Fondo perduto partite Iva 2018, perequativo e altre misure: i contributi ancora richiedibili nel 2021

A che punto sono arrivati i provvedimenti e le domande per i contributi a fondo perduto delle imprese in vista della fine del 2021? Tra i contributi con ancora finanziamenti in corso rientrano quello a fondo perduto per le partite Iva e start up, il fondo perduto perequativo, il credito di imposta per i beni strumentali ordinari, la nuova Sabatini e l’Industria 4.0. Vediamo nel dettaglio le misure e per quali è ancora possibile presentare domanda entro la fine dell’anno. Per altre si è in attesa del relativo decreto attuativo per la presentazione delle domande.

Contributi a fondo perduto per le start up, domanda fino al 9 dicembre 2021

Fino al 9 dicembre 2021 (dal 9 novembre scorso) è possibile presentare domanda per i contributi a fondo perduto per le start up. Si tratta di un contributo che può arrivare a un massimo di 1000 euro e che va richiesto con domanda da presentare in via telematica sul portale dell’Agenzia delle entrate. Possono inoltrare l’istanza le partite Iva aperte nel 2018 che abbiano iniziato la propria attività nel 2019. Ricavi e compensi non devono superare l’importo di 10 milioni di euro.

Quali partite Iva possono presentare domanda di contributo a fondo perduto per le start up?

Per presentare la domanda, partite Iva e strart up devono avere un volume di compensi e i ricavi del secondo periodo di imposta precedente a quello in corso al 23 marzo 2021 il cui ammontare mensile medio del fatturato del 2020 risulti non inferiore ad almeno ili 30% rispetto all’ammontare mensile medio di fatturato relativo all’anno 2019.

Fondo perduto perequativo per le imprese che hanno avuto un calo del 30% degli utili

Inizialmente la domanda per il fondo perduto perequativo aveva il termine al 30 settembre 2021. I contributi spettano alle imprese che, a seguito dell’emergenza sanitaria ed economica, abbiano subito un peggioramento dei loro risultato se raffrontato al 2019. Ad oggi, il decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze ha stabilito che la percentuale di calo utile all’ottenimento dei contributi deve essere del 30%. Si attende, dunque, solo la pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale. Si attende, altresì, il provvedimento dell’Agenzia delle entrate che definisca le modalità e i termini per inviare la richiesta dei contributi.

Credito di imposta per i beni strumentali e Nuova Sabatini

Il credito di imposta per i beni strumentali ordinari (misura rientrante nell’ex super ammortamento) non verrà prorogata dalla legge di Bilancio 2022. Pertanto, la misura si fermerà il 31 dicembre del 2022 e spetterà fino alla fine di giugno del 2023. Il credito di imposta è assicurato alle imprese che investono in beni strumentali materiali e immateriali esclusi dal 4.0. Per le piccole e medie imprese (Pmi) arriva il rifinanziamento della Nuova Sabatini. La conferma è arrivata dalla legge di Bilancio 2022 che ha stanziato risorse per 300 milioni di euro. Il contributo, già riaperto lo scorso luglio, permette alle Pmi di investire in beni strumentali.

Industria 4.0, proroga fino al 2025

L’agevolazione Industria 4.0 è stata prorogata dalla legge di Bilancio 2022 fino a tutto il 2025, con percentuali del credito che risultano ridotte. Il contributo va a vantaggio delle imprese per l’acquisto di beni strumentali materiali e immateriali rientranti nel 4.0.  La misura rimarrà in vigore fino al 31 dicembre del 2025, con la possibilità di completare gli investimenti entro fine giugno del 2026. In questo caso, deve risultare accettato l’ordine e l’imprese deve aver provveduto al pagamento dell’acconto per almeno un quinto entro la fine del 2025.

Esonero contributi Inps 2021 dell’Anno bianco fiscale: ammessi autonomi e liberi professionisti

Si poteva presentare entro il 30 settembre 2021 la domanda per l’esonero dei contributi Inps del 2021 rientranti nell’Anno bianco fiscale. Interessati alla misura sono i lavoratori autonomi e i liberi professionisti iscritti alle Gestioni previdenziali dell’Inps o alle casse pensionistiche autonome. Requisito per rientrare nella misura è quello di un reddito del 2019 non eccedente i 50 mila euro. Inoltre,  dato che si tratta di una misura a sostegno degli autonomi per l’emergenza sanitaria ed economica, il volume di fatturato e dei corrispettivi del 2020 deve aver subito un calo di almeno il 33% rispetto ai corrispettivi o al fatturato del 2019. L’ultimo aggiornamento arriva dall’Inps: molte domande risultano in stato di “Protocollata” in riferimento alla scadenza del 16 novembre scorso.

Esonero dei contributi agricoli per novembre e dicembre 2020 e gennaio 2021

Entro il 4 dicembre 2021 si può presentare la domanda per l’esonero dei contributi agricoli. Beneficiarie sono le imprese rientranti nella filiera agricola, della pesca o dell’acquacoltura, o ancora le aziende che producono vino o birra. Per la presentazione dell’istanza è necessario utilizzare il modulo di sgravio per i mesi di novembre e dicembre del 2020 e per quello di gennaio 2021.

