La crisi fa colare a picco le imprese giovanili

Le imprese giovanili non se la passano bene, poichè la crisi economica le ha messe in ginocchio, nonostante l’entusiasmo che le anima.

I dati, infatti, parlano chiaro, e riguardano anche le regioni più dinamiche.
In Emilia Romagna, ad esempio, a fine 2013 le pmi giovanili erano 36.682, -4,8% rispetto all’anno precedente. All’appello, mancano dunque ben 1.857 imprese.

Le imprese non guidate da giovani se la passano meglio, anche se non bene, poiché sono diminuite dell’1%.

Considerando i dati a livello nazionale, a fine 2013 è emerso che le imprese giovanili hanno subito una contrazione meno ampia (-4,2) e sono risultate 578.947, l’11,2% del totale, come è stato confermato anche dai numeri emanati dal Registro delle imprese delle Camere di commercio di fonte InfoCamere, elaborati dal centro studi e ricerche di Unioncamere Emilia-Romagna.

Le imprese giovanili sono calate in tutta Italia, ma le flessioni più sostanziali sono state rilevate in Sardegna (-6%), Piemonte (-5,5) e Marche (-5,4).
È andata meglio in Trentino-Alto Adige (-0,7), nel Lazio (-1,4) e in Valle d’Aosta (-1,5).

La gran parte delle imprese giovanili è costituita da ditte individuali, tra le quali molte sono marginali, strette tra congiuntura negativa e indisponibilità del credito.
La riduzione delle imprese giovanili è principalmente da attribuire alla loro pesante flessione (-1.565 unità, -5,1%). La contrazione è stata però molto più intensa per le società di persone (-10,6%, pari a 410 unità). Sono diminuiti, anche se leggermente (-3,4%), anche cooperative e consorzi, mentre sono aumentate le società di capitale (136 unità, +3,7).

La contrazione del numero delle imprese giovanili è stata determinata soprattutto dal crollo delle costruzioni (-1.194 unità, -10,4%), dalle difficoltà delle attività manifatturiere (-7,9%, -243 unità) e dalla caduta delle imprese agricole (-170 unità, -7%).
L’ampiezza relativa della riduzione è stata molto evidente per le attività immobiliari (-11%). In controtendenza, crescono le imprese finanziarie e assicurative (+151 unità).

Vera MORETTI

Lotta alla contraffazione sempre più serrata

La lotta alla contraffazione in Italia è sempre molto accesa e offre ancora molto lavoro alla Guardia di Finanza, che nel solo 2013 ha sequestrato 130 milioni di prodotti contraffatti, o considerati non sicuri per i consumatori o con falsa indicazione d’origine.

Si tratta di un dato che non accenna a diminuire, anzi, semmai ad aumentare: nell’anno appena trascorso, infatti, la percentuale è salita del 25%.
Ma non è tutto: nel 2013, infatti, le Fiamme Gialle hanno denunciato 9.445 persone, di cui 252 per associazione a delinquere in quanto presunti affiliati di organizzazioni criminali dedite alla produzione e alla vendita di prodotti contraffatti.

Per bloccare l’invasione di prodotti falsi, la Guardia di Finanza ha effettuato 11.409 interventi, una media di 30 al giorno.
I sequestri hanno riguardato tutte le tipologie di prodotti: dall’abbigliamento (quasi 22 milioni di pezzi), ai giocattoli (quasi 13 milioni), dall’elettronica (quasi 42 milioni) ai beni di consumo (53 milioni di pezzi) tra cui cosmetici, pezzi di ricambio per auto e prodotti per l’igiene.

Le imprese del falso si concentrano in particolare nelle regioni della Toscana, il Veneto, la Campania, le Marche, la Lombardia e il Lazio.

Inoltre, i controlli effettuati dalla Gdf hanno riguardato anche gli acquisti online, dove la diffusione dei prodotti contraffatti sembra inarrestabile. Proprio in questo campo, sono state bloccate 84 piattaforme web utilizzate per il commercio di prodotti falsi o per consentire agli utenti il download illegale di software, giochi e prodotti multimediali, con una crescita del 60% rispetto all’anno precedente.

