Bando per le startup laziali

Sono state deliberate dalla Regione Lazio le linee guida relative al nuovo bando che vuole favorire la nascita di nuove startup, ovvero il “Fondo per la nascita e lo sviluppo di imprese start-up innovative”, che si baserà su un plafond di 1,5 milioni di euro annui stanziati per il triennio 2014/2016 creato con la Legge Regionale di Stabilità per il 2014.

Potranno beneficiare delle agevolazioni le startup innovative con sede legale e sede operativa in Lazio e nate da non più di 24 mesi dall’invio della domanda.

Ma non basta, perché ogni startup dovrà presentare una lettera d’interesse di uno o più partner (PMI, incubatori, investitori professionali, incubatori universitari/centri di ricerca, portali di crowdfunding) in grado di investire un importo pari al contributo regionale (tetto massimo 30mila euro).

Guido Fabiani, assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive, ha spiegato che il provvedimento si basa su una serie di criteri che hanno lo scopo di: “Sostenere al meglio la fase di costituzione e di primo sviluppo di nuovi progetti imprenditoriali, ossia startup, in partnership con soggetti indipendenti specializzati e di favorire la formazione e il rafforzamento di un network regionale di competenze specifiche in questo ambito, che potremmo definire ‘un ecosistema abilitante favorevole alle startup“.

Vera MORETTI

A Latina il Motor Expo

Si è chiusa con i fuochi d’artificio la seconda edizione del Motor Expo, che ha animato la città di Latina dal 30 maggio al 2 giugno.

Anche quest’anno l’afflusso di visitatori è stato notevole, confermando l’importanza cruciale di questa manifestazione dedicata al mondo dell’automotive, sicuramente la più importante per l’Italia centromeridionale.

L’evento si è svolto in uno spazio di 60.000 mq, all’interno del polo fieristico di Latina ed ha permesso a tutti gli appassionati di motori di godere di una vasta serie di iniziative, a partire dall’esposizione di circa 200 modelli di auto nuove dei maggiori marchi nazionali e internazionali alle scuole di kart dedicate ad adulti e ragazzi, dai percorsi didattici sulla educazione stradale agli spettacoli degli stuntman, fino ad arrivare ai simulatori di guida di Formula 1.

Tra i modelli nuovi presentati durante la manifestazione, la Peugeot 308 SW e l’Alfa Romeo 4C.

Vera MORETTI

Click day per le pmi femminili laziali

Appuntamento per domani con il click day che la Regione Lazio ha dedicato alle imprese femminili e, per la precisione, per la prenotazione dei contributi erogati in merito al bando Innovazione: sostantivo femminile, iniziativa finalizzata alla creazione di nuove idee innovative da parte delle donne.

Al bando possono partecipare le pmi, le cooperative e le associazioni presenti sul territorio che presenteranno progetti innovativi relativi a due linee di azione:

  • Smart e Social: sviluppo di nuovi prodotti / soluzioni / servizi innovativi per semplificare la gestione dell’azienda.
  • Societal Challenges: interventi volti a favorire il cambiamento della società creando una “inclusive, innovative and reflective society”, attraverso modelli di smartworking e coworking o iniziative per la conciliazione vita-lavoro, così come nuovi modelli di erogazione di servizi alla persona.

La Regione eroga contributi a fondo perduto fino a 30mila euro a progetto, volti a coprire il 60% delle spese nel caso in cui il richiedente sia una pmi o una cooperativa, e l’80% per quanto riguarda le associazioni.

La partecipazione al bando avviene esclusivamente attraverso prenotazione telematica, effettuabile dalle ore 10:00 alle ore 22:00 del 20 maggio accedendo al portale Biclazio.it nella sezione Bandi.

Vera MORETTI

Imprese, saldo negativo ma in miglioramento

Il bilancio rimane negativo, ma sembra che le imprese italiane si stiano lentamente riprendendo.

La rilevazione trimestrale sulla nati-mortalità delle imprese di Movimprese, condotta per conto di Unioncamere da Infocamere, ha infatti reso noti i dati relativi al primo trimestre 2014.
Il saldo parla di 24.490 imprese in meno, ma, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quanto all’appello mancavano 31mila imprese, la situazione è senz’altro migliorata.