Contributi a chef e per i matrimoni: in attesa del decreto attuativo

Per alcune categorie lavorative manca ancora il decreto attuativo del ministero per la relativa misura di contributi a fondo perduto. È il caso degli chef, ovvero i cuochi professionisti di ristoranti e alberghi. La misura, in questo caso, è in fase di verifica tecnica all’interno del ministero dell’Economia e delle Finanze. In particolare, i nodi riguardano i periodi di fruizione dei contributi. Manca il decreto attuativo anche per i contributi alle imprese rientranti nel settore dei matrimoni. In particolare, si tratta di aziende attive nel wedding, nell’organizzazione delle feste e delle cerimonie, nell’intrattenimento e nel settore Hotellerie, Restaurant e Catering (Horeca). Il fondo per i contributi di queste categorie ammonta a 60 milioni di euro. Si è in attesa del decreto del decreto del ministero per lo Sviluppo economico di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze.

Fondo perduto a partite Iva, firmato il decreto sul contributo perequativo: ecco chi può beneficiarne e come

Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha firmato il decreto sul contributo perequativo che assicurerà il fondo perduto alle partite Iva che abbiano subito un calo degli utili o un aumento delle perdite di almeno il 30%. In tutto il governo ha messo a disposizione dei lavoratori autonomi 4,4 miliardi di euro per le difficoltà del periodo di pandemia da Covid. Il meccanismo perequativo si baserà su cinque scaglioni con aliquote di rimborso decrescenti al crescere dei compensi e dei ricavi.

Quali partite Iva e autonomi possono accedere al fondo perduto perequativo?

Avranno accesso al fondo perduto perequativo le partite Iva che siano residenti in Italia (o stabili in Italia) e che svolgano attività di impresa, di arte o di professione oppure che producano reddito agrario. Per accedere al beneficio del fondo perduto è necessario che si sia verificato un peggioramento del risultato economico di esercizio inerente al 2020 pari ad almeno il 30% in rapporto a quello del 2019.

Scaglioni di fondo perduto alle partite Iva, ecco a chi andranno gli aiuti

Il calcolo del contributo a fondo perduto delle partite Iva seguirà il meccanismo degli scaglioni. Infatti, sono previsti cinque scaglioni a seconda dei ricavi e dei compensi dei lavoratori autonomi. La percentuale spettante deve essere calcolata al netto degli aiuti già ricevuti, fino a un massimo di contributo ricevibile di 150 mila euro. Nel dettaglio:

  • la percentuale del 30% di aiuti andrà alle partite Iva e ai professionisti che abbiano compensi o ricavi fino a 100 mila euro;
  • il 20% andrà agli autonomi che abbiano ricavi e compensi tra i 100 mila e i 400 mila euro;
  • la percentuale del 15% andrà a partite Iva e autonomi con ricavi tra i 400 mila e il milione di euro;
  • il 10% andrà alle partite Iva tra il milione e i 5 milioni di euro di ricavi e di compensi;
  • il 5% andrà a chi ha ricavi tra i 5 e i 10 milioni di euro.

Quali sono i valori di compensi e ricavi da prendere in considerazione per il fondo perduto delle partite Iva?

I valori che le partite Iva e i lavoratori autonomi devono prendere in considerazione per definire le aliquote a gli scaglioni di competenza sono:

  • la dichiarazione dei redditi del 2020 che è stata trasmessa entro il 30 settembre 2021;
  • eventuali integrazioni e correzioni dopo il 30 settembre 2021 non devono essere prese in considerazione se il contributo che ne derivi dovesse risultare maggiore;
  • la dichiarazione dei redditi relativa al 2019 già validamente presentata.

Fondo perequativo alle partite Iva, non bisogna includere gli aiuti ricevuti in precedenza

Particolare avvertenza nel calcolo degli aiuti spettanti deve essere prestato dalle partite Iva in merito ai contributi già ottenuti in precedenza. Infatti, come specifica l’articolo 2 del decreto del ministero dell’Economia, il contributo da ottenere deve essere calcolato al netto degli aiuti a fondo perduto già eventualmente riconosciuti dall’Agenzia delle entrate dai vari decreti che si sono succeduti a partire da maggio del 2020. In particolare, si devono sottrarre gli aiuti ricevuti dal decreto “Rilancio”, dai decreti “Ristori” che si sono avuti tra l’autunno e il Natale dello scorso anno, e i due decreti “Sostegni” del 2021.

Come presentare la domanda di fondo perduto perequativo per le partite Iva o i professionisti?

Le partite Iva e i professionisti interessati a chiedere il fondo perduto perequativo per le perdite subite durante il periodo di pandemia, dovranno accedere alla piattaforma che verrà messa a disposizione dall’Agenzia delle entrate nei prossimi giorni. Si tratterà di un tempo limitato per presentare la domanda. Infatti, gli autonomi avranno 30 giorni di tempo per procedere con l’invio dell’istanza dal momento in cui verrà aperta la piattaforma stessa.

Come sapere da quando si può presentare domanda per il fondo perduto perequativo delle partite Iva?

Inoltre, i fondi messi a disposizione dal governo in attuazione delle misure del decreto “Sostegni bis” devono essere utilizzati entro la fine del 2021. Diventa dunque necessario che l’accesso alla piattaforma arrivi prima della fine di novembre. In ragione di ciò è necessario attendere il nuovo provvedimento in uscita nei prossimi giorni da parte dell’Agenzia delle entrate che fissi il giorno di apertura delle domande, nonché quello di chiusura.

