Le imprese competitive adottano la digital transformation

Un’impresa, per rimanere davvero al passo con i tempi, e con le concorrenti, deve inevitabilmente adottare strategie di digital transformation. Se ciò non accade, infatti, il rischio di rimanere tagliati fuori dal mercato è concreto, tanto che accade per una impresa su quattro.

In questo senso, le imprese europee sono molto indietro rispetto a quelle statunitensi, e, ovviamente, la differenza aumenta se si fa il confronto tra società native digitali e società tradizionali che stanno cercando di digitalizzarsi per riempire il gap.

Ovviamente, la situazione non è uguale in tutti i settori, e, a questo proposito, uno studio compiuto da Boston Colsulting Group registra le società di telecomunicazione come quelle più avanti rispetto ad altre aree di competenza.

BCG, inoltre, ha effettuato un’indagine su 1330 imprese, valutandole considerando 27 parametri di digitalizzazione, stilando di conseguenza il BCG Digital Acceleration Index, in cui, tra le altre cose, quelle che hanno ottenuto un punteggio tra 100 e 67 vengono considerate top performer, mentre quelle al di sotto di 43 sono considerate laggards.

Negli Stati Uniti c’è una percentuale maggiore, rispetto all’Europa, (28% contro 23%) di top perfomer e una percentuale leggermente minore (23% contro 25%) di laggards.
In quasi tutti i settori sono presenti più top performer tra le aziende statunitensi, che hanno anche un punteggio DAI migliore rispetto a quelle europee.

Per avere successo, le imprese necessitano, secondo Bharat Khandelwal, partner BCG esperto in tecnologia e digital transformation, di una combinazione vincente di obiettivi ambiziosi uniti a un’attenta pianificazione per l’attuazione dei piani. I top performer operano introducendo novità nei business model, mettendo al centro il cliente e utilizzando strumenti tecnologici, in primis l’intelligenza artificiale.

Vera MORETTI

Pubblicità online e video advertising

Abbiamo visto nei giorni scorsi come per il mercato digitale italiano sia previsto un 2016 in ulteriore crescita. All’interno di questo mercato, sul fronte della pubblicità, vi sono settori molto promettenti come quello del video advertising, in forte crescita.

Una conferma è arrivata nei giorni scorsi dallo IAB Seminar che si è tenuto a Milano. Come ha ricordato Carlo Noseda, presidente di IAB Italia, “il video advertising, che nel 2015 valeva 364 milioni di euro e il 21% di peso sul totale investimenti, con un incremento del 25% rispetto all’anno precedente, chiuderà quest’anno con una crescita ancora più incisiva, che potrebbe superare il +30% rispetto al 2015 e che rappresenterà un quarto del totale advertising online”.

Proprio a questa tipologia di formato pubblicitario è stato dedicato un focus da parte di Nick Reid, membro di IAB Europe e Managing Director di TubeMogul Europe. Nel suo studio Attitudes Towards Digital Video Advertising, Reid ha rilevato come il mercato digitale in Europa nel 2015 valeva 36.4 miliardi, una cifra che gli ha permesso di battere, per la prima volta, il mercato televisivo. In questo ambito, il video advertising è stato adottato dal 90% degli operatori per creare brand awarness intorno a sé.

Il mercato del video advertising in Italia è cresciuto del 30%, con un 18% dei publisher che totalizza quasi 20% di video advertising. La cosa su cui lavorare è invece una strategia comune tra campagne di video advertising e campagne televisive: l’80% dei pubblicitari che le lancia insieme, non è infatti in grado di coordinarle per aumentare efficacia e ritorno economico.

Il rischio che deriva da questa mancanza di coordinamento è quello di perdere un’occasione, specialmente online. I dati Audiweb parlano infatti di una crescita della digital audience, specialmente da mobile: salita in generale del 9,1% in due anni, sul mobile è arrivata a segnare un buon +24%.

In tutto questo, le piattaforme video sono cresciute a tripla cifra, con una fruizione di video che per il 77% dei casi avviene da mobile (+24.5% rispetto al 2015) e solo nel rimanente 23% da desktop. Un trend da cavalcare per il video advertising.