Ciò è dovuto al rallentamento delle cancellazioni, 10mila in meno rispetto al 2013, che ha ovviamente compensato il lieve calo delle iscrizioni.
Per questo, lo stock delle imprese esistenti a fine marzo si attesta a 6.012.366 unità, di cui 1.390.064 (il 23,1%) artigiane.

Dal punto di vista delle forme giuridiche, il contributo positivo più consistente al saldo è venuto dalle imprese costituite in forma di società di capitali (+9.387 unità nel trimestre, in lieve aumento rispetto al 2013). Saldo positivo (+557 unità) anche per le altre forme, che per la maggioranza sono costituite da imprese cooperative.

Tutte le regioni hanno presentato saldi negativi, ad eccezione del Lazio, stabile, ma le percentuali peggiori sono quelle di Friuli Venezia-Giulia (-1,17%), Marche (-0,81%) e Piemonte (-0,78%).

Tra i settori, saldi positivi si registrano unicamente nelle attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+1.817 unità, per una crescita superiore all’1%), nell’assistenza sociale (+332) e nella fornitura di energia (+213).

Rispetto al trimestre 2013, pur continuando a far registrare un segno “meno” davanti al proprio saldo, i tre settori più numericamente più consistenti dell’economia evidenziano tutti un’inversione di tendenza, con perdite dello stock più contenute rispetto a dodici mesi fa: le costruzioni (-0,98% contro -1,40%), il commercio (- 0,45% contro -0,59%) e le attività manifatturiere (-0,65% contro -0,88%).

Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, ha commentato: “La riduzione delle chiusure è un segnale positivo, le imprese cominciano ad avvertire che il vento dell’economia sta cambiando e cercano di restare aggrappate al mercato per cogliere le opportunità di rilancio dei consumi. E’ evidente, però, che l’incertezza del quadro complessivo resta elevata e induce ancora tanti italiani a rimandare i loro progetti imprenditoriali. I provvedimenti economici in via di definizione devono sgombrare il campo da questa incertezza e restituire fiducia a chi vuole scommettere sull’impresa. Le riforme allo studio non solo devono essere fatte con urgenza, ma devono essere fatte bene e per durare. Agli imprenditori di oggi e di domani, più che gli incentivi, servono norme più stabili e più semplici. Solo così si torna ad avere fiducia e dunque a investire, a creare occupazione e a crescere”.

Vera MORETTI

Startup innovative in aumento

Sempre in aumento le startup innovative.

A febbraio ne sono state aperte 1.719, ripartite per il 30% nel Nordovest, il 28% nel Nordest, 23% al Centro e 19% nell’Italia meridionale e insulare.
Tra le regioni più attive, Lombardia, Emilia Romagna e Lazio, mentre le città italiane in cui sono maggiormente presenti sono Milano, Roma e Torino.

Questi dati sono stati resi noti dalla relazione annuale sullo stato d’attuazione della politica del governo a sostegno dell’ecosistema delle start up innovative, presentata dal ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, lo scorso marzo alle camere e online sul sito del Mise.

Per quanto riguarda il settore di attività, ben il 78% delle nuove startup opera nei servizi e in particolare nella produzione di software e nelle attività di ricerca e sviluppo, il 18% nell’industria e nell’artigianato, il 4% nel commercio, anche se ci sono esempi di startup anche nel turismo e nell’agricoltura.

Sono 19, infine, gli incubatori certificati, strutture dotate di un’esperienza consolidata nell’attività di sostegno alle startup innovative.

Vera MORETTI

Presentato a Roma Lazio International

Lo scorso 26 marzo è stato presentato a Roma Lazio International, un progetto promosso dalla Regione Lazio che si pone come obiettivo quello di presentare l’economia laziale sui mercati internazionali e renderla di maggiore attrattiva agli occhi degli investimenti esteri.

All’evento hanno partecipato Federica Mogherini, ministro degli Affari Esteri, Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, Guido Fabiani, assessore regionale allo Sviluppo Economico e Attività Produttive, e Carlo Calenda, Viceministro per lo Sviluppo Economico.

L’iniziativa è nata dopo che il Lazio ha dimostrato di avere una vocazione verso i mercati internazionali, con una salita dell’export, tra il 2007 e il 2012, del 33%, con una crescita degli scambi con l’estero di servizi alle imprese, ma anche l’aumento dell’incidenza degli investimenti diretti esteri sul Pil regionale, e di conseguenza del tasso di internazionalizzazione degli arrivi turistici.

