Eletti i nuovi componenti del Consiglio Nazionale del Notariato

Sabato 23 febbraio è stato giorno di elezioni per i componenti del Consiglio Nazionale del Notariato.

Ora che lo spoglio dei voti è stato fatto, sono stati resi noti i nomi dei notai eletti nelle varie regioni:

  • Ivo Grosso e Roberto Martino – Piemonte e Valle d’Aosta;
  • Franco Amadeo – Liguria;
  • Domenico Cambareri e Enrico Maria Sironi – Lombardia;
  • Gabriele Noto e Paolo Pasqualis– Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia;
  • Maria Luisa Cenni – Emilia-Romagna;
  • Massimo Palazzo – Toscana;
  • Maurizio D’Errico e Giuseppe Celeste – Lazio;
  • Enrico Dolia – Sardegna;
  • Albino Farina – Marche e Umbria;
  • Michele Nastri – Campania (con esclusione della corte di appello di Salerno);
  • Sergio Sideri – Abruzzo e Molise;
  • Roberto Braccio – Puglia;
  • Aniello Calabrese – Basilicata (con l’aggiunta della corte di appello di Salerno);
  • Giampiero Monteleone – Calabria;
  • Salvatore Lombardo e Melchiorre Macrì Pellizzeri – Sicilia.

Eletti per il Collegio dei Revisori dei Conti i notai:

  • Marco Marchetti– Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto;
  • Andrea Teti – Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Molise, Sardegna, Toscana e Umbria;
  • Francesco Giglio – Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

Sarà un decreto del Ministro della Giustizia a proclamare i risultati delle elezioni e dopo l’ufficializzazione delle nomine i Consiglieri nazionali potranno eleggere, nel corso della prima riunione di Consiglio Presidente, Vicepresidente e Segretario oltre ai componenti del Comitato Esecutivo.

Vera MORETTI

L’OUA chiede un adeguamento per le tariffe dei professionisti

Le richieste avanzate da parte dell’OUA riguardanti le modifiche ai parametri dei compensi degli avvocati sembrano essere state, almeno in parte, ascoltate.

Il Consiglio di Stato ha, infatti, preso in considerazione le dichiarazioni dell’Avvocatura alla vigilia del Congresso Forense di Bari, con le quali si faceva riferimento alle tariffe, considerate troppo basse, precedentemente stabilite dal Ministero di Giustizia.

L’Oua richiede un doppio intervento: se, da una parte, si rivolge direttamente al ministro Paola Severino per chiarire le ragioni di questa lunga situazione di stallo e di indicare tempi e modi del definitivo varo del decreto, dall’altro l’Organismo unitario dell’Avvocatura italiana si appella al Cnf per intervenire in tal senso esprimendo un parere favorevole, in attesa di elaborare le nuove tabelle come previsto dalla nuova legge forense.

Secondo Nicola Marino, presidente OUA: “E’ urgente varare la nuova riformulazione dei parametri, nonostante il parere critico del Consiglio di Stato. Il testo è migliorativo e raccoglie, in parte, le proposte presentate dall’Oua e dalle Associazioni, e illustrate anche nel corso del recente Congresso Forense a Bari. Tra le novità principali l’aumento delle fasce basse, decreti ingiuntivi e precetti. Chiediamo in tal senso un impegno forte del Cnf, insieme a tutta l’avvocatura, affinché il ministero dia il via libera alle nuove tabelle: è necessario vista la grave situazione economica in cui versa la categoria“.

Vera MORETTI

Statuto semplice per le srl a 1 euro

Una circolare del Ministero di Giustizia ha confermato che, per quanto riguarda le srl semplificate, ovvero le srl a 1 euro, l’atto costitutivo deve essere “redatto per atto pubblico in conformità al modello standard tipizzato con decreto”.

Inoltre, è stato chiesto, nella circolare inviata a Camere di Commercio e Registri delle Imprese, che lo Statuto standard, emanato con decreto ministeriale, non sia vincolante, ma sia un testo adattabile, da usare come modello contenente le clausole minime essenziali.

Questo perché “non sarebbe risultato utile strutturare il modello standard riportando (in modo necessariamente incompleto e comunque rimesso alla concreta definizione da parte del notaio rogante) tutte le possibili fattispecie alternative di funzionamento delle molteplici componenti dell’ente”, si legge nel parere del Ministero della Giustizia.

