Delega servizi online fatturazione elettronica ad un intermediario, come fare

Per i titolari di partita IVA, uno degli adempimenti non solo obbligatori, ma anche tra i più delicati, è quello relativo alla gestione della fatturazione elettronica. In particolare, la gestione delle e-fatture si può sempre e comunque effettuare in proprio, ma al bisogno è possibile in ogni caso delegare un intermediario abilitato. Per esempio, il proprio commercialista di fiducia. Vediamo allora qual è la procedura che è finalizzata proprio a delegare la gestione dei servizi online per la fatturazione elettronica ad un intermediario abilitato.

Quali servizi online di fatturazione elettronica delle Entrate possono essere delegati ad un intermediario

Nel dettaglio, proprio su delega, un contribuente può delegare ad un intermediario abilitato i seguenti servizi: la consultazione e l’acquisizione delle fatture elettroniche o dei loro duplicati informatici; la fatturazione elettronica e la conservazione delle fatture elettroniche; la consultazione dei dati che sono rilevanti ai fini IVA; l’accreditamento ed il censimento dei dispositivi, ed anche la registrazione dell’indirizzo telematico.

Quanto dura la delega e l’accesso ai servizi delegati ad un intermediario abilitato

La delega ad un intermediario abilitato, riporta altresì il sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, non può avere in ogni caso una durata superiore ai 2 anni. Con ogni servizio che, inoltre, è delegabile fino ad un massimo di 4 soggetti. Tra i servizi delegabili sopra indicati, inoltre, la fatturazione elettronica e la conservazione delle fatture elettroniche, nonché l’accreditamento ed il censimento del dispositivi, possono essere delegati pure a favore di soggetti che sono diversi dagli intermediari abilitati.

Servizi online di fatturazione elettronica ad un intermediario, come si conferisce e come si revoca la delega

Tra le modalità che sono ammesse per conferire e per revocare la delega ad un intermediario, per i servizi online fatturazione elettronica del Fisco, c’è un apposito modulo in formato PDF che si può visionare e che si può scaricare dal sito Internet dell’Agenzia delle Entrate. Il modulo, in particolare, riporta la dicitura ‘Conferimento/Revoca della delega per l’utilizzo dei servizi di fatturazione elettronica‘, e deve essere presentato, debitamente compilato e sottoscritto, presso un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate.

Con il conferimento di apposita procura speciale, inoltre, il modulo ‘Conferimento/Revoca della delega per l’utilizzo dei servizi di fatturazione elettronica‘ può essere eventualmente presentato ad un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate pure da un soggetto incaricato che è diverso dal richiedente.

Le modalità di conferimento e di revoca delle deleghe, per l’utilizzo dei servizi online del Fisco di fatturazione elettronica, sono disciplinate dal provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate che è stato pubblicato in data 5 novembre del 2018. Al provvedimento, inoltre, sono allegati i modelli per conferire o per revocare le deleghe, le istruzioni per la compilazione e, tra l’altro, pure le specifiche tecniche per la trasmissione telematica.

“Caro” nuovo Governo… di uno stato liberale

Nuova tornata elettorale, nuovo governo, nuove richieste. Oppure no? Imprese e liberi professionisti cosa dovranno aspettarsi dall’esecutivo scelto dalle elezioni politiche 2013?

In queste ore gli italiani sono chiamati al voto per esprimere una preferenza, eppure c’è chi non sta a guardare e sa già cosa ci vorrebbe per far ripartire il motore della piccola impresa e quindi della grande economia italiana.

Anche Riccardo Alemanno, Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT), ha le idee chiare.

Quali sono, a suo parere, le tre priorità che dovrà affrontare il nuovo governo per rilanciare domanda e consumi?
Recentemente ho postato una citazione di Benedetto Croce sulla mia pagina Facebook che potrei definire la priorità delle priorità: “Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi cose o chissà quali grandi uomini. Abbiamo solo bisogno di più gente onesta.”
Tornando alla domanda e precisando che le priorità sono talmente tante che sceglierne tre è estremamente difficile, si potrebbe iniziare da queste:

  1. la prima azione deve essere nei confronti delle famiglie ovvero ridurre il carico fiscale ed aumentare le detrazioni per i familiari a carico, ciò, oltre ad essere socialmente giusto, libererebbe risorse che potrebbero contribuire fortemente al rilancio della domanda di beni e servizi. Le risorse finanziarie necessarie dovrebbero essere costituite, da una parte, dei proventi derivanti dalla lotta all’evasione (che sarebbe pertanto maggiormente supportata dal cittadino), dall’altra dei tagli concreti agli sprechi della spesa pubblica (sarebbe sbagliato tagliare la spesa pubblica in modo lineare);
  2. la seconda azione è quella di ridurre il costo del lavoro per imprese e professionisti. Oggi questo ha due effetti negativi: l’aumento dei costi di beni e servizi, uno stallo nelle assunzioni;
  3. la terza è un intervento forte e concreto di sburocratizzazione e semplificazione degli adempimenti per i cittadini, attualmente invece il nostro Paese sta andando nella direzione diametralmente opposta: addirittura si arriva al paradosso che quando si parla a livello legislativo di “semplificare”, in realtà, spesso, si creano ulteriori complicazioni.