Polizza malattia: che cos’è, come funziona e a chi serve?

Con la polizza malattia si ha a disposizione una copertura assicurativa nel caso in cui si verifichi la malattia. L’obiettivo della polizza è quello di fornire un sostegno economico in particolari situazioni di necessità. La malattia si intende come l’alterazione dello stato di salute che non dipende da un infortunio. Rispetto proprio alla polizza infortuni, la malattia si manifesta come un evento non attribuibile a una causa esterna, violenta e fortuita.

Come può essere una polizza malattia?

La polizza malattia può essere sottoscritta:

  • in maniera individuale. In questo caso il contratto, sottoscritto dal solo beneficiario, risulta a vantaggio del sottoscrittore stesso e dei componenti il suo nucleo familiare;
  • collettivamente. In questo caso il contratto, sottoscritto dal datore di lavoro o da un’associazione, va a garantire i dipendenti e gli associati.

In quali casi risulta utile la polizza malattia?

La polizza malattia diventa utile nel momento in cui occorre coprire un ipotetico futuro periodo di malattia. In questo caso si ottiene il rimborso delle spese sostenute. I casi più frequenti possono essere quelli di un intervento chirurgico. Ma anche in caso di ricovero presso un ospedale o una casa di cura è utile avere una polizza malattia. In questo caso si riceve un indennizzo giornaliero per tutto il periodo di degenza. Infine, diversamente dalla polizza infortuni, con l’assicurazione sulla malattia si può ottenere la liquidazione in caso di invalidità permanente attribuibile alla malattia stessa.

Come avviene la copertura della polizza malattia?

La copertura della polizza malattia può prevedere un’assistenza diretta presso i medici e le strutture convenzionati. L’assistenza, in questo caso, deriva dal fatto che a pagare le prestazioni pensa direttamente l’assicurazione. Diversamente, la copertura può avvenire anche a rimborso. In questo caso, il beneficiario deve presentare la fattura della prestazione ottenuta e l’assicurazione provvede al rimborso delle spese già pagate dall’assicurato.

Polizza malattia, come funziona e quali sono le formule?

Con la polizza malattia si possono scegliere diverse formule. La prima consiste nel rimborso delle spese mediche sostenute per una malattia o per un intervento chirurgico conseguente alla malattia. Con la formula indennitaria, invece, l’assicurazione paga una certa somma per ogni giorno trascorso in un ospedale o in una casa di cura. Per i lavoratori autonomi la copertura viene integrata dal mancato guadagno conseguente al fatto che, a causa della malattia, il professionista non ha potuto svolgere la propria attività. Infine, nel caso di invalidità permanente, la somma viene pagata dall’assicurazione nel momento in cui non si è più nelle condizioni di poter lavorare a causa della malattia. L’invalidità può essere totale o parziale.

Qual è la durata della polizza malattia?

Si può sottoscrivere una polizza malattia annuale o di più anni. In quest’ultimo caso, per i contratti sottoscritti dopo il 15 agosto 2009, l’assicurato può recedere dal contratto a partire dal quinto anno di sottoscrizione dando un preavviso di 60 giorni. Ma devono risultare in regola i pagamenti dei premi precedenti. Dopo la durata della polizza, è necessario comunicare all’assicurazione se si intende porre fine al contratto oppure procedere con la proroga. Se nel contratto c’è la clausola “proroga tacita”, la polizza si rinnova in automatico. Ma la proroga stessa non può essere superiore ai due anni.

Quando si attiva la polizza malattia?

Dopo la firma del contratto, per l’attivazione della polizza malattia deve trascorrere un determinato lasso di tempo. Se durante questo periodo dovesse verificarsi un sinistro, l’assicurato non avrà diritto ad alcuna somma, anche se ha pagato già il premio. Il periodo di mancata copertura dipende dal tipo di formula che l’assicurato ha sottoscritto.

Quanto costa la polizza malattia?

Il costo della polizza malattia (premio) varia a seconda di determinati fattori. Innanzitutto l’età: solitamente le assicurazioni permettono di sottoscrivere polizze fino a 70 anni. Ma è necessario anche verificare l’esito del “questionario sanitario“. Si tratta di un elenco di domande sullo stato di salute dell’assicurato. In base alle risposte fornite dall’assicurato al questionario, l’assicurazione calcola il rischio e da questo dipende anche il premio. L’assicurato deve rispondere correttamente: infatti, nel caso in cui le informazioni non risultino veritiere o complete, l’assicurazione può non pagare l’indennizzo in caso di malattia o determinarne una riduzione.

Cosa è importante fare prima di sottoscrivere una polizza malattia?

Dal lato dell’assicurato, prima di firmare il contratto di polizza malattia, è indispensabile prendere tutte le informazioni sulle spese che l’assicurazione rimborsa in caso di malattia, dei massimali indennizzabili e della presenza di strutture o di medici convenzionati ai quali rivolgersi in caso di malattia. Se l’assicurato si rivolge a medici non convenzionati potrebbe subire la riduzione o l’esclusione del rimborso.

