Calzature, l’Italia scommette sugli Usa

Il calzaturiero italiano si è presentato negli Stati Uniti in splendida forma a fine febbraio, quando Anci ha accompagnato per la prima volta 22 aziende del settore alla fiera FN PLATFORM, nel Las Vegas Convention Center. In mostra le collezioni autunno/inverno 2013-2014 di calzature e pelletteria fine e medio-fine.

L’iniziativa, che si inserisce nella strategia di Anci volta a favorire momenti di business concreti con gli operatori del settore e porre le basi di rapporti commerciali duraturi e proficui, ha costituito un’occasione per incrementare la diffusione del made-in-Italy e guadagnare spazio all’interno del mercato statunitense che, nonostante i venti di crisi, rappresenta tuttora uno dei bacini economici di maggiore interesse per il prodotto italiano. La fiera FN PLATFORM è stata organizzata in partnership con Footwear News e ha attratto più di 600 espositori con oltre 1.600 marchi, rappresentando un vero punto di incontro dell’intera area nord americana.

La partecipazione della collettiva italiana è stata valorizzata non solo dalle attività promozionali previste in avvicinamento, durante e dopo la fiera, dirette sia alla stampa sia agli operatori del settore, ma anche dal layout espositivo degli stand dedicati ai brand, ideato e declinato secondo un design innovativo e identificativo dell’identità italiana, da sempre apprezzata oltreoceano.

Inoltre, durante la fiera, Anci ha offerto momenti di incontro e approfondimento, con la presentazione delle tendenze made-in-Italy da parte di un consulente moda esperto.

Nei mesi da gennaio a settembre 2012, il totale delle esportazioni di calzature made-in-Italy negli Stati Uniti ha raggiunto la soglia di 9 milioni e227mila paia, per un valore complessivo di quasi di 555 milioni di euro, il 7,5% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli Stati Uniti si confermano, così, il terzo mercato in valore e salgono al quarto in volume nella graduatoria dei Paesi di destinazione 2012.

I primi nove mesi del 2012 rappresentano la conferma che negli Stati Uniti le scarpe italiane hanno raggiunto e superato in valore i livelli pre-crisi del 2008, come peraltro era già successo nello stesso periodo del 2011. Si rimane tuttavia molto distanti per quanto riguarda i valori pre-crisi in volume, 11.4 milioni di paia, mancando all’appello ancora circa 2 milioni di paia.

Negli ultimi quattro anni, quindi, vi è stata una chiara svolta, da parte dei produttori italiani, verso un prodotto a più alto valore aggiunto, essendo salito il prezzo medio di esportazione a oltre 60 euro, con un incremento complessivo del 34%.

Le regioni italiane che nei primi nove mesi del 2012 hanno esportato di più nel mercato statunitense sono la Toscana, con quasi il 40% del totale calzature esportato e Lombardia, Veneto e Marche che rappresentano ciascuna circa il 15%. Di queste prime quattro regioni, solo Toscana, Veneto e Marche hanno avuto variazioni positive, con incrementi in valore di oltre il 22%. Viceversa, la Lombardia, seconda regione per export negli Usa, ha subìto un calo dell’1,4%.

Scarpe italiane? Da!

Non c’è niente da fare. Luogo comune o no, il mercati del Paesi Bric sono quelli che, per la calzatura italiana, rappresentano un salvagente irrinunciabile in questo momento di congiuntura economica negativa.

Nei giorni scorsi abbiamo già parlato di theMICAMshanghai, che si terrà nella metropoli cinese dal 9 all’11 aprile 2013. Prima però, toccherà alla Russia con la fiera Obuv’ Mir Koži, in programma dal 18 al 21 marzo su una superficie totale di 5.400 metri quadrati all’interno dei padiglioni espositivi dell’Expocentr, il centro fieristico più importante di Mosca. Nell’occasione, saranno 222 le imprese dei settori calzatura e pelletteria italiani che esporranno nella capitale russa.

