Fondo perduto Simest, ancora 450 milioni da assegnare: come presentare domanda entro il 3 dicembre 2021

Sono disponibili ancora 450 milioni di euro per le domande delle imprese del Fondo 394. Si tratta dei finanziamenti per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese voluti dal ministero degli Affari esteri. Le tipologie di fondo perduto sono tre: uno riguarda la partecipazione delle Pmi alle mostre e alle fiere internazionali; uno la transizione ecologica e digitale; l’ultimo lo sviluppo dell’e-commerce. Il fondo è stato finanziato nuovamente dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) con i fondi del Next Generation EU per un miliardo e duecento milioni di euro. Dalla riapertura dei termini del 28 ottobre scorso sono arrivate 5321 domande per un’assegnazione dei fondi pari a 766 milioni di euro.

Fondo Simest, le domande arrivate dalle regioni del Sud Italia per il 40% del fondo perduto

Tra le domande pervenute per il Fondo 394, 1659 domande sono arrivate da imprese del Sud Italia per un totale di 227 milioni di euro assegnati. Si tratta di un risultato fino a questo momento positivo anche per la decisione di assegnare il 40% dei fondi (pari a 480 milioni di euro) alle imprese che hanno sede nelle regioni del Mezzogiorno. Per queste imprese la quota a fondo perduto del cofinanziamento può arrivare al 40% dell’investimento.

Quali sono stati i fondi perduti più richiesti finora?

Del fondo perduto Simest, fino a questo momento la maggior parte delle domande hanno riguardato la partecipazione delle piccole e medie imprese alle mostre internazionali (anche se svolte in Italia) e alle missioni di sistema. Si tratta di una delle tre tipologie di fondi previsti. Ad oggi, le domande per questa tipologia hanno riguardato a livello nazionale il 39% del totale delle domande. Le piccole e medie imprese del Sud Italia hanno inoltrato istanza per la partecipazione alle fiere per il 13% del totale. Per questa tipologia di fondo le Pmi possono chiedere un finanziamento che può arrivare a 150 mila euro con almeno il 30% delle spese da destinare alla digitalizzazione relativa all’evento al quale si partecipa.

Domande fondo perduto internazionalizzazione: per quali Paesi si sono presentate più istanze

Le domande di fondo perduto per la partecipazione a mostre e fiere ha riguardato eventi internazionali da tenersi in Italia per il 40%. A seguire, le istanze sono state presentate per la Germania (il 22%), per la Francia (il 7%) e per gli Stati Uniti (il 6%). Sul totale delle domande finora presentate, il 34% riguarda la transizione ecologica e digitale. Per questo fondo le Pmi possono finanziare progetti fino a 300 mila euro dei quali il 50% deve riguardare spese per la digitalizzazione. L’altra metà può essere ripartita per spese relative alla sostenibilità e all’internazionalizzazione.

Fondo perduto e-commerce, quante domande sono arrivate?

Delle 5321 domande complessive finora arrivate, il 27% riguarda spese relative allo sviluppo del commercio elettronico. Le spese ammissibili per questo filone riguardano la creazione o il miglioramento di una piattaforma e-commerce già esistente o di un terzo. Il commercio deve riguardare prodotti e servizi italiani o con marchio dell’Italia.

Come presentare domanda per il fondo perduto Simest entro il 3 dicembre?

Le piccole e medie imprese possono presentare domanda entro il 3 dicembre prossimo. La piattaforma per inoltrare l’istanza è disponibile sul portale Simest. Appena entrati sul sito, una finestra avvisa della possibilità di presentare domanda entrando nell’area personale. All’interno ciascuna impresa può verificare i propri requisiti per presentare la domanda e la relativa documentazione necessaria.

In Lombardia, al via il Progetto GATE

Il 4 novembre è partita la seconda finestra legata al Progetto GATE, mirata a favorire l’internazionalizzazione delle micro e piccole e medie imprese, promosso dalla Regione Lombardia in accordo con il Sistema Camerale locale e con il supporto di Finlombarda SpA.

Questa iniziativa si basa sull’organizzazione di percorsi di accompagnamento alle imprese per realizzare uno specifico progetto di sviluppo all’estero attraverso l’affiancamento di un esperto in dinamiche internazionali.

Le misure previste dal progetto sono due, ma in entrambi i casi vengono erogati servizi di consulenza per una durata non superiore a otto mesi consecutivi e non successivamente al 31 marzo 2015:

  • Export: misura in favore delle imprese che si aprono all’estero attraverso un approccio commerciale,
  • Internazionalizzazione: misura per le aziende che consolidano la presenza all’estero attraverso un approccio di investimento produttivo.

