Anche gli architetti contro i ritardi delle PA

I ritardi dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione rappresentano una vera e propria piaga, perché ritenuti ampiamente responsabili della situazione critica dell’economia italiana.

Anche Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, è di questo avviso ed appoggia le preoccupazioni manifestate dai presidenti di Confindustria, Anci e Ance in proposito.
La richiesta partita da queste associazioni, ed indirizzata al Governo, è che vengano presi provvedimenti al più presto circa l’autorizzazione alle amministrazioni locali di sbloccare le risorse necessarie per fare fronte ai propri debiti.

Freyrie, infatti, ha dichiarato: “Anche gli architetti italiani ritengono del tutto inaccettabile il fenomeno dei ritardati pagamenti alle imprese e ai professionisti che hanno regolarmente, e da tempo, eseguito il loro lavoro. Questa situazione, infatti, mette a rischio l’esistenza stessa di migliaia di imprese e di studi professionali con effetti a dir poco devastanti su un comparto già duramente provato da una crisi economica che non accenna ad allentare la sua morsa”.

Vera MORETTI

Federarchitetti scrive al CNAPPC

Paolo Grassi, presidente di Federarchitetti, ha scritto, a nome della sua Associazione, una lettera a Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti.

Il motivo di questa lettera è l’apparente indifferenza, da parte del CNAPPC, nei confronti dei sindacati e una chiusura verso coloro che potrebbero migliorare un regolamento non privo di criticità.
Trattandosi di un’intera categoria, Grassi ha ritenuto opportuno rivolgere le sue rimostranze al presidente dell’ordine degli Architetti.

Ciò che maggiormente indispone Federarchitetti è il silenzio da parte del CNAPPC, che viene interpretato come indifferenza nei confronti dell’intera categoria, ma soprattutto nei confronti di “un reale bisogno di contribuire a migliorare l’imposizione di un “balzello”, forse il peggiore, che calerà come una mannaia su tutti noi in un periodo disastroso per i liberi professionisti. Non si comprende la logica dei due pesi e due misure: scopriamo infatti che il CNAPPC pretende la concertazione quando le iniziative sono altrui ma ignora il confronto quando l’iniziativa è propria”.

Questo atteggiamento viene definito contraddittorio, in particolare se si pensa che il CNAPPC era intenzionato ad avviare “un progetto di sinergia e partecipazione con organismi ed associazioni sindacali attraverso un proficuo confronto su tematiche di comune interesse”.

Conclude la lettera di Grassi: “Oggi è sempre più tempo di rispetto per i diversi ruoli, di apertura al confronto e alla concertazione, di sinergia e partecipazione, lo chiede la società, lo chiedono i liberi professionisti, lo chiedono i nostri dipendenti e collaboratori. Pertanto, con al presente, Federarchitetti -SNALP rinnova la RICHIESTA urgente di aprire, nel più breve tempo possibile, un Tavolo di concertazione, riservandosi ogni altra azione di salvaguardia della libera professione e di tutela dei liberi professionisti nelle sedi opportune”.

Vera MORETTI

Il CNAPPC interviene al Consiglio Nazionale sul rischio idrogeologico

Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, è intervenuto alla Conferenza Nazionale sul rischio idrogeologico: “Serve ridimensionare – e serve farlo subito – gli investimenti follemente previsti per le grandi opere destinando, invece, le necessarie risorse verso interventi di manutenzione e di tutela del territorio: solo in questo modo sarà possibile realizzare un’opera di costante contrasto al dissesto idrogeologico, di valorizzazione e di tutela del nostro immenso – e immensamente importante – patrimonio paesaggistico. Questa è l’unica e vera soluzione per la salvaguardia del territorio che può, anzi, deve essere adottata anche e soprattutto in tempi di crisi come gli attuali senza pesare sulle casse dello Stato e senza prevedere aumenti di tasse per i cittadini“.