Franchigie e scoperti nelle polizze malattia

La presenza di una franchigia nella polizza malattia va verificata prima di firmare il contratto. Ad esempio, può essere stabilita una franchigia assoluta il cui importo viene detratto dalla somma da indennizzare, o relativa nel caso in cui l’assicurazione non indennizza sotto un certo importo. Possono essere previste cause di esclusione dall’indennizzo. Ad esempio, se l’assicurazione dimostra che l’assicurato non ha fornito le informazioni nel questionario prima di sottoscrivere il contratto di una malattia della quale l’assicurato stesso ne era a conoscenza. Sono normalmente escluse le malattie conseguenti a comportamenti dell’assicurato contrari alla legge o volontari.

A chi è consigliata la polizza malattia?

La polizza malattia è consigliata sicuramente ai lavoratori autonomi e alle partite Iva. Infatti, i professionisti risultano scoperti in caso di malattia e non avrebbero un sostegno economico senza una polizza per l’impossibilità di svolgere la propria attività. In caso di malattia è comunque necessario verificare le spese rimborsabili. Ad esempio, quelle di degenza sono sempre rimborsabili. Altre rimangono a carico dell’assicurato.

Polizza malattia, come scegliere la migliore?

Prima di sottoscrivere il contratto è necessario fare un’attenta valutazione del rischio che si ha di malattia e di quanto la malattia stessa potrebbe compromettere le entrate economiche nel caso in cui non si disponesse di una polizza. La scelta di una compagnia anziché di un’altra deve essere consapevole e alla luce di tutte le informazioni e i confronti tra costi e benefici delle varie offerte presenti sul mercato.

 

Concorsi pubblici e incarichi nella PA, i professionisti riceveranno una notifica

I professionisti riceveranno una notifica per i concorsi pubblici e per gli incarichi nella Pubblica amministrazione. Il portale di reclutamento InPA, infatti, segnalerà ai professionisti iscritti al portale l’apertura di un bando pubblico che potrebbe risultare di loro interesse. Le notifiche verranno inviate per i requisiti riportati nell’avviso potenzialmente rientranti nelle competenze specifiche dei professionisti stessi.

Decreto per gli elenchi dei professionisti per incarichi nella Pubblica amministrazione

Si tratta della novità più importante introdotta con l’avvio delle adesioni al portale InPa dei professionisti. Infatti, con questo meccanismo, la Pubblica amministrazione si rivolgerà ai professionisti per assegnare incarichi rientranti nelle competenze richieste dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Il reclutamento dei professionisti è disciplinato dal decreto del ministero per la Pubblica amministrazione. Il provvedimento riporta al suo interno le modalità per l’istituzione degli elenchi dei professionisti che posseggano la specializzazione necessaria per portare a compimento i progetti rientranti nel Pnrr. Il decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 268 del 10 novembre 2021.

Professionisti: cosa fare se si riceve la notifica da InPa di un incarico di proprio interesse?

Una volta che il professionista riceve la notifica dell’incarico di proprio interesse, può confermare la disponibilità ad accettare l’incarico. Il portale InPA provvede anche a mettere a disposizione del professionista l’elenco delle amministrazioni pubbliche che selezionano le figure professionali. Il professionista, accettando la proposta, dà il via alla procedura finalizzata all’assunzione a tempo determinato o all’incarico. I colloqui devono essere svolti nel termine di 10 giorni dalla data di chiusura del periodo utile per aderire alla selezione stessa.

Cosa fa il portale InPa per gli incarichi e i concorsi pubblici del Pnrr?

Per concorsi pubblici e per gli incarichi nella Pubblica amministrazione i professionisti saranno sempre aggiornati dal portale InPa. E avranno la possibilità di candidarsi per le posizioni, gli avvisi e i concorsi pubblici che riterranno più in linea con le proprie competenze. Il portale, a chiusura del periodo di candidatura per un avviso, restituisce l’elenco dei candidati interessati alla selezione. Gli elenchi conterranno, per ciascun candidato:

  • il numero degli anni di esperienza nella professione;
  • eventuali titoli di specializzazione aggiuntivi rispetto a quelli richiesti per l’abilitazione all’esercizio della propria professione;
  • altri titoli eventuali rispetto a quelli richiesti dall’avviso, purché siano “strettamente conferenti”.

Posti di lavoro nella Pubblica amministrazione, la convocazione dei professionisti candidati

Al termine dei 10 giorni successivi alla chiusura delle candidature, le amministrazioni pubbliche devono convocare i professionisti per svolgere il colloquio selettivo. I selezionati, pertanto, saranno scelti dalla lista che si trova sul portale InPa. Il numero dei professionisti da chiamare per il colloquio deve essere pari ad almeno quattro volte le posizioni aperte. Nel momento in cui l’amministrazione pubblica termina i colloqui, si provvede all’assunzione dei candidati ritenuti meritevoli. L’assegnazione dell’incarico o l’assunzione deve avvenire mediante “provvedimento motivato”. Il portale InPa riporterà l’assunzione del candidato con annessa la durata dell’incarico.

Partite Iva, professionisti e autonomi, se chiudono l’attività rientrano nelle politiche attive del Gol

Anche i possessori di partita Iva, i liberi professionisti e gli autonomi, nel caso in cui dovessero chiudere l’attività, rientrerebbero nelle politiche attive del nuovo programma di Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol). L’inclusione di partite Iva e professionisti alle politiche attive arriva dalla legge di Bilancio 2022 che dedica un articolo alla situazione dei lavoratori autonomi. Il piano Gol è stato lanciato dal ministro del Lavoro Andrea Orlando per sostenere i disoccupati e le persone in cerca di occupazione per riqualificarsi e per accedere a un nuovo lavoro.