In conclusione la circolare del MiSE precisa che tale modello può essere “integrato dalla volontà negoziale delle parti” e che “in un sistema che delinea il paradigma delle società a responsabilità limitata in chiave di ampia derogabilità da parte dei soci, appare del tutto incongruo ritenere che la norma primaria abbia voluto (non espressamente) limitare l’autonomia negoziale rimettendo ad una normativa regolamentare l’individuazione delle innumerevoli possibili opzioni concernenti l’organizzazione ed il funzionamento della società”.

Vera MORETTI

Registro unico revisori: ecco come iscriversi

Dal 13 settembre scorso sono entrati in vigore i regolamenti previsti dal decreto legge 39/2010, che prevedeva l’istituzione di un unico Registro per i revisori, la cui gestione spetta direttamente al Ministero della Giustizia.

L’articolo 17 del DM 145/2012 stabilisce che per le persone fisiche e le società già iscritte al 13/09/2012 al Registro dei revisori contabili ed all’Albo speciale delle società di revisione sussiste il diritto all’ iscrizione al nuovo registro istituito presso il MEF.

Su richiesta dell’interessato possono essere iscritti anche i soggetti che:

  • anteriormente al 13/09/2012 hanno acquisito il diritto di essere iscritti nel Registro dei revisori, a condizione che la relativa istanza sia prodotta entro un anno dall’entrata in vigore del regolamento stesso (quindi entro il 13/09/2013);
  • dal 13/09/2012 hanno presentato istanza di partecipazione ad una sessione d’esame non ancora conclusa per l’iscrizione al Registro dei revisori e hanno, alla data di presentazione dell’istanza di iscrizione al Registro, superato l’esame.

I vecchi revisori, ovvero quelli già iscritti al Registro, dovranno comunicare al MEF:

  • le informazioni inerenti il contenuto informativo del Registro
  • le informazioni strumentali alla tenuta del Registro
  • l’opzione relativa l’iscrizione nell’elenco dei revisori attivi e nella sezione dei revisori inattivi, se non sono in corso incarichi di revisione legale né collaborazioni ad un’attività di revisione presso una società di revisione.

I revisori legali e le società di revisione vengono iscritti d’ufficio nell’elenco dei revisori attivi anche se non comunicano le predette informazioni.

Entro 90 giorni dall’emanazione di un apposito Provvedimento, le informazioni necessarie per la formazione del “nuovo” registro dei Revisori devono essere trasmesse, da parte dei soggetti già iscritti nel “vecchio” Registro.

Il MEF ha anche previsto che , in caso di ritardata o mancata comunicazione dei dati può:

  • applicare al revisore o alla società di revisione una sanzione pecuniaria da €.1.000 a €. 150 mila;
  • sospendere dal Registro, per un periodo non superiore a 5 anni, il responsabile della revisione al quale sono ascrivibili le irregolarità;
  • revocare uno o più incarichi di revisione legale;
  • vietare al revisore o alla società di revisione di accettare nuovi incarichi per un periodo non superiore a 3 anni;
  • cancellare dal Registro il revisore, la società di revisione o il responsabile della revisione legale.

Quando viene fatta la richiesta dell’iscrizione al Registro occorre versare un contributo fisso per le spese di segreteria, il cui importo prevede:

  • €. 50 per l’iscrizione al Registro del tirocinio;
  • €. 50 per l’iscrizione al Registro dei revisori legali delle persone fisiche;
  • €. 50 per l’iscrizione al Registro dei revisori delle società di revisione;
  • €.100 per l’iscrizione dei revisori legali di altri Paesi UE o dei Paesi terzi .

L’ammontare di questi contributi, inoltre, può essere aggiornato con decreto del MEF e, in tal caso, l’aggiornamento entrerà in vigore a partire dall’anno successivo a quello della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Il versamento va fatto tramite bonifico ordinario su apposito conto corrente intestato a CONSIP spa, che li versa in ciascun bimestre di ogni anno, entro 10 giorni dalla chiusura del bimestre.
Oltre a ciò, è previsto un contributo obbligatorio che gli iscritti al Registro sono tenuti a versare entro il 31/01 di ogni anno, attualmente pari ad €.26,84.

Vera MORETTI

I rappresentanti di avvocatura e magistratura insieme per il Patto per la Giustizia

Un importante incontro è avvenuto ieri a Roma, tra il Ministro della Giustizia Paola Severino e una delegazione di Oua (Organismo unitario avvocatura), Anm (Associazione Nazionale Magistrati) e le rappresentanze delle magistrature e del personale della giustizia, per affrontare i contenuti del Patto per la Giustizia.

