Corso di formazione per Mediatori a Frosinone

Innova, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Frosinone, organizza un Corso di formazione per Mediatori della durata complessiva di 54 ore di cui 4 di valutazione finale, che prenderà il via nei prossimi giorni nel Centro di Formazione Professionale di Innova in Via Marittima 461 a Frosinone.

La congestione del contenzioso civile ha fatto nascere l’esigenza di ricercare e sviluppare un nuovo modello di gestione del sistema A.D.R. con la conseguente richiesta di una forte specializzazione nel settore. Con  l’entrata in vigore del regolamento n. 180 del 18 ottobre 2010 per poter conciliare le controversie presso gli organismi di Mediazione, la legge dispone l’accesso solo a coloro che hanno frequentato un apposito corso finalizzato a formare l’aspirante Conciliatore in materia di Mediazione. L’obiettivo primario del corso è quello di offrire ai partecipanti la preparazione di base teorica e pratica per iniziare ad intraprendere la professione del Mediatore.

Per chi decide di non intraprendere la professione del mediatore, il corso consente un ampliamento della specializzazione professionale, di comprendere gli effetti giuridici e pratici della nuova normativa in materia di mediazione, di sperimentare moderne tecniche di negoziazione, di apprendere concetti di base sulle dinamiche relazionali e di applicare le tecniche di base di gestione dei conflitti. La frequenza ed il superamento del corso sarà certificata dall’Associazione Equilibrio & Risoluzione delle Controversie, iscritta nel registro degli enti di abilitati a svolgere l’attività di formazione dei mediatori tenuto presso il Ministero della Giustizia, con il rilascio di un attestato che consente a tutti i partecipanti di richiedere l’iscrizione nelle liste dei mediatori di organismi pubblici e privati.

Il corso è rivolto ad un massimo di 30 persone in possesso dei requisiti di cui alla normativa vigente ovvero a tutti coloro che possiedono un titolo di studio non inferiore al diploma di laurea universitaria triennale o in alternativa che sono iscritti ad un Ordine o Collegio Professionale. Le adesioni dovranno pervenire entro e non oltre il 6 aprile 2012 presso la segreteria di INNOVA mediante la compilazione della scheda di iscrizione. Per avere informazioni è possibile contattare gli uffici di INNOVA, Fabiola Ceccarelli Tel. 0775824193 o collegarsi al sito.  

Fonte: camcom.gov.it   

Liberi Professionisti: nuovi obblighi su tariffario e tirocini

Una pioggia di novità normative in arrivo per i liberi professionisti. Avvocati, dottori commercialisti e architetti colpiti dall’ondata delle liberalizzazioni dovranno uniformarsi quanto prima alle nuove normative pubblicate nella Gazzetta Ufficiale lo scorso 24 gennaio. Il Decreto legge 1/2012 per la concorrenza, le infrastrutture e la competitività ha disposto nuovi obblighi in materia di tariffe professionali, oneri del professionista, tirocinio e confidi.

Punto primo: Abrogazione delle tariffe professionali

E’ il punto più discusso del Decreto Legge. L’articolo 9 del documento abroga infatti le tariffe delle professioni regolamentate. Tuttavia nei casi liquidazione giudiziale il compenso spettante al professionista verrà determinato in base a parametri stabiliti dal Ministero della Giustizia tramite decreto.
Ciò significa che, con tutta probabilità, il Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro dell’Economia, fisseranno i parametri relativi a oneri e contribuzioni alle casse professionali e agli archivi. Tali parametri non avranno però validità nei contratti tra professionisti e clienti, ai sensi dell’articolo 36 del Codice del consumo (Dlgs 206 del 6 settembre 2005).

Il compenso per le prestazioni professionali, quelle cioè che interessano professionista e singolo cliente, dovrà essere stipulato per iscritto al momento del conferimento dell’incarico professionale. Il professionista avrà l’obbligo inoltre di rendere noto al cliente il grado di complessità dell’incarico, prospettando cioè gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento alla conclusione dell’incarico medesimo, e indicare i dati della polizza assicurativa per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale.

Tuttavia l’obbligo del preventivo scritto circa il compenso è subordinato, secondo quanto stabilisce il nuovo Decreto legge, all’esplicita richiesta da parte del cliente al professionista.

