Le domande di INT ai candidati alle elezioni

L’Istituto Nazionale Tributaristi ha già provveduto ad inviare ai Gruppi politici una nota relativa alle problematiche riguardanti gli adempimenti tributari, ma ora ha voluto anche sondare il terreno ponendo alcune domande ai candidati alle prossime elezioni politiche.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta:

Quale sarà il Suo impegno per la riduzione degli adempimenti burocratici che oggi gravano su cittadini, imprese e lavoratori autonomi, anche a causa di una P.A. non sempre pronta a fornire un adeguato supporto al contribuente?

Pensa che l’istituto dell’autocertificazione, con le relative responsabilità per chi certifica il falso, dovrebbe essere implementato, ad esempio anche per autocertificare i propri crediti d’imposta ai fini delle compensazioni?

La difficoltà di comprensione e di applicazione delle norme in ambito fiscale, deriva anche dalla sovrapposizione di interventi legislativi che si susseguono senza soluzione di continuità. Non ritiene che, per una vera ed efficace riforma del settore, sia necessaria una tregua normativa?

L’ utilizzo dei sistemi informatici può agevolare i contribuenti ed essere un efficace deterrente all’evasione fiscale, ritiene che il nostro Paese, le sue infrastrutture e le imprese, pensando soprattutto ad artigiani e commercianti, siano pronti ad una rivoluzione come quella che si prospetta con l’obbligo della fatturazione elettronica tra privati (B2B) dal 2019?

Qual è, secondo Lei, il primo intervento che il prossimo Parlamento dovrebbe attuare in tema di sburocratizzazione?

In attesa delle risposte, che verranno pubblicate sia sul sito INT sia sul Notiziario mensile, Riccardo Alemanno, presidente dei Tributaristi, ha voluto rilasciare una dichiarazione: “Le problematiche connesse agli adempimenti burocratici in ambito fiscale e non, cui sono tenuti cittadini, imprese e lavoratori autonomi, producono costi anche in termini di tempo, oltre che naturalmente di risorse finanziarie, vorremmo avere un confronto franco su tale tematica e fornire il nostro contributo per trovare soluzioni, per questo abbiamo formulato le domande ai candidati al Parlamento. E’ evidente che il termine burocrazia non è di per sé una parola negativa, dove ci sono regole è inevitabile che ci sia burocrazia e perché no una buona burocrazia , ma nel nostro Paese, a causa del sovrapporsi di norme, adempimenti e di lacune nella P.A., rischia di evocare solo negatività. Non escludo inoltre che tale tematica possa essere oggetto di analisi di uno dei primi atti di approfondimento dell’Osservatorio sulla fiscalità di Confassociazioni”.

Vera MORETTI

Adempimenti burocratici: INT scrive ai principali gruppi politici

Ormai manca solo un mese alle elezioni e INT ha deciso, per sensibilizzare i principali gruppi politici, che saranno protagonisti il prossimo 4 marzo, di inviare loro una nota contenente alcune importanti raccomandazioni ed indicazioni sul tema degli adempimenti burocratici, che ovviamente attanagliano cittadini, imprese e lavoratori autonomi.

Questo si legge nella nota, inviata da Riccardo Alemanno, presidente Istituto Nazionale Tribitaristi, ed approvata dal Consiglio Nazionale: “Si vuole invece evidenziare come, poco e senza specifiche indicazioni, si tratti l’argomento dello snellimento degli adempimenti burocratici, che, al pari della pressione fiscale, creano costi in capo a cittadini e titolari di partita IVA. Si comprende ovviamente come taluni adempimenti siano collegati alla giusta lotta all’evasione e pertanto la loro eventuale cancellazione dovrà essere ponderata e forse più che di cancellazione sarebbe auspicabile parlare di semplificazione degli stessi. Sussistono tuttavia una serie di adempimenti che potrebbero essere oggetto immediato di intervento che non comprometterebbe le loro finalità, al contempo si ritiene che recenti interventi normativi, che hanno modificato le norme fiscali o che prevedano l’entrata in vigore di nuovi obblighi, debbano essere sottoposti a profonda riflessione”.

