Scuole aperte anche in estate, arriva la novità

Il ministro dell’Istruzione Valditara ha reso noto lo stanziamento di 400 milioni di euro volti a finanziare le attività scolastiche in estate. Lo stanziamento è valido sugli anni scolastici 2023-2024 e 2024-2025.

Scuole aperte in estate, arrivano i fondi

Il ministro Dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha firmato il decreto che stanzia 400 milioni di euro per le scuole primarie e secondarie, statali e parificate. Le risorse sono destinate a finanziare le attività di inclusione, socialità e potenziamento delle competenze per gli anni scolastici 2023- 2024 e 2024-2025.

Le attività saranno somministrate nel periodo estivo di sospensione delle lezioni. Le risorse stanziate consentiranno di fornire il servizio a 1,3 milioni di studenti. In accordo con enti locali, le università, organizzazioni di volontariato e terzo settore, tali risorse e attività potranno essere ulteriormente potenziate.

Attività previste nelle scuole aperte in estate

Il ministro Valditara sottolinea l’importanza di tale ampliamento che prevederà svolgimento di attività ricreative, sportive, laboratori e potenziamento delle attività scolastiche in genere. Il fine è offrire un servizio a 360°. La scuola deve diventare sempre più aperta e accessibile e far sentire gli studenti parte di una comunità integrata per tutto l’ anno. I bambini e i ragazzi potranno avere esperienze di arricchimento personale e crescita con la possibilità di fare fronte alle esigenze dei genitori che sono impegnati nel lavoro.

Tra le attività finanziabili con le risorse viste ci sono anche quelle teatrali, musicali e sportive. I docenti non saranno obbligati a fornire disponibilità, potranno aderire su base volontaria ai progetti presentati e riceveranno una remunerazione in base alle disponibilità economiche previste per i moduli didattici attivati. Le attività potranno essere gestite dalle stesse scuole oppure potranno essere gestite dagli altri “attori” che abbiamo visto, tra cui ricordiamo gli enti locali e le associazioni del terzo settore. Le scuole,e per i progetti estivi potranno attingere anche alle risorse del Pnrr previste per la,prevenzione della dispersione scolastica e per il superamento dei divari territoriali.

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Caro scuola, tutor, lezioni contro la violenza di genere, vonto in condotta. Le novità

Come ogni anno, anche per l’anno scolastico 2023-2024 è allarme per i rincari legati al rientro a scuola, ma quanto inciderà il caro scuola sulle famiglie? Quali sono le altre novità che accoglieranno gli studenti?

Caro scuola, istruzione quanto mi costi

Sicuramente il corredo scolastico è una parte importante delle spese per il rientro a scuola, ma si tratta di uno dei settori in cui si può cercare di risparmiare, magari evitando mode. Meno evitabili sono i rincari legati ai libri, in base agli utili dati rilevati per i dizionari si prevede un aumento del 10%, si tratta certamente di una spesa che non si affronta ogni anno, ma per chi sceglie i licei, si tratta di una spesa inevitabile al primo anno.

Proprio a causa di questi rincari la spesa media calcolata per uno studente di prima media è di 1.095 euro (+10% sul 2022). per chi frequenta il primo anno di liceo, invece la spesa sarà di 1.302,6 euro (+2% sul 2022), di cui 695,8 euro per libri e dizionari. A questi rincari devono aggiungersi anche i costi che possono essere definiti supplementari, ad esempio per gli studenti che si spostano con i mezzi pubblici c’è l’aumento del costo di biglietti e abbonamenti.

Per evitare almeno in parte questi rincari sono molte le famiglie che si apprestano ad acquistare libri usati, questo consente un risparmio medio per ogni libro dal 20% al 50%. In molti casi non è possibile però acquistare libri usati perché trattasi di manuali di nuova immissione sul mercato.

Mancano i supplenti, arrivano i tutor

Non sono queste le uniche novità per la scuola. La prima brutta notizia riguarda la mancata copertura di numerosi posti per i supplenti, questo vuol dire che probabilmente molti studenti inizieranno l’anno scolastico senza avere tutti i docenti già assegnati.

La seconda novità riguarda l’inserimento dei tutor nelle scuole. Si tratta di 50.000 che aiuteranno gli studenti nell’orientamento post diploma, li aiuteranno quindi nell’ultimo triennio a scegliere il percorso formativo migliore in base alle loro attitudini e aiuteranno gli studenti in difficoltà ad esprimere al meglio il loro talento.

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Stop a bullismo e violenza di genere

Novità anche per il contrasto al bullismo che sarà deciso, infatti saranno applicate misure punitive, come la sospensione con obbligo di frequenza, nel caso in cui la sospensione superi la durata di due giorni lo studente dovrà partecipare ad attività di ‘cittadinanza solidale’. Gli uffici scolastici sono chiamati a stipulare convenzioni con Caritas, case di riposo e istituti simili e proprio in tali luoghi gli studenti dovranno partecipare a tali attività di cittadinanza solidale. In questo modo i ragazzi potranno capire il valore del far parte di una comunità in modo che l’errore diventi occasione di crescita.

