La manovra economica contro la crescita del Paese

La manovra finanziaria sembra davvero un boccone troppo difficile da digerire, perché non permette di guardare al futuro con ottimismo.

Ivan Malavasi, presidente portavoce di Rete Imprese Italia, non usa mezzi termini e, anzi, parla di un rischio piuttosto grave: quello di arrivare a livelli record di pressione fiscale.

Ciò di cui avrebbe bisogno il Paese sarebbe un maggiore controllo delle componenti strutturali della spesa, come gli assetti amministrativi ed istituzionali, senza dimenticare la spesa previdenziale.
L’aumento della pressione fiscale, invece, rende ancora più remota la riforma tanto annunciata e anche il federalismo fiscale, secondo Malavasi, a fronte degli ulteriori inasprimenti a livello locale, non sembra attuabile.

Anche l’incremento dell’Iva rappresenta un motivo di preoccupazione e malcontento, perché contribuirà, ribadisce il presidente di Rete Imprese Italia, a penalizzare consumi ed occupazione, oltre a rallentare la crescita del Paese.

Non si può immaginare di far ripartire l’economia se non si contengono le entrate e non si realizza un pieno controllo della spesa pubblica, che va, peraltro, riqualificata per sostenere sviluppo ed efficienza della pubblica amministrazione“.

Ma l’amara analisi di Malavasi prosegue : “La cancellazione dell’emendamento sull’accelerazione dei pagamenti dei debiti della PA alle imprese è la prova di come non si sia prestata la necessaria attenzione alle effettive necessità dell’economia reale del Paese. E’ tempo di riscrivere un nuovo patto sociale per condividere, responsabilmente, obiettivi, impegni e sacrifici che assicurino la tenuta del Paese e la crescita. Rete Imprese Italia è pronta a fare la sua parte“.

Vera Moretti

Avvocati, l’Organismo unitario dell’Avvocatura boccia la Manovra

Un altro attacco dalle professioni alla manovra economica. Questa volta tocca presidente dell’Organismo unitario dell’Avvocatura, Maurizio de Tilla, che boccia l’ultima versione della Finanziaria: “Grave e vergognoso – afferma – che nella manovra economica sia stata inserita una norma che prevede il pagamento raddoppiato del contributo unificato per i cittadini che non intendono avvalersi nell’ambito della loro libertà della media-conciliazione nella giustizia civile“.

De Tilla conferma infine “le critiche relative all’attacco contro le libere professioni con l’inserimento della riforma professionale nell’articolo 3, nonché la contestazione degli altri provvedimenti relativi alla giustizia: eliminazione dei tribunali minori, aumento del contributo unificato, nonché la previsione di sanzioni disciplinari per avvocati e magistrati impossibilitati a rispettare il calendario dei processi”.

“Tariffe minime per contrastare l’evasione fiscale”

Il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri Gianni Rolando alza la voce per commentare la segnalazione inviata al Governo e alle Camere dall’Antitrust in vista dei lavori parlamentari per la conversione della Manovra, nella quale si auspica l’eliminazione del riferimento legale alle tariffe: “Stabilire delle tariffe minime inderogabili e dare il compito agli ordini professionali di riscuoterle per poi pagare i professionisti. In questo modo si darebbe una spallata definitiva all’evasione fiscale dei professionisti“, ha dichiarato a LABITALIA.

Sicuramente la mia è una proposta provocatoria però avrebbe la sua efficacia, anche se nella nostra categoria non si contano molti casi di evasione fiscale. La liberalizzazioni delle professioni rappresenta una grande opportunità per mettere mano a una questione complessa troppo spesso rimandata e per riscrivere i fondamenti di un nuovo modo di concepire la professione“.

Rolando concorda poi con l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato nella volontà di “ridurre la durata del tirocinio. Anche se questo non è un problema che tocca la nostra categoria: per gli ingegneri non esiste tirocinio, il tasso di successo all’esame di stato è dell’89%, gli iscritti all’albo sono 228 mila, con un aumento del 65% in dieci anni e meno del 10% di loro svolge la professione perché ‘ereditata’ dai genitori“.

In generale ritieniamo corretto che il tirocinio duri il meno tempo possibile, per aiutare veramente le giovani generazioni ad entrare nel mercato del lavoro. Si tratta comunque – ha concluso Rolando di uno strumento necessario perchè serve per preparare al mondo del lavoro i giovani che, magari anche se a livello tecnico hanno acquisito tutte le competenze necessarie, a livello pratico hanno ben poca esperienza“.