La rassegna è un evento di riferimento per gli operatori del settore, l’appuntamento dedicato alla calzatura del prodotto medio-alto e alto in Russia, che in questa prima edizione del 2013 mette in mostra le collezioni autunno/inverno 2013-2014. La caratteristica di queste collezioni è che si tratta di prodotti progettati e realizzati ad hoc per soddisfare le esigenze del mercato russo, soddisfacendo così le richieste di buyer e professionisti del settore provenienti anche dall’intera area delle ex repubbliche sovietiche.

Organizzata da Anci e Fairsystem, società del gruppo BolognaFiere, durante la scorsa edizione la rassegna ha accolto 8mila operatori provenienti non solo dall’intera Russia, ma anche dalle vicine Bielorussia, Ucraina e Paesi dell’Asia Centrale. La prossima edizione si preannuncia, come le precedenti, all’insegna dell’ampia partecipazione, sia da parte delle aziende italiane sia degli operatori. Obuv’ Mir Koži è riconosciuta come grande occasione di business, anche in considerazione dei positivi dati economici relativi alla regione.

Russia e Paesi dell’area Csi, infatti, riescono danno ancora performance incoraggianti. Nel periodo gennaio – settembre 2012, le esportazioni italiane di calzature in Russia hanno raggiunto gli oltre 6,1 milioni di paia (+9,7% rispetto allo stesso periodo del 2011), generando un valore pari a 487 milioni di euro (+14,9% rispetto ai primi nove mesi del 2011). Stesso andamento positivo anche per il prezzo medio dei prodotti esportati, pari a 79,8 euro al paio (+4,7% rispetto allo stesso periodo del 2011).

Se si considerano i Paesi dell’Est Europa e dell’area Csi, salgono a oltre 11,5 milioni le paia esportate e a oltre 666 milioni di euro i valori fatturati nei primi 9 mesi del 2012. Gli incrementi percentuali, 6,9% e 12,2% rispettivamente, sono in linea con quelli del solo mercato russo. La differenza più significativa è, invece, in termini di prezzo medio, che raggiunge i 58,2 euro al paio a causa dei prezzi di vendita nei Paesi della ex-Jugoslavia nettamente più bassi rispetto ai mercati dell’area Csi.

Diverse le attività collaterali alla manifestazione organizzate da Anci, tra cui una campagna pubblicitaria focalizzata sul made in Italy e che andrà in onda sui principali canali satellitari, incoming di operatori dalle regioni russe e la continua attività di ufficio stampa volta a dare sempre maggiore visibilità all’evento e alle aziende che vi partecipano.

Insomma, le imprese calzaturiere, passateci il termine, si “sbattono” e non poco per dare un senso e un futuro al proprio business. Quando vedremo un pari supporto a questo tassello importante dell’economia italiana da parte di fisco e istituzioni?

Imprese italiane nel mercato russo

Per le imprese attive nel settore “casa” è possibile usufruire di uno show room nel centro di Mosca, presso il Mod Design Center, per sei mesi, da ottobre 2011 ad aprile 2012.

L’iniziativa è promossa da Unioncamere Nazionale e coordinato da varie Cciaa, alle quali occorre fare riferimento, provincia per provincia.

Le aziende che avranno manifestato interesse a partecipare all’evento, verranno poi sottoposte ad una selezione, da parte dello staff del Mod Design Center di Mosca, il quale sceglierà, a suo insindacabile giudizio, quelle che riterrà essere le produzioni più interessanti per il mercato russo.

La quota di partecipazione all’iniziativa è di Euro 400 + IVA per ciascuna impresa, da corrispondere solo nel caso in cui l’azienda sia stata ammessa a prendere parte allo show-room a seguito della pre-selezione operata dagli esperti del Mod Design Center. Tale quota comprende l’affitto e l’allestimento degli spazi espositivi, il trasporto delle merci dall’Italia per Mosca e viceversa, il personale adibito a presenziare la mostra durante tutta la durata della stessa, la realizzazione di materiale promozionale e l’organizzazione di eventi collaterali all’esposizione.