Il 2013 altro annus horribilis per il mercato auto?

La situazione incerta conseguenza delle elezioni politiche sta contribuendo a peggiorare ulteriormente un mercato, quello dell’auto, che già nel 2012 ha conosciuto uno dei suoi periodi peggiori.
Ma, come detto, le cose, per ora, non sembrano destinate a migliorare, tanto che l’Italia si merita la maglia nera a livello europeo nel settore.

A fare una disamina a dir poco preoccupante è stato Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di tutti marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, camion e autobus.

Basandosi sui dati di immatricolazione di autovetture nuove a febbraio diffusi dal Ministero dei Trasporti, ovvero 108.419 pezzi, con una perdita del 17,4% rispetto a febbraio 2012, Pavan Bernacchi ha commentato: “Gli acquisti di beni e servizi sul mercato interno sono in forte contrazione e questo investe come un treno tutte le aziende italiane, tra le quali vi sono i concessionari di autoveicoli. Se la politica non si adopererà con urgenza per far ripartire l’economia, il nostro Paese andrà verso il collasso. I 3 milioni di disoccupati, per dirne una, ne sono una riprova“.

Anche Adolfo De Stefani Cosentino, responsabile per la Federazione della commissione sulla fiscalità, ha commentato la situazione: “Gli autoveicoli e la sua filiera, che dà lavoro in Italia a 1.200.000 persone, pagano un prezzo salatissimo: parliamo di circa 8,6 miliardi di euro, effetto cumulato delle varie manovre succedutesi nel 2011 e nel 2012 con aumenti di accise sui carburanti, superbollo sulle auto prestazionali, aliquota IVA, IPT, Assicurazione RC e bollo, oltre alla stretta fiscale sulle auto aziendali. Quest’ultima antitetica rispetto ai principali mercati europei. Una pressione intollerabile che schiaccia la proprietà e l’utilizzo degli autoveicoli”.

Vera MORETTI

Federauto contro il finanziamento delle auto aziendali

Federauto entra a gamba tesa contro l’ipotesi di finanziare la riforma del mercato del lavoro attraverso l’inasprimento fiscale sulle auto aziendali. E’ incomprensibile che si vogliano ancora attaccare gli autoveicoli, gli automobilisti e ora anche i parchi auto aziendali. Il tutto in uno scenario di forte recessione del mercato auto italiano.

Federauto fa presente che circa un mese fa, per la seconda volta in due anni, ha presentato ad esponenti del Governo un piano organico e triennale per il sostegno della domanda. Questo alla luce del fatto che l’automotive, nel nostro Paese, è un asset fondamentale e imprescindibile fatturando l’11,4% del PIL, contribuendo al gettito fiscale nazionale per il 16,6% e impiegando, con l’indotto allargato, 1.200.000 addetti.

In particolare, proprio sulle auto aziendali, Federauto ha richiesto di parificarne la fiscalità ai principali mercati europei. L’attuale situazione italiana prevede una quota ammortizzabile e detraibile del 40%, contro il 100% dei maggiori Paesi UE . Oltre a ciò Federauto proponeva un ammortamento anticipato da 4 a 2 anni, per le vetture, e da 5 a 3 anni, per i veicoli commerciali.

“E’ assurdo, inconcepibile, che in un mercato auto in una recessione eccezionale si pensi di inasprire la fiscalità delle auto aziendali per finanziare la riforma del lavoro. Il Governo deve reperire fondi per finanziarla? Suonate a un altro indirizzo, noi abbiamo già dato”. Questo il primo commento di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che raggruppa i concessionari ufficiali di tutti i marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus, che aggiunge: “Il nostro settore è sotto il livello di sopravvivenza sia per la componentistica sia per la distribuzione. Così verranno bruciati centinaia di migliaia di posti di lavoro. L’aumento dell’IVA, dell’imposta provinciale di trascrizione, delle accise sui carburanti, dei pedaggi autostradali e dell’RCA ci sta distruggendo. Stiamo ammazzando la domanda e, di conseguenza, l’intera filiera dell’automobile. Ad ogni modo non possiamo accettare questa impostazione e tutte le Associazioni del settore sono pronte a far sentire la propria voce in Parlamento. Questo provvedimento sarebbe ingiusto e profondamente iniquo.”

Aggiunge Enzo Zarattini, presidente dell’Associazione Concessionari Italiani Bmw: “Se anche le auto acquistate dalle aziende, già svantaggiate rispetto all’Europa, pagheranno un ulteriore dazio, il mercato si contrarrà ulteriormente provocando danni incalcolabili.”

Completa Adolfo De Stefani Cosentino, presidente dei concessionari Mercedes: “La minore deducibilità allontanerà ancora di più l’Italia dal panorama europeo cui spesso ci si riferisce per indicare comportamenti o legislazioni virtuose. Rammento che in Germania la quota ammortizzabile è pari al 100%, a fronte del 40% fino ad ora previsto in Italia. La detraibilità dell’IVA è pari al 100%, con una riduzione al 50% per i professionisti. Sono dati di riferimento indicativi di un approccio totalmente diverso dal nostro e che porta le immatricolazioni annuali di auto intestate a società a pesare per quasi il 40% su un mercato di circa 3,8 milioni.”

Federauto lancia quindi un appello al Governo: se non volete equipararci all’Europa, almeno lasciate tutto come sta.

Fonte: agenparl.it

Auto: immatricolazione -1,8% nel mese di ottobre

In Europa si comprano sempre meno auto. Nel mese di ottobre 2011, i dati rivelano una flessione del mercato delle immatricolazione dell’1,8% in Europa. La situazione appare ancora meno rosea per l’Italia: a determinare il calo pare sia stato proprio il Bel Paese con un -5,5% delle vendite nel mese appena trascorso.

Secondo i dati Acea nel mese di ottobre 2011 sono state vendute 1.005.976 nuove vetture, in flessione dell’1,8% rispetto allo stesso dato del 2010. Da gennaio ad ottobre le vendite sono state pari a 11.126.436 di unità, in calo dell’1,2% rispetto al 2010.

Volgendo uno sguardo più approfondito alla cartina europea, a determinare il calo delle vendite, secondo Acea, sono stati i pessimi risultati in Italia (-5,5%) e Spagna (-6,7%), mentre i mercati in Francia e Gran Bretagna hanno segnato una crescita del 2,4% e 2,6% rispettivamente. La domanda in Germania è rimasta stabile con una lieve crescita dello 0,6%.

Segnali positivi arrivano invece da Fiat. Nel solo mese di ottobre 2011 Group Automobiles ha immatricolato quasi 69 000 vetture pari ad una quota di mercato del 6,6%. Il trend negli ultimi mesi è di lieve e costante crescita, essendo aumentata rispetto al 5,8 % di agosto 2011 e al 6,5% di settembre. Nei primi dieci mesi dell’anno, cioè da gennaio a ottobre, le vetture vendute da FGA sono state oltre 818 000, per una quota totale del 7,1%.

Ma quali sono i mercati europei più attivi per il gruppo Fiat ? Al primo posto la Germania, con più più di 86 000 vetture immatricolate, il 4,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2010, attestandosi si una quota del 3,2%. In Europa il marchio Fiat ha immatricolato oltre 49 000 vetture a ottobre, raggiungendo una quota 4,7%. Nel progressivo annuo le Fiat vendute sono più di 590 000 e la quota è del 5,1%.

Quali sono i modelli più venduti? Panda e 500 in testa alla classifica del segmento A nel 2011: insieme registrano una quota superiore al 29%. La Punto resta saldamente tra le top ten del segmento B, con una quota nell’anno del 6,5%.

Alessia Casiraghi