Manovra economica: i punti salienti

Queste sono ore determinanti per l’Italia che, in attesa di risollevarsi dalla crisi economica, ha atteso i risultati della manovra finanziaria da parte del governo.

Vi riassumiamo le conclusioni emerse:

L’aumento dell’Iva è stato scongiurato, almeno per ora, e il lavoro maggiore sarà quello di contrastare gli evasori fiscali e chi, per pagare meno tasse, cercherà di appoggiarsi a società di comodo. Previsto anche un taglio dell’Ires pari a 350 milioni di Euro.

Per quanto riguarda le pensioni, punto dolente di questo accordo PdL-Lega, è previsto un “ritocco” nel 2013 e gli anni del servizio di leva e di laurea non potranno essere conteggiati per accedere alle pensioni di anzianità, ma solo per il calcolo della pensione.

L’iter per il taglio dei parlamentari sarà lungo ed articolato, perché farà parte di una vera e propria riforma costituzionale, mentre non c’è traccia, in questa manovra, di tagli economici ai ministri e al rimborso dei parlamentari.

Il contributo di solidarietà toccherà solo a parlamentari e calciatori, per i quali è stato raddoppiato, mentre non riguarderà tutti coloro che hanno un reddito superiore a 90 mila Euro.

Taglio netto per le province al di sotto dei 300 mila abitanti, che porterà ad un risparmio di 10 miliardi. D’ora in poi saranno coordinate direttamente dalle regioni di appartenenza. Ciò potrebbe rappresentare un primo passo verso l’intenzione, per ora remota, di eliminare tutte le province e delegare le competenze alle regioni, non solo per il risparmio economico notevole ma anche per dare maggior responsabilità, oltre che alle regioni, ai comuni.
Per quanto riguarda i comuni, invece, nessun taglio li colpirà, anche se i più piccoli verranno sfavoriti dalla distribuzione dei “tesoretti”.
I fondi erogati agli enti locali sono diminuiti dai 9 miliardi precedenti ai 4,5 attuali.

L’argomento festività, che aveva suscitato scalpore sui quotidiani questa estate, non è stato affrontato, forse per il desiderio di difendere l’industria del turismo, importante per il territorio italiano e che, con l’abolizione dei “ponti”, ne risentirebbe pesantemente.

Novità anche per gli immigrati, soprattutto per chi non ha un contratto di lavoro regolare o una posizione Inps: in questi casi la tassa per la spedizione all’estero dei soldi guadagnati in Italia aumenterà.

Federpneus: serve azione del governo per combattere l’evasione Iva

Federpneus, Associazione Italiana Rivenditori Specialisti di Pneumatici chiede al Governo che venga estesa anche al settore dei pneumatici lo speciale regime previsto dall’art 60 bis della normativa sull’IVA (dpr 633/72) e dai decreti ministeriali attuativi che per le automobili, i motocicli, i prodotti di telefonia, i personal computer ed altri prodotti prevedono, in caso di evasione IVA da parte del venditore, la responsabilità solidale del compratore, che può quindi essere chiamato a versare l’IVA eventualmente non versata dal venditore.

Tale manovra secondo l’associazione i categoria impedirebbe la concorrenza sleale. La situazione odierna non solo arreca un danno all’erario, ma penalizza anche fortemente gli operatori onesti che subiscono la concorrenza sleale di operatori che agiscono evadendo l’IVA ed hanno quindi la possibilità di praticare prezzi inferiori del 20%.

L’accoglimento di tale proposta è rimesso a valutazioni di carattere politico” e rilevando inoltre che ”per attuare tale misura antifrode è necessario, da parte della competente Agenzia delle Entrate una preliminare verifica sulla reale diffusione dei fenomeni evasivi nel settore delle cessioni dei pneumatici che giustifichi il richiesto intervento normativo”. Da questa risposta – precisa Federpneus – ”sono trascorsi ormai quasi nove mesi, senza che alcun provvedimento sia stato adottato”.

L’associaizione auspica un intervento propositivo da parte del governo che sani la situazione attuale.