L’azione a tutela dei mercati e dei consumatori ha portato anche a 3.744 controlli sulla disciplina dei prezzi e 1.107 attività ispettive nei settori della concorrenza, degli appalti, dell’energia elettrica e del gas, delle comunicazioni e della privacy.

Dal 1 gennaio è attivo il Sistema Informativo Anti Contraffazione (Siac), una piattaforma creata e gestita dalla Gdf che mette in sinergia tutti gli operatori del settore con lo scopo di migliorare la conoscenza e l’analisi delle dinamiche di sviluppo dei fenomeni illeciti.

Vera MORETTI

Confartigianato Latina supporta le pmi locali

Per le pmi che operano nella zona di Latina e provincia, la sezione locale di Confartigianato sta organizzando un incontro di approfondimento che riguarderà le nuove norme che sono entrate, o ci entreranno a breve, in vigore dal 2014.

In particolare, si parlerà dell’obbligo di utilizzo del POS, ma anche delle detrazioni IRPEF, lo sgravio IRAP e le agevolazioni INAIL, senza dimenticare gli interventi previsti nell’ambito creditizio e gli incentivi per imprese che assumono.

Ivan Simeone, direttore di Confartigianato Imprese Latina, ha confermato che ci sono in fase di studio alcune convenzioni con istituti di credito per agevolare i propri associati.

Per supportare gli utenti, c’è anche uno Sportello Fiscale dedicato alle aziende pontine, aperto ogni venerdì pomeriggio.
Tutti i giorni è invece operativo l’ufficio credito agevolato contattabile al numero 0773666593 o via e-mail (latina@mail.confartigianato.it).

Vera MORETTI

Aperte le candidature al Premio Impresa Ambiente

Ultimo giorno utile per candidarsi al Premio Impresa Ambiente è il 10 febbraio.
Il riconoscimento è rivolto alle imprese private e pubbliche che sono state capaci di distinguersi in un’ottica di sviluppo sostenibile, rispetto ambientale e responsabilità sociale.

La sua importanza è duplice, poiché rappresenta la porta d’accesso all’European Business Awards for the Environment, promosso dalla Commissione Europea (Dg Ambiente), che vuole dare risalto alle aziende che hanno fatto propria la politica verde.

Il Premio Impresa Ambiente è giunto alla sua settima edizione ed è promossa, come sempre, dalla Camera di Commercio di Roma, ed in particolare dalla sua Azienda speciale Asset Camera, in collaborazione con Unioncamere e con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che hanno condiviso la missione del Premio: quella di valorizzare le esperienze imprenditoriali orientate all’innovazione intelligente di processi e prodotti, stimolando, al contempo, comportamenti sostenibili negli acquisti.

Già nelle precedenti edizioni, sono riuscite a farsi notare anche le piccole aziende, in grado di
presentare progetti e prodotti che hanno contribuito concretamente a migliorare l’impatto economico, sociale e ambientale in Italia.
Il contributo delle imprese ha rispecchiato in pieno il grande fermento della società sui temi ambientali, offrendo soluzioni e tecnologie al mercato.

Sono quattro le categorie che caratterizzano il premio: miglior gestione, miglior prodotto, miglior processo/tecnologia, miglior cooperazione internazionale, oltre al Premio Speciale Giovane Imprenditore, riservato a titolari o dirigenti d’impresa under 40 (già in gara per una delle quattro categorie), che si siano distinti per spiccate capacità imprenditoriali, innovazione ed attività di ricerca nell’ambito dello sviluppo ecosostenibile.

Possono partecipare al Premio Impresa Ambiente le imprese regolarmente iscritte alla Camera di Commercio di appartenenza. La sola categoria Migliore cooperazione internazionale per lo sviluppo sostenibile, è riservata alle aziende che abbiano sviluppato partnership internazionali e coinvolto una o più organizzazioni appartenenti a settori differenti (aziende private, enti pubblici, enti non governativi, istituzioni accademiche e di ricerca).

I partner dell’organizzazione italiana dovranno appartenere a Paesi in via di sviluppo o Paesi con un’economia in transizione.
Le partnership devono basarsi sui principi di equità, trasparenza e mutuo beneficio; inoltre dovranno contribuire significativamente ai tre elementi che caratterizzano lo sviluppo sostenibile: protezione ambientale, sviluppo economico ed equità sociale.