Programma Gol, l’obiettivo di assistenza all’inserimento lavorativo

Il programma Gol ha avuto una decisa accelerata il 21 ottobre scorso con la Conferenza tra Stato e regioni. L’obiettivo è quello di mettere a disposizione della collettività le “misure di assistenza intensiva all’inserimento occupazionale”. L’assistenza alle persone in cerca di occupazione avverrà mediante i servizi erogati dai centri per l’impiego e dalle entità autorizzate alle attività di intermediazione del lavoro.

Autonomi e professionisti nel programma Gol: apertura di uno sportello dedicato

I lavoratori autonomi e le partite Ive potranno beneficiare anche di uno sportello dedicato. In questo caso, l’obiettivo è quello di stipulare delle convenzioni non onerose con i collegi professionali, gli ordini e le associazioni previste dalla legge numero 4 del 2013. Un’ulteriore convenzione verrà stipulata anche con le associazioni più rappresentative a livello nazionale dei lavoratori autonomi. La provenienza degli autonomi può includere oppure no, chi proviene dagli albi professionali.

Cosa si prevede di fare per il lavoro con il programma Gol?

Il programma Gol seguirà 5 percorsi per il reinserimento lavorativo di chi sia rimasto senza occupazione. Il primo percorso è proprio quello di un nuovo inserimento lavorativo per i soggetti più vicini al mercato del lavoro. In questo ambito è prevista l’offerta anche di  servizi di orientamento e di intermediazione per l’accompagnamento al lavoro. Tuttavia, tra gli obiettivi vi è anche quello di aggiornamento professionale. Beneficiari saranno i lavoratori più lontani dal mercato ma in ogni modo in possesso di competenze spendibili. In quest’ottica, i servizi dedicati saranno quelli dei percorsi formativi di breve durata e dal contenuto professionalizzante.

Riqualificazione e inclusione dei lavoratori con il programma Gol

Il terzo percorso del programma Gol consiste nella riqualificazione. I servizi di questo percorso saranno dedicati ai lavoratori lontani dal mercato del lavoro e con competenze non adeguate alle opportunità del mercato stesso. Si punterà, dunque, alla formazione professionalizzante più approfondita. Determinati casi necessiteranno di un obiettivo di inclusione. Si tratta di situazioni più complesse, cioè in presenza di barriere ed ostacoli che vanno al di là dell’ambito lavorativo. Per questo obiettivo, oltre ai percorsi precedenti, si prevede di attivare anche la rete dei servizi territoriali che agiranno, a seconda dei casi, sul piano educativo, socio-sanitario, sociale, di conciliazione. Si tratterà, tutto sommato, di un intervento simile a quello assicurato dal Reddito di cittadinanza e prima ancora dal Reddito di inclusione.

Ricollocazione collettiva dei lavoratori con il programma Gol

Infine, con il programma Gol si punterà anche alla ricollocazione collettiva intesa come valutazione delle possibilità occupazionali all’interno di imprese in particolari condizioni di crisi. La ricollocazione collettiva individuerà anche le professionalità dei lavoratori coinvolti e il contesto territoriale per adottare la soluzione più idonea a superare la crisi aziendale stessa.

Legge di Bilancio 2022, tre mesi in più per la maternità delle professioniste e autonome

Oltre all’occupabilità dei lavoratori rimasti senza lavoro e dei professionisti e partite Iva che abbiano chiuso l’attività, dalla legge di Bilancio 2022 arrivano altre due novità che riguardano i lavoratori autonomi. Infatti, è inclusa nella Manovra di fine anche la possibilità di sostegno ai professionisti per la maternità. In particolare, le lavoratrici autonomi che abbiano dichiarato, nell’anno prima della maternità, un reddito non superiore ai 8145 euro, potranno avere accesso all’indennità relativa alla maternità per ulteriori tre mesi. Il periodo aggiuntivo deve essere pertanto sommato, e deve essere successivo, al periodo di maternità.

Professionisti, con la Manovra 2022 anche un nuovo fondo da 200 milioni di euro

Ultimo intervento nella Manovra 2022 specifico per i professionisti è quello dell’istituzione di un fondo  da 200 milioni di euro al fine di “definire i nuovi ordinamento professionali delle amministrazioni dello Stato stabiliti con la tornata contrattuale 2019-2021”.

Liberi professionisti senza partita IVA: chi sono e cosa fanno

Il libero professionista è un lavoratore autonomo che svolge un’attività economica a favore di uno o più clienti committenti che consiste nella prestazione di servizi forniti attraverso lavoro intellettuale. La professione viene esercitata da soggetti che hanno compiuto dei percorsi di istruzione superiore, spesso sono laureati, necessari per acquisire una buona competenza. Solitamente, i liberi professionisti sono iscritti ad albi professionali. Tuttavia, esistono alcuni casi in cui, per esercitare la professione non è obbligatorio iscriversi a un albo, allora è generalmente possibile iscriversi alla relativa associazione di categoria. 

In un precedente articolo, ci siamo soffermati sui liberi professionisti con partita Iva, ma poiché è possibile esercitare una professione anche senza aprire una partita Iva, vediamo quali sono i presupposti per farlo, qui di seguito. 

