Fringe benefit: aumenta la detassazione, ma solo per chi ha figli

A dare l’annuncio è stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che rispondendo a un question time alla Camera ha anticipato che nel decreto Lavoro ci saranno ulteriori misure di aiuto alle famiglie e in particolare sarà innalzata la soglia esentasse dei fringe benefit per i lavoratori con figli.

Fringe benefit esentasse per chi ha figli, le novità anninciate dal Ministro

Attualmente i fringe benefit godono di una soglia di esenzione dall’imponibilità pari a 258 euro, in base a quanto emerge dalle dichiarazioni del Ministro si potrebbe arrivare a uno sdoppiamento di tale soglia. Questa dovrebbe rimanere invariata per i lavoratori dipendenti che non hanno prole e dovrebbe invece essere raddoppiata per i lavoratori che invece hanno figli.

Secondo alcune indiscrezioni la soglia potrebbe addirittura essere portata a 2.000 0 3.000 euro, ma appaiono previsioni troppo ottimistiche e inoltre potrebbero esserci margini di incostituzionalità perché i lavoratori senza figli verrebbero discriminati.

Perché la soglia esentasse dei fringe benefit viene alzata?

Queste misure secondo le previsioni dovrebbero portare un triplice risultato:

  • da un lato tenderebbero ad incentivare i lavoratori ad avere figli attraverso misure protezionistiche e quindi si avrebbe un contrasto alla denatalità;
  • in secondo luogo la misura potrebbe aiutare le famiglie nel contrasto agli effetti dell’inflazione senza però accelerare la spinta alla rincorsa salari-prezzi che potrebbe rendere l’inflazione strutturale;
  • infine, porterebbe a un incremento dei salari per le famiglie, quindi non generalizzato.

In realtà già negli anni precedenti vi sono state misure temporanee tese a calmierare gli effetti della pandemia che hanno portato a innalzare il limite dei fringe benefit esentasse. Sono però stati provvedimenti ad effetto limitato nel tempo.

Leggi anche: I vantaggi fiscali dei fringe benefit aziendali: panoramica

Agricoltura: in arrivo contributi per le imprese con la legge di bilancio 2023

La legge di bilancio 2023 al fine di aiutare le imprese impegnate in agricoltura, pesca e acquacoltura, istituisce il “Fondo per l’innovazione in agricoltura“. Ecco cosa prevede.

Fondo per l’innovazione in agricoltura

L’agricoltura è uno dei settori che in Italia ha maggiori difficoltà a fornire ai lavoratori redditi adeguati e proprio per questo nel tempo sono state previste misure specifiche per questo settore supportate anche dai programmi dell’Unione Europea. L’obiettivo è lo sviluppo rurale il recupero di terreni incolti, ma anche rendere le coltivazioni più produttive attraverso l’uso di nuove tecnologie che possono rendere più agevole in lavoro.

La legge di bilancio 2023 all’articolo 77 istituisce il fondo per l’innovazione in agricoltura. Lo stesso ha una dotazione di 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025. Il fondo per l’innovazione in agricoltura sarà a disposizione delle imprese agricole attraverso contributi a fondo perduto, crediti di imposta, agevolazioni per la richiesta di prestiti finalizzati all’introduzione in azienda di tecnologie 4.0 che possono aumentare la produttività dell’azienda agricola stessa.

Agricoltura: dopo la legge di bilancio 2023, arrivano gli aiuti con i decreti attuativi

L’articolo 77 stabilisce che, al fine di distribuire/ utilizzare il Fondo saranno emanati decreti da parte del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze e della Conferenza permanente per i rapporti Stato- Regioni e province autonome di Trento e Bolzano in cui saranno definiti criteri e modalità di attuazione del fondo.

Il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste potrà sottoscrivere convenzioni con Ismea e Cassa Depositi e Prestiti al fine di attuare la norma.

Naturalmente le aziende agricole potranno accedere al Fondo per l’innovazione solo in seguito alla emanazione dei decreti attuativi per le singole misure e molto probabilmente saranno previste condizioni di accesso che possano aiutare a distribuire le risorse in modo equo e mirato.

Bonus 200 professionisti al via le domande, ecco da quando

Lentamente sembra arrivare la luce in fondo al tunnel per i professionisti e lavoratori autonomi che ad oggi ancora non hanno ricevuto il bonus di 200 euro. La data dalla quale potrebbe essere possibile presentare la domanda dovrebbe essere il 15 settembre 2022.

Bonus 200 professionisti: la domanda potrà essere presentata a breve

Il bonus 200 euro professionisti e lavoratori autonomi è disciplinato dal decreto Aiuti al fine di aiutare i lavoratori e pensionati a far fronte ai rincari energetici. Mentre i dipendenti, pubblici e privati, e i pensionati dovrebbero averlo già ricevuto, non è così per lavoratori autonomi e professionisti. Costoro infatti stanno ancora aspettando che siano delineate le modalità per potervi accedere, la procedura è stata invece più celere per colf e badanti. Anche per lavoratori autonomi e professionisti è previsto il requisito reddituale, cioè potranno richiederlo coloro che nel 2021 hanno avuto un reddito inferiore a 35.000 euro. Il fondo previsto in favore di queste categorie di lavoratori è di 95,6 milioni di euro.

