Lucca, finanziamenti alle imprese locali

Per promuovere e sostenere l’attività imprenditoriale sul territorio, il Comune di Lucca ha deciso l’erogazione di un contributo finanziario a fondo perduto, che va da un minimo di 1.500 ad un massimo di 2.500 euro per i progetti più innovativi, in favore di aspiranti imprenditori che intendono avviare un’impresa. “Il nostro obiettivo è riuscire a fare interventi che contribuiscano concretamente a favorire l’occupazione a Capannori – afferma l’assessore alle attività produttive, Serena Frediani -. Sappiamo che il lavoro non è una materia di competenza di un Comune, ma riteniamo che quella che oggi è un’emergenza per molti cittadini debba essere una priorità per l’amministrazione. Quindi il lavoro al primo posto della nostra azione amministrativa. Con questa nuova misura, che va ad affiancare altri interventi per le imprese ed il lavoro, si rafforza l‘impegno del nostro ente a sostegno dell’occupazione, affinché a Capannori possano crearsi nuovi posti di lavoro, soprattutto a favore dei giovani, che sono quelli a pagare di più la crisi occupazionale”.

Per usufruire dei fondi, gli aspiranti imprenditori devono insediarsi con sede legale ed operativa sul territorio comunale e non devono essere titolari di impresa o amministratori o comunque partecipanti alla gestione di altre imprese. Sono ammessi i progetti di lavoro autonomo o di costituzione di imprese micro o piccole ad alta intensità di lavoro rispetto al capitale investito e che comunque non prevedano di superare per i primi di tre anni di attività 250 mila euro l’anno.

JM

In Toscana imprese hi-tech in aumento

Uno studio effettuato dall’Osservatorio di Unioncamere Toscana e Scuola Superiore Sant’Anna relativo alle imprese hi-tech ha messo in luce il fermento che caratterizza le piccole e medie imprese, in crescita soprattutto se operanti nel settore dei servizi (+2,6%) mentre le aziende di grandi dimensioni puntano decisamente all’export.

La crescita delle imprese toscane riguarda soprattutto le produzioni a carattere innovativo e le politiche di marketing mirate alla diversificazione dei mercati di sbocco e che hanno registrato un continuo aumento dal 2013 (+0,7%) fino ad oggi (+1,4%).
Al contrario, numeri negativi per il settore manifatturiero (-0,6%), dovuti agli andamenti della meccanica.

Per quanto riguarda l’occupazione, registrata in aumento, deve i suoi dati positivi ancora una volta ai comparti riguardanti l’alta tecnologia (+2,6%, +1,0% il manifatturiero high-tech), ma il 2014 appare buono per tutte le tipologie di impresa.

Le migliori prospettive di crescita si registrano per le filiere life sciences, in particolare nel segmento della farmaceutica (+4,9%), Ict (+4,1%) e meccanica avanzata (+1,9%), ma un miglioramento decisivo si prevede per elettronica (+3,0%), servizi per l’innovazione (+2,6%), energia e ambiente (+1,1%).

Tali aspettative, legate all’andamento della domanda internazionale, riguardano soprattutto medie e grandi imprese (+3,2%), ed in parte anche le piccole (+2,5%) e micro-dimensioni (+0,4%).

I numeri, quasi sempre positivi, erano cominciati già nel 2013, quando è stato rilevato da una
intensificazione degli investimenti in ricerca e sviluppo (+2,2% l’andamento della spesa, positivo per tutti i settori e le tipologie di impresa): mediamente ogni impresa investe in R&S il 22% del proprio fatturato ed impiega il 39% del personale complessivo.
In crescita a ritmi superiori rispetto a quelli dell’occupazione complessiva anche le assunzioni di addetti high-skilled (+2,1%); nel 2013 il 47% degli addetti delle imprese high-tech sono ingegneri.

L’Osservatorio di Unioncamere Toscana-Scuola Superiore Sant’Anna in cinque anni ha censito 1.560 localizzazioni high-tech sul territorio regionale; un universo in decisa crescita (+6,3%) rispetto a quello risultante dalla precedente rilevazione (inizio 2013), grazie ad un saldo positivo tra uscite (-64 unità) e nuovi ingressi nella popolazione di riferimento (+157).