Poiché esistono zone fortemente a rischio, ma densamente popolate, Freyrie chiede che venga fatta un’opera preventiva di manutenzione, che “peserebbe molto di meno sulle casse dello stato rispetto ai costi dei disastri, delle emergenze e delle ricostruzioni“.

A questi, si aggiungono sei milioni e mezzo di edifici a rischio sismico, la cui pericolosità è aggravata dalla fragilità del territorio e dall’abusivismo, un vero flagello del nostro Paese.

A questo proposito, il presidente del CNAPPC ha affermato: “Gli architetti che hanno già dimostrato di saper apportare un contributo di idee, progetti, capacità e competenze sono pronti ad assumersi maggiore responsabilità etica nei confronti del Paese, per sostenere e valorizzare quelle ricchezze che rappresentano l’essenza stessa del territorio e che possono diventare anche una grande opportunità di sviluppo economico“.

Vera MORETTI

Freyrie: il nuovo Governo dovrà intervenire sulle città

Il clima elettorale si fa sempre più incandescente e, tra coloro che provano a “bussare alla porta” dei candidati, facendo presente le proprie necessità, ci sono anche le categorie dei professionisti.

Tra questi, gli architetti, partendo da una proposta di Legambiente, che vede la bellezza del territorio come una risorsa da cui partire per uscire dalla crisi, hanno voluto intervenire attraverso la voce di Leopoldo Freyrie.

Il presidente del Consiglio nazionale degli architetti, infatti, ha posto l’accento su una tematica spesso ignorata ma, invece, fondamentale. “Il tema delle città dovrà essere prioritario nella prossima Legislatura; chiunque governerà dovrà assumersi impegni seri e responsabilità precise in tema di politiche urbane, purtroppo escluse – da oltre venti anni – da qualsiasi investimento ed intervento. Se così non dovesse essere, non solo si metterà a rischio la sicurezza dell’abitare e quindi la vita dei cittadini, ma non si creeranno le condizioni affinché il Paese possa guardare al futuro con serenità in termini di sviluppo, crescita e benessere”.

Le città vanno riprogettate, ma senza andare ad intaccare nuove porzioni di territorio, né consumare altre fonti di energia. Inoltre, per sostenere le iniziative pubbliche e private, vengono richiesti strumenti fiscali che possano facilitare gli interventi più urgenti, quali sicurezza, mobilità, rifiuti, trasporti e spazi pubblici.

Ha proseguito Freyrie: “Il territorio italiano e le nostre città – continua ancora – debbono essere trasformate in una miniera di cultura, formazione e bellezza, in una inesauribile fonte di energie anche tecniche e turistiche poiché possano essere volano dello sviluppo economico. Il tema della bellezza e della rigenerazione urbana sostenibile – che è prioritario per gli architetti italiani – rappresenta un progetto indispensabile al futuro delle nostre città e dell’ambiente: può diventare una concreta opportunità per uscire dalla crisi, realizzando un’ alleanza con le rappresentanze ambientaliste, sindacali, professionali, imprenditoriali, con l’industria delle costruzioni”.

Vera MORETTI

Leopoldo Freyrie scrive a Mario Monti e ai suoi ministri

Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Mario Monti, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà e ai ministri della Giustizia e dello Sviluppo economico Paola Severino e Corrado Passera, affinché, prima delle elezioni, il Governo vari finalmente il regolamento che permetta di avviare le Società tra Professionisti.

La richiesta deriva dalla necessità di avviare apposite società da parte dei liberi professionisti, come già è possibile nel resto d’Europa.
Il carattere di urgenza della richiesta deriva dal fatto che “Ogni ulteriore ritardo sarebbe non solo ingiustificabile ma anche dannoso per oltre un milione di professionisti italiani, in particolare per i giovani che, anche grazie ai provvedimenti da voi stessi adottati quali le startup e le società a 1 euro, si troverebbe, invece, nelle condizioni per un migliore accesso al lavoro, integrando le competenze e mettendo assieme le risorse“.

