Notariato e lotta al riciclaggio, un convegno a Milano

Appuntamento venerdì 10 giugno dalle 9.30 alle 18.30 al Centro Congressi Fondazione Cariplo, a Milano, per il convegno “Lotta la riciclaggio: bilanci, esperienze ed istruzioni operative. Il Notariato incontra gli attori del sistema“, organizzato dalla Fondazione italiana per il Notariato in collaborazione con la Commissione Antiriciclaggio del Consiglio nazionale del Notariato e il Consiglio notarile di Milano.

Un incontro che vedrà intorno a un tavolo Direzione nazionale Antimafia, ministero dell’Economia e delle Finanze, Banca d’Italia, ministero dell’Interno e Guardia di Finanza, e che ha come obiettivo quello di “offrire a tutti i professionisti gli elementi utili a una visione d’insieme del fenomeno da cui derivare non solo una rinnovata e riconosciuta consapevolezza dell’importanza di tale lotta e del contributo che ad essa il mondo delle professioni e in particolare il Notariato può dare, ma anche una migliore conoscenza delle prassi operative per comprendere in maniera più approfondita e puntuale tanto gli ‘indici di anomalia’ così come la nuova versione delle ‘Faq’, presentate in occasione del convegno, che valgono come indicazioni fornite ai notai dal Consiglio tramite la Commissione Antiriciclaggio“.

Presidenti saranno il coordinatore della Commissione Antiriciclaggio, Giovanni Vigneri, e il notaio Bruno Barzellotti. Previsti nella sessione mattutina gli interventi di Alberto Cisterna, procuratore nazionale Antimafia aggiunto, Direzione nazionale Antimafia, ministero della Giustizia; Giuseppe Maresca, direttore della direzione V, Prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario per fini illegali, dipartimento del Tesoro, ministero dell’Economia e delle Finanze; Giovanni Castaldi, direttore dell’Unità di informazione finanziaria, Banca d’Italia; Antonio Girone, direttore della Direzione Investigativa Antimafia, ministero dell’Interno; Leandro Cuzzucrea, comandante del Nucleo speciale Polizia valutaria, Guardia di Finanza; Cesare Licini, Commissione Antiriciclaggio Consiglio nazionale del Notariato.

Nel pomeriggio toccherà a Daniela Muratti, condirettore dell’Unità di Informazione Finanziaria, Banca d’Italia; Nicoletta Nigro, capo divisione II reparto della Direzione Investigativa Antimafia, ministero dell’Interno; Emilio Palermo, capo sezione Operazioni Nucleo speciale Polizia Valutaria, Guardia di Finanza; Marco Krogh, Gea Arcella, Vincenzo Gunnella e Caterina Valia, membri della Commissione Antiriciclaggio del Consiglio nazionale del Notariato.

In arrivo aiuti per le imprese agricole. Sotto i riflettori le imprese del comparto vitivinicolo

Il Ministero dell’Economia ha attivato un fondo di circa 16,5 milioni di euro per consentire alle aziende agricole di ammortizzare il costo dell’Iva calcolata sui contributi statali ed europei. Il fondo del Ministero servirà a coprire le imposte generate dalle misure di sostegno della Rete rurale nazionale e del Feasr (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale).  IN realtà l’ammontare della somma stanziata è di 25,5 milioni, di cui 9 andranno alle imprese del comparto pesca e 16,5 alle imprese agricole. Con questi fondi lo stato interverrà sulla leva fiscale dei soggetti produttivi consentendo di abbattere i costi contributivi dell’investimento.

Inoltre, il Governo ha stanziato anche un milione da utilizzare come cofinanziamento per i progetti di promozione dei prodotti agricoli sul mercato interno e nei Paesi extra Unione Europea. Questi fondi sono gestiti dall’Agea, l’ente che si occupa dei pagamenti in agricoltura, al quale spetta l’onere di tenere i rapporti con le aziende e assegnare i contributi ai progetti.

Questi finanziamenti previsti dal Governo hanno l’obiettivo di potenziare gli ambiti in cui le aziende sono meno competitive e rafforzare le posizioni dominanti. In sede di assegnazione dei fondi sono ovviamente privilegiati quei progetti che prevedono la valorizzazione del Made in Italy come principio di eccellenza nel settore dei prodotti della terra. Uno dei settori a cui verrà prestata maggiore attenzione è sicuramente quello vitivinicolo, dove dal 1995 al 2009 il consumo procapite è sceso da 55 a 43 litri, e dove le imprese perdono sempre più quote di mercato interno.

Laura LESEVRE

Moratoria debiti Pmi: Abi e Ministro dell’Economia al tavolo delle trattative

Il 28 gennaio scorso il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti si è seduto al tavolo delle trattative con l’Abi e tutte le imprese che nel 2009 hanno firmato l’accordo per la moratoria dei debiti per le piccole e medie imprese. Il termine della moratoria, fissato per il 31 gennaio 2011 fa comunque i conti con la volontà delle parti firmatarie di ottenere una proroga di ulteriori 6 mesi ovvero fino al prossimo luglio.