Oltre un terzo delle unità locali è concentrato nel territorio di Firenze (34,4%), seguita da Pisa (18,0%) e Siena (7,8%). Lucca ed Arezzo pesano per oltre il 7% sul totale regionale, in ragione di una discreta evoluzione nella numerosità dell’imprenditoria high-tech a livello locale.

Sono ormai oltre 45.000 gli addetti che operano nel settore hi-tech su territorio regionale, e a questo proposito un ruolo importante è quello ricoperto dalle medie imprese ad alta tecnologia, attive sia nel manifatturiero che dei servizi e particolarmente presenti nei territori di Firenze, Lucca, Pisa e Arezzo.

In questo ambito sono alcune filiere ad elevata intensità di scala, tra cui elettronica e Life Sciences (in particolare, farmaceutica), quelle in cui la propensione ad investire appare più pronunciata (oltre 3 imprese su 4 prevede investimenti per il periodo 2014-2016). Beni materiali (27% delle imprese con investimenti) e beni immateriali (21%, in prevalenza diritti di proprietà intellettuale) assumono una uguale rilevanza in termini di tipologia di investimenti in programma: nel prossimo triennio, oltre il 50% delle imprese high-tech investirà in Ricerca di base, e ben il 20% lo farà in collaborazione con partner esterni.

Vera MORETTI

Successo per l’iniziativa di UniCredit

Il progetto C’è un fido per te, da UniCredit, sta avendo molto successo in varie parti d’Italia, a cominciare dalla Toscana dove, nella provincia di Lucca, sono stati erogati, in sette mesi, 3,1 milioni di euro di finanziamenti a 143 piccole imprese della zona.

L’iniziativa dell’istituto di credito, che si poneva come obiettivo primario quello di concedere crediti in maniera rapida per favorire le imprese del territorio, sta dunque ottenendo i risultati sperati.

Alessandro Raffo, Area Manager Toscana Ovest di UniCredit ha dichiarato: “Nell’area toscana come nel resto d’Italia finalmente si comincia a vedere qualche segnale di ripresa. Stiamo assistendo a un ritorno, da parte delle imprese, della domanda di credito a breve per la costituzione di scorte e qualche timido segnale di ripresa degli investimenti. Pur con cautela, ci sentiamo di affermare che, rispetto a un anno fa, ci sono segnali incoraggianti. Anche parlando con gli imprenditori, si intravede un po’ di ottimismo in più. In questo scenario il nuovo piano industriale di UniCredit prevede l’erogazione di nuova finanza in Italia per circa 120 miliardi di euro, di cui 80 miliardi destinati alle imprese e 40 miliardi alle famiglie. Anche per questo motivo la banca ha inviato a circa 20 mila imprese su tutto il territorio nazionale lettere per sollecitare la richiesta di nuovo credito ed ha già concesso circa 1 miliardo di euro. L’iniziativa continuerà nel corso dell’anno con l’invio di circa 10 mila lettere al mese finalizzate ad erogare circa 500 milioni di nuova finanza al mese”.

UniCredit, inoltre, è già al lavoro per la fase due dell’iniziativa, riguardante l’erogazione dei finanziamenti deliberati con C’è un Fido per Te in modo che i fondi accordati siano immediatamente resi disponibili alle imprese.

Vera MORETTI

Oltre all’Irpef, arrivano le addizionali comunali

Il reddito delle persone fisiche viene tassato dall’Irpef, ma, in alcuni comuni, sono state aggiunte le addizionali.
La decisione di ricorrere ad una nuova tassa è stata preda da 1.989 amministrazioni comunali su 8.096, le quali hanno deciso di rifarsi dal mancato pagamento della prima rata dell’Imu.
I sindaci che ormai si erano abituati all’idea di riscuotere la nuova tassa sugli immobili, sono rimasti senza risorse e così sono ricorsi alle addizionali, che comunque serviranno solo temporaneamente a tappare i buchi delle casse comunali.

