Decreto flussi: semplificazioni per assunzioni lavoratori stranieri

Con la nota 3820 del 23 giugno 2022 l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha proceduto a dare attuazione alle semplificazioni delle assunzioni previste nel decreto flussi.

Decreto flussi: semplificazioni per il rilascio del nulla osta

L’Italia sta affrontando uno dei periodi più difficili per quanto riguarda l’economia, le difficoltà sono generate non solo dall’inflazione galoppante che sta creando molte difficoltà alle famiglie, ma anche dalla difficoltà per molte aziende di reperire manodopera, soprattutto quella poco qualificata. Sono numerosi gli imprenditori che denunciano le difficoltà.

La normativa italiana prevede che periodicamente con decreto del presidente del Consiglio dei Ministri si provveda a determinare le quote di stranieri che possono fare ingresso in Italia per motivi di lavoro. Le quote dei flussi sono determinate in base ai fabbisogni e divise in tre quote: lavoratori stagionali, lavoratori subordinati non stagionali e lavoratori autonomi.

I datori di lavoro che hanno bisogno di lavoratori possono quindi presentare domanda per poter assumere gli stranieri in base al loro fabbisogno.

Tra le novità previste per il 2022 vi è l’aumento del numero degli ingressi previsti, in modo da riuscire a far fronte alla domanda proveniente dalle imprese e la semplificazione delle procedure.

Semplificazione assunzione stranieri: non serve asseverazione Ispettorato Territoriale del lavoro per ottenere il nulla osta

Il decreto legge 73 del 21 giugno 2022 ha previsto agli articoli 42, 43 e 44 percorsi di semplificazione per l’ingresso in Italia di personale extracomunitario per motivi di lavoro.

L’articolo 44 in particolare prevede che siano professionisti di cui all’art. 1 della L. n. 12/1979 (consulenti del lavoro) e delle organizzazioni datoriali comparativamente più rappresentative a livello nazionale a valutare la congruità del numero delle richieste presentate, ciò in applicazione dell’articolo 30 bis del decreto del Presidente della Repubblica 394 del 1999. Trova quindi disapplicazione la necessità di asseverazione da parte dell’Ispettorato del lavoro. Il Nulla Osta sarà quindi rilasciato dalle Prefetture in base alle asseverazioni fornite dai soggetti prima menzionati. Resta naturalmente la possibilità per gli ispettorati del lavoro, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, di svolgere controlli a campione sugli ingressi.

Semplificazione assunzione stranieri nel decreto flussi 2022: criteri per l’asseverazione

Il comma 2 dello stesso articolo 44 stabilisce che i consulenti del lavoro e le organizzazioni dei datori di lavoro debbano certificare tale congruità utilizzando come punto di riferimento:

  • la capacità patrimoniale dell’azienda richiedente;
  • equilibrio economico finanziario;
  • fatturato;
  • numero di dipendenti;
  • tipologia di attività svolta dall’impresa.

Per le richieste relative al 2021, quindi prima dell’entrata in vigore delle nuove norme, non trova applicazione l’articolo 44 in quanto le verifiche sono già state effettuate dalle varie sedi dell’Ispettorato Territoriale del lavoro.

Limiti all’applicazione delle semplificazioni del decreto flussi 2022

In base all’articolo 43 non possono applicarsi le semplificazioni in favore degli stranieri nei confronti dei quali siano stati adottati:

  • provvedimenti di espulsione;
  • segnalati ai fini della non ammissione nel territorio dello stato;
  • siano stati condannati, anche con sentenza non definitiva per uno dei reati previsti dall’articolo 380 del codice di procedura penale oppure per reati contro la libertà personale ovvero per i reati inerenti agli stupefacenti, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina verso l’Italia e dell’emigrazione clandestina dall’Italia verso altri Stati o per reati diretti al reclutamento di persone da destinare alla prostituzione o allo sfruttamento della prostituzione o di minori da impiegare in attività illecite.
  • Considerati una minaccia per l’ordine pubblico
Leggi anche: Decreto flussi 2022: ultime novità per le aziende che assumono immigrati

 

Dimissioni volontarie: qual è la procedura corretta?