Per fare domanda e partecipare all’iniziativa, c’è tempo fino al 2 dicembre per inviare il proprio progetto di internazionalizzazione.
Per il 2014, nel mese di aprile, è prevista una terza finestra e quindi un’ulteriore occasione per le imprese interessate.

Vera MORETTI

Economia digitale e piccole imprese

 

Start up digitali, internet economy e internazionalizzazione delle imprese in una fase non propriamente florida di congiuntura economica. Sono questi i temi affrontati dal nono Rapporto Piccole Imprese stilato da UniCredit. Al centro la digitalizzazione delle aziende del made in Italy: la presentazione del rapporto è stata infatti accompagnata da una tavola rotonda sul tema “La digitalizzazione delle imprese italiane: efficienza, innovazione e conquista di nuovi mercati”, introdotta da Gabriele Piccini, Country Chairman Italy UniCredit.

Punto primo: la digitalizzazione ha profondamente cambiato l’interazione tra sistema scientifico-tecnologico e apparato produttivo, sempre più imperniata su due risorse immateriali: l’informazione e la conoscenza. Le tecnologie digitali hanno mutato il modo di produrre, di scambiare e di comunicare delle aziende di qualsiasi dimensione.

Ma quali sono le differenze e come ha impattato in misura diversa la nuova economia digitale su piccole, medie e grandi imprese in Italia? A questo quesito hanno cercato di rispondere gli analisti di Unicredit, su un campione di 6.000 interviste a piccoli imprenditori italiani, a cui si vanno aggiunti 1.000 imprenditori medi e 300 grandi, tutti clienti UniCredit.

Questi i risultati:

Indice di fiducia 2012:  l’anno corrente registra il più basso valore dell’indice di fiducia mai raggiunto dal 2004 (73 su un valore che varia da 0 a 200, dove 100 rappresenta la soglia oltre la quale prevalgono le opinioni positive), con una perdita di 8 punti rispetto allo scorso anno e di ben 20 punti rispetto al 2008.  Se si concentra però l’attenzione sull’utilizzo delle tecnologie digitali, sia le piccole sia le medie imprese si dichiarano molto più fiduciose  (+6% per le piccole, +7 per le medie). A convincere soprattutto è il settore dell’e-commerce.

Accesso al credito per le start-up digitali: il problema per le piccole, medie e grandi imprese resta quello di come finanziare i processi di digitalizzazione: la nuova economia digitale e difficilmente bancabile, perchè necessita di interlocutori e finanziatori in grado di comprendere la loro portata innovativa. E di assumersi il rischio di investire.

Internet Economy: la sua diffusione in Italia è ancora inferiore rispetto agli Stati Uniti e a nazioni europee come Svezia, Gran Bretagna, Francia e Germania. L’Italia sconta infatti un consistente digital divide, dovuto a ritardi nell’infrastrutturazione, nell’utilizzo di Internet e nell’impatto della Rete in diversi ambiti. Il “divario digitale” colpisce soprattutto le piccole imprese: in particolare a essere meno diffuse e utilizzate sono le cosiddette tecnologie avanzate (rete intranet aziendale, rete extranet, profilo su social network), mentre persiste un minore utilizzo di strumenti Internet che richiedono maggiore interazione (rapporti online con la PA, ecommerce).

Internazionalizzazione: ancora esigua la quota di piccole imprese che puntano e investono sull’ internazionalizzazione (12%, contro il 48,1% delle medie e il 56,4% delle grandi). Va sottolineato però il fatto che la quota di piccole imprese che guardano a nuovi mercati sia molto dinamica: negli ultimi dieci anni, un numero crescente di piccole imprese ha rivolto la propria attenzione ai mercati internazionali e questo processo è avvenuto con un’accelerazione progressiva proprio a partire dal 2007.

Innovazione: in Italia la presenza di imprese innovative nel triennio 2010-2012 è ancora insufficiente. Più propense all’innovazione sono le aziende di dimensione maggiore, ma il dato curioso è che l’innovazione di prodotto sembra portare un beneficio maggiore sul fatturato delle piccole imprese, a riprova di quanto ricerca e innovazione siano strategice anche per gli operatori di minori dimensioni (fatto 100 il fatturato totale realizzato nel 2011, la quota media ascrivibile a nuovi prodotti o servizi immessi sul mercato è pari al 30,9% nelle piccole imprese, contro il 25,7% delle medie e il 23,6% delle grandi).

Alessia CASIRAGHI

 

Ice e Simest insieme per il made in Italy

 

Dare vita a “un punto di riferimento sinergico” per le imprese italiane che vogliono affrontare i mercati internazionali. Ice e Simest uniscono le forze: da ottobre sarà attiva la sede unificata dei due enti a Milano, che lavoreranno insieme nell’ex ufficio dell’Ice.

