ammissibili per ottenere i contributi a fondo perduto e i finanziamenti delle imprese femminili già costituite?

Ampio è il numero delle spese ammissibili per le imprese al femminile già costituite per ottenere i finanziamenti e i contributi a fondo perduto. Le spese riguardano:

  • le opere murarie e quelle assimilate. Rientrano anche le spese per ristrutturare le unità produttive;
  • gli impianti, i macchinari e le attrezzature che devono essere nuovi di fabbrica. Gli acquisti devono essere strettamente correlati allo svolgimento dell’attività aziendale;
  • i servizi per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic) e i programmi informatici;
  • l’acquisto dei brevetti e delle licenze d’uso;
  • le consulenze specifiche;
  • gli oneri notarili per stipulare i contratti di finanziamento.

Quali aiuti sono a disposizione dell’impresa femminile per il capitale circolante?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti a tasso zero possono essere utilizzati anche per coprire il capitale circolante con lo specifico limite del 20% delle spese di investimento. Nel dettaglio, possono finanziarsi:

  • le materie prime, i beni acquistati per essere soggetti a ulteriori procedimenti di trasformazione, le materie sussidiarie, le merci e i materiali di consumo;
  • i servizi differenti da quelli già menzionati, purché siano funzionali a portare avanti l’attività di impresa. Sono compresi i servizi di housing e di hosting;
  • il godimento di beni di terzi. Rientrano anche le spese per l’affitto di sedi aziendali nel caso siano relativi al piano di impresa e nel limite temporale di detto piano. Rientrano nelle spese finanziabili anche i costi di affitto e i canoni di leasing per attrezzature, macchinari e impianti necessari a svolgere l’attività.

Come si presenta la domanda per i finanziamenti e i contributi a fondo perduto delle imprese femminili?

Per presentare la domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti a tasso zero, è necessario seguire la procedura telematica presente sul portale di Invitalia. In particolare, la procedura prevede l’immissione dei dati:

  • anagrafici e del profilo del soggetto proponente;
  • la descrizione delle attività per la determinazione dei costi del progetto. Tale punto serve anche a stabilire l’attinenza delle spese con il progetto e l’idoneità della sede specifica dell’azienda;
  • la descrizione dei parametri quantitativi inerenti il capitale circolante, se finanziabile;
  • l’analisi di mercato, gli aspetti produttivi, organizzativi e tecnici;
  • gli aspetti economici e finanziari.

Contributi a fondo perduto per la nascita di imprese al femminile e partite Iva: quali sono?

Sono tre le tipologie di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati per la creazione di imprese al femminile valide anche per le partite Iva e le lavoratrici autonome. La prima misura riguarda le nuove imprese, ovvero quelle costituite da non oltre i 12 mesi; la seconda misura è possibile per le imprese al femminile costituite tra i 12 e i 36 mesi; infine contributi sono previsti anche per le imprese costituite da oltre 36 mesi. Di particolare importanze è la misura per la nascita delle nuove imprese, disciplinata dagli incentivi previsti dal decreto interministeriale del 24 novembre 2021 del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) con il sostegno delle risorse a valere del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr).

Quali contributi a fondo perduto e finanziamenti per la nascita di imprese al femminile?

Nello specifico, i contributi a fondo perduto e i finanziamenti rientranti nell’obiettivo della creazione di nuove imprese al femminile, comprese le partite Iva e le lavoratrici autonome, riguardano la misura dell’investimento del Pnrr 1.2. Tale misura prevede la “Creazione delle imprese femminili” della Missione numero 5 del Pnrr, relativa all'”Inclusione e coesione”. Si tratta di politiche volte all’occupazione con interventi del Fondo imprese femminile. Il totale delle risorse stanziate per la creazione delle imprese al femminile è pari a 400 milioni di euro, considerando anche i fondi messi a disposizione per le imprese già esistenti.

Imprese femminili, quali sono?

Nel dettaglio, le imprese femminili sono quelle imprese:

  • individuali nelle quali la titolare è una donna;
  • società di persone oppure cooperative se le donne rappresentano minimo il 60% della compagine sociale;
  • società di capitali se le quote di partecipazione spettano per almeno i 2/3 a donne. Gli organi di amministrazione devono essere costituiti per non meno dei 2/3 da donne.

Aiuti a sostegno delle imprese al femminili: quali contributi a fondo perduto?