Quali sono, invece, le politiche che dovrà mettere in campo per dare sostegno a imprese e professionisti, strozzati dalla crisi?
Per prima cosa si dovrebbe partire dal principio che imprese e professionisti (tutti ordinistici ed associativi) sono entrambi soggetti che lavorano e danno lavoro. Pertanto gli incentivi ed i sostegni non devono creare differenze tra le due tipologie di soggetti, troppo spesso i professionisti sono stati esclusi da leggi di incentivazione e sostegno. Ciò detto, tenendo conto che stiamo vivendo un periodo di crisi profonda, un intervento a costo zero e da perseguire da subito è quella della certezza della norma: nel nostro Paese troppo spesso vengono emanate norme che poi hanno necessità di mesi di studio e di chiarimenti per la loro corretta applicazione. Nel settore tributario ciò è all’ordine del giorno. Tali difficoltà si traducono poi in costi ed in rischi sanzionatori molto elevati. Inoltre, sia per i professionisti che per le imprese, bisogna rivedere la possibilità di detrarre totalmente i costi legati all’attività: negli anni la detrazione di molti costi è stata via via ridotta percentualmente con il conseguente aumento di una base imponibile più elevata (spesso non reale) e quindi con l’aumento della tassazione. In particolare, per i professionisti dell’area economica che svolgono funzione di intermediari fiscali tra il cittadino e lo Stato, svolgendo tale compito sempre con supporti e sistemi telematici, sarebbe importante riconoscere un credito di imposta sui costi di aggiornamento software ed hardware che ogni anno crescono di importo e che oggi pesano enormemente sui bilanci degli studi professionali.

Per parte vostra, quali saranno le prime istanze che porterete al nuovo esecutivo?
La revisione degli obblighi contributivi dei professionisti privi di cassa autonoma ed obbligati all’iscrizione nel fondo di gestione separata dell’Inps, l’aliquota pagata da tali soggetti va oltre il 27% la più elevata rispetto alle altre categorie del mondo professionale.
Ricordare che, oggi anche ai sensi della Legge 4/2013, il settore professionale in Italia è composto dalle professioni organizzate in ordini e da quelle organizzate in associazioni, quando si vara un norma innovativa per il mondo professionale o dove i professionisti sono coinvolti tenere conto di ciò. Al nuovo esecutivo presenteremo istanza sulla modifica delle STP che devono tenere conto di ciò.
Riprendere il lavoro interrotto sulla riforma fiscale, la Legge delega approvata è solo un contenitore, noi vogliamo contenuti.

Qual è l’errore più grave commesso dai precedenti governi che non volete venga più commesso dall’esecutivo che verrà?
Errori ne sono stati commessi molti da tanti, se non da tutti, ma con i “se” ed i “ma” non si va da nessuna parte. Mi auguro che il prossimo Governo sia dialogante con le categorie interessate al Bene comune, meno accondiscendente con quelle che pensano solo agli interessi corporativi. E non mi riferisco al solo mondo delle professioni.
Se mi permette, come ho iniziato, vorrei concludere con una citazione questa volta di Luigi Einaudi dal saggio del 1938, Miti e paradossi della giustizia tributaria: “In uno stato liberale si deve sempre tenere presente il punto critico al di là del quale l’imposta, crescendo ancora, deprimerebbe l’interesse a risparmiare e l’interesse alle nuove iniziative”. L’attualità di questa citazione del ’38 rende la citazione ancora più, per dirla alla Crozza-Conte, agghiacciante.

Paola PERFETTI

Intermediari fiscali: serve confronto unitario con l’Agenzia delle Entrate

Lo aveva annunciato ai primi di agosto, dopo una lettera inviata al Direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera; ora lo ha concretizzato. Riccardo Alemanno, Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT), ha inoltrato via e-mail una lettera ai Presidenti di ordini e associazioni che rappresentato professionisti che svolgono la funzione di intermediari fiscali. Tutto inizia ai primi di agosto, quando l’Agenzia, negli ultimi giorni della predisposizione del modello Unico, pubblica in area entratel (riservata agli intermediari fiscali) un comunicato sui controlli ai predetti professionisti in tema di privacy.

Ovviamente, anche per il periodo e il tono, molto professionisti si sono preoccupati e Alemanno aveva ricevuto parecchie comunicazioni da parte degli iscritti INT. Da qui la lettera a Befera per chiedere un incontro chiarificatore e poi l’idea di proporre ai rappresentanti di ordini e associazioni di richiedere all’Agenzia delle Entrate la costituzione di una consulta permanente degli intermediari fiscali, al fine di potere dialogare e confrontarsi unitariamente con l’Amministrazione finanziaria. I destinatari della proposta di Alemanno sono i Presidenti degli Ordini di dottori commercialisti, consulenti del lavoro e delle associazioni di tributaristi e revisori legali.

Si legge nella lettera: “E’ necessario pertanto che le rappresentanze degli intermediari fiscali e l’Amministrazione finanziaria abbiano un confronto da cui possa scaturire l’istituzione di una sorta di consulta permanente o tavolo di consultazione attraverso cui si possano conoscere preventivamente gli atti dell’Agenzia delle Entrate nei confronti degli intermediari e discuterne contenuti e motivazioni.Spero che questa proposta possa trovare la Vostra condivisione per potere chiedere congiuntamente all’Agenzia delle Entrate quanto suddetto. Sarebbe un bel segnale un’ azione congiunta, soprattutto a vantaggio dei nostri rappresentati“.

Alemanno spera nella condivisione da parte degli altri Presidenti. “Nell’ambito della Commissione centrale sugli studi di settore abbiamo dimostrato che possiamo affrontare problematiche comuni tralasciando le contrapposizioni, spero che questo possa avvenire anche per questa importante funzione svolta dal mondo professionale del settore fiscale. Oltre all’aspetto positivo per gli iscritti di ogni singola organizzazione credo che sarebbe un bel segnale in un Paese oggi diviso ed in contrapposizione su tutto“.