Liberi professionisti senza partita IVA: cosa fanno

Come anticipato poc’anzi, i liberi professionisti possono svolgere il loro lavoro, anche senza procedere all’apertura di partita Iva. Ciò accade, quando la prestazione di servizi avviene in modo occasionale, quindi saltuario. In questo caso, non potendo emettere fattura, si deve ricorrere all’emissione di una ricevuta per prestazione occasionale con ritenuta d’acconto pari al 20%, a cui aggiungere una marca da bollo da 2 euro, nel caso il compenso lordo dovesse superare i 77,47 euro.

E’ bene precisare che, l’Agenzia delle Entrate pone il divieto di utilizzo della prestazione occasionale per coloro che sono iscritti agli albi o ruoli professionali, dove occorre aprire una partita Iva. 

La prestazione di lavoro occasionale

Negli ultimi anni, molti piccoli professionisti non iscritti ad albi, registri o elenchi professionali, sono ricorsi alle prestazioni occasionali, probabilmente per timore di aprire una partita Iva. Ma ci sono altre condizioni da rispettare, affinché si possa esercitare la libera professione in tal senso. Prima di tutto, la collaborazione con uno stesso committente non deve superare i trenta giorni nell’arco di un anno. In secondo luogo, il reddito conseguito in virtù della prestazione di servizi fornita a uno stesso cliente, non deve essere superiore ai 5.000 euro. Nel caso in cui, il totale dei compensi ottenuti nell’esercizio della libera professione supera i 5.000 euro nel corso dell’anno solare, sussiste l’obbligo di iscriversi alla Gestione Separata dell’INPS per versare i contributi relativi ai ricavi eccedenti. 

Si può esercitare la libera professione senza ricorrere alla partita Iva, anche nel caso di cessione dei diritti d’autore. E’ il caso di coloro che realizzano un’opera cedendone i diritti, come la redazione di testi, manufatti d’arte ma replicabili, articoli di giornale e similari. In questo caso, la ritenuta d’acconto è del 20%, ma cambia la base imponibile che, è del 60% per i minori di 35 anni e del 75% per i maggiori di 35 anni. Coloro che lavorano con la cessione di diritti editoriali, non devono iscriversi alla Gestione Separata dell’INPS né versare contributi, a prescindere dal tempo e dal reddito. 

Non tutti i liberi professionisti sono in possesso di partita Iva, infatti, alcuni di loro esercitano la propria professione in modo autonomo e occasionale in linea di massima, soggetta solo a ritenuta d’acconto.

La ricevuta per prestazione occasionale

Abbiamo detto che, in assenza di partita Iva, il libero professionista che svolge un lavoro autonomo di natura intellettuale, fermo restando il possesso di tutti i requisiti suddetti, è obbligato a emettere una ricevuta che lasci traccia delle prestazioni di servizi offerte a uno o più clienti. Nella ricevuta si devono inserire i dati del prestatore, i dati del committente, la descrizione della prestazione occasionale svolta senza partita Iva, il compenso lordo, l’eventuale ritenuta d’acconto, l’importo netto e, data, luogo e firma.

Il lavoratore autonomo occasionale è pagato per raggiungere il risultato chiesto dal cliente, ma non è vincolato da esso nella modalità di lavoro che, quindi, non è sottoposta a coordinamento o subordinazione, ma solo frutto di una libera scelta da parte del libero professionista. 

No allo sgravio contributivo per i professionisti

Trattamento diversificato per le imprese e i professionisti: le prime infatti potranno beneficiare  al 100% dello sgravio contributivo (come previsto dalle legge 47/90), i secondi invece solo del 50%, di fatto quindi della metà.

A precisarlo è la sentenza della Cassazione avvenuta in seguito a un ricorso al Tribunale e  alla Corte d’Appello di un ragioniere-commercialista, il quale si è visto negare l’esonero dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali. I giudici del merito non hanno accolto la domanda del professionista. Questo perchè è risultato che la sua attività  non presenta le stesse caratteristiche di una impresa, stando a quanto affermato dalle norme comunitarie e dalla Corte di giustizia europea.

I magistrati hanno sottolineato che l’articolo 8 della legge 40/90 prevede due ipotesi. La prima, con l’abbattimento al 50% dei contributi, è riservata per le imprese che assumono, con contratto a tempo indeterminato, lavoratori disoccupati da almeno 24 mesi o sospesi dal lavoro e che beneficiano del trattamento di integrazione salariale. La seconda invece prende in considerazione le imprese del Sud o quelle artigiane che assumono il soggetto succitato.

La vicenda è giunta fino alla Cassasione che ha tuttavia confermato la decisione dei giudici e quindi il rigetto.  Dalla decisione è emerso che il professionista per poter beneficiare al 100% dello sgravio deve poter dimostrare che la sua attività è organizzata in forma di azienda, ovvero un’entità giuridica dotata di una propria rilevanza strutturale e funzionale, nonché economica.

Di fatto quindi la linea di separazione ha a che vedere con la definizione di impresa, il lavoro di un professionista che non è un imprenditore potrà beneficiare in misura diversa della legge 47/90.