Oltre agli aiuti per le imprese al femminile già costituite, è dunque ampia la rassegna degli strumenti di contributi a fondo perduto e finanziamento previsti per la nascita delle imprese. Si tratta di contributi a fondo perduto per avviare una nuova imprese, con particolare obiettivo delle imprese individuali e delle attività delle libere professioniste. I fondi mirano a favorire le donne disoccupate a prescindere dall’età. Inoltre, sono previsti finanziamenti a tasso zero o, in ogni modo agevolati, per sostenere la nascita delle imprese. Già la legge di Bilancio 2021 aveva previsto anche la spesa annua di 800 mila euro dell’Ente nazionale per il microcredito: si tratta di un altro strumento finalizzare ad aiutare le donne nella creazione di nuove imprese.

Fondo impresa donna: che cos’è e come aiuta la nascita di imprese al femminile?

La legge di Bilancio 2021, inoltre, ha costituito il Fondo impresa donna. Si tratta di un finanziamento di 20 milioni di euro, sia per il 2021 che per il 2022, inteso a sostenere la nascita di nuove imprese (oltre a sostenere quelle già esistenti). Le nuove imprese devono essere a prevalente partecipazione femminile oppure deve trattarsi di lavoratrici autonome e professioniste. La sede legale oppure operativa può essere ubicata ovunque nel territorio nazionale e non vi sono limiti sulla dimensione aziendale. Il fondo sostiene l’avvio della nuova attività nei settori:

  • della produzione di beni per l’industria;
  • nell’artigianato;
  • nella trasformazione di prodotti agricoli;
  • nel commercio e nel turismo;
  • nella fornitura di servizi.

Chi può accedere al Fondo impresa donna per costituire una nuova impresa?

Per ottenere i contributi a fondo perduto e i finanziamenti a tasso zero o agevolati, la donne che vogliano avviare una nuova imprese devono tener conto dei criteri di ammissione. Sono infatti ammesse le imprese che abbiano una compagine sociale di almeno il 51% giovani under 35, ma anche da donne di tutte le età. Il 51% si riferisce alla componente di donne o di giovani nella partecipazione alle quote societarie. A titolo di esempio, se una società è composta da un uomo che abbia già superato i 35 anni e una donna (o uomo) entro i 35 anni, l’aiuto non è ammissibile. Risulta necessario l’ingresso di una terza persona con i requisiti richiesti.

Chi può avviare una nuova impresa con gli incentivi del Fondo impresa donna?

Diventa quindi utile chiarire che per ottenere gli incentivi per la nascita di nuove imprese al femminile è necessario che l’attività sia costituita da non oltre i 12 mesi. Il termine va calcolato dal momento in cui si presenta la domanda del contributo o del finanziamento. Nel caso di lavoratrici autonomo o di libere professioniste, è necessario che la partita Iva sia stata aperta da meno di 12 mesi rispetto al momento in cui si presenta la domanda. Tra i beneficiari dei contributi non vanno escluse le persone fisiche che intendano avviare una nuova impresa al femminile.

Quali spese sono finanziabili con i contributi del Fondo impresa donna?

Nel caso di avvio di una nuova impresa al femminile, i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati coprono le seguenti voci di spesa:

  • la produzione di beni per i settori dell’artigianato, industria e trasformazione dei prodotti agricoli;
  • la fornitura dei servizi, a prescindere d settore;
  • il commercio e il turismo.

I contributi e i finanziamenti ottenuti per il progetto approvato devono essere realizzati entro i 24 mesi susseguenti al giorno della trasmissione del provvedimento di concessione. È necessario che il provvedimento sia controfirmato dalla donna beneficiaria. Si può ottenere una proroga al massimo di 6 mesi.

Cosa finanziano i contributi a fondo perduto nella nascita delle imprese al femminile?

Nel dettaglio, i contributi a fondo perduto nella nascita delle imprese al femminile finanziano:

  • per i progetti di nuove imprese con spese non superiori ai 100 mila euro, le agevolazioni sono concedibili fino all’80% delle spese ammissibili. L’importo massimo del contributo è di 50 mila euro;
  • le donne in stato di disoccupazione che danno avvio a una nuova impresa individuale e per le lavoratrici autonome, la percentuale di copertura dei contributi arriva al 90%. L’importo massimo del contributo rimane di 50 mila euro;
  • per i progetti di nuove imprese con spese dai 100 mila ai 250 mila euro, la copertura scende al 50% delle spese ammesse.

Quali tipologie di spese si possono finanziare con i contributi a fondo perduto delle nuove imprese femminili?

