Tregua Fiscale di Salvini, si farà o è solo una dichiarazione estiva?

Nel pieno dell’estate e nel pieno dell’espletamento delle procedure per la rottamazione quater e stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro, arriva una dichiarazione bomba di Matteo Salvini, ministro per le Infrastrutture e i Trasporti: è necessario tagliare le cartelle esattoriali dei contribuenti. Scoppiano polemiche e allarmi, ma vediamo per quale motivo molto probabilmente si tratta di un’entrata in campo poco realistica.

Cartelle fiscali dimezzate in  caso di omesso versamento

Appena dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini che sottolinea la necessità di un nuovo provvedimento di pace fiscale volto a dimezzare le cartelle esattoriali di chi non paga perché si trova in difficoltà, scoppiano le polemiche.

La prima cosa da dire è che per come è stato pensato il provvedimento si tratta di una misura diversa rispetto alla rottamazione quater e per due ordini di ragioni. La prima è che a differenza della rottamazione quater andrebbe a tagliare non solo interessi, sanzioni e aggio, ma anche la quota capitale dell’imposta non pagata, questo implica un maggiore risparmio.

In secondo luogo cambia l’oggetto, infatti Salvini ha sottolineato che andrebbe a favorire coloro che hanno presentato una dichiarazione e che in seguito non hanno effettuato i pagamenti, quindi i casi di omesso versamento. Salvini sottolinea che in questi casi c’è l’evidente volontà di pagare, ma che molto probabilmente il contribuente non ha avuto liquidità per farlo e di conseguenza è inutile portare avanti queste cartelle esattoriali, meglio chiudere tutto con uno sconto. Secondo le stime di Mattero Salvini si traterebbe di 15 milioni di italiani interessati da questo potenziale provvedimento.

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Perché riteniamo che il provvedimento non si farà?

I motivi per i quali molto probabilmente non ci sarà questa misura di pace fiscale sono molteplici, in primo luogo siamo nel bel mezzo della campagna rottamazione quater e di conseguenza è improbabile un provvedimento che andrebbe a sovrapporsi a questo. In secondo luogo c’è un’evidente invasione di campo perché Salvini non è certo il Ministro che deve fare proposte inerenti il Fisco.

Con molta probabilità si è trattato di un intento, dell’esternazione di un’opinione, ma nulla che a conti fatti possa avere una qualche rilevanza in questo preciso momento storico. Certamente può essere fuorviante fare queste dichiarazioni perché chi ha aderito alla rottamazione quater potrebbe trovare poco conveniente pagare le rate e magari preferisce attendere un nuovo provvedimento, ma questa scelta potrebbe davvero essere poco saggia perché ad ora, visto che il Governo lavora anche a un’importante riforma strutturale del Fisco che dovrebbe portare a una riduzione delle aliquote Irpef, allargamento della flat tax ed eliminazione dell’Irap (graduale) e ci sarebbe davvero troppa carne alla brace sul tema Fisco.

Uno stop alle dichiarazioni di Salvini arriva anche da Ernesto Maria Ruffini, direttore del’Agenzia delle entrate che sottolinea l’incasso record da evasione fiscale nel 2022 di 20 miliardi di eruo. Sottolinea che sono importanti i provvedimenti di pace fiscale, ma è altrettanto importante contrastare l’evasione fiscale perché è un segnale di giustizia nei confronti di tutti coloro, e sono la maggioranza, pagano regolarmente le imposte.

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Decreto attuativo per Bonus trasporto pubblico: quando inoltrare la domanda?

Dal mese di settembre 2022 sarà possibile inoltrare la domanda per poter ottenere il bonus trasporto pubblico di 60 euro. Ecco a chi spetta e quando presentare la domanda.

Decreto attuativo Bonus trasporto pubblico

Il decreto interministeriale è stato presentato dai ministri del Lavoro Orlando e delle Infrastrutture Giovannini, l’obiettivo è promuovere la transizione ecologica andando a supportare il trasporto pubblico attraverso incentivi al loro uso. Allo stesso tempo vuole essere una misura di aiuto nei confronti delle famiglie infatti viene riconosciuto un concreto aiuto a studenti, lavoratori e pensionati che viaggiano con mezzi pubblici su ferro e su gomma.

Il decreto mira quindi a dare attuazione al decreto Aiuti che prevede tale bonus per la mobilità.

Il bonus trasporti previsto dall’articolo 35 del decreto Aiuti è valido per l’acquisto di abbonamenti per TPL (Trasporto Pubblico locale), regionale e interregionale e per abbonamenti al trasporto ferroviario nazionale.

Il bonus non è valido per l’acquisto di servizi in prima classe, executive, business, club executive, salotto, premium, working area e business salottino.

Come ottenere il Bonus trasporto pubblico

Il bonus consente di ottenere il 100% della spesa sostenuta, senza però superare i 60 euro. Per poter ottenere il bonus trasporti è necessario avere un reddito dichiarato nel 2021 non superiore a 35.000 euro. Le somme ottenute non concorrono alla determinazione del reddito e quindi non vanno ad impattare sull’Isee. Il buono è nominativo e non cedibile.

La domanda potrà essere presentata dal mese di settembre e i fondi stanziati ( presso il ministero del Lavoro) sono 79 milioni di euro. Di questi un milione è però destinato alla progettazione della piattaforma per la prenotazione.

In base alle anticipazioni finora effettuate, il bonus sarà prenotabile alla pagina www.bonustrasporti.lavoro.gov.it per poter inoltrare la domanda sarà necessario avere uno SPID o utilizzare la CIE ( Carta di Identità elettronica). Una volta ottenuto il bonus si potrà utilizzare lo stesso presso le ricevitorie e biglietterie. Il bonus è utilizzabile per l’acquisto di abbonamenti, annuali o mensili, non per biglietti su singolo viaggio, sarà utilizzabile una sola volta. Il ministro Orlando ha dichiarato che c’è l’intenzione di rendere il bonus trasporto pubblico una misura strutturale.

Deve essere ricordato che per le spese di trasporto pubblico è possibile usufruire anche di altri vantaggi, come la detrazione del 19% delle spese sostenute, inoltre sono presenti iniziative anche di associazioni di settore.