Sostegno alla maternità per le lavoratrici autonome e legge di bilancio

La legge di bilancio per il 2022 all’articolo 69 prevede un’estensione della maternità riconosciuta alle lavoratrici autonome. La misura di sostegno alla maternità per le lavoratrici autonome prevede però condizioni e limiti.

Estensione dell’assegno di maternità per le lavoratrici autonome

La legge di bilancio per il 2022 prevede la possibilità di ottenere un’estensione dell’assegno di maternità per le lavoratrici autonome per un periodo di 3 mesi a seguire il periodo di maternità che ha la durata di 5 mesi (come per le lavoratrici dipendenti). Solitamente per questo ulteriore periodo il decreto legislativo 151 del 2001 prevede  un importo del 30% rispetto alla retribuzione tabellare per le varie categorie. La legge di bilancio consente però di avvalersi del periodo di astensione facoltativa a condizioni migliori per le donne che hanno redditi particolarmente bassi.

La norma è rivolta a:

  • lavoratrici autonome iscritte alla gestione separata INPS (articolo 64 decreto legislativo 151 del 2001);
  • coltivatrici autonome, artigiane e commercianti (art 66 d.lgs 151/2001);
  • libere professioniste con cassa privata (art. 70 d.lgs 151/200).

Tale misura non è però diretta a tutte le donne lavoratrici, ma esclusivamente a quelle che nell’anno precedente rispetto a quello di inizio della maternità abbiano dichiarato un reddito non superiore a 8.145 euro . Si tratta di una soglia davvero bassa, cioè inferiore a 1.000 euro mensili e di conseguenza saranno poche a poterne beneficiare. Emerge da questa misura che si tratta più che altro di un sostegno al reddito per chi vive nella fascia della soglia di povertà.

A quanto ammonta il sostegno alla maternità per lavoratrici autonome?

Deve essere sottolineato che vi sono delle differenze tra lavoratrici autonome facenti parti della Gestione Separata INPS e le altre categorie. Infatti per coltivatrici dirette, artigiane, professioniste e commercianti l’indennità di maternità ha una misura di 1000- 1200 euro (euro 33,90 al giorno per coltivatrici; 38,10 euro al giorno per le artigiane e le commercianti, per le professioniste dipende dalla cassa di appartenenza). Non è così per le iscritte alla Gestione Separata INPS. Per questa categoria l’assegno di maternità viene calcolato tenendo in considerazione i redditi prodotti (80% di quanto percepito).

Questo vuol dire che, per chi ha un reddito inferiore a 8.145 euro annui, si tratta di una somma pari all’incirca a 543 euro al mese e visto che la norma stabilisce che la misura del sostegno alla maternità ulteriori rispetto al periodo di astensione viene calcolato con le stesse regole dell’assegno di maternità, si ricava che le lavoratrici iscritte alla Gestione Separata INPS hanno comunque un trattamento deteriore rispetto alle altre categorie di lavoratrici autonome.

Per saperne di più sul congedo di maternità, leggi l’articolo: Congedo di maternità: come funziona per dipendenti e per autonomi

Contratto di espansione: con la legge di bilancio estensione al 2022 e 2023

Il contratto di espansione è uno strumento fornito alle aziende per procedere alla digitalizzazione delle aziende attraverso il ricambio generazionale dato da nuove assunzioni. Si tratta di una misura temporanea ed era destinata a terminare i suoi effetti nel 2021, ma con con il disegno di legge di bilancio 2022 è prevista l’estensione al 2022 e al 2023. Cambiano inoltre le modalità operative.

Come funziona il contratto di espansione

Il contratto di espansione è entrato nel nostro ordinamento nel 2019 con il decreto Crescita, inizialmente era previsto solo per le aziende con più di 1000 dipendenti, in seguito è stato esteso ad aziende con un numero inferiore di dipendenti. Con l’ultima estensione, prevista nel disegno di legge di bilancio all’articolo 63, si amplia la platea dei potenziali beneficiari che è stata estesa alle aziende che hanno anche solo 50 dipendenti.

La caratteristica principale del contratto di espansione è che prevede uno scivolo pensionistico della durata di 60 mesi (5 anni) questo vuol dire che i dipendenti potranno essere collocati in pensione con 5 anni di anticipo.

Per il dipendente che accede al contratto di espansione gli importi mensili sono accreditati dall’INPS, ma sono pagati dal datore di lavoro che potrà però contare sulla restituzione del contro valore NASpI , ma si tratta non della pensione, bensì di un accompagnamento alla stessa. Gli importi si calcolano in base alla contribuzione effettivamente maturata, non è prevista indennità di perequazione e non spettano gli ANF (Assegni per il Nucleo Familiare, mentre il lavoratore potrà percepire la tredicesima mensilità).

Si tratta quindi di un trattamento del tutto simile all’isopensione di cui abbiamo ampiamente parlato nell’articolo Isopensione o esodo: rischio interruzioni con la circolare INPS 2021

Legge di bilancio: contratto di espansione esteso al 2022 e 2023

Nella prima legge di bilancio prevista dal governo Draghi il contratto di espansione prevede che per gli anni 2022 e 2023 potranno accedere a questo beneficio le aziende che hanno almeno 50 dipendenti e nel caso di aggregazioni stabili di aziende si possono sommare gli addetti delle varie aziende al fine di raggiungere tale limite. Per poter procedere, è necessario prima addivenire a un accordo con le rappresentanze sindacali da sottoscrivere presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

L’azienda deve presentare un piano di assunzioni di nuovi addetti. Per le aziende con più di 1000 lavoratori è previsto l’obbligo di assumere una persona ogni 3 adesioni allo scivolo pensionistico. Per le aziende di minori dimensioni, il piano di assunzioni è da concordare con le rappresentanze sindacali. Il lavoratore naturalmente non è obbligato ad aderire al piano di pensionamento anticipato. I nuovi termini previsti per il contratto di espansione sono:

  • 2 settembre 2023 per l’avvio della procedura amministrativa presso l’INPS;
  • 30 novembre 2023 per firmare la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro in seguito all’adesione da parte del lavoratore al piano aziendale.

Con la legge di bilancio 2022 si conferma l’impianto generale del contratto di espansione con la possibilità per l’azienda di accedere alla Cassa Integrazione Straordinaria in Deroga per 18 mesi senza costi. Inoltre è necessario un piano di formazione e riqualificazione per i dipendenti che non sono interessati dal contratto di espansione.

Deve essere sottolineato che per il lavoratore questo potrebbe avere un costo anche alto perché naturalmente, al raggiungimento dell’età pensionabile gli importi saranno ridotti.

Per saperne di più sul contratto di espansione e sul suo funzionamento, leggi l’articolo: Pensione anticipata contratto di espansione: requisiti e costi