Punto secondo: Tirocinio

Il Decreto legge 1/2012 fissa la durata del tirocinio per l’accesso alle professioni regolamentate a 18 mesi.
Per i primi 6 mesi il tirocinio potrà essere svolto, in presenza di un’apposita convenzione quadro stipulata tra i Consigli nazionali degli Ordini e il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, parallelamente al corso di studio per il conseguimento della laurea di primo livello o della laurea magistrale o specialistica. Ovvero gli studenti o laureandi potranno già svolgere un terzo del periodo di apprendistato anche se non ancora laurati.

Il tirocinio potrà inoltre essere svolto presso le pubbliche amministrazioni, in presenza di un’apposita convenzione quadro stipulata tra i Consigli nazionali degli Ordini e il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica, ma in questo caso solo dopo la laurea.

Abrogata la norma, introdotta con la Legge 148/2011, dell’ equo compenso per i tirocinanti. I tirocinanti potranno quindi non essere retribuiti per la prestazione svolta.

Punto terzo: Confidi

Nessuna modifica per la disposizione, finalizzata ad integrare il comma 7 dell’art. 39 del DL 201/2011, che prevede che al capitale sociale dei confidi e delle banche possano partecipare imprese non finanziarie di grandi dimensioni. Anche i liberi professionisti quindi potranno partecipare al capitale sociale con i medesimi limiti societari previsti per i predetti enti.

L’inottemperanza alle norme previste dal Decreto legge 1/2012 costituisce illecito disciplinare soggetto a sanzione. Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sta adeguando in queste ore il Codice deontologico, scegliendo tuttavia di non abrogare l’art. 2233 del Codice Civile,.

Il Ministero della Giustizia ha confermato inoltre che le tariffe per i consulenti del giudice rimangono vigenti e che le nuove norme previste dal Decreto legge non hanno valore retroattivo; pertanto, i contratti in essere e le relative vidimazioni rimangono soggette alla precedente disciplina.

Firmati i decreti delle associazioni professionali

Oggi la segreteria del Ministro Severino e quella del capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia informa il Colap che alcuni decreti riguardanti le associazioni professionali (secondo articolo 26 dlg 206/2007) sono stati firmati (sono per presa visione presso il Ministero delle Politiche Europee per questo non è ancora pronto un elenco preciso) e che i restanti decreti sono alla firma del Ministro che ha tutta l’intenzione di accelerare i tempi e firmarli il prima possibile.

“Questo è il nostro regalo di Natale- apre Giuseppe Lupoi Presidente del Colap– sono soddisfatto che la firma dei decreti sia rientrata, come giustamente doveva essere, tra le prime priorità del Ministro Severino.

“ La professoressa Severino ha da subito non solo compreso l’utilità sostanziale del decreto, ma anche l’esigenza istituzionale di compiere un atto dovuto dando finalmente valore ad una prescrizione di legge; questo atteggiamento ligio e attivo – incalza Lupoi – fa onore al Ministro e al Governo ”.

“ Lo sforzo di pazienza ( le associazioni attendono da oltre un anno) ha premiato le associazioni – afferma Emiliana Alessandrucci, Direttrice e referente art. 26 decreto 206/2007  del Colap –  questo è un segnale forte per tutto il mondo associativo, che grazie alla spinta del decreto migliorerà il proprio sistema innalzando la qualità dei servizi offerti sia agli associati sia, attraverso questi, agli utenti.

I decreti hanno una portata sostanziale che renderà più libero e competitivo il sistema professionale italiano – continua Alessandrucci – implementando la pratica meritocratica a completa tutela dell’utenza”.

Marina Calderone rieletta Presidente fino al 2014

Si dice pronta ad affrontare una nuova sfida Marina Calderone, rieletta Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro per il triennio 2011-2014.

“Un’altra sfida all’insegna dell’impegno costante e quotidiano a salvaguardia degli interessi del Paese, di cui gli ordini professionali sono testimoni e custodi” ha commentato il presidente a Labitalia. “Il nostro compito – ha continuato la Calderone – dovrà essere quello di avere bene in mente le esigenze dei nostri iscritti e, come organo di gestione dell’istituzione di categoria, quello di poter portare nel confronto con i nostri interlocutori, politici e istituzionali, quelle che sono le istanze dei consulenti del lavoro”. L’ Ordine dei consulenti del lavoro è in forte crescita, ad oggi sono 28mila gli iscritti e la sua responsabilità è molto importante: “promuovere il lavoro e di operare in Italia per 1 milione di aziende e di gestire 7 milioni di rapporti di lavoro, quindi il 70% dell’impiego privato italiano”.