Alemanno fa riferimento anche agli studi di settore, per i quali si chiede un’applicazione solo a fini statistici; per quanto riguarda la fatturazione elettronica tra privati, l’obbligo di fatturazione elettronica B2B che entrerà in vigore dal 2019 ha generato molte perplessità, anche se, in termini di semplificazione e di lotta all’evasione, si tratta della soluzione migliore e più ovvia.

Ma, se questa è sicuramente la strada giusta da seguire, occorrerebbe però attuare un avvicinamento graduale che permetta a tutti i contribuenti interessati di strutturarsi tecnicamente e mentalmente. e non solo, perché anche la Pubblica Amministrazione, per accogliere le richieste dei cittadini, dovrebbe offrire infrastrutture adatte a sostenere un utilizzo massiccio dei sistemi informatici.

Per quanto riguarda la revisione delle norme tributarie, ormai necessaria, sembra chiaro che non possa comunque prescindere da un periodo di tregua normativa che permetta la concretizzazione della riforma del sistema fiscale. Come sempre, infatti, bisogna procedere per gradi.

Altra conseguenza dei nuovi obblighi contabili, come ad esempio lo split payment, è il problema della liquidità di cassa per imprenditori e lavoratori autonomi, e ciò rende difficile la gestione aziendale e l’assolvimento degli obblighi tributari.

Passando al tema delle autocertificazioni, si ritiene che debba essere consentito al contribuente di poter sempre autocertificare in proprio, ovviamente con le responsabilità penali e civili che ne conseguono. Ma, in questo caso, il contribuente sarebbe più responsabilizzato e sentirebbe, da parte dello Stato, maggior fiducia nei suoi confronti. Ciò stabilirebbe un miglior rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione.

La nota si conclude con la seguente dichiarazione: “Nella consapevolezza di avere solo marginalmente affrontato alcuni aspetti delle problematiche connesse agli adempimenti in capo ai contribuenti, restiamo a disposizione per approfondimenti in merito”.

Riccardo Alemanno ha voluto poi ribadire: “Uno dei nostri primari obiettivi è la collaborazione con le Istituzioni, con le quali confrontarci per contribuire a modernizzare e snellire il Sistema Paese. Auspichiamo che il prossimo parlamento ed il prossimo esecutivo di governo siano aperti ad un confronto collaborativo, come peraltro annunciato da tutte le forze politiche, scevro da egoismi dei singoli e che abbia sempre ben presente l’interesse primario dei cittadini”.

Vera MORETTI

INT chiede studi di settore solo per fini statistici

Nella sua consueta lettera di buon anno, inviata al Ministro dell’ Economia Pier Carlo Padoan, al Vice Ministro Enrico Morando ed al Direttore dell’ Agenzia delle Entrate Ernesto Ruffini, Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi ha voluto affrontare subito una questione importante ed urgente.

L’attenzione del presidente di INT si è focalizzata sugli studi di settore, che, secondo lui, dovrebbero, per l’anno 2017, essere inviati a imprese e lavoratori autonomi sono per fini statistici, senza nessun’altra finalità.

Queste le parole di Alemanno: “Preso atto del rinvio dell’applicazione degli indici sintetici di affidabilità e dell’applicazione degli studi di settore, condividendo la volontà di applicare i nuovi parametri premiali (ISA) per tutti i contribuenti e non solo per una parte come precedentemente previsto, atteso che gli ISA andranno comunque a sostituire gli studi di settore che, evidentemente, non riescono più a rappresentare la realtà economica e produttiva di imprese e lavoratori autonomi e che pertanto non possono essere di supporto ad eventuali accertamenti, sono a richiedere che, per l’anno 2017, siano inviati solo ai fini statistici e non per la determinazione di ricavi, poiché come predetto non riescono più, tanto meno in periodi di crisi, a delineare ricavi realistici. Ciò evidentemente rappresenterebbe un vero atto di compliance da parte della P.A. e di rispetto delle imprese e dei lavoratori autonomi, ai quali era stato annunciato l’abbandono degli studi di settore e l’introduzione di strumenti di compliance quali gli ISA”.

