Latte italiano, verso i tre euro a litro entro dicembre 2022

Anche il latte italiano sta per diventare un lusso sulle tavole degli italiani, le previsioni prevede un incremento che può arrivare fino a  tre euro.

Latte italiano, il prezzo è incredibile

Il latte è uno degli elementi base della colazione italiana. Soprattutto per i bambini che lo prendo con i biscotti, una tazza di latte caldo aiuta ad affrontare meglio la giornata prima di andare a scuola. Anche gli adulti lo consumano, ad esempio, il semplice cappuccino ha bisogno di un pò di  latte da aggiungere al caffè per essere perfetto. Idem per il caffè macchiato, il latte viene consumato anche per gli alimenti, nella preparazione di dolci e creme.

Ma il suo prezzo sta aumentando vertiginosamente. Infatti al supermercato una bottiglia/cartone di latte ha già raggiunto un euro e cinquanta centesimi. Mentre il prezzo è arrivato a due euro per quello fresco e pastorizzato e di alta qualità. I prezzi potrebbero aumentare nei negozi sotto casa, che non sono collegati alla grande distribuzione.

L’allarme dei produttori sui costi per la produzione

I prezzi del latte italiano stanno aumentando a causa di una combinazione di fattori. I produttori lamentano aumenti sui costi di produzione, in modo particolare sui mangimi. A ciò si aggiunge, già il caro bolletta dell’energia che già persiste su famiglie e da imprese da parecchi mesi. C’è il rischio che il prezzo del latte alla stalla costi fino a sessanta/settanta centesimi entro fino anno. Per poi moltiplicarsi nei vari passaggi di trasformazione, lavorazione, pastorizzazione e distribuzione fino ad arrivare nelle case degli italiani.

Il costo potrebbe essere di ben tre euro entro dicembre 2022. Un prezzo che non ha precedenti e che desta molta preoccupazione soprattutto per le famiglie che hanno bambini a casa. Ma non solo un costo così alto, si riversa anche sulle imprese che hanno nel latte la loro materia prima. E’ il caso delle imprese che si occupano della produzione di formaggi, dolci, prodotti confezionati, ma anche al semplice caffè al bar, ed ancora Pandori e Panetteri prodotti tipici delle feste natalizie.

Secondo Confommercio la situazione non è delle più floride, e buona parte della tredicesime saranno assorbite dai rincari. C’è quindi la possibilità che la reazione dei consumatori sia ancora una volta quella di ridurre le quantità acquistate. Ma non solo di latte, le riduzioni di acquisto potrebbero aversi sia sui pranzi di Natale e Capodanno, che per acquisti dei regali, sempre più indirizzati verso i prodotti di gastronomia.05

Latte italiano d’ora in poi tutelato con etichetta d’origine

Data storica, quella di ieri, per uno dei prodotti più importanti del Made in Italy.
Il latte, infatti, dal 19 aprile è tutelato da un’etichetta che ne segnala l’origine. Chi acquisterà latte e altri prodotti lattiero-caseari, dunque, potrà finalmente capire la provenienza della materia prima, cosa che prima era praticamente impossibile.

Ovviamente, si tratta di una piccola rivoluzione, che aiuterà i consumatori durante la loro spesa. Ciò significa che potranno liberamente decidere se comprare latte italiano o proveniente da altri Paesi Ue, poiché si tratterà di una scelta consapevole.
Anche gli allevatori verranno finalmente tutelati, e soprattutto distinti da coloro che fino a questo momento hanno spacciato per italiano un latte che, in realtà, non lo era.

Probabilmente la maggior parte dei consumatori non sa che, ad oggi, su quattro buste di latte a lunga conservazione, ben tre contengono prodotto stranieri, senza la possibilità di riconoscerle, come ha confermato Coldiretti.

Ma, con il nuovo sistema delle etichette, verrà indicata la provenienza delle materie prime di molti prodotti come latte UHT, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini. E deve essere indicata l’origine della materia prima in etichetta in maniera chiara, visibile e facilmente leggibile.

Se confezionamento e trasformazione avvengono in Paesi diversi dall’Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture:

  • latte di Paesi UE: se la mungitura avviene in uno o più Paesi europei;
  • latte condizionato o trasformato in Paesi UE: se queste fasi avvengono in uno o più Paesi europei.

Se il latte è trattato al di fuori dell’Unione europea, la dicitura sarà Paesi non UE. Esclusi solo i prodotti Dop e Igp che sono già tracciati dall’origine.

Maurizio Martina, ministro delle politiche agricole, ha definito questa “una svolta storica che permetterà di inaugurare un rapporto più trasparente e sicuro tra allevatori, produttori e consumatori”.

In concreto, d’ora in poi le etichette di tutte le confezioni di latte e prodotti lattiero-caseari dovranno indicare il nome del Paese in cui è stato munto il latte e quello in cui è stato condizionato o trasformato. Qualora il latte utilizzato come ingrediente sia stato munto, confezionato e trasformato nello stesso Paese, l’indicazione di origine può essere assolta con una sola dicitura ORIGINE DEL LATTE: ITALIA.

Vera MORETTI