La pesante crisi economica persa su questo terzo mandato della Calderone, eletta per la prima volta alla carica di Presidente nel 2005. Ogni mossa è molto delicata : “in un momento di congiuntura sfavorevole – sottolinea la Calderone – non solo i dipendenti hanno difficoltà, ma anche i lavoratori autonomi e i professionisti più in generale le hanno”. Il suo obiettivo è quello di perseguire “quel percorso legislativo iniziato con la manovra di Ferragosto”, ovvero portare di fronte al Ministero della Giustizia le istanze dei singoli ordini: “abbiamo depositato da qualche giorno le proposte di modifica dei singoli ordinamenti e quello di consulenti del lavoro recepirà le modifiche introdotte dalla legge 148 del 2011”. Alcune di queste modifiche erano già state introdotte, come ad esempio quella sul praticantato, con il decreto ministeriale del 20 giugno 2011 e che è entrato in vigore proprio qualche giorno fa.

“Nelle nostre attività – ricorda ancora Calderone- siamo i principali interlocutori degli istituti previdenziali e assistenziali e, sul fronte fiscale, lo siamo dell’Agenzia delle entrate. Abbiamo un confronto aperto con il nostro ministero vigilante, il Ministero del Lavoro, e in quest’ottica siamo impegnati per una profonda semplificazione della materia lavoristica e di tutte quelle norme che regolano il rapporto di lavoro” ha poi sottolineato la Calderone, che ha concluso ribadendo la necessità per le imprese “di investire energie nel core business e non di vedere risorse distratte da adempimenti inutili”.

A.C.

Essere mediatore civile: ruoli, compiti e obiettivi della professione del futuro

Dal 21 marzo 2011 il ricorso allla mediazione civile è divenuto obbligatorio in alcuni casi come quelli di diritti reali (distanze nelle costruzioni, usufrutto e servitù di passaggio ecc.), divisioni, successioni ereditarie, locazioni – comodati – affitti di aziende, risarcimenti.

Alla luce di questa rivoluzione non solo legale ma anche culturale, oltre che legale, la riforma sulla mediazione civile si è posta l’obiettivo principale di ridurre il flusso in ingresso di nuove cause nel sistema Giustizia offrendo al cittadino uno strumento più semplice e veloce con tempi e costi certi.

In pratica, si tratta di una modifica nel cursus tradizionale che intende affiancarsi alla riforma del Processo Civile e al Programma di Digitalizzazione della Giustizia con cui s’intende intervenire nella fase di lavorazione delle cause e mira ad introdurre proprio una nuova cultura della conciliazione, anziché della causa.

Per questo motivo, uno degli attanti principali della nuova riforma è quello della figura del mediatore con il quale si intende l’attività professionale svolta da un terzo imparziale e finalizzata ad assistere due o più soggetti sia nella ricerca di un accordo amichevole per la composizione di una controversia, sia nella formulazione di una proposta per la risoluzione della stessa.

Ma chi è il mediatore? Che cosa fa? Qual è il suo ruolo e soprattutto: come si diventa mediatori? Andiamo per gradi.

Chi è il mediatore civile?

Non si tratta né di un giudice né di un arbitro bensì di un facilitatore terzo imparziale che, utilizzando le tecniche di comunicazione efficace, PNL, problem solving, aiuta le parti a trovare la soluzione più soddisfacente al loro conflitto.
Il mediatore è la persona o sono le persone fisiche che, individualmente o collegialmente, svolgono la mediazione rimanendo prive, in ogni caso, del potere di rendere giudizi o decisioni vincolanti per i destinatari del servizio medesimo. Quindi si può dire che il mediatore è un professionista con requisiti di terzietà.

Che cosa fa il mediatore civile e dove?

L’organismo dove il mediatore presta la sua opera è vigilato dal Ministero della Giustizia mentre la mediazione, quindi la soluzione delle controversie con il metodo conciliativo in alternativa alla presenza in tribunale.