Trattandosi di un argomento per lui cruciale, Alemanno si è dunque raccomandato affinché, anche in vista dello scioglimento delle Camere, il Ministero dell’Economia e delle Finanze rimanga dello stesso avviso: “Mi auguro che il Ministro Padoan accolga questa richiesta e che emani un decreto in tal senso, in caso contrario, ripresenteremo la richiesta al prossimo titolare del Dicastero dell’economia. Comunque sarebbe un bell’atto, finale o iniziale che sia, nei confronti dei contribuenti”.

Vera MORETTI

INT: nessuna penalizzazione per il visto ai tributaristi

Un semplice tweet da parte di INT per rispondere all’attacco delle associazioni di altre categorie professionali che riguarda la polemica sull’estensione del visto di conformità ai tributaristi certificati e qualificati ex lege 4/2013.

Il cinguettio, scritto dai tributaristi, era questo: “D.L. FISCALE: Il visto ai tributaristi evita discriminazione e non penalizza altre categorie” ed era diretto ai sottoscrittori dell’emendamento e agli organi di stampa.

Ecco i tweet che sono girati sul social network sull’argomento:

Il visto di conformità x tributaristi (intermediari fiscali) qualificati e certificati ex Lege 4/2013,poiché viene apposto su dichiarazioni dagli stessi redatte a seguito della tenuta delle scritture contabili, non penalizza altri professionisti. Grazie @mauro_m_marino @Fornaro62

Il visto di conformità x tributaristi (intermediari fiscali) qualificati e certificati ex Lege 4/2013, poiché viene apposto su dichiarazioni dagli stessi redatte, a seguito della tenuta delle scritture contabili, non penalizza altri professionisti. Grazie @mandelli_andrea

Il visto di conformità x tributaristi (intermediari fiscali) qualificati e certificati ex Lege 4/2013,poiché viene apposto su dichiarazioni dagli stessi redatte a seguito della tenuta delle scritture contabili,non penalizza altri professionisti. Grazie #SenBonfrisco @FComellini

Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, ha voluto commentare così: “Nessuna penalizzazione per altre categorie professionali con Il visto di conformità per i tributaristi qualificati e certificati ex lege 4/2013, ma solo la naturale continuazione di una attività, ormai quotidiana, collegata alle dichiarazioni che già i tributaristi redigono per conto dei contribuenti ed inviano all’Agenzia delle Entrate. Tanto meno si penalizzano i giovani, semmai penalizzati dalla complessità del sistema. Giovani che oggi possono scegliere anche un percorso professionale libero da schemi e baronie”.

Vera MORETTI

INT approva le modifiche allo spesometro

L’Istituto Nazionale Tributaristi ha accolto molto favorevolmente l’intervento del Governo, e nello specifico della Commissione Finanze della Camera, e anche le parole pronunciate dagli onorevoli Maurizio Bernardo e Giovanni Sanga, rispettivamente presidente della Commissione Finanze e deputato della Camera, che hanno confermato le modifiche sullo spesometro, ed in particolare un intervento radicale sull’obbligo telematico.