Sostegno alla “contrattazione di prossimità”: la Cgil non ci sta

Il “sostegno alla contrattazione collettiva di prossimità” è prevista dall’articolo 8 della nuova manovra anti crisi. Di cosa si tratta?  “I contratti collettivi di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale da associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale ovvero dalle rappresentanze sindacali operanti in azienda possono realizzare specifiche intese finalizzate alla maggiore occupazione, alla qualità dei contratti di lavoro, alla emersione del lavoro irregolare, agli incrementi di competitività e di salario, alla gestione delle crisi aziendali e occupazionali, agli investimenti e all’avvio di nuove attività”.

Le specifiche intese “possono riguardare la regolazionedelle materie inerenti l’organizzazione del lavoro e della produzione incluse quelle relative: agli impianti audiovisivi e alla introduzione di nuove tecnologie; alle mansioni del lavoratore, alla classificazione e inquadramento del personale; ai contratti a termine, ai contratti a orario ridotto, modulato o flessibile, al regime della solidarietà negli appalti e ai casi di ricorso alla somministrazione di lavoro; alla disciplina dell’orario di lavoro; alle modalità di assunzione e disciplina del rapporto di lavoro, comprese le collaborazioni coordinate e continuative a progetto e le partite Iva, alla trasformazione e conversione dei contratti di lavoro e alle conseguenze del recesso dal rapporto di lavoro, fatta eccezione per il licenziamento discriminatorio e il licenziamento della lavoratrice in concomitanza del matrimonio“.

La manovra ha trovato l’appoggio di Confindustria e Cisl e Uil mentre non ci sta Cgil che giudica ingerente e inefficace la manovra che non rispetterebbe le autonomie delle parti. ”Appare unicamente una norma retroattiva in ragione di una singola azienda: la Fiat. Ma è un abitudine per un Governo che fa legge ‘ad personam’“.

Manovra economica: il contributo di solidarietà non convince Confcooperative

La scelta del governo di mettere mano ai costi del sistema istiuzionale è corretta da Luigi Marino presidente di Confcooperative e portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, in rappresentanza dei presidenti Rosario Altieri di Agci e Guliano Poletti di Legacoop, sulla manovra straordinaria da 45,5 miliardi varata dal Consiglio dei Ministri.

Per recuperare economicamente occorre rivedere le spese della politica e ridurre gli sprechi il più possibile per poter reinvestire le risorse recuperate.

Relativamente alla manovra straordinaria da 45,5 miliardi approvata dal Consiglio dei Ministri del 12 agosto si aggiunge: “Il cosiddetto contributo di solidarietà – aggiunge la nota – è una misura che rischia di alimentare il differenziale nel prelievo tra chi ha redditi alla luce del sole e chi ridimensiona il proprio imponibile attraverso l’evasione. In una situazione straordinaria, come questa, occorre ricercare una soluzione che allarghi la platea di chi deve sostenere il paese”.

“Avremmo auspicato – dice Marino – un intervento più strutturale sugli assetti previdenziali. Purtroppo ciò che non è stato fatto oggi dovremo, probabilmente, farlo domani. Conosceremo solo alla prova dei fatti l’efficacia delle diverse misure mirate a rilanciare la crescita. Ora – conclude il comunicato – sono decisivi tre passaggi: cercare miglioramenti rafforzativi in Parlamento; dare coerenza e concretezza all’attuazione, coordinare in una visione lucida i diversi interventi anticrisi già adottati con lungimiranza. Confidiamo che rimanga unito il tavolo delle organizzazioni datoriali per sostenere le iniziative del governo finalizzate alla crescita e al risanamento“.

Addio “ponti primaverili”. Turismo a rischio

Il recente annuncio del governo di voler cancellare i ponti del 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno spaventa le associazioni di categoria del settore turistico. “Siamo assolutamente consapevoli del momento di difficoltà dell’economia italiana – interviene il Presidente di Assoturismo Claudio Albonetti – proprio per questo, però, ci stiamo interrogando se l’abolizione dei ponti primaverili vada nella direzione giusta, infatti con questa manovra si acquisterebbero 3 giorni di produttività ma si perderebbero ben 12 giorni di lavoro per l’industria del turismo. Non stiamo parlando solo di albergatori, ma della ristorazione, del commercio, dell’agroalimentare cioè di tutta la filiera del turismo, filiera in cui sono ben presenti lavoratori come in tutti gli altri settori economici. Per questo ci chiediamo se non sia il caso di fare una riflessione e di rendersi conto che questa medicina potrebbe produrre più danni che benefici. Con la soppressione dei ponti primaverili, continua Albonetti, si farà un grave danno all’economia turistica e nazionale, se poi a tutto questo aggiungiamo la tassa di soggiorno, l’incubo Bolkestein e non si mette mano alla riduzione dell’IVA sul turismo, mettendo così le nostre imprese turistiche in grado di competere con la concorrenza estera, rischiamo di assestare al nostro turismo un colpo gravissimo. Chiediamo pertanto al Ministro del Turismo di intervenire energicamente per salvaguardare il settore, ivi incluse quelle imprese stagionali che in questo momento stanno vivendo un periodo estremamente critico“.