Per sapere come presentare la propria candidatura è possibile collegarsi al sito del bando.
I progetti verranno valutati da una giuria composta da esperti del settore ed esponenti del sistema produttivo e della ricerca, che assegnerà anche il Premio Speciale Giovane Imprenditore per l’ambiente.

Le imprese vincitrici verranno premiate nel corso della cerimonia che si terrà a Roma a marzo 2014, e saranno ammesse di diritto all’European Business Awards for the Environment, rappresentando le eccellenze italiane.

Vera MORETTI

La green economy contro la crisi

Di dubbi, Ermete Realacci di Fondazione Symbola e Ferruccio Dardanello di Unioncamere, ne hanno ben pochi: la green economy e le sue molteplici potenzialità, ci salveranno dalla crisi.

I due hanno dichiarato in coro: “La green economy, è un nuovo paradigma produttivo che esprime, nel nostro Paese, la parte propulsiva dell’economia. Dall’inizio della crisi, nonostante la necessità di stringere i cordoni della borsa, più di un’impresa su cinque ha scommesso sulla green economy. Che è stata, quindi, percepita come una risposta alla crisi stessa, e non ha deluso le aspettative“.

A testimoniarlo, i dati di GreenItaly 2013, il rapporto annuale di Unioncamere e Fondazione Symbola che racconta le eccellenze della green economy nazionale e che è stato presentato a Milano presso la sede di Expo 2015.
Dal 2008, infatti, hanno investito, o lo faranno entro la fine dell’anno, in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale ben 328mila aziende italiane appartenenti ai settori dell‘industria e dei servizi, che corrispondono al 22% del totale.

E proprio da queste imprese quest’anno arriverà il 38% delle assunzioni totali, segnale che l’economia green non solo traina il mercato italiano, ma crea anche buone opportunità di lavoro. Se si considerano, poi, le assunzioni destinate a ricerca e sviluppo, la percentuale si alza fino al 61,2%.

Ha dichiarato Ferruccio Dardanello: “GreenItaly ci racconta di un’Italia che sa essere più competitiva e più equa, perché fondata su un modello produttivo diverso. In cui tradizione e innovazione, sostenibilità e qualità si incrociano realizzando una nuova competitività. L’Italia non una delle vittime della globalizzazione ma, anzi, un Paese che ne ha approfittato per modificare profondamente la propria specializzazione internazionale, modernizzandola, proprio grazie alla green economy. Creando valore aggiunto in settori in cui ci davano per spacciati e creando nuove specializzazioni in altri settori, in cui siamo oggi leader. L’Expo 2015 è un’occasione unica per presentare al mondo questo modello di sviluppo e l’Italia come suo autorevole paladino. Se vogliamo che questo modello vincente contagi tutto il nostro sistema produttivo, dobbiamo sostenerlo. Anzitutto liberandolo dagli ostacoli che incontra lungo il cammino, primo fra tutti l’eccesso di burocrazia. E poi con politiche industriali e fiscali più green: nelle tecnologie, nella formazione, nella tassazione del lavoro, nel credito, negli investimenti“.

Altri interessanti numeri arrivano dal rapporto, giunto ormai alla sua quarta edizione: il 42% delle imprese manifatturiere che fanno eco-investimenti esporta i propri prodotti, contro il 25,4% di quelle che non lo fanno.
Il 30,4% delle imprese del manifatturiero che investono in eco-efficienza ha effettuato innovazioni di prodotto o di servizi, contro il 16,8% delle imprese non investitrici.
Il 21,1% delle imprese manifatturiere eco-investitrici ha visto crescere il proprio fatturato nel 2012, tra le non investitrici è successo solo nel 15,2% dei casi.

Cosa significa ciò? Semplicemente che la green economy aiuta ad aver maggior successo anche all’estero, oltre che ad aumentare produttività e reddito.

Anche i dati relativi all’occupazione giovanile sono incoraggianti, poiché il 42% del totale delle assunzioni under 30 programmate quest’anno dalle imprese dell’industria e dei servizi con almeno un dipendente, verrà fatto proprio da quel 22% di aziende che fanno investimenti.

Sostengono Unioncamere e Symbola: “Non stiamo parlando, evidentemente, di un settore dell’economia, ma di un tracciante verde che percorre il sistema produttivo italiano e che, a ben guardare, delinea il ritratto più fedele del nuovo made in Italy“.

