Federarchitetti pubblica un video sui temi della sicurezza sul lavoro e problemi professionali

Federarchitetti per sensibilizzare sui temi della sicurezza nei luoghi lavoro ha dato vita ad una mini fiction intitolata “Non ne valeva la pena” che racconta i problemi dei liberi professionisti in cantiere, descritti attraverso le vicende tragicomiche di un coordinatore della sicurezza. Il video presente su Youtube è stato presentato in occasione della Seconda Giornata Nazionale per la Sicurezza nei cantieri, lo scorso 1° aprile.

Il filmato racconta l’esperienza di un architetto responsabile della sicurezza alle prese con problemi giudiziari e umani all’interno di un cantiere. In particolare si narra la vicenda dell’arrivo di un ispettore del lavoro che gli contesta una serie di irregolarità, di cui lui è già a conoscenza e che ha più volte segnalato alla committenza che è rimasta impassibile. Il professionista sarà costretto a pagare un’ammenda a suo carico di 4.800 €, una somma elevata se si pensa alle spese professionali mensili e la difficoltà nel farsi pagare dai committenti.

Per Giancarlo Maussier, presidente di Federachitetti Roma, che ha collaborato alla sceneggiatura, “l’architetto protagonista del video non è altro che una figura emblematica, che riflette le difficoltà vissute tutti i giorni da moltissimi professionisti”. Le imprese vogliono guadagnare il massimo, e i committenti vogliono spendere il minimo. “Ecco perché nel video – conclude Maussier – è messa sotto accusa la logica del massimo ribasso, che risulta dannosa non soltanto in termini di sicurezza sul lavoro, ma anche per la qualità dell’architettura e la dignità professionale”. Qui è visionabile il video.

Mirko Zago

Rapporto sugli Ingegneri in Italia: il bilancio del 2010 è positivo

Da quanto emerso dal primo Rapporto sugli ingegneri in Italia, realizzato dal Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri e presentato recentemente a Roma, l’andamento del mercato del lavoro per gli ingegneri nel 2010 è andato bene. Il settore è in crescita come in crescita sono le quote rose di tale professione. Nonostante la crisi, i laureati in ingegneria continuano ad avere buone probabilità di trovare lavoro inerente al percorso di studio, specie  se ingegneria applicata ai servizi (basti pensare che nel 2009 possedevano il titolo accademico 547 mila persone e di queste 417 mila stavano lavorando).

Nonostante ciò la disoccupazione aumenta però dal 3,1% al 4%, a causa del crollo delle assunzioni nelle imprese private anche se per quest’anno è previsto un ritorno all’equilibrio. Buono anche l’andamento di quanti scelgono la strada della libera professione. Tornando alle quote rose, è interessante analizzare come ogni 4 neolaureati ingegneri ce ne sia uno donna (nel 2010 le ragazze iscritte a ingegneria erano il 23,8%, da traino al resto d’Italia soprattutto la Sardegna con un dato medio regionale del 21,7%, il dato medio nazionale di donne che esercitano la libera professione è del 12,5%).

Per Giovanni Rolando, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri nonchè promotore dell’iniziativa del Centro studi, ha commentato: “Questi dati sono forse la manifestazione più evidente della forza e della volontà delle donne di inserirsi in questa componente altamente qualificata della forza lavoro, per proporsi oggi come ulteriore motore dello sviluppo futuro del Paese“.

Mirko Zago

Servono Architetti ed Ingegneri per ristrutturare immobili in 19 città. Chi si fa avanti?

InarCassa, la Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti, intende procedere alla formazione di un elenco di professionisti da invitare a presentare offerta per l’affidamento di servizi di architettura e ingegneria di importo inferiore a centomila euro.      

Chi può presentare la domanda d’iscrizione? Gli Ingegneri e gli Architetti i liberi professionisti singoli od associati nelle forme di cui alla legge 23 novembre 1939, n. 1815 e successive modificazioni, ivi compresi, con riferimento agli interventi inerenti al restauro e alla manutenzione di beni immobili e delle superfici decorate di beni architettonici, i soggetti con qualifica di restauratore di beni culturali ai sensi della vigente normativa, che svolgono l’attività libero professionale in via esclusiva; le società di professionisti; le società di ingegneria.