Per quanto riguarda lo scenario generale nel quale inserire la crescita del video advertising, i dati parlano di un mercato degli investimenti pubblicitari in Italia che, a luglio, è cresciuto del 2,9% con una raccolta che, nei primi 7 mesi del 2016, segna +3,4%, rispetto allo stesso periodo del 2015. Il segmento web ha chiuso il periodo i primi 7 mesi dell’anno con un +8,2%.

Nuove opportunità di lavoro per i giovani dell’UE

I giovani appartenenti ai Paesi Ue, e quindi anche italiani, potranno presto approfittare di nuove ed interessanti opportunità di lavoro che riguardano in particolare il mercato digitale.

Ad annunciarlo è stato Jean-Claude Juncker, neo presidente della Commissione Europea, il quale ha dichiarato: “Con la creazione di un mercato unico del digitale connesso possiamo generare in Europa una crescita aggiuntiva fino a 250 miliardi di euro nel corso del mandato della prossima Commissione il che consentirà di creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, in particolare per i giovani in cerca di lavoro, e dare vita ad una società dinamica basata sulla conoscenza. L’UE dovrebbe diventare leader nelle industrie creative, ma nel pieno rispetto della diversità culturale“.

Una rivoluzione digitale sta dunque per avvenire e interesserà tutti i Paesi dell’Unione Europea, grazie ad un mercato del lavoro ormai senza frontiere.

I profili più richiesti saranno system administrator, ict manager, e privacy officer, che vedranno una progressiva affermazione già dai prossimi mesi.
Ma non finisce qui, perché, per essere competitivi a livello internazionale, occorre che chi cerca lavoro conosca almeno una seconda lingua e sia disposto a viaggiare, ma anche sfoggiare competenze acquisite sul campo.

Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy, ha aggiunto a sua volta: “Nel mercato del lavoro digitale, non si troverà lavoro per concorso o tramite raccomandazioni vecchio stile e per avere maggiori chances sarà necessario dimostrare di possedere effettivamente determinate capacità e competenze. Oggi le imprese vogliono sapere se il candidato è in grado o no di svolgere un certo ruolo, e le certificazioni professionali, come quella del privacy officer, consentono di dimostrarlo in modo oggettivo“.

Per quanto riguarda i tempi di attuazione del progetto, non si dovrà aspettare a lungo, e, a quanto pare, i primi risultati dell’economia digirale e, di conseguenza, i primi segnali sul mercato del lavoro, potranno essere visibili e tangibili già nella prima parte del 2015.

Vera MORETTI

Imprese verso la “Nuova Internet”

Abbiamo visto ieri come per le imprese, oggi, non ci sia più spazio per decidere se servirsi o meno delle innovazioni che la tecnologia offre per sviluppare il proprio business. Le previsioni di crescita del mercato digitale da qui a 3 anni, danno la risposta senza troppi margini di dubbio: servirsi della tecnologia si deve. Specialmente se si guarda al mercato dei contenuti digitali e dei servizi.

L’Osservatorio SMAU – School of Management Politecnico di Milano lo ha infatti analizzato e ha rilevato che circa il 30% del suo valore – pari a circa 4,9 miliardi di euro – è rappresentato dai contenuti digitali e dai servizi a pagamento, in crescita del 7% rispetto al 2011.

Contenuti digitali e servizi su Pc
I contenuti digitali e i servizi su Pc crescono di oltre il 20%, per un valore complessivo di oltre 1,1 miliardi di euro, trainati dai giochi e dalle scommesse online. Un ruolo particolarmente rilevante è svolto dalle nuove tipologie di giochi come i casinò games e il Poker Online in modalità cash.

Contenuti digitali e servizi su dispositivi Mobile
Anche i contenuti Mobile tornano a crescere del 17%, grazie alle App e ai contenuti acquistati navigando su Mobile Web dagli utenti di smartphone, superando i 550 milioni di euro. Responsabili della crescita sono i contenuti più innovativi e pensati per una fruizione da smartphone: i giochi, ma anche i contenuti multimediali come, ad esempio, i video. Continua il calo, invece, dei contenuti più tradizionali come gli sms di infotainment, i loghi e le suonerie e i servizi di interazione con i media, tipo il televoto.