Sia per il limite dei 100 mila euro di spesa che per quello dei 250 mila euro, i contributi a fondo perduto finanziano:

  • le immobilizzazioni materiali come macchinari, impianti e attrezzature, purché nuovi di fabbrica e coerenti con l’esercizio dell’attività da avviare;
  • immobilizzazioni immateriali, coerenti con l’iniziativa agevolata;
  • i servizi di cloud coerenti con la gestione aziendale;
  • le spese per il personale dipendente assunto a tempo determinato o indeterminato con data successiva a quella di presentazione della domanda dei contributi. Anche le assunzioni devono essere funzionali al progetto della nuova impresa;
  • le spese del capitale circolante. In tal caso il limite è del 20% rispetto al totale delle spese ammissibili.

Come si presenta la domanda dei contributi per le nuove imprese al femminile?

La procedura per la valutazione dei contributi per la nascita delle nuove imprese al femminile è a sportello. La domanda, tuttavia, deve essere compilata in via telematica. Le donne interessate a richiedere i finanziamenti devono accedere alla sezione apposita presente sul portale di Invitalia.

Agricoltura, ecco i contributi a fondo perduto per l’imprenditoria femminile

L’imprenditoria al femminile può usufruire dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti a tasso zero nel settore dell’agricoltura. I fondi si possono richiedere per il finanziamento della costruzione e del miglioramento dei beni immobili, per acquistare i terreni, per gli studi di fattibilità e per formare in maniera avanzata soci e dipendenti. I contributi rientrano nelle proposte dell’Istituto dei servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) che avvisa, sul proprio portale, di una prima scadenza delle domande fissata per il 30 marzo 2022.

Donne in campo per l’imprenditoria al femminile per i contributi al settore agricolo

La misura, denominata “Donne in campo” permette il finanziamento a tasso zero a favore dell’imprenditoria al femminile nel settore agricolo. Si può arrivare a coprire fino a 300 mila euro o fino al 95% dell’investimento. Nel pacchetto di aiuti alle imprese agricole “Più impresa” i finanziamenti e, esclusivamente per questa misura, i contributi a fondo perduto possono arrivare a coprire l’investimento fino a 1,5 milioni di euro.

Finanziamenti imprese per donne nell’agricoltura e legge di Bilancio 2022

I contributi derivano da quanto prevede la legge di Bilancio 2022, al comma 523 dell’articolo 1 e seguenti. Nel dettaglio, la norma prevede di favorire l’imprenditoria femminile in agricoltura inserendo le donne tra le beneficiarie dei contributi e dei finanziamenti. Peraltro, nella misura “Più impresa“, verrà eliminato come requisito di accesso, per le società organizzate in forma societaria, quello relativo alla maggioranza numerica e verrà mantenuto il parametro della maggioranza, per oltre la metà, delle quote di partecipazione di donne o di giovani.

Le risorse destinate all’imprenditoria al femminile nel settore agricolo per il 2022

Inoltre, la legge di Bilancio 2022, prevede che “alle agevolazioni previste dal titolo I, capo III, del decreto legislativo 21 aprile 2000, numero 185, come modificato dal comma 523, in favore delle imprese agricole a prevalente o totale partecipazione femminile sono destinate le risorse del fondo rotativo per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria femminile in agricoltura, di cui all’articolo 1, comma 506, della legge 27 dicembre 2019, numero  160, incrementate per l’anno 2022 di ulteriori 5 milioni di euro”. Peraltro, “alle attività di cui al citato titolo I, capo III, del decreto legislativo 21 aprile 2000, numero 185, sono destinate risorse pari a 15 milioni di euro per l’anno 2022”.

Prima misura per l’imprenditoria al femminile nel settore agricolo: la misura ‘Donne in campo’

La prima misura prevista per l’imprenditoria al femminile nel settore agricolo è quella di ‘Donne in campo’. Con questa misura si possono ottenere solo finanziamenti a tasso zero per investimenti fino a 300 mila euro e fino al 95% del valore totale del progetto. Non vi sono, per questa misura, contributi a fondo perduto. La domanda di partecipazione al progetto si può presentare entro il 30 marzo 2022. Per inoltrare la richiesta è necessario avvalersi dei servizi telematici del portale Ismea.

Imprese agricole al femminile: se non viene accettata la domanda di ‘Donne in campo’ si può ripresentare l’istanza per ‘Più impresa’

Lo stesso portale Ismea avvisa che, per le domande pervenute entro il 30 marzo 2022 relative alla misura “Donne in campo” ma ritenute non ammissibili, ci sarà la possibilità per le donne imprenditrici di presentare nuovamente la stessa domanda per l’altra misura. Ovvero per la “Più impresa“. La domanda dovrà essere presentata accedendo alla sezione dedicata “Impresa femminile”. Oltre ai finanziamenti a tasso zero, la misura “Più impresa” comporta anche la concessione di contributi a fondo perduto. Infine è previsto un valore finanziabile del progetto nettamente più alto.