I servizi di architettura e ingegneria di interesse dell’Associazione, di importo inferiore ad euro 100.000, per i quali sarà fatto ricorso all’Elenco, sono:

  • Progettazione Architettonica;
  • Progettazione Architettonica per i Beni Culturali;
  • Progettazione impianti Elettrici e speciali;
  • Progettazione impianti Tecnologici;
  • Progettazione strutturale;
  • Progettazione strutturale in c.a. e c.a.p.;
  • Progettazione strutturale in acciaio;
  • Progettazione strutturale in legno lamellare;
  • Coordinamento ai sensi del Decreto Legislativo n. 81/08 e s.m.i. in fase di progettazione ed esecuzione;
  • Responsabile dei lavori;
  • Prevenzione incendi;
  • Direzione Lavori e Project Management;
  • Collaudo;
  • Collaudo strutture;
  • Valutazione di impatto ambientale;
  • Attività connesse e conseguenti alle precedenti.

Gli immobili attualmente interessati ai servizi di cui sopra, sono dislocati nelle seguenti province: Roma; Milano; Bologna; Bari; Brescia; Venezia; Udine; Firenze; Torino; Genova; Sassari; Trapani; Treviso; Napoli; Imperia; Cagliari; Trieste; Arezzo; Pistoia. C’è possibilità, in futuro, di restrizione e/o ampliamento delle province interessate, in funzione dell’evoluzione della consistenza del patrimonio dell’Associazione.

I professionisti, per iscriversi all’Elenco, dovranno:

  1. compilare la domanda di iscrizione, secondo il format che potrete scaricare qui;
  2. far pervenire, entro il 22 novembre 2010, apposito plico chiuso recante l’indicazione “Richiesta iscrizione all’Elenco fornitori di servizi di Architettura ed Ingegneria”, a mezzo posta raccomandata A.R., P.E.C., ovvero con altro mezzo idoneo, o anche con consegna a mano, presso il seguente indirizzo: Inarcassa, Via Salaria n. 229 – 0199 Roma allegando alla domanda sub a), per ciascuna delle attività per le quali si richiede l’iscrizione, specifico curriculum con indicazione dei lavori eseguiti (committenza, importo, data, luogo, natura del servizio, ecc… ).

Leggi l’avviso integrale di inarCASSA

Gli ingegneri lavorano tutti, ma pochi hanno il coraggio di mettersi in proprio

In Italia ci sono circa cinquecentomila ingegneri (di cui più di duecentomila sono iscritti all’Albo) e tutti – o quasi – possono dormire sonni tranquilli. Infatti secondo alcuni dati presentati dal Corriere della Sera, sembrerebbe che solo il 4% dei neolaureati in ingegneria resterebbe senza occupazione, ma se si tiene conto della negatività congiunturale dell’anno, la cifra è pari a zero.

Ma nonostante tutti siano pazzi per gli ingegneri, questi guadagnano ancora troppo poco e sono pochi quelli che trovano il coraggio per mettersi in proprio aprendosi una partita iva (soltanto circa il 18% ha una partita iva). Sono finiti i tempi in cui bastava aprire uno studio e aspettare che arrivassero i clienti. Specialmente al Sud dove gli ingegneri oggi si sentono ai margini della società e non adeguatamente valorizzati, perché in sovrabbondanza rispetto alle esigenze del territorio. E allora che fare? molti ingegneri del Sud-Italia, si trasferiscono al Nord dove scelgono un lavoro da dipendente in società o compagnie di costruzione (circa il 75% degli ingegneri ha un lavoro come dipendente).

Questa situazione comporta una remunerazione ancora troppo bassa per una professione che, sebbene basata su logiche imprenditoriali, conserva un intrinseco carattere intellettuale. Così oggi un giovane ingegnere al primo impiego riesce a guadagnare non più di 1.300 euro al mese, che dopo cinque anni si tramutano in appena 1.680 euro. Chi si accontenta resta in Italia, magari al Nord, e chi invece vuole provare a guadagnare di più, si sposta all’estero dove i livelli retributivi sono in media superiori del 25-30%.

Ma chi sono gli ingegneri a partita Iva?
Si tratta prevalente di ingegneri operanti nel settore delle costruzioni (circa il 90% degli ingegneri a partita Iva), organizzati perlopiù in piccoli studi singoli o associati (massimo cinque associati).

I grandi studi associati in Italia sono pochi, ma riescono comunque ad avere la meglio nei grandi appalti, riuscendo a ribassare anche di molto i costi delle performance lavorative. A discapito della qualità del lavoro complessivo. Secondo i colleghi piccoli professionisti.