Ciò che l’Oua, nella persona di Maurizio De Tilla, il suo presidente, ha richiesto è piuttosto semplice: prima di tutto, che vengano dimezzati i tempi dei processi, senza ovviamente far venir meno i diritti dei cittadini. Ma anche senza ricorrere al “filtro di inammissibilità” o al sistema di media conciliazione obbligatoria.

L’Oua, per snellire i tempi dei processi, senza svilirli, suggerisce, come soluzione più efficace, “è quella di anticipare alla prima ed unica udienza di trattazione non tanto l’esame di ammissibilità dell’appello sotto il profilo della sua probabilità di accoglimento (che altro non è che manifesta infondatezza), ma quanto la decisione nel merito sotto il profilo della fondatezza o meno dell’appello“.

Un appunto è stato fatto anche riguardo i parametri ministeriali sui compensi degli avvocati, considerati troppo bassi. “Sono inadeguati e ingiusti, con dei ribassi di oltre il 50% rispetto alle tariffe del 2006: sono da fame. Ne chiediamo, quindi, come Avvocatura una revisione urgente“.

I sindacati del settore, dal canto loro, hanno denunciato i disagi che derivano dalla carenza di organico e tal proposito Antonino Nasone, segretario generale della Uilpa-UIDAG, ha indicato alcune linee di intervento che possano portare ad un cambiamento positivo. L’incontro con il ministro è stato giudicato proficuo e promettente nei confronti del futuro, anche se molto è ancora da fare.

Nasone ha infatti dichiarato: “Ora attendiamo che si prosegua in questa direzione con la convocazione da parte del Guardasigilli di un Tavolo permanente sulla riorganizzazione della macchina giudiziaria. Come sindacati, abbiamo avanzato alcune linee di intervento chiare: basta con i tagli concentrici (personale, risorse), servono, invece, investimenti sul personale, da valorizzare e riqualificare, ma anche sull’innovazione. Necessaria, inoltre, l’assunzione di circa 3mila funzionari, vista le evidenti carenze negli uffici (oltretutto come già previsto dagli ultimi Dpef): la situazione lavorativa (e logistica) come testimoniamo anche diverse inchieste giornalistiche è gravissima“.

Il segretario Uilpa-UIDAG ha fatto presente che questo sarebbe possibile, ad esempio, riducendo le spese dell’esternalizzazione di diversi servizi e riportarli all’interno della gestione della macchina giudiziaria.

Tematiche affrontate, poi, rispettivamente dal presidente di Anm e dal rappresentante dell’Avvocatura dello Stato, sono state l’importanza di intervenire sui processi e l’eccessivo carico di lavoro di ogni avvocato dello stato, che affronta annualmente 160 processi all’anno.

Alla fine dell’incontro le parti hanno fatto dichiarazioni soddisfatte, lodando la volontà del ministro Severino di ascoltare le esigenze di tutti i rappresentanti presenti.

Ora dal settore ci sono aspettative riguardo l’estensione delle pratiche positive in tutti i tribunali, l’implementazione dell’innovazione tecnologica (informatizzazione) e del processo telematico. Inoltre, la riorganizzazione degli uffici e dei tempi di lavoro, ma anche il potenziamento del personale e delle risorse per il settore.

Vera MORETTI

Atti notarili inviati online: da oggi è possibile su tutto il territorio nazionale

La tecnologia è amica dei notai: da oggi, infatti, potranno trasmettere online gli atti notarili a tutti gli uffici provinciali dell’Agenzia del Territorio.

Il processo di informatizzazione avviato a dicembre 2010 prosegue, non solo per semplificare la burocrazia degli ordini professionali, ma anche per contenere le spese e permettere lo sviluppo tecnologico del Paese.
La collaborazione tra Ministero della Giustizia, Agenzia del Territorio e Consiglio Nazionale del Notariato comincia a dare buoni frutti.

Ora, infatti, questa nuova procedura è stata estesa a tutto il territorio nazionale, se si escludono le province di Trento, Bolzano, Trieste e Gorizia, come previsto dal Provvedimento interdirigenziale del 20 luglio 2012, emanato dal Direttore dell’Agenzia del Territorio in accordo con il Direttore generale della Giustizia civile del Dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero della Giustizia.