Novità anche per il voto in condotta che ora farà media e di conseguenza saranno influenzati anche i crediti per la maturità. Chi avrà sei in condotta sarà rimandato in condotta e dovrà preparare un elaborato sui temi della cittadinanza solidale.
L’ultima novità è stata annunciata nelle scorse ore dal ministro Valditara, frutto delle recenti violenze perpetrate ai danni delle donne a Caivano e a Palermo. A scuola dovranno tenersi corsi sulla parità di genere ed educazione alla sessualità. Le lezioni dovranno avere ad oggetto il rispetto dell’altro sesso e il contrasto a machismo e maschilismo.

Scuola assunzioni, arrivano 62.000 posti a tempo indeterminato

Buone notizie in arrivo per chi vuole entrare a lavorare nel mondo della scuola perché nell’anno scolastico 2023-2024 sono previste 62.000 assunzioni. Ecco i ruoli previsti e le istruzioni.

Piano assunzioni scuola, arrivano 62.00 contratti a tempo indeterminato

Siamo abituati al lungo precariato nel mondo della scuola, come il caso di alcuni docenti che sono riusciti ad avere il contratto a tempo indeterminato quando era ormai arrivata l’età della pensione. Sembra però che si voglia dare un taglio a questa brutta pratica che ha portato tante persone a perdere fiducia nel futuro, infatti sono state annunciate assunzioni a tempo indeterminato.

Il piano di assunzioni previsto è di:

  • 52 unità di personale educativo-PED;
  • 50.807 unità di personale docente (di cui 32.784 su posto comune e 18.023 su sostegno);
  • 419 unità di insegnanti di Religione cattolica;
  • 10.913 unità di personale assistenti tecnico ausiliari-ATA;
  • 280 unità di dirigenti scolastici.

Il ministro Valditara sottolinea inoltre che “si aggiungeranno 30.000 posti per il prossimo concorso PNRR, programmato per settembre, al fine di realizzare nei prossimi anni il target finale di 70.000”.

Concorsi scuola, come saranno strutturati

La macchina dei concorsi è già avviata, infatti i bandi sono stati già approvati e inviati a Bruxelles e sono in dirittura d’arrivo e in autunno saranno avviate le procedure concorsuali. Per poter partecipare è necessario avere i seguenti titoli:

  • laurea di accesso alla classe di concorso + abilitazione
  • diploma per ITP della tabella B del DPR 19/2016 (o abilitazione). Il requisito è valido fino al 31 dicembre 2024
  • laurea di accesso alla classe di concorso + 3 anni di servizio negli ultimi cinque, svolti nella scuola statale, di cui uno specifico per la classe di concorso.
  • laurea di accesso alla classe di concorso + 24 CFU

Per i concorsi sono previste due prove, la prima scritta con quesiti a risposta multipla. In questa prova sono previsti anche quesiti di informatica e lingua. Segue la prova orale che prevede un colloquio sulle materie delle classi di concorso.

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Alternanza scuola lavoro, con il decreto Lavoro arriva la riforma

Dopo gli incidenti che hanno caratterizzato l’anno scorso e che hanno coinvolto numerosi studenti impegnati nell’alternanza scuola lavoro, arriva la riforma inserita all’interno del decreto Lavoro varato il 1° maggio. Ecco cosa cambierà nei prossimi mesi.

Alternanza scuola-lavoro: arriva la riforma

La sicurezza dei percorsi di formazione e avviamento all’impiego previsti nell’alternanza scuola-lavoro è un elemento importante e troppe volte messo a rischio, nonostante vi siano norme che dovrebbero tutelare gli studenti. Proprio in seguito alla morte e in alcuni casi meno gravi, infortuni si è sentita l’esigenza di provvedere a una riforma dell’istituto.

Il ministro dell’Istruzione, Valditara, ha spiegato la riforma mira rafforzamento delle esperienze “on the job” ed è frutto dell’ascolto dei soggetti coinvolti e in particolare sindacati, stakeholder, imprese e vari componenti del mondo della scuola. Il nuovo protocollo di sicurezza entrerà in vigore nel prossimo anno scolastico 2023-2024.

Nuovi obblighi per le imprese impegnate nell’alternanza scuola-lavoro

La prima cosa da sottolineare è che le imprese che vogliono ospitare i ragazzi dell’alternanza scuola lavoro, compresi quelli impegnati nei PCTO (Percorsi trasversali per l’orientamento) dovranno redigere un nuovo documento di valutazione dei rischi con indicazione dei dispositivi di sicurezza da utilizzare.

