Monito del presidente del Cnf sulla manovra di riforma professionale

Guido Alpa, presidente del Cnf si è rivolto con una lettera all’avvocatura per chiarire i punti salienti della manovra di riforma delle professioni, secondo d.p.r. 6 luglio 2011,n. 98 (convertita in legge il 15 luglio 2011,n. 111). Di seguito il testo della lettera:

Ogni proposta per rimediare alla drammatica congiuntura economica in cui si trova il Paese deve tener conto della situazione dei professionisti al pari di quella delle imprese. Il lavoro indipendente ha subito gravi contrazioni e non ha ancora potuto contare su sussidi e incentivi.

I rimedi alla crisi finanziaria e al risanamento del debito pubblico non hanno alcun rapporto con gli ordini professionali che assicurano la legalità la qualità e la sicurezza nell’esercizio delle professioni. Attendiamo di esaminare le proposte del Governo per assumere le nostre determinazioni. La solidarietà e l’impegno dovuti da tutti in queste circostanze non possono richiedere ai professionisti il sacrificio di rinunciare alla liberta di organizzazione e non possono travolgere le basi delle professioni intellettuali protette dalla Costituzione nell’interesse dei cittadini. Le misure d’ urgenza non possono travolgere i diritti fondamentali e le garanzie rappresentate dalle professioni. Si tratterebbe peraltro di un sacrificio insulso che non porterebbe alcun beneficio ma solo danni“.

Rete Imprese Italia: per sanare i conti pubblici serve il pareggio di bilancio

Secondo il presidente di Rete Imprese Italia Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) Ivan Malavasi è necessario un pareggio di bilancio per poter sanare i conti pubblici: “Il pareggio di bilancio è un obiettivo fondamentale per il nostro Paese ma, senza la crescita, rischia di non garantire un equilibrio stabile dei conti pubblici“. Il commento si riferisce alle decisioni prese dal Consiglio dei Ministri per arginare la crisi economica.

Per la crescita – ha sottolineato Malavasi – sono necessari interventi mirati e accompagnati da un alleggerimento della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese. Appesantimenti del prelievo rendono meno competitive le aziende e più debole il Paese. Non può essere dimenticato che le piccole imprese oggi sono sotto sforzo nei cambiamenti organizzativi, nella realizzazione di nuovi prodotti, nella ricerca di nuovi mercati. L’aumento della pressione fiscale rischia di compromettere questo impegno“.

La decisione di ridurre le risorse per gli enti locali è stata duramente criticata da Malavasi: “Questa scelta, senza una riduzione strutturale dei  costi, potrebbe portare a  nuove imposte. Al contrario è necessario proteggere dai tagli tutte le politiche di sviluppo per le imprese. Politiche e investimenti che rappresentano leve fondamentali per modernizzare il Paese e sostenere la crescita. Sono da evitare  in ogni caso anticipi di imposte, come l’IMU, che contribuiscono ad appesantire la pressione fiscale. I risparmi devono essere realizzati attraverso lo snellimento della macchina burocratica“.

Anche per quanto riguarda la proposta di revisione degli studi di settore il Presidente di Rete Imprese Italia ha sottolineato che “saranno fermamente contrastate modifiche non concordate con le parti sociali”.

Consulenti del lavoro: il decreto anticrisi aiuterà le partite Iva

Vincenzo Silvestri, vicepresidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro intervistato dal quotidiano Italia Oggi ha sostenuto, riferendosi al decreto salvacrisi che si tratta di “una sicura opportunità di crescita per il mercato del lavoro e soprattutto per il cosiddetto popolo delle partita Iva, che, grazie a un “accurato e competente controllo effettuato dalle parti sociali”, potrà sfruttare al meglio le nuove norme sulla contrattazione territoriale, o aziendale, che sono contenute nella manovra bis, voluta dal governo“.

Grazie alle misure contenute nel decreto sarà possibile evitare anche il contenzioso e intervenire attraverso la contrattazione di secondo livello. Si procede ad una “liberalizzazione che definisco sana e responsabile, perché non potranno esserci sindacati ‘di comodo’ al tavolo della trattativa”. Dunque, “liberalizzare in questo modo significa dare, in tempo di crisi economica, nuove, preziose opportunità di lavoro e migliorarne, al tempo stesso, la qualità” – ha proseguito Silvestri.

