Prorogata la scadenza per gli adempimenti dei sostituti d’imposta

di Vera MORETTI

Hanno tempo fino al 20 aprile, i sostituti d’imposta, per inviare le comunicazioni dell’indirizzo telematico, dove ricevere il flusso dei modelli 730-4 online. L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha prorogato la scadenza, che inizialmente era stata fissata per il 31 marzo scorso.

La comunicazione deve essere effettuata da tutti i sostituti d’imposta (direttamente o tramite intermediario) che intendono conoscere i dati dei modelli 730-4 per la liquidazione dell’esito finale dei 730 dei loro dipendenti.
Per ricevere, dunque, i dati relativi ai modelli 730-i sostituti d’imposta dovranno utilizzare il modello di “Comunicazione per la ricezione in via telematica dei dati relativi ai mod. 730-4”.

La trasmissione interessa ormai tutti i sostituti (esclusi solo Inps e Mef) tranne coloro che hanno presentato tale comunicazione negli anni scorsi (quindi che hanno ricevuto nel 2011 i modelli 730-4 relativi al 730/2011): da quest’anno infatti non devono più inviarla, se non ci sono state variazioni rispetto ai dati già forniti.
Si tratta perciò di un passaggio obbligatorio per i datori di lavoro pubblici e privati, che permette di effettuare correttamente le operazioni, dando il via al calcolo degli importi da trattenere o da rimborsare.

Il modello di comunicazione per la ricezione in via telematica dei dati dei 730-4 è disponibile sul sito internet Agenziaentrate.gov.it, sezione Cosa devi fare – Comunicare dati – Richiesta per ricezione dei 730-4.

Riforma in salita per i lavoratori autonomi

di Vera MORETTI

Ancora cattive notizie per i lavoratori autonomi.

All’interno del DDL di riforma di mercato del lavoro, infatti, è previsto un aumento dei contributi INPS dal 27% attuale al 33% entro il 2018. Si tratterebbe, in concreto, di un punto percentuale in più all’anno, per arrivare, alla fine, al 33%.

Giuseppe Lupoi, presidente del CoLAP, Coordinamento Libere Associazioni Professionali, ha dichiarato: “Un aumento ingiustificato ed iniquo che rema contro i presupposti di crescita del governo e marca ancor di più la profonda diseguaglianza di trattamento dei lavoratori all’interno del mercato del lavoro italiano”.

Invece di venire incontro alle esigenze dei lavoratori autonomi, quelli, cioè, titolari di vere Partite Iva, a cominciare da un trattamento diverso rispetto all’attuale gestione separata dell’INPS, arriva questa ulteriore tegola, che rende sempre più difficile il lavoro dei professionisti.
Non si tratta, in questi casi, di lavoratori parasubordinati, la cui situazione precaria è giustamente perseguibile, ma di coloro che sono regolarmente iscritti all’Albo e che, annualmente, pagano i versamenti contributivi alle casse private di settore. Versamenti che difficilmente superano l’aliquota del 14%.

Cosa servirebbe davvero, per migliorare la vita dei lavoratori autonomi?
Per il presidente CoLAP è necessaria una riforma organica del sistema previdenziale dei professionisti associativi, che non dovrebbe prescindere da alcuni punti cruciali:

  • l’istituzione di una previdenza privata per i professionisti accreditati delle associazioni non regolamentate;
  • la portabilità dei contributi previdenziali già versati, con la conseguente possibilità di cambiare cassa di previdenza;
  • l’ampliamento del sistema della previdenza complementare anche ai professionisti non regolamentati previa individuazione di una previdenza privata di base.

Lupoi conclude: “Ci auguriamo che questo governo abbia a cuore le sorti del Paese e quello dei tanti ed onesti lavoratori che ogni giorno producono ricchezza e che si possa avviare un dialogo per garantire una riforma del mercato del lavoro più equa”.

Marzo pazzerello, cassa integrazione giù

A dispetto della crisi, spesso alcuni dati macroeconomici ci lasciano sorpresi. Prendiamo la cassa integrazione, per esempio. Nel mese di marzo appena trascorso sono state autorizzate 99,7 milioni di ore di cassa integrazione, pari a -1,8% rispetto a marzo 2011, quando furono autorizzate 101,6 milioni di ore. E nei primi 3 mesi dell’anno si è giunti a quota 236,6 milioni, contro i 231,8 milioni del 2011 (+2,1%). Lo comunica l’Inps.