Il documento deve essere pertinente con i reali rischi caratteristici di una determinata tipologia di mansioni in un determinato ambito lavorativo. Nel nuovo documento vi dovrà essere una sezione specifica per la prevenzione ed i dispositivi di protezione dedicati agli studenti. Tale sezione dovrà essere integrata alla Convenzione stipulata tra scuola e impresa. Con il decreto adottato il 1° maggio si rafforza il Registro per l’alternanza scuola-lavoro presso le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, con l’inserimento di ulteriori requisiti che devono possedere le imprese ospitanti.

Gli obblighi delle scuole

La sicurezza sul lavoro dovrà inoltre essere trattata anche nell’ambito delle lezioni di educazione civica.

L’esperienza lavorativa dovrà essere inerente al percorso di studi, proprio per questo il piano di formazione e il PCTO devono essere compatibili/coerenti. Ci sarà inoltre il monitoraggio delle attività di Pcto e dovrà essere emanato un decreto ministeriale con le linee guida per il Pcto.

Anche se è triste pensare che vi debba essere una previsione simile, è stato istituito un fondo con 10 milioni di euro per il 202e e 3 milioni di euro per il 2024 da utilizzare per l’indennizzo delle famiglie degli studenti vittime di incidenti durante l’attività di alternanza scuola-lavoro.

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Assunzioni scuola: il ministro Valditara annuncia 100.000 tutor e un nuovo concorso

La scuola è uno dei punti cardini di ogni Paese e ogni Governo si impegna a migliorare il sistema scolastico al fine di creare dei luoghi inclusivi, in grado di fornire una formazione adeguata e in linea con le richieste del mondo del lavoro. Il Governo Meloni è ormai insediato da qualche mese e si sta tentando di sciogliere i nodi che rendono critico il sistema scolastico italiano. Tra gli annunci del ministro Valditara vi è l’assunzione di 100.000 tutor. Ecco cosa si prevede nel piano assunzioni scuola del 2023.

Assunzioni scuola, 40.000 tutor a settembre 2023

Già nel mese di settembre 2023, in base alle dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Valditara dovrebbero arrivare in Italia i primi 40.000 tutor. Si tratterà di personale qualificato che dovrebbe occuparsi di tutoraggio nelle ore pomeridiane presso i vari istituti scolastici. Saranno impegnati prevalentemente con studenti che mostrano maggiori difficoltà nel percorso scolastico. A regime i tutor saranno 100.000. I docenti tutor saranno impegnati anche nella personalizzazione del percorso di istruzione con l’obiettivo di aiutare i ragazzi a scegliere il percorso formativo e professionale maggiormente vicino alle loro attitudini e aspirazioni.

Non è ancora del tutto chiaro come saranno effettuate le assunzioni, per ora sembra che i dirigenti scolastici dovranno attingere tra coloro che sono nelle graduatorie e nelle MAD ( Messe a disposizione).

In estate il nuovo concorso scuola: chi potrà partecipare?

Dalle dichiarazioni del ministro Valditara emerge anche che ci sarà una proroga di 6 mesi dei termini per utilizzare i fondi del Pnrr destinati alla costruzione asili e scuole per l’infanzia. Il ministro Valditara ha approfittato dell’occasione anche per fugare dubbi sulla possibilità che a settembre ci siano insegnanti insufficienti a coprire il fabbisogno. Ha infatti dichiarato che in estate ci sarà un concorso per insegnanti precari che lavorano nella scuola da almeno 3 anni o che hanno 24 crediti formativi. Non sono state rese note le modalità, ma potrebbe trattarsi di un percorso semplificato, visto che a settembre dovrebbe esservi la nomina e considerato che potranno partecipare solo persone che hanno già esperienza nella scuola o hanno seguito percorsi di formazione per l’insegnamento.

Gabbie salariali: cosa sono e perché se ne parla ora?

Nelle ultime settimane si sente spesso parlare di gabbie salariali perché sono entrate nel dibattito politico e giustamente hanno creato un certo scompiglio, ma di cosa si tratta e come funzionano?

Gabbie salariali: cosa sono?

Le gabbie salariali possono essere definite uno strumento attraverso il quale le retribuzioni sono calmierate in base al costo della vita nelle varie zone del Paese. Ad esempio è notorio che il costo della vita in una metropoli come Milano è più elevato rispetto alla provincia, che generalmente le città sono più care dei piccoli paesini e che al Nord il peso di alcune voci di spesa è più elevato.

Proprio sulla scorta di tali differenze si sta pensando di differenziare i salari, e in particolare l’adeguamento degli stipendi al costo della vita/inflazione, in base alle diverse zone d’Italia. Le gabbie salariali in Italia erano vigenti dal 1945 al 1972. Inizialmente l’applicazione era vigente sono in alcune Regioni, poi fu estesa. Nelle varie Regioni d’Italia vi era una divisione in diverse fasce geografiche di retribuzione e tra la fascia più bassa e quella più alta vi era una differenza di retribuzione del 30%. Di certo una bella differenza. In seguito a pressioni e scioperi nel 1972 si pensò di eliminare questo sistema.