Contenuti digitali e servizi su Sofa Tv digitali
Nel corso del 2012 dovrebbero rimanere pressoché stabili i ricavi dalle vendite di abbonamenti premium sulle Sofa-Tv digitali, attestandosi intorno ai 3,2 miliardi. Non aumenta ulteriormente il numero di abbonati, in quanto sembra che il mercato sia giunto a maturazione.

E qui, l’Osservatorio SMAU – School of Management Politecnico di Milano compie un’interessante analisi sul passaggio dalla cosiddetta “Vecchia Internet” alla “Nuova Internet“. Sui 16,2 miliardi dei mercati digitali consumer, la componente che si basa sul web pesa per circa il 75%. Tale componente potrà beneficiare dell’avvento della “Nuova Internet”, basata su nuovi device (tablet, smartphone e Internet TV) e sulle App, che potrebbe fare recuperare all’Italia un gap accumulato con la “Vecchia Internet”, basata su PC e Web.

L’analisi ha infatti evidenziato come la “Vecchia Internet” in Italia non si sia mai sviluppata appieno rispetto alle sue reali potenzialità, a causa di una serie di ostacoli di natura sia infrastrutturale che culturale: scarsa diffusione di Pc nelle famiglie (67 ogni 100 abitanti contro 88 in Eu5 e 140 negli Usa), limitata penetrazione dei collegamenti internet (circa il 57% della popolazione contro circa il 90% nei Paesi nordeuropei e l’80% negli Usa).

Viceversa, le potenzialità della “Nuova Internet” sono evidenti. Secondo Andrea Rangone, Coordinatore degli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano, “la diffusione di Smartphone, Internet TV e Tablet esploderà nel corso dei prossimi 3 anni. Le stime per il 2012 sul mercato italiano parlano di oltre 32 milioni di Smartphone, 2,5 milioni di Internet Tv e 2,9 milioni di Tablet che cresceranno rispettivamente a quasi 50 milioni, 11 milioni e 12 milioni nel corso del 2015”.

Anche il fenomeno delle App, legato a doppio filo alla “Nuova Internet”, ha raggiunto numeri rilevanti a livello mondiale: 1,5 milioni di Mobile App disponibili, 500mila Mobile App ottimizzate per Tablet e oltre 60 miliardi di Mobile App scaricate attraverso smartphone e tablet dal lancio degli store.

Numeri che devono far pensare quanti, aziende o professionisti, hanno ancora dei dubbi sull’opportunità di essere un minimo digitali per sopravvivere nel proprio mercato. Numeri che, a Smau 2012, troveranno la loro traduzione nella realtà del presente digitale per tutte le aziende che vorranno innovare per competere.

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Mercati digitali, frontiera del business per le imprese

Smau 2012 è alle porte ed è quindi il momento migliore per capire che cosa significa, per un’impresa o un professionista, affidarsi alle potenzialità che la tecnologia oggi offre per sviluppare e incrementare il business. Capirlo significa analizzare dati e tendenze; quelle, per esempio, che l’Osservatorio SMAU – School of Management Politecnico di Milano ha ricavato dalla ricerca sui “Mercati Digitali Consumer e Nuova Internet”.

Il primo, importantissimo dato, riguarda il ruolo sempre più decisivo che sarà giocato dai nuovi device mobili. Secondo Andrea Rangone, Coordinatore degli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano, “la diffusione di Smartphone, Internet TV e Tablet esploderà nel corso dei prossimi 3 anni. Le stime per il 2012 sul mercato italiano parlano di oltre 32 milioni di Smartphone, 2,5 milioni di Internet Tv e 2,9 milioni di Tablet che cresceranno rispettivamente a quasi 50 milioni, 11 milioni e 12 milioni nel corso del 2015”.