Si sa, le addizionali sono destinate a scomparire, e forse per questo un quarto dei Comuni italiani ha pensato di aumentarne l’aliquota rispetto allo scorso anno, arrivando così allo 0,8%. Tra i centri più grandi che adotteranno questa procedura ci sono Biella, Campobasso, Chieti, Gioia Tauro, Messina e Rieti, oltre a centinaia di piccoli e piccolissimi Comuni.

Anche le esenzioni cambiano a seconda dei Comuni di appartenenza: fino a 13.500 euro ad Arezzo; fino a 15 mila euro a Lecco, Reggio Emilia, Pavia; 14mila a Lucca; 40mila a Santa Margherita Ligure.

In molte città, come ad esempio a Milano, dove la soglia di esenzione è passata da 33.500 euro a 15 mila, si sta dando fondo alla leva addizionale per ripianare i conti del municipio. Ma lì l’aliquota dello 0,8% sarà applicata solo ai redditi superiori ai 75 mila euro, e le altre in misura proporzionale.

L’aliquota massima dello 0,8% è stata adottata altrove col correttivo dell’esenzione per alcune fasce di reddito. Accade a Trieste (esenzione fino a 7.500 di reddito) Ascoli e Macerata (fino a 8.500 euro di reddito), Rovigo (fino a 8.619), Cremona, Genova, Matera, Salerno e Sondrio (fino a 10 mila) Padova e Vicenza (fino a 15 mila).

Vera MORETTI

Scarpe di carta, anzi di ‘cartina’

 

Bella, versatile ma soprattutto ecocompatibile. Arriva da Capannori, provincia di Lucca, la prima scarpa a km zero: è Cartina Ballerina, la calzatura prodotta a partire dalla carta. E in questa settimana che Infoiva ha scelto di dedicare alla filiera della calzatura in Italia, abbiamo voluto raccontare la storia, o meglio la ‘favola’, di una piccola grande eccellenza ‘made in Italy’.

A raccontarcela è Mirko Paladini, che nel luglio del 2011 ha preso carta e penna per dare vita a una scarpa ‘di carta’, Cartina Ballerina.

Come è nata l’idea di produrre calzature ecocompatibili a partire dalla carta?
L’idea di produrre calzature utilizzando un materiale diverso dalla pelle è sempre stata una mia ambizione: dopo svariati tentativi, anche con altri materiali, nel 2011 abbiamo testato e messo a punto un materiale speciale che al tatto e alla vista si presenta come carta. Si tratta però di una carta speciale che nasce da un prodotto che viene utilizzato per le coibentazioni e viene poi adattato alla lavorazione della calzatura. Un materiale che ha le stesse caratteristiche di tenuta  e resistenza di quelli utilizzati per le calzature, ed è chiaramente impermeabile. Inoltre la nostra carta è riciclabile, e quindi le nostre scarpe sono riciclabili , sia nella tomaia che nella suola, anche quella fatta con termoplastico riciclabile. La nostra idea era quella di creare una scarpa bella e  accattivante ma utilizzando un materiale innovativo; una calzatura ‘eco fashion’ completamente prodotta in Italia, le scarpe Cartina vengono infatti ideate e costruite in Toscana, nel comune di Capannori (LU). Tre sono punti di forza delle nostre calzature: ecologiche, leggere (ossia comode) e personalizzabili.

Perchè è importante utilizzare materiali di riciclo?
Oggi più che mai bisogna guardare con attenzione ai temi legati all’ inquinamento ambientale, al riciclaggio e alla differenziazione dei rifiuti. Capannori, il comune dove ha sede la nostra azienda, è tra i più all’avanguardia in Italia in ambito di politiche ambientali e riciclaggio. Forse non tutti sanno che la calzatura rappresenta uno dei rifiuti non riciclabili più difficili da smaltire: è per questo che abbiamo lavorato per poterci distinguere in questo senso.