Freyrie non si ferma qui, ma affronta anche la possibilità di accesso, da parte dei professionisti italiani, alle Reti d’Impresa, e che, finché l’accesso sarà loro negato, “non possono far parte dei G.E.I.E, Gruppo Europeo di interesse economico“.

Il presidente degli architetti conclude con un’ultima richiesta: “Mirare con azioni burocratiche ad hoc, ad impedire ai professionisti di fruire degli stessi vantaggi fiscali delle imprese, appare evidentemente in contraddizione con la volontà di rilanciare lo sviluppo e di creare, nell’interesse generale, nuove opportunità di lavoro“.

Vera MORETTI

Gli architetti al Saie per ricostruire l’Italia

Al Saie, il Salone internazionale dell’edilizia che si è svolto a Bologna dal 18 al 21 ottobre, era presente anche Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, il quale è intervenuto al forum dedicato al tema Ricostruiamo l’Italia.

Ciò che sta più a cuore all’Ordine è destinare la maggior parte delle risorse alla ristrutturazione delle città, per rendere case e palazzi sicuri dal punto di vista sismico ma anche passivi dal punto di vista energetico.
E se vengono ridotti gli investimenti rivolti alle grandi infrastrutture, ci si dovrebbe dedicare agli spazi pubblici, per facilitare la socialità.

Questo perché “investire nelle città – spina dorsale del nostro Paese – rappresenta oggi l’unica possibilità di garantire il diritto dei cittadini ad avere un habitat migliore e mettere in atto politiche per tornare a crescere“.

Gli architetti, inoltre, in collaborazione con Legambiente ed Ance, hanno presentato Ri.u.so, il Programma di rigenerazione urbana sostenibile che è divenuto parte del Piano Città del Governo.
Si tratta di un modo diverso di affrontare il problema dell’edificazione del Paese, che sta diventando sempre più urgente.
L’iniziativa è volutamente rivolta ai cittadini, che devono prendere coscienza delle condizioni degli edifici in cui vivono e pretendere di abitare in strutture sicure.

A questo proposito, Freyrie propone di “avviare una sperimentazione attraverso l’identificazione – con la partecipazione di cittadini, commercianti, artigiani, associazioni di categoria e di concerto con i Comuni interessati – di “Zone – Zero” nelle quali la situazione di degrado del patrimonio edilizio si accompagni a quella sociale; delineare, poi, un masterplan che abbia il compito di definirne esclusivamente le volumetrie ed i profili, indipendentemente dalla pianificazione già approvata, lasciando che le uniche regole siano quelle del consumo del suolo a zero, la sicurezza sismica, la passivazione degli edifici, il ciclo dei rifiuti risolto alla fonte, una mobilità alternativa, il risparmio idrico, il rispetto dei vincoli monumentali”.

Vera MORETTI

Società tra professionisti: provvedimento sempre più necessario

I tempi lunghi, soprattutto quando si tratta di provvedimenti considerati urgenti, possono irritare, se non addirittura indisporre.

Questo è quanto ha evidenziato Leopoldo Freyrie a proposito del provvedimento riguardante le società tra professionisti, che dovrebbe coinvolgere anche il Consiglio nazionale degli architetti, del quale lui è presidente.

In particolare, il ritardo sembra in questo caso ingiustificato e ciò rischia di rappresentare un’occasione sfumata non solo per gli architetti, ma anche per la possibilità di organizzare gli studi in organismi interprofessionali, in grado dunque di rispondere in modo più efficiente alle richieste del mercato.
In un periodo di profonda crisi, infatti, saper fornire prestazioni professionali più articolate rappresenterebbe un vero e proprio valore aggiunto.