Francesca RIGGIO

Un pieno di vantaggi con Carta voil@’

Nelle scorse settimane vi abbiamo introdotto nel mondo delle carte petrolifere, uno strumento utile che, dopo essere stato per molto tempo appannaggio di grandi aziende con grandi flotte, ora si trasforma ed entra nel portafogli di piccoli imprenditori, professionisti, possessori di partita Iva.

Un segmento di clientela molto attraente per le compagnie petrolifere, che hanno infatti pensato di realizzare prodotti studiati per chi utilizza auto o veicoli commerciali per lavoro e, spesso, è una ditta individuale.

Uno di questi prodotti è Carta voil@’ di TotalErg, della quale abbiamo già illustrato i vantaggi fiscali e che ci siamo fatti “raccontare” da un gestore della compagnia, che conosce bene la propria clientela, le sue esigenze e sa quanto questo strumento possa essere utile.

Pensiamo, quindi, che sia molto utile ricordare quali sono i vantaggi in termini di sconti e fidelizzazione per le aziende e i professionisti che sottoscrivono una  Carta voil@’ di TotalErg:

– sconto di 2 cent al litro sul prezzo esposto alla pompa nella stazione di servizio TotalErg scelta e associata alla Carta voil@’ dal cliente che la attiva (nelle altre stazioni di servizio TotalErg, il prezzo applicato è quello esposto alla pompa);
– plafond complessivo mensile di 1.200 euro, per tutte le carte associate a un’unica azienda o al professionista;
– richiesta massima di 3 carte, in modo da poter coprire più veicoli qualora l’azienda o il professionista abbiano un piccolo parco veicoli;
– eliminazione del contante e delle schede carburante all’atto del pagamento: il saldo avviene con addebito tramite RID bancaria;
– fatturazione mensile con dilazione di pagamento a 20 giorni data di emissione della fattura
– rendicontazione delle spese tramite fattura elettronica.

Per maggiori informazioni e per aderire, Carta voil@’.

C’era una volta la scheda carburante…

C’era una volta la scheda carburante. Utile, per carità, ma che lavoro! L’utilizzatore doveva ricordarsi, a ogni pieno, di toglierla dal cassettino portaoggetti dell’auto, portarla al gestore della stazione di servizio, farla timbrare, datare, sottoscrivere… E se poi a fine mese mancava un timbro? Panico. Vai a caccia dello scontrino, non lo trovi, aiuto, come giustifichi questo pieno di 3 settimane fa?

Ora sono arrivate le carte petrolifere e la vita di chi le utilizza è letteralmente cambiata, anche e soprattutto quella di chi, prima, non aveva un’offerta pensata ad hoc: piccole aziende, liberi professionisti, artigiani, possessori di partita Iva. Per loro, infatti, TotalErg ha studiato una carta specifica, Carta voil@’, che unisce i vantaggi dell’utilizzo pratico alla comodità di una rendicontazione fiscale chiara e semplice, necessaria per chi, come i liberi professionisti e i piccoli imprenditori, ha già tante incombenze cui far fronte ogni giorno. Alla gestione degli aspetti aziendali legati ai carburanti, pensa in toto Carta voil@’.

Si parlava di vantaggi: sconto di 2 cent/litro sul prezzo esposto alla pompa presso la Stazione di Servizio TotalErg scelta e associata alla Carta dal Cliente (prezzo esposto alla pompa sulle altre Stazioni di Servizio TotalErg); richiesta massima di 3 Carte; plafond complessivo mensile di 1.200 euro, per tutte le carte associate a un’unica azienda o al professionista; eliminazione del contante e delle schede carburante con addebito tramite RID; fatturazione mensile con dilazione di pagamento a 20 giorni data fattura e rendicontazione delle spese tramite fattura elettronica.

Ma la voce migliore che può raccontare vantaggi e utilizzi di Carta voil@’ è quella del gestore di una stazione di servizio TotalErg. Come, per esempio, Fabio Mastrogiovanni, 45 anni, titolare della stazione di servizio di via Toti a Lissone, a due passi da Monza. Una stazione storica, sul territorio dal ’69, prima con il padre di Mastrogiovanni e ora con lui. Una zona, quella della Brianza, nella quale la “densità” di artigiani, professionisti, piccole aziende è altissima; una zona fatta apposta per Carta voil@’. “Devo ammettere – dice Mastrogiovanniche da alcuni anni ‘spingo’ per l’utilizzo delle carte petrolifere da parte dei miei clienti, tra cui ci sono moltissimi artigiani e professionisti della zona. Ora che TotalErg ha lanciato Carta voil@’, mi viene ancora più facile questo lavoro di promozione“. Ma, si sa, l’artigiano spesso è sospettoso rispetto alle novità… “Non è il caso dei miei clienti – dice ancora Mastrogiovanni: una volta che spiego loro il funzionamento della carta, la comodità della rendicontazione, il fatto che non devono più usare timbri, ci mettono poco a passare a Carta voil@’“.