In pratica, gli atti notarili potranno essere trasmessi per via telematica, grazie anche alla firma digitale e all’invio, da parte dell’Agenzia del Territorio, di un certificato di eseguita formalità, provvisto anch`esso di firma digitale.

Vera MORETTI

Cnf e Anci contro la soppressione dei tribunali

Consiglio Nazionale Forense e Associazione dei Comuni italiani non mollano sulla soppressione dei tribunali. Riparte infatti il gruppo di lavoro CNF-ANCI sulla geografia giudiziaria che servirà, secondo le parole del Cnf, a “smascherare, sulla base di dati certi di finanza pubblica locale, l’inefficacia e la sostanziale inutilità del progetto di soppressione di tribunali e procure varato dal Governo per recuperare efficienza nel sistema giustizia“.

Il gruppo di lavoro predisporrà una Commissione tecnica che si avvarrà di professionalità anche esterne al settore della giustizia, provenienti dal mondo dell’organizzazione aziendale, del lavoro e della informatica, oltre ai rappresentanti della magistratura e del personale amministrativo impiegato nei tribunali, per predisporre un progetto alternativo che tenga conto dei criteri alla base della spending review nella pubblica amministrazione e, in particolare, della Legge di Stabilità.

In questo senso, il primo passo concreto che Cnf e Anci faranno sarà la definizione di un piano di risparmio, attraverso la razionalizzazione della spesa sostenuta dai Comuni per la giustizia, che produca una riduzione complessiva del 10% dei costi dell’intero comparto dei tribunali sub-provinciali e delle sezioni distaccate, superiore quindi alla riduzione di costi che il Governo punta a ottenere sopprimendo invece,con tagli lineari, molti uffici giudiziari. Tentativo che il Ministero della Giustizia , dice il Cnf, “si è ben guardato dal fare, procedendo invece con la secca riduzione del 30% degli stanziamenti pubblici per il funzionamento degli uffici giudiziari“.

Cnf e Anci hanno in progetto di annunciare questa “operazione risparmio” con un convegno nazionale in occasione del quale verranno presentate le conclusioni della Commissione tecnica.

Oua: bene le task force per smaltire i processi civili

Le task force per smaltire l’enorme mole dell’arretrato civile? “Una buona soluzione“. Così commenta il presidente dell’Oua, Organismo unitario dell’Avvocatura, Maurizio de Tilla la proposta avanzata nei giorni scorsi dal ministro della Giustizia, Paola Severino.

La Severino, in un’intervista alla Stampa aveva dichiarato: “Il nostro processo civile è un malato al quale abbiamo dedicato già molte cure, ma che ha bisogno di riceverne ancora. In questi mesi abbiamo già preso decisioni importanti. Ricordo il filtro in appello: in prospettiva ci permetterà di non accumulare più arretrati. Ma occorre anche aggredire l’arretrato esistente. Abbiamo già cominciato a ragionare con le categorie interessate, intendo i magistrati e gli avvocati, sulle possibili soluzioni. L’idea è creare delle task-force da dedicare ai fascicoli pendenti da più tempo“. Task force composte “da un magistrato e due avvocati. Abbiamo fatto delle simulazioni: se applicassimo 200 persone a smaltire le cause in appello che sono in attesa di decisione da oltre tre anni, calcolando 40mila sentenze l’anno, impiegheremmo cinque anni per azzerare l’arretrato complessivo“, aveva detto il ministro.

Secondo de Tilla, quindi, l’idea è buona, “purché – avverte – questi (gli avvocati, ndr) siano all’altezza del ruolo che gli si affida“. De Tilla spiega che “vanno fissati alcuni principi di fondo: l’indipendenza, la selezione e la retribuzione. Il primo punto è che gli avvocati entrino a fare parte delle task force devono lasciare la libera professione, cioè si devono sospendere dall’Albo. Ovviamente per fare ciò – aggiunge – devono essere retribuiti adeguatamente anche sotto l’aspetto previdenziale, perché non sarebbe giusto ignorare che sono iscritti alla Cassa forense. A quel punto sarebbe scongiurato il conflitto di interessi“.

Penso – conclude de Tillache si dovrebbe fissare per legge quali cause affidare alle task force e quali al giudice spacializzato. Non procedere solo con il criterio aritmetico dei tre anni di pendenza“. Però, “il ministero deve investire sul processo telematico. Se davvero si arrivasse al fascicolo virtuale, senza più il cartaceo, avremmo in breve tempo risparmi incredibili in termini di spesa e di efficienza“.