Ad intervenire nella stessa direzione è stato anche Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, le cui parole sono state condivise ed approvate anche da Riccardo Alemanno, presidente dell’INT, il quale ha però espresso alcune perplessità dopo la lettura della bozza della Legge di Bilancio: “Plaudo alle annunciate semplificazioni sullo spesometro, ma sono estremamente preoccupato per l’ipotesi, inserita nella Legge di Bilancio, di rinvio dell’entrate in vigore dell’IRI prevista per l’anno in corso dalla precedente Legge. Lo spostamento dell’ applicazione dell’IRI, il cambiamento delle regole del gioco a partita iniziata, anzi quasi conclusa, non possono che creare sconcerto e disappunto tra professionisti e contribuenti. In questi mesi, si è provveduto a fare calcoli, dare consigli, i più ottimisti hanno ricalcolato gli acconti in base a questa nuova modalità di tassazione ed ora? Se effettivamente l’entrata in vigore della sciagurata modifica sarà approvata, tutto da rifare, credibilità da recuperare (dei professionisti e dello Stato) e rischio sanzioni. Spero si tratti solo di un’ipotesi che non troverà spazio nel testo definitivo, comprendo le ragioni di esigenza di copertura dei condivisi interventi a favore dei giovani e delle fasce deboli, la necessità di annullare le clausole di salvaguardia, ma proprio non esistono altre vie? Occorre un confronto preventivo tra chi predispone le norme e le rappresentanze degli intermediari fiscali, forse qualche suggerimento utile ad evitare polemiche e discriminazioni si potrebbe individuare”.

Vera MORETTI

L’Istituto Nazionale Tributaristi scrive al Ministro dell’Economia

La questione spesometro non si placa e, anzi, scatena la reazione delle categorie di professionisti direttamente coinvolte.

L’Istituto Nazionale Tributaristi, nella persona del suo presidente Riccardo Alemanno, ha voluto esprimere la sua opinione in una nota rivolta al Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, al Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze Enrico Morando, al Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze Luigi Casero ed al Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini.

In questa missiva, il presidente di INT ha sottolineato come serva urgentemente un intervento definitivo per non applicare le sanzioni per l’inivio relativo ai dati del primo semestre 2017. Ad oggi, il periodo in cui non sono previste sanzioni rimane fissato al 13 ottobre, ma Riccardo Alemanno chiede un provvedimento legislativo che tenga conto dei disagi che l’invio telematico ha causato.

Queste le sue parole: “L’Agenzia delle entrate con la proroga al 5 ottobre e il periodo transitorio di disapplicazione delle sanzioni, anche se legato a decisione degli uffici territoriali che potrebbe creare comportamenti difformi nei confronti dei contribuenti, ha operato in emergenza ed ha comunicato ciò che era nelle sue possibilità operative. Io però chiedo al legislatore un intervento normativo chiaro e definitivo sulla disapplicazione delle sanzioni generale circa gli errori sugli invii dei datti delle fatture del 1° semestre 2017, ritenendo tale invio una sorta di collaudo dell’adempimento, che peraltro sarà da rivedere profondamente. Ciò detto, contestualmente auspico una proroga a tutto il mese di ottobre per gli invii. Certo tutta la vicenda ha degli aspetti paradossali che dovranno essere evitati in futuro, ma oggi è necessario mettere un punto fermo e consentire a chi vuole lavorare di poterlo fare”.

Ciò che i tributaristi auspicano è che i sistemi informatici possano davvero facilitare la vita dei contribuenti, e non complicarla con problematiche dovute al sovraccarico di invio dati. Per evitare altre defaillance, si chiede dunque che i canali telematici vengano prima collaudati e sottoposti ad un periodo di prova più lungo.

Vera MORETTI

Niente sanzioni per chi comunica tardi i dati dello spesometro

strong>Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, ha voluto inviare una lettera al Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, al Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze Enrico Morando, al Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze Luigi Casero ed al Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, in cui veniva richiesto di non applicare alcune sanzioni sugli invii dei dati delle fatture, ovvero lo spesometro, o, in alternativa, un ulteriore slittamento della scadenza, a causa delle oggettive difficoltà di collegamento con il sito delle Entrate e dell’invio dei file.