All’ordine del giorno oltre all’asupicata proroga c’erano anche l’impiego di strumenti di semplice accessibilità e la rimodulazione del debito residuo dopo che nei giorni scorsi non si è riusciti a trovare un accordo comune sull”impiego dei derivati, cioè quei strumenti atti a mettere al riparo i soggetti dal rischio di tasso proposti dalle banche, e sull’intervento del Fondo di garanzia.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Associazione Bancaria Italiana e le altre rappresentanze d’impresa avevano già accordato precedentemente una proroga portando la moratoria a concludersi “al fine di fornire alle imprese le flessibilità necessaria per agire in modo da agganciare la ripresa”. La speranza delle imprese è che un ulteriore slittamento sia fattibile.

Mirko Zago

I Commercialisti propongono una riforma fiscale radicale

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili ha approvato il Manifesto dei commercialisti per una riforma radicale del Fisco. Sono quattro le linee d’azione prioritarie indicate nel documento che verrà consegnato al Ministero dell’Economia: regole certe nei rapporti tra fisco e contribuenti; maggiore fermezza contro l’evasione, purché ci sia anche un nuovo processo tributario, affidato a uomini e competenze professionali reali; un prelievo fiscale equo, efficiente e coerente; un federalismo in cui conti l’autonomia finanziaria piuttosto che l’autonomia impositiva. Un documento, quello dei commercialisti, nel quale sono elencate anche le condizioni pregiudiziali per la reale praticabilità della riforma e gli obiettivi fondamentali da perseguire.

Le condizioni: i commercialisti ritengono innanzitutto che una radicale rivisitazione del sistema fiscale vada subordinata a cinque condizioni che sono altrettanti no. No ad una riforma priva dei presupposti sociali e politici per durare a lungo e sì, invece, ad un percorso condiviso da tutte le parti sociali e dalle forze politiche di maggioranza e opposizione, per evitare che ciò che viene fatto dalle prime venga poi “smontato” dalle seconde. No ad una riforma in cui le logiche di gettito prevalgano sugli obiettivi socio-economici di fondo. No ad una riforma “tela di Penolope”, che blocchi, fino al suo completamento, interventi immediati di riduzione o modificazione del prelievo su famiglie, imprese e professionisti. No ad una riforma che dimentichi la necessità di una semplificazione normativa. No, infine, ad una riforma che possa giustificare nuovi condoni fiscali, con i quali chiudere eventualmente con il pregresso.

Le linee d’azione prioritarie e gli obiettivi fondamentali: il documento elenca anche alcune linee d’azioni prioritarie dalle quali discendono gli obiettivi fondamentali da perseguire per un fisco migliore. Per i commercialisti vanno innanzitutto garantite regole certe per rilanciare la fiducia, elevando a norma di rango costituzionale lo Statuto del contribuente, costruendo un nucleo di principi certi e indisponibili dallo stesso Governo di turno, creando, come in molti Paesi, un’autorità indipendente che vigili sulle norme fiscali e affrontando la questione dell’”abuso del diritto”. Serve poi maggiore fermezza nella lotta all’evasione, dando priorità al nuovo redditometro (uno strumento da perfezionare e informatizzare), premiando la trasparenza finanziaria e accentuando la lotta ai paradisi fiscali. Tutto ciò senza però dimenticare la giustizia tributaria, evitando di pensare solo alla riscossione dei tributi. Il sistema tributario, scrivono i commercialisti, deve funzionare anche quando il rapporto tra fisco e contribuenti sfocia in contenzioso. Serve dunque anche una riforma della giustizia tributaria, con un nuovo processo tributario, affidato a uomini con le opportune professionalità. Per costruire un prelievo fiscale equo, efficiente e coerente, va riequilibrata la tassazione tra redditi patrimoniali e redditi produttivi, distinguendo accumulo e risparmio per incentivare la capitalizzazione delle imprese. I commercialisti chiedono anche di abolire l’Irap, imposta iniqua e distorsiva, e di premiare fiscalmente le imprese che danno lavoro. Infine, il capitolo dedicato al federalismo. Per il Consiglio nazionale della categoria esso deve enfatizzare l’inversione dei flussi di cassa rispetto al potere di creare tributi. Ciò che conta, in sostanza, è rendere regioni ed enti locali titolari del gettito prodotto dai loro territori, trasformando i trasferimenti erariali in entrate proprie.

I delegati ai tavoli per la riforma: i quattro delegati dei commercialisti ai tavoli sulla riforma fiscale sono il presidente della categoria Claudio Siciliotti (Bilancio pubblico), Enrico Zanetti, Capo Ufficio Studi della Presidenza del Consiglio Nazionale dei commercialisti (Economia non osservata), Gianpaolo Valente, Segretario Generale dell’Istituto di Ricerca dei commercialisti (Erosione fiscale) e il consigliere nazionale Roberto D’Imperio (Sovrapposizione).

Laura LESEVRE