Il Consiglio approva il decreto sui compensi ai professionisti

Il Consiglio di Stato ha espresso parere favorevole sul decreto del ministero della Giustizia che stabilisce i parametri per la liquidazione dei compensi da parte di un organo giurisdizionale agli ordini professionali regolamentati e vigilati dallo stesso ministero.

Il decreto fa seguito all’abolizione delle tariffe per i compensi dei professionisti, tra cui avvocati, commercialisti, notai, esperti contabili, per i quali sono fissati dei parametri. “Ferma restando l’abrogazione di cui al comma 1 – si legge – nel caso di liquidazione da parte di un organo giurisdizionale, il compenso del professionista è determinato con riferimento a parametri stabiliti con decreto del ministro vigilante”.

Nella relazione il ministero, riporta il parere del Consiglio di Stato, “evidenzia che il parametro al quale l’organo giurisdizionale si rapporta in sede di liquidazione è profondamente diverso dalla ‘tariffa’ con la quale non deve essere confuso, avvertendo l’esigenza che tali nuovi parametri non debbano ‘prestarsi a fungere da tariffa mascherata’”. Dunque, i giudici amministrativi condividono questa impostazione e le considerazioni formulate appaiono “dirette proprio a evitare tale rischio”.

Fallimento PMI: ecco le nuove modalità

di Vera MORETTI

La legge n.3 del gennaio 2012 dispone nuove procedure per quanto riguarda il fallimento delle PMI, con l’introduzione della possibilità di realizzare un accordo fra debitore e creditore, ma a determinate condizioni.

La nuova norma, dunque, riguarda in particolare tutti quei soggetti che si trovano nelle condizioni di sovraindebitamento, così definite: “una situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, nonché la definitiva incapacità del debitore di adempiere regolarmente le proprie obbligazioni“.

Ciò è valido purché le imprese non possano in nessun caso accedere al fallimento, al concordato preventivo, agli accordi di ristrutturazione dei debiti o essere sottoposti ad amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi.
Inoltre non devono aver beneficiato della procedura di accordo con i creditori nei tre anni precedenti alla nuova richiesta.

Chiunque avesse tali requisiti, può accedere alla procedura per la composizione delle crisi da sovraindebitamento attraverso una proposta che deve rappresentare “la ristrutturazione dei debiti e la soddisfazione dei crediti attraverso qualsiasi forma“.

Cosa significa questo? Semplicemente che la procedura di ristrutturazione può avvenire con varie modalità, ovvero la cessione dei redditi futuri, l’utilizzo di beni e redditi di terze parti che assumono il ruolo di garante, o l’utilizzo di strumenti di credito al consumo e altri strumenti creditizi e finanziari.
L’autorità giudiziaria avrà il compito di monitorare la procedura passo per passo, verificando il rispetto dei requisiti necessari da parte dell’impresa, valutare i contenuti del piano di ristrutturazione del debito e verificare l’adempimento del piano omologato.

Dal momento in cui l’imprenditore dichiara di voler raggiungere un’intesa, parte una moratoria di 120 giorni durante i quali può condurre le trattative necessarie senza vedere il suo patrimonio minacciato da azioni esecutive.
L’accordo da raggiungere dovrà necessariamente raggiungere l’equivalente del 70% del totale del credito, anche se detenuto da un solo creditore. Tutti gli altri dovranno adeguarsi all’accordo.

Ruolo fondamentale sarà quello degli organismi di composizione, che hanno la funzione di:

  • ricevere i consensi dei creditori rispetto al piano proposto;
  • verificare il raggiungimento del 70% dei crediti;
  • attestare la fattibilità del piano;
  • proporre al giudice la nomina di un liquidatore qualora necessario;
  • in caso di insorgenza di difficoltà durante l’esecuzione del piano, procedere alla risoluzione.

Il costo di funzionamento dei collegi sarà interamente sostenuto dal debitore, secondo parametri che saranno indicati in un successivo decreto del Ministero della Giustizia.

Per quanto riguarda le caratteristiche dei membri del collegio sono state indicate due modalità: una riservata a soggetti privati, l’altra alle Camere di commercio e agli ordini di avvocati, commercialisti e notai, ma in entrambi i casi i componenti dovranno effettuare un’iscrizione in un registro dedicato presso il ministero della Giustizia.