L’importante è spiegare bene tutto. “Sono del parere – continua Mastrogiovanniche bisogna far percepire ai clienti i meccanismi con cui funziona la carta, spiegarli con calma e chiarezza e, soprattutto, far capire loro che adesso, anche tramite call center e internet, la procedura di sottoscrizione e di gestione è facile e rapida. Una volta che lo capiscono, e non è difficile, i vantaggi di Carta voil@’ sono così tanti che la sottoscrizione arriva abbastanza facilmente“. Anche perché, un artigiano ha già molti aspetti legati al suo lavoro cui pensare tutti i giorni e magari non disdegnerebbe non avere pensieri almeno sui carburanti. “È quello che dico ai miei clienti – conclude Mastrogiovanni: se dai ogni mese la scheda carburante al tuo commercialista, deve fare le somme, calcolare Iva, detrazioni, deduzioni… Con la fattura di Carta voil@’ è tutto fatto in automatico: risparmiate tempo e soldi in due“.

Carta voil@’, il pieno è servito

Abbiamo visto nei giorni scorsi quali sono le carte petrolifere più diffuse in Italia. Una scelta, quella della carta petrolifera, vantaggiosa anche e soprattutto per chi ha una piccola impresa o è professionista a partita Iva: per questa tipologia di Clienti ci sono poche compagnie petrolifere che hanno pensato a prodotti ad hoc.

Una di queste è TotalErg, che propone la Carta  voil@’ per piccole aziende, Liberi Professionisti, possessori di Partita Iva.

La Carta voil@’ offre vantaggi immediati:

sconto di 2 cent/litro sul prezzo esposto alla pompa presso la Stazione di Servizio TotalErg scelta e associata alla Carta dal Cliente (prezzo esposto alla pompa sulle altre Stazioni di Servizio TotalErg); richiesta massima di 3 Carte ; plafond complessivo mensile di 1.200 euro, per tutte le carte associate a un’unica azienda o al professionista; eliminazione del contante e delle schede carburante con addebito tramite RID; fatturazione mensile con dilazione di pagamento a 20 giorni data fattura e rendicontazione delle spese tramite fattura elettronica.

Oltre a questi, anche i vantaggi fiscali che derivano a un professionista o a una piccola impresa dall’utilizzo di una carta petrolifera sono tanti, come conferma il Dott. Giovanni De Lorenzi, commercialista ed esperto contabile in Padova: “Le carte petrolifere consentono al soggetto che ha la partita Iva di evitare la compilazione della scheda carburante per la deducibilità del costo e la detraibilità dell’Iva. Con periodicità generalmente quindicinale, infatti, l’ente gestore della carta petrolifera emette la fattura relativa all’acquisto del carburante. Si tratta senz’altro di uno strumento molto più agevole rispetto alla scheda carburante, che deve essere compilata ogni volta che il soggetto con partita Iva deve fare rifornimento: si evitano errori nella somma degli importi e nello scorporo dell’Iva stessa“.

Uno strumento che offre maggior sicurezza anche in caso di verifiche fiscali: “Per l’Amministrazione Finanziaria – prosegue il dott. De Lorenzila fattura rappresenta un documento più attendibile rispetto alla scheda carburante, che può essere soggetta a false annotazioni di rifornimento“.

Tutto chiaro. Ma in che misura e con quali modalità il Professionista o la piccola impresa possono detrarre/dedurre Iva e costi dei rifornimenti effettuati? “La deducibilità del costo del carburante e la detraibilità dell’Iva – afferma il Dott. De Lorenzisono collegate all’utilizzo dell’automezzo come bene strumentale o  promiscuo nell’attività propria dell’impresa. Per un professionista o una piccola impresa le autovetture si considerano beni a uso promiscuo; pertanto la deducibilità dei costi inerenti all’autovettura e la detraibilità dell’Iva relativa è limitata, con percentuali che variano a seconda dei soggetti“.

Soggetti tutti, potenzialmente, utenti della Carta voil@’ di TotalErg. “Fino al 31 dicembre 2012 – dice il Dott. De Lorenzi, per un agente di commercio, con la logica che l’autovettura è dedicata prevalentemente all’attività lavorativa, i costi sono deducibili dal reddito per l’80% e l’Iva può essere detratta al 100%; per i liberi professionisti (ingegneri, geometri, architetti, avvocati, commercialisti…) i costi sono deducibili per il 25% e l’Iva può essere detratta per il 40%“.

Facciamo un esempio, per capire come funziona dal punto di vista pratico. “Un libero professionista – spiega De Lorenzimatura ricavi nell’anno 2012 per 10mila euro + 2100 di Iva e sostiene costi di acquisto per il carburante per 1000 euro + 210 di Iva. L’Iva sull’acquisto del carburante può essere detratta dall’Iva sulle vendite per 84 euro (210 x 40%). Il libero professionista, pertanto, versa allo Stato Iva per 2016 euro (2100 – 84). L’Iva sugli acquisti non detraibile, pari a 126 euro (210 – 84) diventa un costo che può essere dedotto dal reddito per la quota del 25%. I costi deducibili dal reddito ammontano a quindi 281,50 euro e sono dati da 250 euro (1000 x 25%) + 31,50 (126 x 25%). Il libero professionista paga così le imposte su un reddito di 9.718,50 euro (10mila – 281,50)”.

Oltre a essere pratica e vantaggiosa in termini di utilizzo, la Carta voil@’ di TotalErg è dunque un “pannello di controllo” fiscale per il Professionista e la piccola impresa, utile a tenere sotto controllo spese, detrazioni e deduzioni di una voce di costo importante quale quella di carburanti. E di questi tempi, non è cosa da poco.

Si ringrazia il dott. Giovanni De Lorenzi, dottore commercialista ed esperto contabile in Padova