Rispetto al dato tendenziale, quello congiunturale rispetta l’andamento degli ultimi anni, che vede in marzo la cassa integrazione aumentare rispetto al mese precedente: l’incremento nel 2012 è stato del 21,6% (99,7 milioni di ore a marzo contro 81,9 milioni a febbraio). Nel 2011, l’incremento era stato del 44,7% (101,6 milioni di ore a marzo contro 70,1 milioni a febbraio).

Guardando alla tipologia di prestazione, la Cig di marzo risulta aumentata del 12,8% rispetto a febbraio, essendo passati da 25,1 a 28,3 milioni di ore. Rispetto al marzo del 2011, quando le ore autorizzate erano state 23,2 milioni, l’aumento è del 22,3%. L’incremento è attribuibile in larga misura alle autorizzazioni riguardanti il settore industria, aumentate del 27,2% rispetto ad un anno fa, mentre più contenuto, rispetto a marzo 2011, è l’andamento delle richieste relativo al settore edile (+10,4%).

Le ore di cassa integrazione autorizzate in marzo anche quest’anno, come negli anni scorsi, superano quelle di febbraio ma con un aumento più contenuto rispetto al 2011“. Così commenta il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua. “Il 2012 si conferma in questi primi mesi ancora come un anno discontinuo: l’andamento congiunturale rispecchia quello dei recenti anni in cui si è manifestata la crisi; le richieste di Cig di marzo sono in lieve diminuzione rispetto a quelle dello scorso anno, mentre nel periodo, i primi tre mesi dell’anno, si registra un andamento di segno opposto”.

L’INT al tavolo tecnico dell’INPS

Il Consigliere Nazionale Costantino Bianchi e il Vice Presidente Nazionale Vicario, Sergio Alfani, in rappresentanza dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) hanno partecipato al tavolo tecnico promosso dall’INPS per presentare, alle Associazioni dei Tributaristi, il “Cassetto Previdenziale degli Artigiani e Commercianti“.

Il nuovo servizio istituito dell’Ente di previdenza, presentato dal Direttore Centrale Organizzazione Rocco Terracciano, è in linea sul portale dell’INPS con la nuova funzionalità Cassetto Previdenziale Artigiani e Commercianti. Nato dall’esigenza di facilitare agli iscritti alle gestioni autonome degli artigiani e commercianti la consultazione dei dati contenuti negli archivi dell’INPS, il Cassetto Previdenziale fornisce in tempo reale una situazione riassuntiva delle informazioni inerenti la propria posizione previdenziale. Alla funzione si potrà accedere, direttamente o per il tramite di un intermediario delegato, tra cui i tributaristi dell’INT, attraverso la sezione dedicata ai “Servizi online”, dopo l’autenticazione tramite PIN di accesso abbinato al proprio codice fiscale.

Il Presidente Nazionale dell’INT, Riccardo Alemanno, ha sottolineato: “E’ importante il coinvolgimento dei tributaristi quali intermediari nelle attività dell’INPS relative al lavoro autonomo, pertanto ringrazio il Presidente e al Dirigenza dell’Ente per questo nuovo servizio e per la concretizzazione della collaborazione che da sempre abbiamo dichiarato di volere offrire all’INPS, come si evince anche dal protocollo sottoscritto nel 2000 e tutt’ora in essere. Siamo a disposizione per fornire agli Uffici preposti ogni documentazione comprovante l’iscrizione dei tributaristi all’INT al fine di favorire l’accesso dei singoli iscritti al nuovo Cassetto previdenziale, mi auguro che presto si possa anche creare un apposito profilo per i tributaristi per quelle pratiche , sempre inerenti al lavoro autonomo, che non possono essere inoltrate tramite il canale Comunica“.