Freyrie, a questo proposito, ha dichiarato: “Occorre superare alcune incongruenze: l’obbligo di iscrizione, per le società multidisciplinari a un solo Ordine professionale, quello relativo all’attività prevalente della società finirà, ad esempio, per creare un pasticcio, in primis, sul fronte della individuazione della stessa attività prevalente e, conseguentemente, su quelli che riguardano la disciplina e i versamenti contributivi“.

Tra i provvedimenti dai quali non si può prescindere, inoltre, viene indicata la possibilità di istituire reti tra professionisti, opportunità già presente negli altri Paesi Ue.

Vera MORETTI

Gli argomenti caldi del Professional Day

di Vera MORETTI

Voglia di progredire e guardare al futuro con ottimismo sono emersi durante il Professional Day dell’1 Marzo, la giornata delle professioni organizzata oggi da Cup, Adepp e Pat, per formulare delle proposte per rilancio del Paese.

Sul palco dell’Auditorium della Conciliazione di Roma si sono avvicendati i rappresentanti del mondo professionale ed ognuno ha formulato le proprie proposte di sviluppo relative al settore di competenza professionale, che saranno consegnate al presidente del Consiglio, Mario Monti.

Marina Calderone, presidente del Cup e del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, ha sottolineato: “Il governo dei tecnici dialoghi con i tecnici: perché la professionalità dei professionisti italiani è utile al Paese e siamo qui per ribadire che vogliamo dare il nostro contributo per la crescita e il futuro dell’Italia. Si può parlare di riforme, di futuro, partendo da un presupposto: siamo lavoratori intellettuali impegnati a svolgere al meglio il nostro compito”.

Gli argomenti affrontati sono stati molteplici e tutti particolarmente urgenti.
Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, ha voluto incentrare il suo intervento sulla necessità di semplificare le procedure normative e investire nella ricerca, al fine di “tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini passando per un ampio piano di rigenerazione urbana nell’ottica della sostenibilità, crocevia di un approccio sistemico multidisciplinare improntato a una progettazione etica. Con lo sguardo rivolto ai giovani“.

I commercialisti, nella persona di Claudio Siciliotti, il numero uno di categoria, hanno invece affrontato il tema fiscale, che deve essere affrontato con la cooperazione delle parti e l’ascolto di esse e, in merito alla giornata, ha dichiarato: “Questa è l’occasione per mettersi d’accordo sul metodo da utilizzare, basti pensare che ad oggi, per via di tutte le riforme che si sono sovrapposte incessantemente da oltre sei mesi, non è chiaro se si applicano le tariffe, se il giovane che ha compiuto 18 mesi di tirocinio può sostenere l’esame di stato, se l’assicurazione è obbligatoria nell’immediato e se si possono costituire società tra professionisti“.

L’intervento di Armando Zingales, presidente del consiglio nazionale dei chimici, è invece servito per lanciare una proposta, ovvero una nuova Authority che sia davvero espressione degli ordini professionali, questo perché “l’attuale, ovvero l’Antitrust non è sufficiente per reggere la sfida delle liberalizzazioni così concepite dall’esecutivo. Come chimici proponiamo che gli ordini professionali siano essi stessi delle vere e proprie Authority con poteri maggiori da definire“.

Soddisfatto Leopoldo Freyrie, numero uno degli architetti, il quale ha approvato la retromarcia fatta dal governo in tema di liberalizzazioni, convinto che, dopo questa mossa, “si aprirà una nuova fase che è quella di attuare una riforma concreta non solo dal punto di vista legislativo. Crediamo fortemente che questa sia l’occasione giusta per riaffermare la valenza sociale delle professioni ordinistiche e il loro ruolo di sussidiarietà nei confronti dello stato“.

Gli architetti chiedono una riforma scaccia-crisi

di Vera MORETTI

Anche gli architetti soffrono la crisi, tanto che, visti i risultati resi noti dal Centro Confindustria, che non lasciano presagire nulla di buono per il 2012, i professionisti del settore hanno deciso di chiedere al Consiglio nazionale degli architetti di anticipare a marzo, senza dunque aspettare le scadenze di agosto e dicembre, “i necessari interventi per adattare il nostro ordinamento ai criteri e alle indicazioni contenuti alla legge di stabilità e al decreto ‘salva-Italia’ con l’impegno ad attuarla con rapidità ed efficacia”.