Per farlo è necessario che la mediazione si svolga presso enti pubblici o privati, che sono iscritti nel registro tenuto presso il Ministero della Giustizia e che erogano il servizio di mediazione nel rispetto della legge, del regolamento ministeriale e del regolamento interno di cui sono dotati, approvato dal Ministero della giustizia.

Ci sono degli ordini professionali?

Sì, gli ordini professionali possono costituire organismi di mediazione nelle materie di loro competenza, previa autorizzazione del Ministero della Giustizia, che spiega:”Gli ordini forensi possono costituire organismi di mediazione in ogni materia. I consigli degli ordini degli avvocati possono istituire organismi presso ciascun tribunale avvalendosi di proprio personale e utilizzando i locali loro messi a disposizione dal presidente del tribunale. Gli organismi degli ordini professionali e delle camere di commercio sono iscritti nel registro del Ministero della giustizia a semplice domanda.”

In questo, a seconda della controversia, esistono diversi tipi di mediazione:

  • nella materia finanziaria e bancaria, il procedimento di mediazione può essere esperito o presso gli organismi di mediazione
  • oppure davanti alla Camera di conciliazione della Consob
  • ed anche il ricorso all’ Arbitro bancario e finanziario costituito dalla Banca d’Italia produce analoghi effetti giuridici (assolve la condizione di procedibilità per poter poi rivolgersi al giudice).

Come opera il mediatore?

Una volta avviata la domanda di mediazione, all’organismo, contenente l’indicazione ell’organismo investito, delle parti, dell’oggetto della pretesa e delle relative ragioni, le parti scelgono l’organismo mentre il mediatore organizza uno o più incontri mirati alla composizione amichevole della controversia.

L’accordo raggiunto con la collaborazione del mediatore è omologato dal giudice e diventa esecutivo; in caso di mancato accordo il mediatore può fare una proposta di risoluzione della lite che le parti restano libere di accettare o meno così come, nel caso di un insuccesso della mediazione, nel successivo processo il giudice potrà verificare che la scelta dell’organismo non sia stata irragionevole, ad esempio per mancanza di qualsiasi collegamento tra la sede dell’organismo e i fatti della lite ovvero la residenza o il domicilio della controparte.

Quidi, serve davvero il mediatore?

Dal 21 marzo scorso sì, visto che la mediazione può essere:

– facoltativa, e cioé scelta dalle parti
– demandata, quando il giudice, cui le parti si siano già rivolte, invita le stesse a tentare la mediazione
– obbligatoria, quando per poter procedere davanti al giudice, le parti debbono aver tentato senza successo la mediazione

A questo punto, come si diventa mediatore?

Obblighi:

  1. Per svolgere la professione di mediatore, è necessario essere in possesso di determinati requisiti di qualificazione professionale, consistenti in un titolo di studio non inferiore al diploma di laurea universitaria triennale ovvero, in alternativa, essere iscritti a un ordine o a un collegio professionale nonché il possesso di una specifica formazione e di uno specifico aggiornamento almeno biennale, acquisiti presso gli enti di formazione accreditati al Ministero della Giustizia. (DM 180/2010)
  2. Un mediatore civile non può lavorare per oltre cinque organismi di mediazione; tuttavia, può anche concedere l’esclusiva all’Organismo di mediazione prescelto.
  3. D’altra parte ogni ente o organismo di mediazione diverso dalle Camere di Commercio e dagli organismi camerali deve aver ricevuto la disponibilità, in via esclusiva, di almeno cinque mediatori.
  4. All’atto dell’assunzione dell’incarico, infine, il mediatore deve sottoscrivere una dichiarazione di imparzialità per ciascun affare per il quale è stato designato e deve dare immediata notizia all’ente/organismo di vicende che lo riguardino che possono avere influenza sui requisiti soggettivi nel corso della trattazione del procedimento.

Per diventare mediatore è possibile compilare l’apposito modulo al sito, oppure è possibile richiedere maggiori informazioni al sito del Ministero della Giustizia.

Secondo molti, considerata la grande rilevanza che sta già assumendo gradualmente questa figura professionale, è possibile che quella del mediatore civile sia una delle carriere del futuro.