Inps: domande di prestazione e servizi online

Prosegue il processo di telematizzazione delle domande di prestazione e servizi Inps. Da aprile, al termine del periodo transitorio che si concluderà il 31 marzo, potranno essere presentate esclusivamente online:
• le domande di pensione in regime internazionale (circ. 164 del 27/12/2011);
• le domande di trattamento di disoccupazione in favore dei lavoratori rimpatriati e dei frontalieri italiani in Svizzera (circ. 172 del 30/12/2011);
• le domande di assegno familiare dei lavoratori agricoli dipendenti (circ. 173 del 30/12/2011);
• le domande di sospensione ed esonero per calamità naturali e rimborso contributi per le aziende assuntrici di manodopera e i lavoratori autonomi del settore agricolo (circ. 169 del 30/12/2011);
• le domande di artigiani e commercianti per la compensazione contributiva ed auto conguaglio, per la variazione della data di inizio attività per i soggetti non iscritti alla CCIA, per la riduzione contributiva ex art. 59, comma 15, legge 449/ 1997, per il rimborso contributi (circ. 169 del 30/12/2011);
• le richieste di liquidazione del trattamento di richiamo alle armi (circ. 27 del 27/ 2/2012). Le domande, pertanto, dovranno essere presentate esclusivamente attraverso uno dei seguenti canali:
WEB – servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino munito di PIN dispositivo attraverso il sito internet, nella sezione Servizi On Line;
• Contact Center Integrato – attraverso il numero verde 803164;
• Patronati – attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

Lo riporta una nota dell’Inps.

Fonte: agenparl.it

Ecco le aliquote contributive per chi utilizza la Gestione Separata

di Vera MORETTI

Sono stati pubblicati, come ogni anno, gli importi dei contributi dovuti alla Gestione Separata Inps per il 2012.
Le aliquote contributive sono state innalzate dell’1% dalla Legge di Stabilità 2012 e la Manovra Correttiva 2011, inoltre, ha esteso l’obbligo anche ai soggetti che, pur avendo una Cassa separata di riferimento, non vi versano il contributo soggettivo per disposizione statutaria o per scelta.

Pertanto, sono obbligati ad iscriversi alla Gestione Separata Inps:

  • i c.d. “professionisti senza cassa”, ovvero i lavoratori autonomi non iscritti alle apposite Casse di previdenza di categoria;
  • i collaboratori coordinati e continuativi (co.co.pro, collaboratori occasionali);
  • i lavoratori autonomi occasionali con reddito annuo superiore a € 5.000;
  • i venditori porta a porta con reddito annuo superiore a € 6.410,26;
  • gli associati in partecipazione con apporto di solo lavoro (e non iscritti ad un Albo professionale);

Discorso a parte riguarda i soci-amministratori di Srl che, partecipando contemporaneamente al lavoro aziendale con carattere di abitualità e prevalenza e ricoprendo anche la carica di amministratore percependo per tale attività un compenso, sono obbligati al doppio obbligo di iscrizione, ovvero sia alla Gestione IVS commercianti in qualità di socio lavoratore sia alla Gestione Separata Inps in qualità di amministratore.
La Gestione Separata interessa anche i soggetti che, pur svolgendo un’attività il cui esercizio è subordinato all’iscrizione ad un Albo professionale, non sono iscritti e non versano il contributo soggettivo alla propria Cassa per disposizione statutaria o per scelta.

Relativamente al 2012, le aliquote contributive della Gestione Separata Inps sono pari a:

  • 27,72% per i soggetti privi di altra copertura previdenziale obbligatoria (27% + 0,72% a titolo di contributo aggiuntivo per il sostegno della maternità, dell’assegno al nucleo familiare, della malattia, della degenza ospedaliera e del congedo parentale);
  • 18% per tutti gli altri soggetti (titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria).

Per quanto riguarda i massimali di reddito, per il 2012 è pari a € 96.149,00, perciò la misura massima dei contributi da versare alla Gestione Separata Inps per il 2012 sarà pari a € 26.652,50 per i soggetti privi di altra copertura previdenziale obbligatoria e € 17.306,82 per tutti gli altri soggetti (titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria).
Il minimale di reddito, invece, è pari a € 14.930,00. Ciò significa che i soggetti privi di altra copertura previdenziale obbligatoria avranno l’accredito dell’intero anno con un contributo annuale pari ad € 4.138,60 e tutti gli altri avranno l’accredito dell’intero anno con un contributo annuo di € 2.687,40.
Ovviamente, se si tratta di compensi erogati entro il 12 gennaio 2012 e riferiti a servizi e prestazioni effettuati entro il 31 dicembre 2011, saranno applicate le aliquote del 2011.