Attualmente su quali cifre si aggira il vostro fatturato? Esportate anche all’estero? Se si, in quali Paesi?
Il fatturato dell’azienda si aggira intorno ai 2 milioni di euro. Abbiamo iniziato da poco ad esportare Cartina in Francia e Australia, e stiamo sviluppando una rete vendita di agenti in tutte le Nazioni europee.

Tra i vostri canale di vendita c’è anche l’e-commerce?
Al momento l’e-commerce non è ancora partito, sicuramente è nei nostri programmi futuri, anche se per il momento vogliamo affermarci attraverso i canali tradizionali di retail, ovvero i negozi sia di abbigliamento che di calzature.

Quanto è difficile oggi fare impresa in Italia? Quali sono le maggiori difficoltà che avete riscontrato?
Oggi fare impresa nel nostro Paese è veramente difficile. In confronto al contesto internazionale, avviare e gestire un’attività economica Italia richiede un enorme sforzo, nonostante il nostro sia uno dei primi Paesi manifatturieri al mondo e il secondo esportatore europeo. Nonostante le premesse, la nostra azienda crede ancora che grazie alle idee innovative si possa trovare spazio per vendere sia in Italia che all’estero.
Le maggiori difficoltà che ogni giorno ci troviamo ad affrontare sono soprattutto di tipo finanziario: le banche oggi non aiutano le società nuove, le cosiddette Start-up, nemmeno nella fase di avviamento, anzi le penalizzano; inoltre, a differenza di altri Paesi, in Italia non esiste la possibilità reale di finanziare progetti innovativi.

Come vedete il vostro futuro? Su quali prodotti punterete e quali mercati?
Speriamo che il nostro Brand si affermi come prodotto particolare con caratteristiche innovative. Il mercato italiano ha sicuramente subito un forte calo dei consumi, ed è per questo che anche un’azienda giovane come la nostra, nonostante il prodotto si differenzi dagli altri, deve sin da subito rivolgersi ai mercati esteri.

Alessia CASIRAGHI

Lucca finanzia le startup

Per incentivare l’avvio di nuove imprese, la Provincia di Lucca ha deciso di pubblicare un bando rivolto in particolare a inattivi, inoccupati, disoccupati, lavoratori in mobilità o in CIGS, immigrati iscritti ai Centri per l’impiego della Provincia.

Gli aiuti previsti verranno utilizzati dai beneficiari per costituire imprese o attività di lavoro autonomo, anche in forma associata, nell’ambito territoriale della Provincia di Lucca.

Le spese ammissibili, che possono arrivare ad un importo massimo di 5.000 euro, sono:

  • consulenza ed assistenza alla creazione d’impresa;
  • parcella notarile riguardante la costituzione d’impresa;
  • contratti per gli allacciamenti e i collegamenti delle utenze ( esclusi i canoni);
  • spese di pubblicità e promozione (compresa la realizzazione del logo);
  • registrazione marchi e/o brevetti;
  • spese iscrizione alla CCIAA;
  • spese iscrizione Albo Artigiani o altro Albo professionale;
  • canoni di locazione nella misura delle prime tre mensilità risultanti da regolare contratto e con esclusione delle somme versate a titolo di cauzione.

Le domande di finanziamento possono essere presentate a sportello aperto fino ad esaurimento dei fondi disponibili, entro il 29 marzo o entro il 30 aprile 2013 e possono essere inviate a mano presso l’Ufficio Protocollo dell’Amministrazione Provinciale di Lucca o tramite raccomandata a
Amministrazione Provinciale di Lucca
Servizio Istruzione Formazione Lavoro
Piazza Napoleone, 1
55100 Lucca

Vera MORETTI

Agente farmaceutico cercasi!

La ricerca di agenti monomandatari riguarda anche la Toscana, e questa volta, in particolare, la zona di Lucca e Massa.

Non si tratta, però, di un agente prettamente commerciale, poiché deve avere accumulato esperienza e dimostrare di avere conoscenze specifiche in ambito farmaceutico: ad avere bisogno di un candidato simile è, infatti, una multinazionale farmaceutica, per il potenziamento della rete commerciale della zona.

Per saperne di più, collegarsi a Monster.it.