Imprenditoria femminile in agricoltura, l’attesa per il decreto interministeriale di ‘Più impresa’

Il sostegno alle donne imprenditrici del settore agricolo potrà essere incrementato, infatti, dal decreto interministeriale di prossima pubblicazione relativo alla misura “Più impresa“. La legge di Bilancio 2022 ha provveduto a incrementare la dotazione finanziaria dell’obiettivo di ulteriori 5 milioni di euro per l’anno in corso.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso zero del pacchetto ‘Più impresa’ per l’imprenditoria al femminile in agricoltura

Dai nuovi decreti sulle risorse per lo sviluppo dell’imprenditoria al femminile nell’agricoltura risulta più facile presentare la domanda. Nel pacchetto di finanziamenti della misura “Più impresa“, le imprese condotte da donne potranno presentare domanda di finanziamento:

  • senza tener conto dell’età anagrafica;
  • copertura fino al 95% dell’investimento;
  • finanziamenti a tasso zero fino al 60% del valore dell’investimento;
  • contributi a fondo perduto per la restante quota del progetto, ovvero per il 35%;
  • l’Ismea può arrivare a finanziare fino a 1,5 milioni di euro di progetto.

 

Il turismo è donna, boom di imprese rosa

In occasione della Dodicesima Giornata dell’Economia, l’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Roma, per controbilanciare i drammatici dati resi noti dall’Osservatorio Confesercenti nei giorni scorsi, ha diffuso i dati della situazione regionale. Resta preoccupantemente alto il tasso di disoccupazione, mentre perdura la difficoltà di accesso al credito per le imprese (come abbiamo già specificato ieri), con una marcata contrazione dei prestiti da parte degli Istituti di credito. In controtendenza rispetto ai dati a livello nazionale, cresce il numero delle imprese: al 31 dicembre 2013 erano 465mila e di queste oltre 100mila sono femminili.

Le aziende registrate a fine 2013 si attestano a 464.986 unità (7,7% della base produttiva nazionale). Nel 2013 le iscrizioni sono state 31.598 a fronte di 23.637 cessazioni (escluse le cancellazioni d’ufficio). Il saldo risulta positivo e pari a +7.961 imprese, con un tasso di crescita del +1,7%, il terzo più alto tra tutte le province italiane e nettamente superiore alla media nazionale (+0,2%), ma in costante flessione rispetto ai valori registrati nel biennio precedente (+2,3% nel 2011 e +1,9% nel 2012).

I numeri più positivi, comunque, si registrano per le imprese “rosa”: alla CCIAA capitolina risultano più di 100mila imprese femminili, pari al 7% della base produttiva “femminile” nazionale, con un tasso di femminilizzazione del sistema produttivo provinciale pari al 21,7% (Italia: 23,6%). Nonostante l’impresa individuale rappresenti ancora la soluzione organizzativa prevalente tra le imprenditrici romane (45,3% del totale), sono le società di capitale gestite da donne a far rilevare il dinamismo maggiore: con un incremento pari al 3,4%.

Jacopo MARCHESANO

Contributi alle imprese femminili romane innovative

Sono aperte, presso la CCIAA di Roma le selezioni per partecipare al “Premio Idea Innovativa – La nuova imprenditorialità al femminile“, che rappresenta un importante riconoscimento alle imprese rigorosamente femminili che operano nella provincia di Roma, in particolare nei settori di agricoltura, artigianato, commercio, industria e servizi.

Per poter accedere alle selezioni, le imprese in rosa dovranno dimostrare di avere idee innovative non solo per quanto riguarda il processo produttivo, ma anche per le caratteristiche del prodotto stesso e del servizio che viene offerto, senza tralasciare gli ambiti di commercializzazione e customer care.

Le aziende vincitrici potranno beneficiare di un contributo in conto capitale pari al 50% delle spese ammissibili, fino a un importo massimo di 5mila euro.

Gli incentivi possono essere utilizzati per coprire le spese relative all’acquisto di macchinari, attrezzature, infrastrutture di rete, iniziative di marketing e comunicazione.
Il finanziamento può riguardare anche i costi del personale dipendente o per la registrazione di brevetti internazionali.

Per poter partecipare, c’è tempo fino al 31 dicembre 2012 e per ricevere ulteriori informazioni, è possibile consultare il bando.

Vera MORETTI