In caso di collaboratore o lavoratore autonomo occasionale, l’onere contributivo è così ripartito: 1/3 a carico del prestatore e 2/3 a carico del committente.
Nel caso di associazione in partecipazione con apporto di solo lavoro, l’onere è, invece, ripartito nel seguente modo: 55% a carico dell’associante e 45% a carico dell’associato.
Tale versamento deve essere fatto, dal titolare del rapporto contributivo, entro il 16 del mese successivo alla prestazione, mediante il modello F24 cartaceo o telematico nel caso dei titolari di partita IVA.
Per i professionisti iscritti alla Gestione separata, invece, l’onere contributivo è tutto a carico dei soggetti stessi ed il versamento dei contributi deve essere eseguito, tramite il modello F24 telematico, alle scadenze fiscali previste per il pagamento delle imposte sui redditi con le modalità dell’acconto e del saldo.

Trieste: pensioni ancora incassate in contanti

Entra oggi in vigore la norma secondo la quale i pensionati che percepiscono oltre 1000 euro al mese non potranno più incassare la propria pensione in contanti ma dovranno provvedere a farsi accreditare l’assegno mensile su appositi conti correnti bancari o postali, o su libretti di risparmio, che rendano possibile tracciare le cifre percepite.

L’obbligo si estende anche a quei pensionati che superano la cifra di 1000 euro mensili solo una o due volte al mese, con l’incasso della tredicesima o della quattordicesima mensilità. I pensionati interessati possono recarsi in Posta o in banca e compilare l’apposito modulo per chiedere l’accredito dell’assegno sul conto prescelto.

Il discorso non vale per la provincia di Trieste: qui, comunica l’Inps, lo stop al pagamento in contanti delle pensioni superiori ai 1000 euro è stato posticipato al 1 maggio 2012. Invariato invece il termine fissato ad oggi entro cui gli assegni di sostegno al reddito (come assegni di disoccupazione, mobilità o cassa integrazione) non possono più essere effettuate in contanti se superiori ai 1000 euro netti.

Fonte: ansa.it

Cassa integrazione: a febbraio +16,8%

Nel mese di febbraio 2012 sono state autorizzate 82 milioni di ore di cassa integrazione guadagni. Rispetto a febbraio 2011, quando furono autorizzate 70,1 milioni di ore, si registra un aumento del 16,8%. Complessivamente nei primi due mesi dell’anno si e’ giunti a quota 136,9 milioni, contro 130,2 milioni del 2011 (+5,1%).E’ l’Inps ad aggiornare i dati sugli ammortizzatori sociali.

I dati sulla cassa integrazione, dice l’Inps, registrano a febbraio una “inversione di tendenza”. Non solo a livello tendenziale,+16,8% rispetto a febbraio 2011, ma anche a livello congiunturale, rispetto allo scorso gennaio e complessivamente rispetto alla scorso quadrimestre: la cassa integrazione e’ infatti aumentata rispetto al mese precedente del 49,1%, 82 milioni di ore a  febbraio contro 55 milioni a gennaio.

E passando al dettaglio per tipologia di prestazione, la Cigo risulta aumentata del 23,9% rispetto a gennaio, essendo passati da 20,3 a 25,1 milioni di ore. Rispetto al febbraio del 2011, quando le ore autorizzate erano state 19,1 milioni, l’aumento e’ del 31,4%. L’incremento e’ attribuibile in larga misura alle autorizzazioni riguardanti il settore industria, aumentate del 56% rispetto ad un anno fa, mentre la cigo relativa al settore edile registra invece una diminuzione, rispetto al febbraio 2011, del -21,5%.

Gli interventi straordinari (Cigs) di febbraio ammontano a 25,8 milioni di ore, con un aumento del 20,4% rispetto a gennaio (21,4 milioni), mentre rispetto al febbraio 2011 (28,9 milioni) si registra una diminuzione del -10,9%. In questo caso, la variazione negativa e’ da attribuire al settore industriale, che registra un calo del -19,6% rispetto alle ore autorizzate a febbraio 2011.

Fonte: adnkronos.com

Co.co.pro? No, grazie

di Vera MORETTI

Alla faccia di chi vuol farci credere che tra lavoratore dipendente e lavoratore precario la differenza è poca. Non si tratta solo di sicurezza e certezza nel futuro, ma anche di retribuzione.
A questo proposito, il gap tra precario e dipendente è di 5.000 euro e sale a 6.800 se si tratta di una donna. Come se ci fosse bisogno di altri motivi per diffidare dei contratti co.co.pro.

