Merito creditizio per finanziamenti: cos’è e come funziona?

Chi chiede un finanziamento o un mutuo si ritrova a dover fare i conti con il merito creditizio, ma di cosa si tratta e come funziona?

Cos’è il merito creditizio?

Il merito creditizio, anche conosciuto come credit score, è uno strumento che racchiude/sintetizza la storia finanziaria di un soggetto, in particolare esposizioni bancarie, prestiti erogati, flussi di reddito. Questo strumento è apprezzato dalle banche che lo usano per determinare se un soggetto può essere considerato affidabile dal punto di vista economico. In base al merito creditizio può essere determinato anche il tasso di interesse al quale concedere liquidità, naturalmente persone che hanno un profilo di rischio alto potranno ricevere prestiti, mutui e altri finanziament solo accettando di dover pagare un tasso di interesse più alto.Dal punto di vista del merito creditizio, i soiggetti ritenuti più affidabili sono quelli a cui viene riconosciuta la tripla A, mentre la classe di merito più bassa è la C.

Quali dati sono presi in considerazione per determinare il merito creditizio?

Il merito creditizio viene determinato avendo come riferimento:

  • livello d’indebitamento del cliente;
  • rapporto con crediti già erogati in precedenza;
  • flussi di reddito;
  • possibilità di godere o meno di fonti di patrimonio alternative;
  • disponibilità del proprio patrimonio personale;
  • solvibilità;
  • abitudini comportamentali;
  • abitudini di spesa, risparmio e gestione del denaro.

Banche dati dove sono raccolte le informazioni

Tutti questi dati sono compresi in diverse banche dati, le più importanti sono la Centrale Rischi della Banca d’Italia, Sistemi di informazioni Creditizia (SIC), il Crif ( Centrale rischi finanziari), quella detenuta dalla Camera di Commercio. I vari soggetti interessati, ad esempio gli istituti di intermediazione finanziaria, possono accedere a queste banche dati e quindi valutare l’affidabilità dei vari soggetti e determinare in base al rischio se concedere o meno liquidità.

Interrogare tali banche dati non serve solo a tutelare gli istituti di credito, ma l’intero sistema creditizio italiano proteggendolo dal rischio di insoluti e banca rotta che potrebbero derivare da finanziamenti, mutui, prestiti riconosciuti con particolare superficialità.

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Superbonus 2023 per efficientamento energetico: il quadro attuale

Il Superbonus per l’efficientamento energetico è stato introdotto con il decreto legge 34 del 2020. Da quel momento ha subito molte modifiche tendenti, da un lato a dare un quadro uniforme della disciplina (vista la lacunosità di quella iniziale) e dall’altro ad evitare truffe. Attualmente la disciplina del Superbonus 2023 ha subito modifiche con la legge di bilancio 2023 e con il decreto Aiuti Quater. Ecco il quadro di insieme finale attualmente in vigore per le diverse tipologie di immobili.

Superbonus 2023 per immobili unifamiliari

La prima novità importante riguarda gli immobili unifamiliari, in base alle recenti modifiche in alcuni limitati casi potranno continuare ad usufruire del Superbonus 110%. La prima cosa da fare è individuare quali sono gli immobili unifamiliari, si tratta di: edifici unifamiliari e unità immobiliari funzionalmente indipendenti site in edifici plurifamiliari, cioè villette e appartamenti in palazzina aventi però ingresso autonomo.

In questo caso sarà possibile usufruire del Superbonus 110% per le spese sostenute fino al 31 marzo 2023, ma solo nel caso in cui al 30 settembre 2022 siano stati effettuati il 30% dei lavori (ricordiamo che nel 30% possono essere ricompresi anche lavori non rientranti nelle detrazioni).

Questa tipologia di immobile potrà inoltre usufruire del Superbonus 90% per i lavori eseguiti a partire dal 1° gennaio 2023.

Tali immobili potranno però usufruire delle detrazioni ora viste solo nel caso in cui il beneficiario ( titolare di un diritto di proprietà o diritto reale di godimento) abbia un reddito dichiarato inferiore a 15.000 euro, calcolati con il criterio del quoziente familiare e l’immobile sia adibito ad abitazione principale.