In questi giorni è forte la polemica intorno alle gabbie salariali perché le stesse sono rientrate nel dibattito politico.

Perché oggi si parla di gabbie salariali?

Si è parlato di differenziazioni per gli insegnanti e per coloro che sono addetti al pubblico impiego. In realtà potrebbe valere tranquillamente anche per un metalmeccanico. A parlare apertamente di gabbie salariali è stato il Ministro della Pubblica Istruzione Valditara, che però ha ipotizzato delle differenze territoriali solo per gli aumenti e non per il contratto collettivo vigente.

Naturalmente sono in molti ad essere critici nei confronti di una tale soluzione e questo per diversi motivi. Il principale è legato al fatto che si avrebbero stipendi discriminatori a parità di lavoro, mansioni, responsabilità.

Un secondo ordine di ragione riguarda il fatto che l’inflazione che oggi attanaglia l’Italia, e non solo, è trainata dai prezzi energetici alle stelle e questi sono uguali in tutta Italia. Un litro di benzina si paga allo stesso modo al Nord, al Centro e al Sud Italia, in città e nei paesi. Lo stesso discorso può essere fatto per il costo del metano, dell’energia elettrica.

I rincari di questi prodotti sono caduti a pioggia su tutti i beni, ad esempio quelli alimentari, quindi oggi sebbene vi siano delle oscillazioni, il pane è aumentato in tutta Italia. Questo ha portato a un affievolimento delle differenze del costo della vita tra le varie zone d’Italia.

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Docente tutor per allievi in difficoltà e che si annoiano, la novità del ministro Valditara

Il ministro dell’Istruzione Valditara ha annunciato per il prossimo anno scolastico l’arrivo del docente tutor in ogni classe. Dovrà sopperire a bisogni particolari e sarà pagato di più. Il percorso di formazione prende il via a breve.

Docente tutor: chi è e quali compiti avrà? Le prime dichiarazioni del ministro Giuseppe Valditara

La scuola è sempre al centro dei piani di ogni Governo e non poteva essere da meno il Governo Meloni. Solo pochi mesi fa era stato proposto il docente esperto, non senza polemiche, visti i tempi e i limiti di questa figura professionale e siamo oggi invece al docente tutor che, secondo il ministro Valditara, dovrà far fronte a bisogni particolari degli allievi in ogni classe. La prima novità è proprio questa, ogni classe avrà un docente tutor, una sorta di primo docente che avrà in carico la classe nel suo complesso e i suoi bisogni.

Sembra però ampio lo spettro di “problemi” a cui dovrà far fronte. Il Ministro infatti ha annunciato nell’intervista a Il Messagero che dovrà essere al fianco in particolare a studenti che hanno problematiche di vario genere, infatti dovrà seguire i ragazzi che hanno difficoltà di apprendimento, ma anche quei ragazzi che invece sono molto veloci nell’apprendere e di conseguenza si annoiano in classe. Il docente tutor avrà uno stipendio più alto, ma soprattutto dovrà seguire dei corsi di formazione specifici, gli stessi, in base a quanto annunciato, dal ministro Valditara, inizieranno già dal 2023, in questo modo già dal prossimo anno scolastico potranno essere in classe.

Cambia l’orientamento, dovrà tenere in considerazione i bisogni dei territori

Questa però non è l’unica novità di cui il Ministro ha parlato, ha infatti annunciato che cambierà anche l’orientamento per i ragazzi che devono scegliere il percorso di formazione superiore. Lo stesso sarà improntato a due principi, da un lato le potenzialità degli studenti che dovranno essere una sorta di guida alla scelta per i ragazzi, dall’altro si dovrà tenere in considerazione il territorio andando ad analizzare il fabbisogno occupazionale che offre.

Visto il cronico problema dell’Italia inerente la formazione scientifica, il Ministro ha annunciato che è stato creato anche un gruppo di studio che prevede la partecipazione del premio Nobel Parisi e l’Accademia del Lincei, l’obiettivo in questo caso è delineare modalità e tecniche per l’insegnamento di materie scientifiche.

Infine, non sono mancati spunti inerenti l’alternanza scuola-lavoro e in particolare ha concentrato l’attenzione sulle difficoltà riscontrate al Sud nel trovare imprese pronte ad accogliere gli studenti. L’obiettivo è fornire degli incentivi alle imprese in particolare nei settori in cui si fa più fatica a trovare personale, sottolinea infatti il ministro che sono disponibili oltre un milione di posti di lavoro che non trovano copertura in particolare nel settore del turismo.

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