Se, poi, si ha meno di 24 anni, la penalizzazione è quasi raddoppiata, dal momento che il divario raggiunge 8.221 euro, ovvero la differenza tra gli 11.400 euro medi annui di un dipendente e i 3.179 euro di un co.co.pro. e un collaboratore coordinato e continuativo.

Questi dati sono stati resi noti da Isfol, la cui direttrice generale, Aviana Bulgarelli ha commentato così: “Una situazione che per le lavoratrici diventa paradossale. Le donne hanno in genere tassi di istruzione più elevati degli uomini. E invece sul fronte salariale continuano a subire una forte disparità di genere. Sia se inquadrate come co.co.pro. che come lavoratrici dipendenti“.

I collaboratori a progetto sono un esercito di 676mila, ai quali si aggiungono i 50mila collaboratori coordinati e continuativi che ci sono nella Pubblica amministrazione e tutti sono accomunati da un reddito medio annuo di 9.885 euro contro i 16.290 euro di busta paga media l’anno degli oltre 17 milioni di occupati dipendenti.
Per quanto riguarda i lavoratori parasubordinati, in Italia sono 1 milione e 442mila unità. Tra loro, il 46,9% sono co.co.pro. Mentre il 35,1% dei collaboratori a progetto ha un’età inferiore ai 30 anni e il 28,7% tra i 30 e 39 anni.
L’84,2% dei co.co.pro. è caratterizzato poi da un regime contributivo esclusivo, ovvero non svolge un’altra occupazione: si tratta di 569mila lavoratori il cui reddito medio scende a 8.500 euro l’anno. Per ricevere uno stipendio pari a quello di un dipendente, un co.co.pro. e un co.co.co. deve superare i 60 anni e arrivare a fine carriera, quanto il reddito annuale medio ammonta a 19.797 euro contro i 19.462 euro per un dipendente.

Una recente indagine di Isfol-Plus, poi, informa che, per quanto riguarda i lavoratori parasubordinati, il 70% dei collaboratori deve garantire la presenza presso la sede di lavoro, il 67% ha concordato un orario giornaliero con il datore e il 71% utilizza, nello svolgimento della prestazione, mezzi e strumenti del datore di lavoro.

Chi decide il tipo di contratto? Di certo non i diretti interessati ma, guarda caso, i datori di lavoro stessi. Per questo, è richiesto a gran voce l’intervento di Elsa Fornero, ministro del Lavoro e del Welfare, che dovrebbe, secondo Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, “equiparare i contributi, garantendo contestualmente le stesse tutele e dando certezza di un salario corrispondente al lavoro che si svolge“.

Una soluzione alternativa, per Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil, potrebbe essere quella di utilizzare queste forme contrattuali per “assumere lavoratori per qualifiche medio-alte“.

Progetto Famiglia-Lavoro

Conciliare famiglia e lavoro in Italia è ancora difficile. Lo dice l’ultimo “Rapporto sulla coesione sociale” realizzato da Ministero del Lavoro, Istat e Inps. Crescono le coppie in cui lavorano sia lui che lei, ma a tagliare le gambe alla competitività della famiglia sul lavoro ci sono ancora troppe disuguaglianze: la retribuzione femminile minore in media del 20% di quella maschile, e resta il nodo dei congedi parentali – 9 volte su 10 femminili – che determinano uno “stop” allo sviluppo professionale del coniuge che si potrebbe assentare dal lavoro per circa un anno.

Un’azienda di software aziendale ha provato ad uscire dagli stereotipi offrendo una possibilità di scelta ai suoi dipendenti, uomini e donne. Si tratta di Inaz, con oltre 400 addetti e sede a Milano, e del suol progetto Famiglia-Lavoro che coinvolge risorse di ogni reparto mettendo in campo una serie di azioni concrete come l’incentivo al ritorno volontario dopo tre mesi per chi è in congedo parentale e l’applicazione, dove possibile di part-time e telelavoro. Il management è spinto a proteggere le competenze durante il congedo e a valorizzare le persone al rientro, con tutoring durante il congedo e opportuni percorsi di formazione per il dipendente che torna in azienda.

Proprio per il progetto Famiglia-Lavoro, a dicembre 2011 Inaz è stata fra le aziende premiate nell’ambito dell’iniziativa “Imprese Responsabili” promossa dalle Camere di Commercio lombarde.

Fonte: ansa.it