Come presentare la domanda per il bonus 200 professionisti e lavoratori autonomi

In base a quanto finora stabilito nel decreto attuativo firmato dai Ministri del lavoro e dell’Economia, attualmente al vaglio della Corte dei Conti dal giorno 23 agosto 2022, ogni lavoratore autonomo e professionista, dovrà inoltrare la richiesta seguendo le modalità previste dalle singole casse previdenziali, ad esempio gli avvocati dovranno richiederlo seguendo le istruzioni operative fornite dalla Cassa Forense, mentre coloro che sono iscritti alla Gestione Separata Inps dovranno richiedere il Bonus attraverso le indicazioni che rilascerà l’Inps.

Leggi anche: Bonus 200 euro per lavoratori autonomi e professionisti: il decreto attuativo

Le domande per ottenere il bonus di 200 euro per lavoratori e professionisti dovrebbero essere inoltrate con molta probabilità dal 15 settembre 2022 e le stesse saranno vagliate e approvate in ordine cronologico di arrivo fino a concorrenza dei fondi messi a disposizione. In base alle prime stime fatte, a poterne godere saranno circa 477 mila professionisti e di questi 146.000 dovrebbero essere quelli iscritti alla Cassa Forense su un totale di iscritti di 243.000, insomma una larga parte degli avvocati guadagna meno di 35.000 euro l’anno.

Dichiarazione aiuti di Stato: istruzioni e termini. Il 30 giugno è definitivo?

Con provvedimento del 27 aprile 2022 l’Agenzia delle Entrate ha reso note le modalità operative attraverso le quali le imprese che hanno ricevuto aiuti di Stato devono provvedere a darne comunicazione. Il termine previsto è il 30 giugno, ma vedremo a breve che sono molti a richiedere il posticipo.

Chi deve inviare la dichiarazione aiuti di Stato?

In base alla normativa devono presentare l’autodichiarazione sostitutiva aiuti di Stato tutti coloro che hanno ricevuto sostegni economici previsti per l’emergenza Covid 19 ai sensi dell’articolo 1 del decreto legge 41 del 2021. Sono invece esonerati coloro che hanno ricevuto misure ascrivibili alla sezione 3.1 e 3.12 del Temporary Framework, trattasi di aiuti di tipo locale.

Per conoscere i nuovi limiti c’è la guida: Aiuti di Stato e pandemia: l’Unione Europea ammette deroghe

Non devono presentare la dichiarazione i soggetti che nel presentare l’istanza per ricevere tali aiuti hanno già dichiarato gli aiuti ricevuti e di non superare i limiti previsti dalla normativa.

Sono sempre tenuti a presentare l’autodichiarazione aiuti di Stato coloro che:

  • hanno fruito degli aiuti IMU senza aver compilato la dichiarazione sostitutiva;
  • se risultano superati i limiti e di conseguenza devono essere rimborsate le eccedenze;
  • coloro che hanno hanno fatto ricadere le risorse in parte nella misura 3.1 e in parte nella misura 3.12.

Come effettuare la dichiarazione aiuti di Stato

La dichiarazione aiuti di Stato deve essere effettuata entro il 30 giugno 2022. La normativa prevede che la stessa possa essere effettuata solo telematicamente ( via web utilizzando le credenziali rilasciate dall’Agenzia delle Entrate oppure attraverso i canali telematici). Deve essere utilizzato il modello messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

Per scaricare il modello per la dichiarazione degli aiuti di Stato e le istruzioni, c’è la pagina dedicata dell’Agenzia delle Entrate

Al termine della procedura c’è il rilascio di una certificazione che attesta l’avvenuta presa in carico, o lo scarto della dichiarazione. Questo avviene quando nella compilazione vi sono errori materiali. Le dichiarazioni sostitutive oggetto di scarto  vanno nuovamente compilate, prestando maggiore attenzione. Ricordiamo che sono comunque previsti controlli sugli aiuti di Stato ricevuti.

Chi, compilando la dichiarazione si accorge di avere superato i limiti previsti dal temporary framework, deve indicare nella dichiarazione sostitutiva se intende restituire le eccedenze e le modalità con le quali vuole procedere, ad esempio sottraendoli da aiuti approvati e non ancora ricevuti.

I commercialisti chiedono la proroga dei termini previsti per l’invio della comunicazione

Per i soggetti che devono presentare l’autodichiarazione sostitutiva degli Aiuti di Stato potrebbero però presto esservi delle novità.

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili in un comunicato stampa del 1° giugno 2022 ha sottolineato che urge la necessità di posticipare il termine per la presentazione della dichiarazione. Tale necessità emerge perché nel mese di giugno si sovrappongono diverse scadenze importanti e di conseguenza diventa difficile riuscire a rispettare anche questo termine.

Tra le scadenze che i professionisti devono rispettare vi sono quelle relative ad Irap, Imu, siamo inoltre nel pieno della stagione della dichiarazione dei redditi, di conseguenza diventa impossibile espletare anche questa incombenza con la dovuta diligenza professionale richiesta. Il termine richiesto per il differimento è fino al 31 ottobre 2022. L’invio del comunicato ha avuto come destinatari anche il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, al Ministro dell’Economia Daniele Franco e al Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Non è dato sapere in questo momento quale risposta sarà data, ma è molto probabile che si saprà di più nei prossimi giorni.