Questo quanto scritto dal presidente di INT: “In riferimento all’obbligo telematico dell’invio dei dati delle fatture da parte dei contribuenti con partita IVA, viste le oggettive difficoltà di collegamento al sito e dell’invio dei file, si chiede la non applicazione delle sanzioni relativamente all’invio dei dati relativi al 1° semestre 2017, in scadenza il prossimo 28 settembre, od un ulteriore slittamento della scadenza”.

Ma non è tutto, poiché Alemanno ha voluto anche sottolineare come l’utilizzo dei sistemi informativi per l’invio di dati così importanti dovrebbe essere preceduto da un periodo di prova, per avere la certezza che tutto funzioni correttamente e senza intoppi: “Si comprendono le difficoltà collegate ad un adempimento così imponente per numero di dati ed utenti, ma in previsione di ulteriori utilizzi dei sistemi informatici per invio dati e documenti , quale la fattura elettronica tra privati, sarebbe opportuno un periodo di prova che coinvolgesse le rappresentanze degli intermediari fiscali, noi come sempre se interpellati, siamo a disposizione per ogni possibile collaborazione costruttiva che possa contribuire ad evitare tensioni e ritardi a contribuenti, intermediari fiscali e P.A.”.

Ora che la missiva è stata inviata, si attende un riscontro, e ovviamente si spera che possa essere positivo, da parte del MEF e dell’Agenzia delle Entrate.

Vera MORETTI

Spesometro prorogato dal 16 al 28 settembre

Come aveva auspicato Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, è stato dato annuncio dell’avvenuta proroga dello spesometro, dal 16 settembre stabilito in precedenza al 28 settembre 2017, anche se non tutto è andato come ci si aspettava.

Alemanno, infatti, aveva inviato una nota, nella quale spiegava le ragioni della necessità della proroga per il termine entro cui effettuare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate dei dati delle fatture emesse e ricevute relative al primo trimestre 2017, a Piercarlo Padoan e a Enrico Morando, rispettivamente ministro e vice ministro dell’Economia, nonché a Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Ora che la proroga è stata confermata, da comunicato stampa che va ad anticipare il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, ecco la reazione del presidente INT: “Una proroga minima ma almeno, come auspicato, comunicata non a ridosso della scadenza. Siamo soddisfatti della tempestività della comunicazione del MEF, ciò di fatto rappresenta una novità, viste le proroghe recentemente concesse anche a scadenza superata, però ora è necessario più che mai mettere mano ad adempimenti e scadenze fiscali in modo organico, noi come tributaristi intermediari fiscali siamo pronti a fornire la nostra collaborazione ed il nostro contributo”.

Vera MORETTI

INT chiede la proroga dello spesometro

Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, ha inviato a Piercarlo Padoan, Ministro dell’Economia e delle Finanze, Enrico Morando, Vice Ministro dell’Economia, e a Ernesto Maria Ruffini, Direttore dell’Agenzia delle Entrate, una nota, breve ma esaustiva, nella quale ha richiesto la proroga dell’invio dello spesometro.
Ma non è tutto: se questa concessione verrà fatta, la speranza è che possa avvenire tempestivamente e non a ridosso della scadenza, che precedentemente era stata fissata per il 18 settembre.

Così, infatti, si legge nella nota: “Facendo seguito alla richiesta di altra categoria professionale e condividendone le motivazioni, richiedo, anche a nome dei tributaristi rappresentati, la proroga, quantomeno al 30 settembre, dell’invio dei dati delle fatture attive e passive in scadenza il prossimo 18 settembre. Inoltre auspico che, in attesa della rimodulazione e dello sfoltimento degli adempimenti e delle scadenze fiscali da attuarsi anche attraverso il confronto con le rappresentanze degli intermediari fiscali, la proroga venga concessa e comunicata tempestivamente e non a ridosso della scadenza, ciò al fine di evitare inutili tensioni negli studi professionali ed anche in segno di riconoscimento del valore, per la Pubblica Amministrazione, del lavoro degli intermediari fiscali”.