Quando un lavoratore dipendente vuole cessare il rapporto di lavoro con il proprio datore deve procedere alle dimissioni volontarie. La normativa prevede che sia dato un congruo preavviso, inoltre prevede che sia seguita una specifica procedura che è telematica. Ecco la procedura corretta per le dimissioni volontarie.

Come procedere alle dimissioni volontarie telematiche

Può capitare che si riceva un’offerta di lavoro migliore o che semplicemente non si abbia più desiderio di continuare un determinato rapporto di lavoro, oppure di aver voglia di cambiare vita, cosa che è successa a molti nel periodo della crisi pandemica quando sono maturate circa 500.000 casi di dimissioni volontarie. In questo caso per liberarsi dagli obblighi contrattuali tra le parti c’è un unico modo, cioè le dimissioni volontarie. Con l’approvazione del decreto legislativo 151 del 2015, articolo 26, dal 12 marzo 2016 è possibile presentare le dimissioni solo in modalità telematica. Ecco di seguito le procedure che è possibile seguire.

La prima procedura può essere gestita direttamente dal lavoratore, questi deve comunicare al datore di lavoro le proprie dimissioni. Deve quindi andare al sito www.cliclavoro.gov.it , accedere all’area personale attraverso l’uso del codice SPID o con CIE e quindi procedere all’invio telematico delle dimissioni attraverso la compilazione del modulo presente sul sito. Una volta entrati sul sito attraverso le proprie credenziali di identità digitale, si può accedere ai contratti di lavoro in essere e di conseguenza di può compilare il modulo.

Nel caso in cui la lavoratore non sia in grado di procedere in modo autonomo è possibile avvalersi della collaborazione di intermediari come patronati, organizzazioni sindacali, enti bilaterali, consulenti del lavoro, Ispettorato Territoriale del Lavoro e Commissioni di certificazioni. Tali enti, dopo aver valutato l’effettiva volontà del lavoratore di recedere dal contratto, comunque interverranno attraverso il sito www.cliclavoro.gov.it

Come procedere con smartphone o tablet

Dal sito del ministero del lavoro https://www.lavoro.gov.it/strumenti-e-servizi/Dimissioni-volontarie/Pagine/default.aspx è possibile anche scaricare la App che consentirà di compilare il modulo da smartphone o tablet. In questo caso tramite l’App IO si potranno ricevere anche notifiche.

Per conoscere tutte le funzionalità dell’App IO, leggi l’articolo: App IO: cos’è, come scaricarla e quali servizi sono accessibili

L’invio telematico delle dimissioni volontarie è stato inserito nel nostro ordinamento per evitare che le dimissioni siano date dal lavoratore in seguito a forzature e comunque contro la volontà dello stesso lavoratore. Il lavoratore ha la facoltà di revocare le dimissioni entro 7 giorni.

Invio telematico delle dimissioni volontarie: in quali casi non serve?

Ci sono delle eccezioni a questa procedura telematica si tratta di:

  • lavoratori domestici;
  • lavoratori marittimi;
  • dipendenti del settore pubblico
  • dimissioni date durante il periodo di prova;
  • procedure svolte in sedi protette, in particolare nel caso in cui sia intervenuta una commissione di conciliazione presso Ispettorati territoriali del lavoro e le Commissioni di certificazione. Sono parificate a queste le dimissioni date dalle lavoratrici madri nel periodo in cui vige il divieto di licenziamento. In questo caso le dimissioni devono essere convalidate dal servizio ispettivo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali competente per territorio.

Sanzioni e informazioni finali

Se il datore di lavoro manomette i moduli inviati dal lavoratore può incorrere in pesanti sanzioni: minimo 5.000 euro e massimo 30.000 euro. Infatti i modelli telematici di comunicazione delle dimissioni potranno essere visualizzati in sola lettura anche dai datori di lavoro.

Ricordiamo che le dimissioni devono essere date con un congruo periodo di preavviso, si tratta di un lasso di tempo indicato nel CCNL del settore e che serve al datore di lavoro per cercare un sostituto e dargli un’adeguata formazione al fine di poter ottemperare alle sue mansioni.

Ricordiamo che la disciplina prevista per il contratto di lavoro a tempo determinato è diversa, infatti i n questo caso non sono previste le dimissioni, ma il diritto di recesso per giusta causa e tramite accordo tra datore di lavoro e lavoratore.