È un deciso passo in avanti in direzione di quel sistema Italia che consentirà alle imprese del Nord di trovare nello stesso luogo, la nostra sede di Milano, uno sportello per i servizi e i finanziamenti all’internazionalizzazione” sottolinea Riccardo Monti, Presidente dell’Ice, che ci tiene a precisare che l’intesa raggiunta con Simest va considerata all’interno di un più ampio programma di razionalizzazione di tutte le strutture di supporto all’internazionalizzazione. L’obiettivo è la creazione di una vera e propria ‘Casa Italia’, che raccolga tutti i pezzi del sistema istituzionale italiano.

La nostra presenza negli uffici dell’Ice di Milano consentirà una maggiore sinergia a tutto vantaggio delle imprese lombarde, che sosteniamo e affianchiamo con i nostri strumenti e servizi di assistenza specialistica – prosegue invece  Massimo D’Aiuto, ad di Simest. – Siamo certi  che la collaborazione con la nuova agenzia Ice sarà sempre più proficua e potrà dare maggiore impulso allo sviluppo dei progetti di internazionalizzazione delle aziende del territorio”.

Alessia CASIRAGHI

Le Pmi verso un’internazionalizzazione?

di Vera MORETTI

E’ nata una nuova alleanza siglata da Giovanni Sabatini, direttore generale di Abi, e Giovanni Gorno Tempini, Alessandro Castellano e Massimo D’Aiuto, rispettivamente amministratori delegati di Cassa depositi e prestiti, Sace e Simest.

Ciò porterà ad una proroga fino al 6 aprile 2013 per il sistema Export banca. Questo sistema era stato creato nel 2010 tramite una convenzione tra Cdp e la Sace, la società controllata dal ministero dell’Economia che garantisce il credito all’esportazione assicurando gli investimenti esteri. Ora è entrata anche Simest, Società italiana per le imprese all’estero, nell’ambito di un’azione di abbattimento degli interessi sui crediti.

La convenzione mira alla costituzione di compartecipazioni con le banche, nazionali e non, per la quota che rimane scoperta.
Questa operazione potrebbe rendere le imprese italiane maggiormente competitive a livello europeo, e poter, dunque, stare al passo con Francia e Germania, che godono già di strumenti analoghi.

Le misure varate nell’ambito di questo progetto traghetteranno le 40 operazioni da 9 miliardi ciascuna in fase di istruttoria, che si avvalgono di una quota di finanziamenti firmati Cdp pari a 4,5 miliardi. La maggior parte di queste sono di credito all’acquirente estero mentre oltre una decina sono di sostegno all’internazionalizzazione delle Pmi, per l’apertura di filiali e acquisizioni all’estero.
Nel 2011 sono state cinque le operazioni avviate nei settori dei cantieri navali, dell’edilizia e delle infrastrutture, gas e petrolio: due finanziate per un totale di circa 800 milioni, altre tre sono in fase di conclusione.

Ma le manovre non si fermano qui, perché è previsto un incontro il 19 aprile prossimo per affrontare il tema spinoso del credit crunch e la proposta Abi per smobilizzare i debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle aziende.

Bando per le pmi in Friuli Venezia Giulia

di Vera MORETTI

Buone notizie per le pmi con sede in Friuli Venezia Giulia: la Camera di Commercio di Udine ha infatti reso nota la pubblicazione di un bando a sostegno delle PMI per l’internazionalizzazione a beneficio delle reti di imprese.
A beneficiare di questo bando, e relativo finanziamento, le reti di imprese istituite come contratti di rete o ATI (associazioni temporanee di imprese), oppure i consorzi o le società consortili.

I contributi saranno stanziati a favore di imprese che attiveranno aggregazioni di settore per promuovere l’internazionalizzazione, al fine di potenziare la competitività sul mercato e agevolare, di conseguenza, la produttività.
Gli incentivi messi a disposizione potranno essere utilizzati per coprire le spese di consulenza specialistica, ma anche l’affitto di sale di rappresentanza o l’acquisto di materiale promozionale, oltre alla realizzazione di siti web in lingua straniera e l’eventuale partecipazione a fiere internazionali.

Si tratta di contributi a fondo perduto in conto capitale, concessi fino al 60% delle spese ammissibili, ricordando però che sono esclusi progetti che prevedono una spesa inferiore ai 20 mila euro e che gli incentivi non possono comunque superare i 40 mila euro per progetto e non sono cumulabili con altre agevolazioni.

Le domande andranno presentate dal 2 maggio al 31 luglio 2012 presso l’Ufficio “Contributi” dell’Azienda Speciale Funzioni Delegate della Camera di Commercio di Udine.
Per poter leggere il testo del bando, occorre collegarsi al sito della CCIAA di Udine.