Questo è quanto Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, paesaggisti, pianificatori e conservatori, a margine della conferenza degli Ordini, ha affermato, nel tentativo di arginare una crisi altrimenti piuttosto grave.

Ciò che chiedono gli architetti è una riforma che possa ridisegnare le norme pre-costituzionali e rilanciare, dunque, la professione.

Freyrie si rivolge direttamente al governo, e in particolare al ministro Corrado Passera, chiedendo una serie di immediati interventi che favoriscano lo sviluppo e che sblocchino le attività edilizie private, ormai l’85% del mercato totale.

Continua Freyrie: “Sono necessarie, in questa direzione, due azioni precise: serve riattivare il credito bancario sui progetti edilizi, spesso bloccato perché, ad esempio, le banche non accettano Dia, dichiarazione di inizio attività, e il silenzio-assenso alla stregua di permessi edilizi; serve anche un intervento volto a indurre Regioni e Comuni a sbloccare i piani di governo del territorio, spesso insabbiati per anni in discussioni ideologiche, anche per evitare che le risorse degli investitori si dirigano verso quei Paesi in grado di garantire regole certe e non soggette al variare delle maggioranze“.

Cambio ai vertici del Consiglio Nazionale degli Architetti

Il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori ha da poco eletto il suo nuovo presidente, si tratta di Leopoldo Freyrie. Il suo entourage sarà composto da Giorgio Cacciaguerra (Udine), Pasquale Caprio (Salerno), Matteo Capuani (Frosinone), Simone Cola (Sondrio), Ferruccio Favaron (Lecco), Pasquale Felicetti (Pescara), Massimo Gallione (Novara), Raffaello Frasca (Palermo), Franco Frison (Belluno), Salvatore La Mendola (Agrigento), Alessandro Marata (Bologna), Paolo Pisciotta (Napoli), Domenico Podestà (Genova) e dall’architetto junior Luisa Borinato (Vicenza).

Nel discorso di insediamento, il neoeletto presidente ha tirato un bilancio sulla situazione professionale: “La grave crisi economica che ha investito il nostro Paese ha duramente colpito gli architetti italiani, aggravando le conseguenze di un mercato già asfittico, sovraccarico di burocrazia e afflitto dalla carenza di regole che garantiscano scelte meritocratiche. La politica continua a non cogliere il legame molto stretto che lega il superamento della crisi alla piena valorizzazione del contributo di idee e di iniziativa delle professioni intellettuali, che sono il motore dell’innovazione, dell’economia, dei valori della comunità e dell’ambiente”.

Freyrie ha inoltre espresso polemiche circa la mancata realizzazione di riforme necessaria per una reale ripresa prospettando per il futuro di attivare piattaforme informatiche che semplifichino e velocizzino il rapporto con la P.a; attivare forme societarie che permettano di fruire dei benefici fiscali; intraprendere le necessarie azioni perché gli enti pubblici affrontino e risolvano il gravissimo problema dei debiti nei confronti degli architetti; creare, infine, un’agenzia di promozione degli architetti italiani nel mondo.

Il presidente ha infine lanciato un piccolo esame di coscienza per riscoprire i veri valori dell’architettura al servizio del cittadino: “L’architettura deve tornare ad assumere il suo naturale valore etico al servizio della società. Gli architetti italiani devono poter contribuire allo sviluppo civile del Paese interpretando, e ritrasmettendole nei loro progetti, le esigenze dei cittadini, sempre più consapevoli dell’importanza dell’architettura e dell’ambiente per la vita quotidiana. Siamo pronti promuovere un grande progetto per il Paese“.