Nonostante ciò, scarseggiano le strategie di internazionalizzazione, come anche appare poco efficace l’intervento regionale degli ultimi anni, con scarsi finanziamenti e un sistema di governance inadeguato.

Il progetto Lazio International vuole dimostrare un cambio di rotta, poiché vuole restringere il gap tra il contributo del Lazio alla formazione del Pil italiano (circa l’11%) e l’incidenza delle sue esportazioni sul totale nazionale (4,7%); incrementare la competitività del sistema produttivo regionale, collegando le politiche per l’internazionalizzazione a un sistema organico di interventi per il tessuto produttivo (startup, reti d’impresa, ricerca e innovazione, trasferimento tecnologico, ecc..); aumentare la capacità del Lazio di attrarre e valorizzare i talenti, il capitale umano e le risorse finanziarie esterne.

Per fare questo, la Giunta regionale ha deciso, per la prima volta, di allocare stanziare 20 milioni di euro nella programmazione 2014-2016, di cui 11,4 milioni di euro per 2014. A queste risorse si aggiungono inoltre 45 milioni di euro sulla programmazione europea 2014-2020.

Le linee guida di intervento sono state costruite a partire dall’analisi di 10 settori utili a trainare l’apertura internazionale del complesso dell’economia regionale: l’Aerospazio, l’Agroalimentare, l’Arredo-Design, l’Automotive, le Bioscienze, l’Economia del mare, l’Ict, l’Industria culturale, il restauro e tecnologia delle costruzioni e infine il sistema moda.

Le azioni regionali per il 2014 si muoveranno su tre linee strategiche, per offrire un ventaglio di opportunità alle imprese:

  • un bando da 5 milioni di euro per finanziare le proposte e i progetti di internazionalizzazione presentati dal sistema imprenditoriale, accompagnato da uno stanziamento di 500mila euro destinato a voucher per l’accesso delle imprese a servizi per l’internazionalizzazione e la partecipazione a fiere;
  • 5,4 milioni per realizzare progetti regionali finalizzati ad accompagnare l’espansione delle Pmi in diversi Paesi (in particolare, tra le altre cose, 2,6 milioni per progetti di internazionalizzazione verso Mediterraneo e Americhe; 0,9 milioni per fiere internazionali, turismo ed EXPO 2015; 400mila euro per diplomazia economica; 200mila per la formazione di manager aziendali, 100mila per la realizzazione di un festival internazionale Startup);
  • 500mila euro per: interventi di governance, orientamento alle imprese, realizzazione del sito www.laziointernational.it – un nuovo portale per l’internazionalizzazione dell’economia del Lazio a disposizione delle imprese – e per predisporre un nuovo stringente sistema di monitoraggio delle iniziative di internazionalizzazione presenti nel Lazio e di valutazione di quelle finanziate o partecipate dalla Regione.

Guido Fabiani ha dichiarato a proposito: “Internazionalizzazione e innovazione: questi sono i due punti con i quali aumenteremo la competitività e la capacità di attrazione di capitale umano e finanziario nel Lazio. Dobbiamo investire in questo processo di internazionalizzazione, innovando tecnologicamente il sistema produttivo regionale. Non ci sarà in questo modo più motivo di delocalizzare le imprese. Bisogna però rafforzare il sistema e renderlo più competitivo sui mercati internazionali Abbiamo tutte le condizioni per poterlo fare: sul nostro territorio abbiamo un sistema costituito da piccole e medie imprese forti e da multinazionali importanti. Dobbiamo riuscire a mettere tutto questo a sistema. Per questo il nostro progetto prevede anche la formazione di una leva di giovani export-manager da mettere a disposizione delle imprese singole o, meglio, associate in reti“.

Vera MORETTI

Startup italiane hi-tech a Wall Street

Un’impresa italiana, proveniente da Trieste, è approdata a Wall Street, con lo scopo di utilizzare quella prestigiosa piazza come vetrina per attirare investimenti e poter, dunque, crescere ancora.