Paola Perfetti

Ministero della Giutizia: priorità alla riforma delle professioni

Il Ministero della Giustizia ritiene di primaria importanza attuare una riforma delle professioni. Il Capo di Gabinetto nel ministero della Giustizia, Settembrino Nebbioso in seduta con Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni ha ribadito: “La riforma delle professioni è una delle priorità del ministero della Giustizia. L’ufficio legislativo sta completando una serie dei passaggi tecnici che permetteranno di aprire in tempi brevi il tavolo di confronto con le categorie interessate, cui parteciperà anche la componente sindacale delle libere professioni“.

Le parti sono state sollecitate a proporre misure attuative per arrivare entro il termine della legislatura a uno Statuto delle Professioni. Allo stato d’oggi infatti la riforma è ancora un cantiere aperto. Il presidente di Confprofessioni ha assicurato la massima collaborazione della Confederazione dei liberi professionisti: “Ci siamo impegnati a far pervenire già nelle prossime settimane al presidente Nebbioso le nostre osservazioni sulla legge quadro, che dovrà contemperare l’urgenza di riformare gli ordini professionali con le necessità di garantire ai liberi professionisti, e anche ai giovani, gli strumenti idonei per competere sul mercato dei servizi professionali, alla luce dell’evoluzione normativa europea“.

La riforma delle professioni è una priorità secondo il Ministero della Giustizia

Il capo di gabinetto nel ministero della Giustizia, Settembrino Nebbioso, durante un incontro ufficiale con il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha affermato che “La riforma delle professioni è una delle priorità del ministero della Giustizia“. Secondo Nebbioso “L’ufficio legislativo  sta completando una serie dei passaggi tecnici che permetteranno di aprire in tempi brevi il tavolo di confronto con le categorie interessate, cui parteciperà anche la componente sindacale delle libere professioni“.

La legge quadro detterà i principi per garantire l’elevata qualità delle prestazioni definendo regole trasparenti e di facile interpretazione. Secondo il ministero della giustizia però per agevolare i lavori sarebbe meglio anticipare il  contributo della Confederazione, nel suo ruolo di rappresentanza unitaria delle professioni intellettuali. Ciò che serve è uno Statuto delle professioni.

Confprofessioni si è attivata per offrire la massima collaborazione nell’individuare quali sono le necessità di ciascuna professione intellettuale: “Ci siamo impegnati – ha detto il presidente Gaetano Stella – a far pervenire già nelle prossime settimane al presidente Nebbioso le nostre osservazioni sulla legge quadro, che dovrà contemperare l’urgenza di riformare gli ordini professionali con le necessità di garantire ai liberi professionisti, e anche ai giovani, gli strumenti idonei per competere sul mercato dei servizi professionali, alla luce dell’evoluzione normativa europea“.

Mirko Zago

Inaugurato a Rimini il secondo Salone della Giustizia

Si è aperto ieri (2 dicembre 2010) a Rimini il secondo salone della Giustizia (la manifestazione durerà fino al prossimo 5 dicembre). A dare inizio ai lavori è stato il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura Michele Vietti, che ha partecipato poi al convegno dell’OUA “Verso una riforma della giustizia e della professione di avvocato” a cui hanno preso parte, tra gli altri i sottosegretari alla Giustizia Giacomo Caliendo, Maria Elisabetta Alberti Casellati e il presidente dell’Associazione Italiana magistrati, Luca Palamara. Nel pomeriggio è intervenuto il senatore Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl a palazzo Madama. Nelle sale laterali si sono svolti anche gli incontri promossi dai Consulenti del lavoro, dall’Istituto degli amministratori giudiziari e da Maggioli editore. Il giornalista Gerardo D’amico, ha intrattenuto una moltitudine di ragazzi nell’aula del Parlamento, spiegando come nasce una legge. I giovani si sono affollati nel padiglione della Regione Lazio per firmare tutti un manifesto contro violenza, droga e bullismo e ottenere così in regalo la sciarpa con la scritta “Ultras della legalità”. Gli onori di casa sono stati fatti, come sempre, da Filippo Berselli, presidente della commissione Giustizia del Senato. Tra le novità di quest’anno, il Salone offre l’allestimento di 20 studi professionali dove cento avvocati dell’Oua offriranno assistenza legale gratuita. Inoltre, il dicastero di Via Arenula presenterà tre progetti di innovazione tecnologica (notifiche telematiche penali, multivideoconferenza per i processi a distanza e il processo civile telematico).