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Superbonus 2023 per gli edifici condominiali

Il Superbonus 110% ha avuto conferma anche per gli edifici condominiali ma solo in limitati casi, cioè:

  • l’approvazione dei lavori da parte dell’assemblea condominiale sia intervenuta prima del 18 novembre 2022 (nel caso in cui la nomina dell’amministratore non sia obbligatoria, condomini fino ad 8 unità immobiliari, la data deve essere attestata in una dichiarazione sostitutiva resa dal condomino che ha presieduto l’assemblea in cui vi è stata la deliberazione);
  • Cila presentata entro il 31 dicembre 2022;
  • resta il Superbonus 110% anche nel caso in cui la deliberazione dell’assembloea sia intervenuta tra il 19 e il 24 novembre 2022 e con presentazione della Cila al 25 novembre 2022.

Escluse queste opzioni, per i lavori di efficientamento energetico effettuati dai condomini, si può ottenere il Superbonus 90%.

Il quadro per la cessione del credito

Ricordiamo, infine, che per quanto riguarda la cessione del credito continua ad essere possibile la cessione alle imprese costruttrici, ai fornitori e agli istituti di intermediazione finanziaria. Tali soggetti possono a loro volta effettuare altre due cessioni, ma solo in favore di  soggetti “vigilati”, vale a dire banche e intermediari finanziari iscritti all’albo, società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo, imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia. Mentre alle banche e alle società appartenenti a un gruppo bancario è sempre consentita la cessione del credito a correntisti che non siano persone fisiche e quindi a società, professionisti e titolari di partita Iva.

Per chi ha un vecchio immobile è bene ricordare che questo è il momento giusto per una ristrutturazione con efficientamento energetico, infatti, nonostante la riduzione delle detrazioni fiscali spettanti, a breve, con l’entrata in vigore della direttiva UE sulle case green potrebbero essere costretti ad effettuare i lavori.

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Superbonus 110%: come sbloccare la cessione del credito

Il Superbonus 110% vede oggi molti cantieri bloccati, la causa principale sono le nuove norme, indicate soprattutto nella circolare 23/E/2022 dell’Agenzia delle Entrate che rendono difficile optare per la cessione del credito. Vediamo come provare a sbloccare i fondi.

Superbonus 110%: cantieri bloccati a causa della responsabilità in solido del cessionario

La circolare 23/E/2022 dell’Agenzia delle Entrate prevede la responsabilità in solido tra il beneficiario e il cessionario del credito di imposta nel caso di lavori dichiarati e non eseguiti. Ciò ha indotto gli intermediari finanziari, come banche e Poste Italiane a porre particolare attenzione prima di acquistare i crediti del Superbonus 110% da parte dei beneficiari.

La circolare infatti sottolinea che ci sono elementi da considerare particolarmente rilevanti al fine di rilevare tentativi di frode e a cui porre attenzione, tra questi vi sono i lavori dichiarati, ma non effettuati e il non rispetto dei tempi previsti. Ricordiamo che il 30 settembre scade il termine per l’esecuzione del 30% dei lavori da parte dei proprietari di immobili unifamiliari. Sono sintomo di tentativi di frode anche l’incongruenza tra il valore dell’immobile e il valore dei lavori per i quali si chiede la cessione del credito.

L’Agenzia delle Entrate richiede quindi ai potenziali beneficiari di porre particolare attenzione alle operazioni di acquisto, infatti nel caso in cui dai controlli dovessero emergere delle anomalie il cessionario sarà ritenuto responsabile in solido con il beneficiario e quindi potrebbe non ottenere il rimborso del credito di imposta. Si chiede all’intermediario di effettuare verifiche sullo stato dei lavori e di documentare le stesse anche attraverso rilievi fotografici. All’intermediario si chiede di adottare la specifica diligenza professionale nel valutare le cessione del credito inerente il Superbonus 110%.

Cantiere bloccato? Ecco come sbloccare la cessione del credito Superbonus 110%

Fatta questa lunga premessa, appare evidente che per poter sbloccare i lavori e velocizzare le operazioni di cessioni del credito è opportuno per il potenziale beneficiario effettuare rilievi fotografici costanti fin da prima dell’inizio dei lavori in modo da dimostrare lo stato iniziale dell’immobile e in seguito ulteriori rilievi fotografici che dimostrino l’avanzamento dei lavori eseguiti. In questo modo anche per l’intermediario finanziario a cui si vuole cedere il credito sarà più semplice stipulare l’atto senza timore di non riuscire a ottenere il riconoscimento del credito di imposta.

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