Venendo all’attualità, i mercati digitali consumer – intesi come tutti i mercati rivolti al consumatore finale, basati su piattaforme digitali (Pc, Tv digitali, Mobile) – crescono in Italia del 14% rispetto al 2011 e superano quota 16,2 miliardi di euro. Uno sviluppo che caratterizza in maniera significativa i 3 principali comparti sui quali si sviluppa il business digitale, eCommerce, Pubblicità su canali digitali e Contenuti/servizi digitali. Vediamo come.

eCommerce

Il valore dell’eCommerce supererà nel 2012 i 9,1 miliardi di euro, in crescita del 17% rispetto al 2011.

eCommerce su Pc
La quasi totalità del mercato – oltre 8,9 miliardi di euro – è rappresentata dalla vendita di prodotti e servizi non digitali su Pc, anche grazie agli ottimi risultati delle iniziative che vendono coupon e dei gruppi d’acquisto. Continuano a trainare l’eCommerce tricolore le vendite di servizi (quasi i due terzi del mercato), spinte anche nel 2012 dal turismo che, da solo, genera il 47% dell’eCommerce su Pc nel nostro Paese. Crescono comunque bene quasi tutti i settori merceologici con punte di poco superiori al 30% nel caso dell’Abbigliamento.

Mobile Commerce
Benché siano ancora una parte marginale delle vendite su piattaforme digitali, le vendite di prodotti e servizi attraverso cellulari (il cosiddetto Mobile Commerce) crescono in maniera significativa: +143%. Si stima che nel 2012 il loro valore supererà i 150 milioni di euro, prevalentemente grazie ai biglietti per il trasporto (sia aereo che ferroviario) e alle vendite a tempo (ovvero le vendite di prodotti di brand molto noti, prevalentemente in ambito fashion, in campagne della durata di pochi giorni).

T-commerce
Nonostante la sempre maggiore diffusione di apparecchi predisposti per l’Internet Tv che portano il web sul televisore, non è ancora partito il cosiddetto T-commerce (eCommerce su Tv).

Pubblicità su canali digitali

La pubblicità su canali digitali nel 2012 supera quota 2,1 miliardi di euro, pari al 13% del totale mercati digitali, in crescita del 15% rispetto al 2011.

Pubblicità su Pc
La pubblicità su Pc vale circa 1,3 miliardi (oltre il 50% del mercato), in crescita del 11% rispetto al 2011. La maggior parte del mercato è sostenuta da attività di search e di keyword advertising, mentre è interessante la crescita che sta avendo il format del video advertising che, anche quest’anno, aumenta con tassi altissimi, superiori all’80%.

Pubblicità su dispositivi Mobile
Per il Mobile Advertising, nel 2012 sembra confermata la crescita robusta già registrata l’anno scorso (+50%): nel giro di un altro anno, il mercato del Mobile Advertising dovrebbe arrivare così ad avvicinarsi al 10% del valore della pubblicità su Internet. Stando alle indicazioni dei principali player, il valore complessivo nel 2012 arriverebbe a superare gli 80 milioni di euro. Si osserva un buon fermento nel mondo degli Application Store e del Mobile Internet: ci si attende, infatti, all’incirca un raddoppio del Display Advertising su Applicazioni e Mobile site e del Keyword Advertising. Una tendenza che rende i formati innovativi una parte sempre più significativa del mercato complessivo.

Pubblicità su Tv digitali
Cresce di oltre il 18% la pubblicità sulle Sofa-Tv digitali, con un controvalore pari a circa 740 milioni di euro nel 2012: un buon risultato in un periodo difficile per l’economia in generale. La crescita complessiva della pubblicità sul digitale avviene in contrasto con il calo della pubblicità sui canali tradizionali, che subisce una contrazione tra il 5% e il 10%. Con il costante incremento di share, i nuovi canali digitali, più segmentati e tematici rispetto ai canali tradizionali, iniziano ad avere una buona raccolta pubblicitaria, anche se non sufficiente a compensare le perdite sui “vecchi” canali.

Un panorama variegato, quindi, nel quale professionisti e imprese possono trovare buone nicchie dove far fruttare il proprio business.

Domani concluderemo l’analisi dell’Osservatorio SMAU – School of Management Politecnico di Milano analizzando il mercato dei contenuti e dei servizi digitali, alla luce del passaggio dalla cosiddetta “Vecchia Internet” alla “Nuova Internet”.

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