La comunicazione tempestiva dell’eventuale mantenimento dello spesometro servirà, in primo luogo, ad evitare strascichi e polemiche, che spesso in questi casi si creano, ma anche tensioni assolutamente evitabili, ma che soprattutto non giovano proprio a nessuno “né alla Pubblica Amministrazione, né tanto meno agli intermediari fiscali ed ai contribuenti. Inoltre si devono concretizzare la rimodulazione e lo sfoltimento degli adempimenti e delle scadenze fiscali, anche attraverso il confronto con le rappresentanze degli intermediari fiscali, se si vuole veramente semplificare il rapporto fisco-contribuente”, come ha precisato il presidente INT.

Vera MORETTI

La vita (fiscale) è tutta moduli e proroghe

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Prima o poi pubblicherò una raccolta delle lettere e dei resoconti relativi alle richieste di proroga delle scadenze fiscali e al continuo cambio di modulistica degli ultimi vent’anni. Potrei andare ancora più indietro nel tempo, ma poi sarei turbato dalla consapevolezza della mia anzianità anagrafica; ma lo sono già abbastanza dalla eclettica (eufemismo) gestione della macchina fiscale. Penso che lo intitolerei, come questa mia breve lettera, “La vita (fiscale) è tutta moduli e proroghe”.

Ho scritto e ribadito più volte, l’ultima nella lettera inviata al MEF e all’Agenzia delle Entrate nei giorni scorsi (prima dell’ultimo comunicato del MEF, che tutti abbiamo commentato gridando il nostro sdegno), che spesso fa più danni la complicazione che la pressione fiscale (ormai oltre i limiti e lo sappiamo tutti).

Siamo ostaggio perenne, e con noi i nostri assistiti, di adempimenti, scadenze, modifiche e novità normative a getto continuo. Molti propongono soluzioni drastiche, scioperi bianchi o colorati, proteste di piazza più o meno organizzate, blocco degli invii telematici. Poi tutto tace.

Abbiamo protestato, ci siamo sfogati e si prosegue come sempre. Non vorrei essere pessimista o portatore di sventura, ma il nostro farraginoso sistema fiscale è il prodotto di una sedimentazione normativa che nemmeno nei reperti di roccia, risalenti all’era glaciale, si possono individuare tante stratificazioni.

Allora, siamo senza speranza? Forse. Però aiuterebbe sicuramente, noi e il legislatore, oltre a una indispensabile tregua normativa, un comportamento meno egoistico delle rappresentanze degli intermediari fiscali (il sottoscritto compreso). Troppo spesso si baratta il tacito consenso a norme soffocanti con la promessa di essere considerati i migliori, di ottenere funzioni esclusive o di essere inclusi da ciò da cui si era esclusi e via dicendo.

Cui prodest? All’intermediario fiscale che, indipendentemente dalla giacchetta professionale che indossa, deve guidare il proprio cliente nel percorso della oscura selva normativa, cercando di spiegargli l’inspiegabile? Direi proprio di no.

E allora pensiamo, almeno noi addetti ai lavori, soprattutto noi responsabili della rappresentanza di grandi o meno categorie professionali, al bene comune, all’interesse generale, almeno sulle questioni tributarie.

Poi, una volta che saremo riusciti a rendere meno gravoso il lavoro dei nostri rappresentati e un poco più umano il nostro sistema fiscale, scorniamoci (verbo che rende bene il senso della negatività che genera lo scontro) sulle questioni di principio, ma ripeto, prima abbiamo un altro compito ben più importante: fare in modo che la nostra vita fiscale non sia più solo moduli e proroghe.

Concludo con leggerezza, perché con un sorriso, anche se amaro, i problemi (almeno questi) si affrontano meglio, e parafrasando Vasco esprimo un desiderio: non voglio una vita spericolata, me ne basterebbe una sburocratizzata. Ma la ragion di cassa consentirà che si avveri?

Riccardo Alemanno

Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi