Quotazioni immobiliari OMI, cosa sono e dove scaricare gratis la banca dati

Sul mercato immobiliare nazionale, per tutti gli operatori del settore, l’Agenzia delle Entrate ha un proprio Osservatorio grazie al quale, tra l’altro, è possibile pure accedere alle banche dati. Si tratta, nello specifico, dell’OMI – Osservatorio del Mercato Immobiliare che sugli immobili in Italia, e sulle relative quotazioni, fornisce informazioni di carattere tecnico ed economico che, tra l’altro, vanno ad interessare pure il mercato degli affitti.

Andiamo allora ad approfondire quali sono tutti i dati e tutti gli strumenti che l’OMI mette a disposizione, ed anche come andare a scaricare pure le banche dati che, nella maggioranza dei casi, sono con il download gratuito.

Cosa c’è da sapere sulle quotazioni dell’OMI – Osservatorio del Mercato Immobiliare

Nel dettaglio, con una cadenza che è semestrale, attraverso l’Osservatorio dell’OMI l’Agenzia delle Entrate fornisce le quotazioni immobiliari relative ai comuni che sono censiti negli archivi catastali. Quelle fornite dal Fisco, in ogni caso, sono delle quotazioni immobiliari che, essendo frutto di processi estimativi, non sono comunque sostitutivi delle stime puntuali.

Ovverosia di quelle che, immobile per immobile, sono effettuate da tecnici professionisti. I quali, con piena efficacia ed in maniera esaustiva, valutano l’immobile e forniscono pure le motivazioni del valore che è stato attribuito.

Detto questo, le quotazioni dell’OMI – Osservatorio del Mercato Immobiliare sono comunque molto utili e indicative per ricavare quelli che sono i trend del mercato. Anche perché, dal sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, è possibile consultare le quotazioni immobiliare semestrali in base alla provincia, al comune, alla zona ed alla destinazione d’uso dell’immobile.

Quotazioni immobiliari OMI pure con l’app muniti di smartphone e tablet

Muniti di smartphone e di tablet, inoltre, le quotazioni immobiliari dell’OMI sono consultabili pure via app. In quanto il Fisco mette a disposizione pure l’app gratuita OMI Mobile con la possibilità di scaricarla e di installarla dagli store Google Play ed App Store. E quindi per i dispositivi con il sistema operativo Android di Google, e per quelli con il sistema operativo iOS della Apple.

Banche dati online quotazioni dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare

Dal proprio sito Internet, l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione, per gli operatori del settore, le banche dati online relative proprio alle quotazioni dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare. In particolare, il download è gratuito per le banche dati OMI a partire dal 1° semestre dell’anno 2016. Mentre per i semestri antecedenti all’anno 2016 la fornitura dei dati è a pagamento.

Per quel che riguarda i tipi di ricerche in banca dati, l’Agenzia delle Entrate permette la ricerca delle quotazioni immobiliari sia in formato testuale, sia con ricerca su mappa. In particolare, la ricerca testuale è accessibile gratis a partire dal 1° semestre dell’anno 2006. Mentre per la ricerca su mappa le quotazioni immobiliari disponibili sono sempre quelle relative all’ultimo semestre di rilevazione OMI che è stato pubblicato.

La riscossa degli affitti

Abbiamo visto già dai mesi scorsi come il mercato immobiliare italiano abbia ripreso un po’ di dinamismo sul fronte delle compravendite, segno che le famiglie italiane cominciano ad avere un po’ più di fiducia nella ripresa. Aspettando che si risvegli anche il settore delle costruzioni.

Oltre che nel mercato delle compravendite immobiliari, però, si registra una ripresa anche nel mercato degli affitti. Secondo l’ultimo Rapporto sulle locazioni commissionato a Nomisma da Solo Affitti, nel 2015 gli affitti sono aumentati in media in Italia dell’1,7%. I rincari più significativi hanno riguardato gli affitti dei quattro locali (+3,3%) e dei trilocali (+2,4%).

Considerando invece la distribuzione geografica relativa ai rincari degli affitti, la città che ha fatto segnare il maggior incremento è stata Bologna (+11,6%), seguita da Perugia (+9%), Bari (+8,5%), Napoli (+6,3%), Genova (+5,5%) e Catanzaro (+5,2%). Non mancano i capoluoghi di provincia nei quali il prezzo medio degli affitti è calato: Palermo (-7,7%), Potenza e Campobasso (-5%), Roma (-2,2%).

Un altro dato significativo emerso dal Rapporto è stato l’incremento del numero di famiglie che hanno scelto gli affitti come principali modalità abitative: 59,5% nel 2015 contro il 50,3% del 2014 (addirittura 80% a Trento e Palermo).

Fino a qui abbiamo parlato di incrementi, statistiche e percentuali. Ma, nel dettaglio, a quanto ammontano le cifre medie degli affitti degli italiani? Il Rapporto parla di 516 euro al mese (558 se è la casa è ammobiliata, 572 se oltre alla casa si affitta anche il garage). Nettamente sopra alla media nazionale si posizionano Milano (916 euro), Roma (809 euro) e Firenze (642 euro); poco sopra Bologna (568 euro) e Venezia (566 euro).

Al Centro Sud, gli importi medi degli affitti si abbassano sensibilmente: 379 euro al mese a Potenza, 381 euro a Campobasso, 396 a Perugia e 399 a Catanzaro.

Casa in montagna? Sì, grazie

Nonostante l’assenza di neve sulle Alpi che ci potrebbe accompagnare fin dopo Natale, per la stagione invernale 2015/2016 arrivano segnali positivi sull’afflusso di turisti, italiani e non, nelle località di montagna del nostro Paese.

Una ventata di positività pare aver interessato anche il mercato immobiliare e quello della casa vacanza in montagna, che ha visto una ripresa della domanda testimoniata anche dalle cifre e dalle dinamiche riscontrate dal Gruppo Tecnocasa.

La stagione invernale è infatti ormai iniziata in molte località e dopo che, negli anni scorsi, la crisi economica si era fatta sentire su questo settore, ora iniziano ad arrivare segnali positivi. Già la scorsa estate si è registrato un aumento del 20% di presenze lungo tutto l’arco alpino, che ha spinto verso l’alto il mercato immobiliare nelle località di montagna.

Nei primi sei mesi del 2015 le quotazioni delle abitazioni di montagna sono diminuite del 3,1%, con buone performance del Trentino Alto Adige (-1,9%), seguito da Piemonte (-2,7%) e Valle d’Aosta (-2,9%). In Abruzzo il calo più forte dei valori, con -8,5%, seguito dal Veneto (-4,4%).

Piacciono soprattutto le località di montagna più dinamiche e vivaci, che offrono al turista più esperienze e servizi: dallo shopping alle terme, passando per la gastronomia. E sono spesso i turisti che, una volta presa confidenza con il luogo, si informano poi per acquistare la casa.

Questa ventata di positività sembra aver interessato anche il mercato della casa vacanza di montagna che, nel primo semestre del 2015, ha visto una contrazione dei prezzi ma anche una ripresa della domanda grazie a valori più bassi e a mutui più convenienti.

Dopo Expo 2015 e mercato immobiliare

Quale sarà l’eredità che Expo 2015 lascia al tessuto economico di Milano, sarà solo il tempo a dirlo. Quello che però è certo è che la riqualificazione urbana della città conseguente a Expo 2015 avrà effetti positivi sul mercato immobiliare che a Milano, con l’Esposizione, ha iniziato a dare segnali di ripresa soprattutto sul versante delle transazioni (+5,9% nei primi sei mesi del 2015, secondo fonti dell’Agenzia delle Entrate), anche se i prezzi sono ancora in diminuzione (-0,9% nel primo semestre del 2015).

Le zone centrali vedono ancora una leggera riduzione delle quotazioni ma in quartieri come Brera e corso Como il mercato è decisamente dinamico. Si segnalano infatti richieste di affitti e di acquisti da parte di coloro che lavorano nella sede UniCredit in Porta Nuova. In aumento l’interesse degli investitori per la zona intorno a via Pasubio, dove sono a buon punto i lavori nell’ex area della “Feltrinelli”.

La macroarea che ha registrato il ribasso dei prezzi più forte, nonostante Expo 2015, è stata quella di Lodi-Corsica, che ha visto una notevole diminuzione nelle zone più periferiche penalizzate da un’offerta immobiliare di bassa qualità e da acquirenti con bassa disponibilità di spesa. Nell’area intorno a corso Lodi dall’inizio dell’anno si registrano più richieste ad uso investimento, in particolare di bilocali da mettere a reddito, grazie alla vicinanza dell’Università Bocconi e alla presenza della Fondazione Prada, che con il suo arrivo sta riqualificando buona parte della zona.

I lavori quasi ultimati della MM 5, da Sempione a San Siro passando per la Fiera, non hanno sortito effetto sui valori immobiliari delle zone interessate ma un maggiore interesse e curiosità. I valori della macroarea Fiera-San Siro sono infatti rimasti stabili e l’effetto Expo 2015 non si è fatto sentire più di tanto.

Gli investitori dimostrano invece interesse per la zona tra corso Buenos Aires e piazza della Repubblica, così come piace anche la zona di Fabio Filzi non lontana da Porta Nuova e dalla Stazione Centrale. La macroarea Città Studi-Indipendenza segnala un +0,3%, con una buona domanda per la zona di piazza Cinque Giornate.

Prezzi in leggero calo invece nella macroarea Navigli-Famagosta, nonostante l’importante riqualificazione subita dalla Darsena in vista di Expo 2015: buona la tenuta dei tagli medio piccoli, particolarmente richiesti in zona da genitori di studenti universitari e da investitori per la vicinanza di due importanti università come lo Iulm e la Bocconi, oltre che il Naba, la Domus Academy e lo Ied.

Edilizia italiana schiava delle grandi opere (incompiute)

Lo abbiamo scritto ieri e altre volte: l’ edilizia italiana non sembra dare accettabili segni di risveglio dal coma in cui è piombata insieme all’economia del Paese. E abbiamo anche ricordato, sommariamente, quali sono le principale cause del profondo rosso, dal crollo del mercato immobiliare, alla tassazione sulla prima casa, alle grandi opere pubbliche inchiodate al palo.

Proprio da quest’ultimo punto vogliamo ripartire oggi: la stasi delle grandi opere che, per l’ edilizia italiana, significa anche stasi del settore. Una stasi che parte dai freddi numeri, evidenziati dal 9° Rapporto sull’attuazione della “legge obiettivo” (443/2001), realizzato dal Servizio Studi della Camera in collaborazione con l’Autorità nazionale anticorruzione e il Cresme: dei 285 miliardi di euro investiti in opere pubbliche, dal 2001 a oggi sono state concluse opere per 23 miliardi, pari a circa l’8% del totale.

Ancora più crudi i dati, per l’ edilizia italiana, se si prendono in considerazione solo le opere approvate dal Cipe: a fronte di un investimento pari a 149 miliardi, le opere concluse mettono insieme la miseria di 6,5 miliardi. Una cifra che deriva dal fatto che, delle 187 opere deliberate dal Comitato interministeriale per la programmazione economica, 40 risultano concluse al 31 dicembre 2014 (contro una previsione di 54) e 69 in fase di realizzazione. E le altre 78? Non pervenute.

Tradotto in costi, le opere completate o in corso di costruzione hanno un valore per l’ edilizia italiana che supera i 78,7 miliardi di euro (il 53% del valore complessivo delle opere esaminate dal Comitato interministeriale per la programmazione economica al 31 dicembre 2014).

Sempre sul fronte costi, il Rapporto del Servizio Studi della Camera ha analizzato 97 opere deliberate dal Cipe, contenute nel programma a partire dal 2004; ebbene, stando alle analisi, il loro costo ha visto una crescita del 40,3%: dagli iniziali 65 miliardi e 227 milioni dell’aprile 2004 ai 91 miliardi e 516 milioni di fine 2014. Tutti aumenti da giustificare ma che, al momento, per l’ edilizia italiana si sono tradotti in un nulla di fatto.

In sostanza, l’ edilizia italiana è pesantemente schiava di ciò che invece, storicamente, ne ha sempre decretato lo sviluppo e il successo: le opere pubbliche immobili e l’altrettanto immobile mercato residenziale. In entrambi i casi, la politica ha pesanti responsabilità: che siano gli sprechi pubblici che portano alla mancanza di fondi e quindi al blocco delle opere, o la fiscalità sulla prima casa che uccide la voglia di acquisto, a farne le spese è sempre l’ edilizia italiana.

Il mercato immobiliare italiano nel 2015

Abbiamo visto nei giorni scorsi come ha chiuso il mercato immobiliare italiano nel 2014, quali sono state le città più care e quali quelle più economiche, come si muove il mercato dei box e dei posti auto e abbiamo sottolineato il ruolo sempre più forte giocato dalle banche sul mercato, tanto che alcune di esse hanno dato vita a delle unit dedicate esclusivamente al real estate. E nel 2015?

Ebbene, quest’anno, secondo le previsioni di Tecnocasa, la tendenza del mercato immobiliare italiano non sarà molto dissimile da quella registrata lo scorso anno, quando soprattutto la diminuita disponibilità di spesa degli acquirenti e un’offerta piuttosto ampia sul mercato immobiliare italiano frenarono i prezzi.

Anche nel 2015, infatti, questi due fattori determinanti saranno ancora presenti, cosa che induce Tecnocasa a stimare un calo dei prezzi sul mercato immobiliare italiano tra il 3 e l’1%. Le compravendite, invece, cresceranno ulteriormente, per chiudere tra 430 e 440mila. Sempre secondo Tecnocasa, proseguirà l’inversione di tendenza sulle compravendite iniziata nel 2014 nelle grandi città, con valori ancora in discesa. Un trend destinato a riflettersi anche su altri mercati, come quelli dei capoluoghi di provincia e dell’hinterland delle grandi città.

Sul fronte prezzi, ancora, è ragionevole pensare che la stabilità sul mercato immobiliare italiano abbia ancora dei margini per poter essere raggiunta. Le stime parlano del 2016, con una conferma per il 2017. D’altro canto, fa ben sperare la ripresa delle erogazioni dei mutui registrata nel 2014 mentre, sottolinea Tecnocasa, per un mercato che davvero ingrani sarà necessario un ulteriore repricing, soprattutto sulle soluzioni usate ma da non disdegnare nelle nuove edificazioni: l’invenduto da smaltire è ancora molto, difficile farlo a certi prezzi.

Prezzi che devono tenere conto di un andamento generale dell’economia e dell’occupazione, che incide ancora pesantemente sulla fiducia dei potenziali acquirenti e che deve contribuire a definire un mercato immobiliare italiano nel quale è ormai palpabile la voglia di ripartenza.

Del resto, secondo le previsioni, il segmento della prima casa sarà vivace anche nel 2015, meno quello della casa uso investimento e della casa vacanza, soprattutto a causa di una fiscalità che, in generale, deprime il mercato immobiliare italiano. Sul fronte delle locazioni, invece, secondo Tecnocasa la domanda sarà sostenuta ma i canoni non dovrebbero aumentare.

Le banche all’assalto del mercato immobiliare italiano

Per gli italiani, la casa è sempre stata il primo e più importante investimento. Non a caso, oltre l’80% delle famiglie vive in un’abitazione di proprietà. Negli ultimi anni, complice la crisi, il mercato immobiliare italiano ha però subito una pesante flessione e tutto il comparto dell’edilizia ne ha risentito, con migliaia di aziende chiuse per fallimento. Eppure, sul mercato immobiliare italiano sono entrati nuovi player ad ampliare il bacino di offerta: le banche.

In altri Paesi europei, specialmente quelli di lingua tedesca, da tempo le banche hanno creato delle divisioni immobiliari interne dedicate proprio al core business della compravendita di immobili. Sul mercato immobiliare italiano, invece, le banche si sono mosse solo di recente. Quasi obbligate, diremmo, dalla crescente difficoltà di erogare mutui e dal crollo delle compravendite.

La prima a essersi mossa è stata, tra il 2012 e il 2013, la Cassa di Risparmio di Bolzano con la creazione della Sparkasse Immobilien, divisione immobiliare della banca. Specializzata soprattutto nella compravendita di immobili residenziali, Sparkasse Immobilien si muove sul mercato immobiliare italiano trattando anche uffici e negozi utilizzando risorse interne dedicate.

Successivamente è toccato ai big fiutare l’affare dell’ingresso nel mercato immobiliare italiano con delle unit dedicate. Ecco allora, Intesa Sanpaolo Casa (all’interno della divisione Banca dei Territori), che ha introdotto in alcune filiali pilota uno spazio destinato ad agenzia immobiliare, coperto con risorse interne. Entro il primo semestre, Intesa Sanpaolo Casa conta di attivare sul mercato immobiliare italiano almeno 12 agenzie immobiliari, che saliranno a 20 entro la fine del 2015.

E se si muove Intesa Sanpaolo sul mercato immobiliare italiano, non può non muoversi la sua concorrente diretta, UniCredit. Ecco allora che UniCredit Subito Casa, la società del Gruppo specializzata nell’intermediazione immobiliare, a un anno dalla nascita ha diffuso un report sulla propria attività: 3 miliardi e 300 milioni di mutui erogati nel 2014, copertura del 90% del Paese, partnership con oltre 300 professionisti agenti immobiliari e un obiettivo di 20 mila immobili entro il primo semestre 2015.

Insomma, se da un lato le banche sono accusate di contribuire a deprimere il mercato immobiliare italiano continuando la stretta sull’erogazione dei mutui, dall’altro provano a colonizzare questo mercato reinventandosi nella veste di agenzie immobiliari. Business is business, dicono gli inglesi… C’è da augurarsi che queste operazioni vadano davvero a vantaggio dell’intera filiera immobiliare e dell’edilizia e non servano sono a gonfiare i portafogli degli istituti di credito.

Clerici: “La ripresa economica passa dall’edilizia”

Come già raccontavamo ieri, non serve certo un particolare esperto per ragionare sugli effetti e sulle cause della drammatica situazione della filiera edilizia fotografata nei giorni scorsi dall’Istat, ma per analizzare meglio i dati resi noti dall’ente di ricerca pubblico oggi abbiamo interpellato Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia.

Dott. Clerici, andiamo subito al sodo: secondo gli ultimi dati contenuti nelle stime preliminari dell’Istat, nel primo trimestre dell’anno, l’Ipab, ovvero l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie sia ad uso abitativo sia come investimento, è calato dello 0,7% rispetto al trimestre precedente; rispetto, invece, allo stesso periodo del 2013, i prezzi hanno subito una caduta del 4,6%. Come possiamo leggere questi dati?
I dati ufficiali Istat sono parametrati alla domanda di mercato soddisfatta e non viceversa alla offerta insoddisfatta e ciò significa che non fotografano esattamente la situazione economica del settore. I proprietari mantengono a denti stretti e con enormi sacrifici gli immobili nei quali hanno investito i propri risparmi. Se son costretti a vendere, cedono a condizioni decisamente inferiori a quelle rilevate dai dati in esame: in taluni casi si son registrate transazioni ad un prezzo quasi dimezzato.

Il trend negativo del mercato immobiliare italiano è in atto da almeno due anni e che, con le stime dell’ultimo trimestre, la riduzione dei prezzi delle abitazioni ha superato il 10%, attestandosi su una flessione del 10,4% dal 2010. Quando saranno riscontrabili le prime inversioni di tendenza?
È ancora troppo presto per prefigurare inversioni di tendenza del mercato, ma l’economia immobiliare è alla base della riprese economica generale: la fiscalità che soffoca la prima impedisce la crescita dell’altra.

Quali sarebbero le contromisure necessarie per rilanciare la filiera edilizia?
Se si vuole l’ auspicata ripresa dell’economia immobiliare, occorre puntare non solo sulle infrastrutture (grandi appalti edilizi o edilizia scolastica ), ma anche su un alleggerimento del carico fiscale, che non deve riguardare solo il settore dell’attività di produzione edilizia o costruttiva in generale o in particolare nel settore della riqualificazione, oppure gli investimenti dei gestori intermediari del risparmi, ma deve estendersi all’intero universo degli investitori del risparmio diffuso, con particolare attenzione alla locazione che va defiscalizzata, non solo nella forma del contratto a canone concordato per gli usi abitativi, ma soprattutto nella forma della locazione abitativa libera e per usi diversi.Tutto ciò al fine di suscitare nel nostro Paese una risposta di sistema per la ripresa edilizia e non una limitata risposta di nicchia. Mentre invece, tra misure fiscali già adottate ed altre in itinere (una fra le altre la riforma del Catasto), la prospettiva è quella comunque di una grande incertezza nella fiscalità immobiliare (causa peraltro di sfiducia nel mercato da parte degli investitori ) ed in ogni caso di un appesantimento del carico fiscale.

Jacopo MARCHESANO

Mercato immobiliare italiano, è ancora notte

Non ci voleva certo un genio dell’economia per prevedere che il mercato immobiliare italiano stentasse a uscire dalla crisi anche in questo 2014. Una difficoltà che ha radici lontane che affondano anche nella crisi senza fine della filiera dell’edilizia, massacrata di tasse e burocrazia fino allo sfinimento.

Dicevamo che non ci voleva un genio dell’economia per certificare lo stato di sofferenza del mercato immobiliare italiano e infatti ci ha pensato l’Istat. Secondo gli ultimi dati contenuti nelle stime preliminari dell’Istituto Nazionale di Statistica, nel primo trimestre dell’anno, l’Ipab, ovvero l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie sia ad uso abitativo sia come investimento, è calato dello 0,7% rispetto al trimestre precedente; rispetto, invece, allo stesso periodo del 2013, i prezzi hanno subito una caduta del 4,6%.

Èevidente, quindi, che non si arresta il crollo delmercato immobiliare italiano e che, se i prezzi continuano a scendere e la cosa dovrebbe favorire gli acquisti, significa che perdurano condizioni economiche poco rassicuranti.

L’Istat ricorda che il trend negativo del mercato immobiliare italiano è in atto da almeno due anni e che, con le stime dell’ultimo trimestre, la riduzione dei prezzi delle abitazioni ha superato il 10%, attestandosi su una flessione del 10,4% dal 2010, anno in cui l’indice ha iniziato ad essere pubblicato.

Il calo su base trimestrale è il frutto, da un lato, di una diminuzione dello 0,8% dei prezzi delle abitazioni esistenti, dall’altro di una diminuzione dello 0,1% dei prezzi di quelle nuove. Su base annuale, invece, si osserva un calo del 5,3% tra le abitazioni esistenti e del 2,6% tra quelle nuove.

Si costruiscono meno case, si tende a comprare (quando si compra) più l’usato che il nuovo, i prezzi calano ma la gente non compra. Tutti segnali che chi si occupa di edilizia e di mercato immobiliare italiano deve considerare attentamente per cercare di far uscire dalle secche uno dei settori una volta portanti della nostra economia che, dalla crisi che ormai morde da 6 anni, ha avuto i colpi più duri.

Il mattone resta l’investimento più sicuro

Il 2011 non è stato un anno facile per il mercato immobiliare italiano, anche se l’abitazione rimane per gli italiani una delle forme più sicure per investire i propri risparmi. E’ quanto emerge nell’ultimo studio di Tecnocasa sul mattone italiano e sulle previsioni per l’anno in corso.

“Mai, come in questo anno, potenziali acquirenti e venditori sono stati accumunati da un generale disorientamento causato dai numerosi interventi che si sono susseguiti per stabilizzare l’economia italiana” ha commentato Fabiana Megliola, responsabile dell’ufficio studi di Tecnocasa. Nonostante la crisi finanziaria c’è stato chi ha visto l’abitazione come forma di impiego del denaro sicuro. E allora chi ha potuto ha migliorato la propria abitazione, facendo un acquisto migliorativo; tanti genitori hanno aiutato i figli con i propri risparmi per consentire loro l’acquisto della prima casa; molte famiglie con una situazione economica ormai stabilizzata hanno pensato di acquistare una seconda casa in località turistiche. Compravendite, in calo del 2,2% nel 2011 Stando ai dati diffusi dall’Agenzia del territorio gli ultimi dati sulle compravendite residenziali hanno registrato una contrazione delle transazioni del 2,2% e l’anno si è chiuso con 598.224 scambi , lontani dai picchi del 2006, ma vicini ai volumi della fine degli anni ’90. L’analisi delle compravendite realizzate dalle agenzie del gruppo Tecnocasa evidenzia che il 78% di coloro che hanno acquistato la casa in questa seconda parte del 2011 si è indirizzata verso l’abitazione principale, a seguire quella ad uso investimento (16,8%) e poi la casa vacanza (5,2%).

Previsioni per il 2012 Dove andrà ora il mercato immobiliare e quanto durerà ancora questa correzione dei valori? Al momento è prematuro dare una risposta. In base ai nuovi dati raccolti sull’andamento del mercato immobiliare dell’anno 2011 l’ufficio studi di Tecnocasa rivede ancora al ribasso le previsioni immobiliari per il 2012. “Il contesto macroeconomico incerto rende difficile effettuare delle stime ma riteniamo che i prezzi nelle grandi città nel 2012 potranno avere un’oscillazione compresa tra -2% e 0%” indicano gli esperti aggiungendo che “le dinamiche immobiliari di queste realtà potrebbero essere migliori rispetto a quelle che si registreranno nelle realtà dell’hinterland, così come quelle del Nord e del Centro Italia rispetto al Sud Italia”.

Fonte: ansa.it