I settori che maggiormente si sono dimostrati sensibili ed attenti all’economia green, sono
il comparto alimentare (27,7% contro una media del complesso dell’industria e dei servizi del 22%), quello agricolo (49,1%), il legno-mobile (30,6%), il settore della fabbricazione delle macchine ed attrezzature e mezzi di trasporto (30,2%), e poi tessile, abbigliamento, calzature e pelli (23%).

Il Nord del Paese si sta dimostrando più partecipativo in questo senso, con 170mila imprese sul totale delle 327mila, ossia il 52% del totale.
Di queste, 94mila sono al Nord Ovest (28,7%) e circa 75.600 nel Nord-Est (23,1%).
Aziende verdi si trovano anche al Sud, con 93.500 imprese (28,5%), mentre nel Centro si fermano a 64.800 (19,8%).

Per quanto riguarda la distribuzione a livello regionale, spicca la Lombardia, dove le aziende green sono più di 60mila, ovvero il 18% delle imprese green di tutto il Paese.
Segue il Veneto con 30.670 imprese che puntano sull’eco-efficienza (9,4%), terza posizione a pari merito davanti all’Emilia-Romagna e il Lazio, dove sono presenti, in ciascun territorio, poco più di 28mila imprese (8,6%).
Seguono Piemonte, Campania, Toscana e Puglia, rispettivamente con 23.690, 22.540, 21.440 e 20mila imprese attente alle loro performance ambientali. E quindi troviamo la Sicilia, a quota 19.760, e le Marche, che si attestano a 9.830 imprese green.

Ha dichiarato Ermete Realacci: “Non sarà certo la politica economica dell’Adda passà ’a nuttata, per dirla con De Filippo, a tirarci fuori dalla crisi. L’Italia deve affrontare i suoi mali antichi, che vanno ben oltre il debito pubblico e che la crisi ha reso ancora più opprimenti: le diseguaglianze sociali, l’economia in nero, quella criminale, il ritardo del Sud, una burocrazia spesso persecutoria e inefficace. Deve rilanciare il mercato interno, stremato dalla recessione, dall’austerità e dalla paura. E deve saper fare tesoro della crisi per cogliere le sfide, e le opportunità, della nuova economia mondiale. Lo deve fare scommettendo sull’innovazione, la ricerca, la qualità, la green economy, per rinnovare il suo sapere fare, la sua vocazione imprenditoriale e artigiana. L’Italia, insomma, deve fare l’Italia. La prossima Expo di Milano, pensata dopo la crisi, può essere anche la prima esposizione mondiale della green economy“.

Vera MORETTI

Evasione fiscale: nei guai un uomo di 48 anni residente a Frosinone

La Guardia di Finanza di Frosinone ha scoperto un’evasione fiscale da 8 milioni perpetrata da una società operante nel commercio dei computer.
Nei guai è il rappresentante legale della società che, negli anni compresi tra il 2006 e il 2012, non ha mai presentato le dichiarazioni dei redditi, nascondendo introiti per un totale di circa 7 milioni di euro e Iva dovuta per oltre 1 milione di euro.

Per non avere prove dell’illegalità commessa, sono state distrutte le scritture contabili e i documenti fiscali, ma le operazioni bancarie sono state recuperate grazie ad un’indagine sui movimenti bancari e una serie di accertamenti presso le sedi di aziende clienti e fornitrici scoprendo.

L’indagine, in questo caso, ha fatto emergere anche un giro di false fatturazioni tramite il quale altri contribuenti della zona hanno potuto nascondere costi per altri 2 milioni di euro.

L’uomo, un 48enne, è stato così denunciato per una lunga serie di reati amministrativi che vanno dall’evasione fiscale, alla falsa fatturazione.

Vera MORETTI

Scoperta evasione fiscale a Sora

Nei guai un’azienda che opera nel settore della commercializzazione di beni a Sora, ma con sede legale a Roma.
La Guardia di Finanza locale, infatti, svolgendo una verifica fiscale nei confronti di questa società, ha trovato una base imponibile di oltre 27 milioni di euro, ora recuperata a tassazione.