Più positivo il presidente di Asshotel, Filippo Donati che apprezza il fatto che le vacanze siano detraibili dal reddito secondo la nuova manovra finanziaria. Manca però spinta propositiva e un reale clima di serena crescita. Chissà se la manovra dal canto suo riuscirà a dare un influsso positivo al settore turistico. Noi lo speriamo vivamente.

Monito del presidente del Cnf sulla manovra di riforma professionale

Guido Alpa, presidente del Cnf si è rivolto con una lettera all’avvocatura per chiarire i punti salienti della manovra di riforma delle professioni, secondo d.p.r. 6 luglio 2011,n. 98 (convertita in legge il 15 luglio 2011,n. 111). Di seguito il testo della lettera:

Ogni proposta per rimediare alla drammatica congiuntura economica in cui si trova il Paese deve tener conto della situazione dei professionisti al pari di quella delle imprese. Il lavoro indipendente ha subito gravi contrazioni e non ha ancora potuto contare su sussidi e incentivi.

I rimedi alla crisi finanziaria e al risanamento del debito pubblico non hanno alcun rapporto con gli ordini professionali che assicurano la legalità la qualità e la sicurezza nell’esercizio delle professioni. Attendiamo di esaminare le proposte del Governo per assumere le nostre determinazioni. La solidarietà e l’impegno dovuti da tutti in queste circostanze non possono richiedere ai professionisti il sacrificio di rinunciare alla liberta di organizzazione e non possono travolgere le basi delle professioni intellettuali protette dalla Costituzione nell’interesse dei cittadini. Le misure d’ urgenza non possono travolgere i diritti fondamentali e le garanzie rappresentate dalle professioni. Si tratterebbe peraltro di un sacrificio insulso che non porterebbe alcun beneficio ma solo danni“.

Rete Imprese Italia: per sanare i conti pubblici serve il pareggio di bilancio

Secondo il presidente di Rete Imprese Italia Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) Ivan Malavasi è necessario un pareggio di bilancio per poter sanare i conti pubblici: “Il pareggio di bilancio è un obiettivo fondamentale per il nostro Paese ma, senza la crescita, rischia di non garantire un equilibrio stabile dei conti pubblici“. Il commento si riferisce alle decisioni prese dal Consiglio dei Ministri per arginare la crisi economica.

Per la crescita – ha sottolineato Malavasi – sono necessari interventi mirati e accompagnati da un alleggerimento della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese. Appesantimenti del prelievo rendono meno competitive le aziende e più debole il Paese. Non può essere dimenticato che le piccole imprese oggi sono sotto sforzo nei cambiamenti organizzativi, nella realizzazione di nuovi prodotti, nella ricerca di nuovi mercati. L’aumento della pressione fiscale rischia di compromettere questo impegno“.

La decisione di ridurre le risorse per gli enti locali è stata duramente criticata da Malavasi: “Questa scelta, senza una riduzione strutturale dei  costi, potrebbe portare a  nuove imposte. Al contrario è necessario proteggere dai tagli tutte le politiche di sviluppo per le imprese. Politiche e investimenti che rappresentano leve fondamentali per modernizzare il Paese e sostenere la crescita. Sono da evitare  in ogni caso anticipi di imposte, come l’IMU, che contribuiscono ad appesantire la pressione fiscale. I risparmi devono essere realizzati attraverso lo snellimento della macchina burocratica“.

Anche per quanto riguarda la proposta di revisione degli studi di settore il Presidente di Rete Imprese Italia ha sottolineato che “saranno fermamente contrastate modifiche non concordate con le parti sociali”.