L’azienda si chiama Athonet ed è arrivata a New York con altre 14 startup selezionate da Italia Camp per presentare l’eccellenza dell’hi-tech Made in Italy, dopo aver toccato Scandinavia e Friuli.
Confondatori di Athonet sono Gianluca Verin e Karim El Malki, papà egiziano e mamma veneta, entrambi ingegneri, conosciutisi in Svezia dove lavoravano nel dipartimento di ricerca e sviluppo di Ericsson.

Proprio lì è nata l’idea di portare in Italia qualcosa che ancora mancava, ovvero una rete veloce 3G e 4 G LTE, per le emergenze e per lo sviluppo delle città intelligenti del futuro.
Il primo atto della startup si è svolto nel 2005 e nel 2009 è stata sperimentata una rete mobile privata dell’Area Science Park, l’incubatore di Trieste che ha ospitato Athonet sin dalla culla.

Il software della startup, che si chiama Primo, rete mobile compatta e trasportabile Umts/Hspa/Lte, è stato utilizzato dalla protezione civile del Friuli Venezia Giulia durante la gestione del post terremoto a Mirandola.
Per questa collaborazione Athonet è stata insignita della medaglia d’Oro della Presidenza della Repubblica.

Gianluca Verin ha dichiarato: “Questa è la nostra nicchia di mercato, portare banda larga ultraveloce, anche in 4G Lte, in zone di emergenza, dove i grandi operatori non hanno ancora sviluppato, per ragioni di costi, reti alternative a quelle commerciali. Le smart city del futuro saranno delle piazze aperte dove tutte le cose dialogheranno tra loro e si scambieranno dati. Per sostenere questo flusso di comunicazioni ci vogliono infrastrutture e noi ci candidiamo a offrire questo servizio“.

La via americana potrebbe portare in casa nuovi investitori. Perché negli Usa c’è fame di idee e non mancano i soldi per i finanziamenti.
Ad esempio, nel 2013 l’ecosistema delle start up europeo ha raccolto 36 miliardi di dollari. Una cifra ragguardevole. Ma se comparata agli investimenti a stelle e strisce nello stesso periodo in star up, pari a 1.777 miliardi di dollari, fa emergere tutto il gap tecnologico e innovativo che separa le due sponde dell’Atlantico.

L’Italia giovane e hi-tech che fa impresa può finalmente fare i primi passi, approfittando anche delle agevolazioni fiscali previste dal Governo.
Le nuove startup nate negli ultimi 12 mesi e iscritte al registro sono state invece 752: in pratica ne nascono 2 al giorno.

Al top delle iscrizioni ci sono la Lombardia con 328 startup, seguita a debita distanza da Emilia Romagna con 176 iscrizioni e dal Lazio con 169. Sotto il podio Veneto (140) e Piemonte (131).
In coda il Molise con 9 startup, la Basilicata con 8 e la Valle D’Aosta con 5 iscrizioni nel Registro.

Vera MORETTI

Tasi: più pesante in Lombardia, Lazio e Veneto

L’Ufficio Studi della Cgia ha voluto calcolare, ipotizzando l’applicazione dell’aliquota base all’uno per mille, in che termini arriverà a “colpire” la Tasi.
A questo proposito, sembra che a pagarne le conseguenze più pesanti saranno i proprietari di immobili in Lombardia, Lazio e Veneto.
I primi saranno chiamati a versare 660 milioni, i secondi 480 milioni e i terzi 354 milioni di euro, per un totale di 3,8 miliardi di euro che andranno a riversarsi nelle casse dei Comuni.  

Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, ha commentato questi dati: “Questa stima è molto prudenziale, in virtù del fatto che i Sindaci avranno la possibilità di aumentare ulteriormente l’aliquota. Pertanto, è molto probabile che alla fine il gettito complessivo sarà superiore ai 3,8 miliardi da noi preventivati”.
 
Le Regioni, invece, dove la Tasi peserà di meno sono la Basilicata (23 milioni di euro), il Molise (17 milioni di euro) e la Valle d’Aosta (14 milioni di euro).
 
Fa poi notare la Cgia che in questa stima il carico fiscale più importante è da ricercarsi nelle Regioni dove è maggiore il numero degli immobili ad uso abitativo e quelli riconducibili ad attività commerciali e produttive.
 