Silvestri ha lanciato anche un avvertimento: “La quasi totalità del nostro tessuto imprenditoriale è fatto di imprese medie e piccole, che hanno spesso difficoltà ad avviare una contrattazione. Si tratterà, pertanto, di fare una battaglia più che altro di carattere culturale, che si rivelerà, alla fine, fondamentale per il rilancio dell’azienda, qualunque siano le sue dimensioni”.

Manovra: il punto di vista degli Avvocati

Il decreto sulla Manovra all’esame in queste ore del Consiglio dei ministri è duramente criticato dal Consiglio Nazionale Forense: le misure in materia di giustizia disorientano le modifiche al processo civile e tutti gli interventi insieme sembrano dettati dalla frettolosa conclusione di un iter di riforma non condiviso con le categorie interessate.

Tra le critiche il fatto che siano previste ulteriori modifiche al codice di procedura civile, che creano disorientamento nella interpretazione e nella applicazione della legge la quale dovrebbe per contro assicurare ai cittadini un sicuro e garantito accesso alla giustizia; si sono tradotte in norme le best practices avviate in alcuni tribunali tenendo conto delle situazioni locali, senza peraltro precisarne i contenuti; si è introdotto un embrione di “ufficio del giudice” con l’ inclusione di giovani laureati.

Si è introdotto un nuovo rito per il risarcimento del danno in applicazione della c.d. legge Pinto; si sono introdotte nuove pene pecuniarie; si è aumentato il contributo unificato; tutte misure che sembrano dettate dalla frettolosa conclusione di un iter di riforma che avrebbe richiesto una meditata e approfondita discussione con tutte le categorie coinvolte nell’amministrazione della giustizia, senza peraltro la proposta organica di soluzione dei più gravi problemi inerenti l’attivazione del processo telematico in ogni sede, il completamento dell’organico (stanti anche gli imminenti pensionamenti di molti magistrati), l’indizione di concorsi per il completamento e il rafforzamento del personale amministrativo.

Il Cnf contesta la definizione di attività professionale in termini di attività d’impresa, come hanno riportato in questi giorni alcune bozze del provvedimento, dal momento che l’attività di lavoro indipendente per il suo contenuto non è equiparabile (come risulta dalla stessa Carta europea dei diritti fondamentali) a quella della produzione di beni e alla erogazione di servizi industriali o commerciali“.

 

Notai e agenti immobiliari riuniti a Roma per definire strategie comuni

Notai e agenti immobiliari si sono riuniti a Roma qualche giorno fa, in occasione del Convegno promosso dalla Fondazione del Notariato all’Hotel Parco dei Principi. All’incontro hanno partecipato Franco d’Onofrio, VicePresidente Nazionale vicario Fiaip, insieme al presidente di Fiaip Roma Laura Fioravanti e il Presidente di Fiaip Lazio Giuseppe Sullutrone. Quest’ultimo  ha sottolineato che l’incontro “è stato molto importante visto che nel convegno si é parlato della manovra finanziaria che ha introdotto novità come quelle contenute nell’articolo 19 del decreto 78/2010, che tra l’altro ha introdotto l’obbligo della dichiarazione di conformita’ negli atti notarili tra lo stato di fatto dell’immobile e la planimetria catastale“.

Per Fiaip – ha puntualizzato nel suo intervento Franco d’Onofrio – e per il settore immobiliare si è così aperta una nuova stagione di concertazione tra chi opera nel settore immobiliare e il mondo dei consumatori“. Con l’innovazione legislativa la responsabilità dell’agente immobiliare è sempre maggiore e la figura del notaio acquisisce ulteriore importanza. Fiaip ha ritenuto indispensabile avviare una collaborazione tra la categoria degli agenti immobiliari e quella rappresentata dai notai. “Fermo restando i rispettivi ambiti di competenza delle due categorie, non si deve dimenticare l’obbiettivo comune dei notai e degli agenti immobiliari – ha ricordato Franco D’onofrio – rappresentato dalla doverosa assistenza al cliente“.

Gabriella Alemanno, direttore dell’Agenzia del Territorio ha ricordato che “bisogna costringere in modo ‘spontaneo’ il contribuente a dichiarare (gli immobili ‘fantasma) entro il 30 aprile di questo anno, perchè  è ora di partire con l’accatastamento definitivo”. L’intervento “serve anche per fare una mappatura del territorio, perchè si tratta di temi che hanno impatto sull’ambiente e sull’urbanistica“.

M.Z.