Le indagini sono cominciate nel maggio scorso ed è subito emerso dalla documentazione contabile che la maggior parte delle materie prime oggetto di commercializzazione, per importi di assoluto rilievo, proveniva da soggetti economici aventi sede in Paesi a fiscalità privilegiata.

E’ stata l’Agenzia delle Entrate ad occuparsi del recupero degli importi dovuti e relativi agli anni tra il 2008 e il 2011, per un totale di 23 milioni di euro.

Ma non è tutto, perché l’indagine ha portato a galla anche la cessione di beni in violazione agli obblighi di fatturazione e di dichiarazione per un ammontare complessivo di circa 4 milioni di euro.

A fronte di quanto scoperto, i responsabili della società, due cittadini italiani residenti a Sora sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria per “Presentazione della dichiarazione infedele “ e rischiano la pena della reclusione da uno a cinque anni.

Vera MORETTI

Commercianti romani evasori al 70%

Roma rischia di essere anche la capitale dell’evasione fiscale: a seguito di una serie di controlli a tappeto effettuati dai finanzieri presso i commercianti della capitale, infatti, è emerso che ben il 70% degli esercenti si “dimentica” di emettere regolare scontrino fiscale.

Lo scorso fine settimana, infatti, 370 uomini della Guardia di Finanza sono stati impiegati in un’operazione che ha fatto emergere, su 779 ispezioni effettuate, ben 552 violazioni, pari al 70,86%.
Le irregolarità rilevate vanno ad aggiungersi alle 6.678 già individuate dal Comando Provinciale delle Fiamme Gialle nei primi otto mesi dell’anno, con una percentuale di violazioni che, a fronte di 10.613 verifiche, si attesta al 62,92%.

Conseguenza di questa “scoperta” è stato il sequestro immediato di 7.500 articoli, appartenenti alle diverse categorie merceologiche che rappresentano il tessuto commerciale della provincia, e la denuncia di 25 responsabili.

In una nota delle Fiamme Gialle si legge: “I recenti risultati vanno ad aggiungersi agli oltre 16 milioni di pezzi contraffatti o pericolosi già sequestrati dalle Fiamme Gialle capitoline nei primi otto mesi del 2013 – di cui 6 milioni solo tra luglio ed agosto – sul territorio dell’intera provincia, per il cui commercio sono state denunciate 527 persone e verbalizzate amministrativamente altre 211”.

Vera MORETTI

Maxi frode fiscale: nei guai 4 imprenditori laziali

Quattro imprenditori residenti tra Roma e Cassino sono stati accusati dalla Guardia di Finanza di Cassino di una maxi frode fiscale ai danni dello Stato.
Sommando, infatti, le somme eluse dai quattro uomini, l’ammontare dell’evasione fiscale sarebbe di ben 24 milioni di euro.

Da tempo i quattro erano nel mirino delle Fiamme Gialle, che ora, con prove alla mano da parte degli inquirenti, hanno potuto sporgere regolare denuncia.

Le indagini si sono concentrate su 4 aziende impegnate nel settore degli autotrasporti per conto di terzi e della commercializzazione di autovetture nuove ed usate: è stata così quantificata una base imponibile sottratta a tassazione ai fini delle imposte sui redditi per oltre 20 milioni di euro e un’evasione Iva per oltre 4 milioni di euro.

Vera MORETTI

Civitavecchia: scoperti mille evasori

Un’evasione fiscale di massa, che ha coinvolto quasi mille persone.
Questo è quanto accertato dalla Guardia di Finanza nella zona di Civitavecchia.
Gli evasori fiscali in questione, per la precisione 940, sono stati scovati tramite il controllo sui pagamenti della Tia, Tariffa di Igiene Ambientale, colpevoli di non avere mai pagato la quota spettante.

Una volta scoperta la truffa, non è stato semplice individuare nomi e cognomi di tutti, ma le indagini incrociate tra i dati di Città Pulita e di altri enti locali lo ha reso possibile.
La Tia si era resa necessaria per coprire il buco di 4 milioni di euro lasciato in Hcs dalla precedente gestione, determinato dalle mancate riscossioni. L’amministrazione, dal canto suo, continua a difendere questa scelta e a sostenere che un aggravio della Tia nell’anno successivo avrebbe sicuramente significato un rincaro della Tares che ora la sostituisce.

Vera MORETTI