Se sulle prime abitazioni la Tasi, di fatto, sostituirà l’Imu, sulle seconde/terze case e sullecostruzioni ad uso produttivo, il tributo sui servizi indivisibili andrà ad aggiungersi all’Imu. Pertanto, è certo che su queste tipologie immobiliari il carico fiscale è destinato ad aumentare.
 
Ha poi aggiunto il segretario della Cgia: “La nostra preoccupazione è rivolta soprattutto agli effetti che l’Imu e la Tasi avranno sui capannoni. Ricordo che, su queste tipologie di immobili, viene attribuito allo Stato il gettito calcolato con l’aliquota base del 7,6 per mille, mentre solo la parte eccedente questa soglia, fino al livello massimo del 10,6 per mille, finisce nelle casse dei Comuni. L’aliquota media Imu applicata sui capannoni è stata del 9,33 per mille. Ora, i Sindaci hanno la possibilità di applicare in via aggiuntiva la Tasi fino a raggiungere la soglia dell’11,4 per mille. Se dovessero applicare l’aliquota base del nuovo tributo, ovvero l’uno per mille, gli imprenditori si troverebbero a pagare un miliardo in più. Una cosa inaccettabile. Dopo sei anni di crisi molti imprenditori hanno chiuso l’attività e sono sommersi dai debiti. Nella stragrande maggioranza dei casi, visto il crollo del mercato immobiliare, non sono riusciti né ad affittare né a vendere il capannone.Come faranno a pagare l’Imu su un immobile che non genera nessun reddito? Forse è giunto il momento che la politica intervenga ed esoneri il pagamento per i proprietari che si trovano in questa situazione”.

Vera MORETTI

A Varese le slrs non piacciono

Gli imprenditori varesini continuano ad essere diffidenti nei confronti delle srl a un euro.
Nel 2013, infatti, le imprese aperte secondo questa formula sono state solo 145.

In tutto, dall’agosto 2012, ovvero da quando è entrata in vigore la norma delle srls, nella provincia lombarda sono sorte 169 imprese e, al 31 dicembre 2013, solo quattro di esse hanno cessato la propria attività.
A scegliere questa formula sono stati, per il 92%, imprenditori italiani, che nel 65% dei casi sono uomini.
I settori preferiti sono la ristorazione, il commercio e le attività collegate all’edilizia.

Facendo una somma con tutte le srl semplificate della Lombardia, si arriva a 2.152 nuove imprese, dati però ancora lontani dai risultati ottenuti, ad esempio, in Lazio o in Campania, dove, rispettivamente, si contano 3.195 e 2.666 nuove attività.

Contando le aperture in tutta Italia, sempre nello stesso periodo, sono state aperte 22.000 slrs e gli under 35 sono titolari di oltre 13mila di esse, con un incidenza sul totale che ha raggiunto il 58,5%.

Tra le 145 aperte a Varese nel 2013, 75 hanno titolari sotto i 35 anni.
In generale, le imprese aperte con questa tipologia in tutta Italia sono state diecimila in tutto il 2013, come ha dichiarato Roberta Tajè, direttore provinciale di Cna: “Non sono poi tantissime, se si pensa che nello stesso periodo sono state aperte, in provincia, circa mille e quattrocento imprese artigiane. E nemmeno una con questa tipologia“.

Vera MORETTI

Bando per le startup romane

Ancora una volta le startup al centro di un bando, questa volta promosso dalla Camera di Commercio di Roma.
Il progetto si chiama Pacchetto anticrisi – Bando Start-Up e mette a disposizione risorse per finanziare le nuove imprese.

I fondi sono utilizzabili per coprire le spese legate a una pluralità di servizi, ritenuti indispensabili per l’avvio di una nuova attività imprenditoriale.
Si tratta dunque dell’erogazione di contributi a fondo perduto ai soggetti intenzionati ad avviare una start-up nel territorio della Provincia di Roma.

Il bando della CCIAA eroga contributi nell’ambito dei servizi erogati dai Centri di Assistenza Tecnica e dai Centri Servizi per l’Artigianato inerenti quatto macro-aree:

  • Rischio incendio CPI,
  • Impatto acustico,
  • Pratica emissioni in atmosfera,
  • Pratiche varie.

Le nuove start-up potranno ottenere un contributo in conto capitale fino a un massimo di 2.500 euro: la Camera di Commercio assegnerà fondi fino al completo esaurimento delle risorse stanziate.

Vera MORETTI