Eni per l’Emilia Romagna

Anche Eni partecipa alla ricostruzione di ciò che il sisma del 2012 aveva devastato nella regione Emilia Romagna.

La compagnia del cane a sei zampe, infatti, contribuirà alla ricostruzione dell’istituto tecnico Giuseppe Luosi di Mirandola, che il terremoto aveva distrutto.
I lavori partiranno entro la fine del 2013 e si pensa che, già per l’anno scolastico 2014-2015, l’istituto sarà nuovamente agibile.

Emilio Sabattini, presidente della Provincia di Modena, ha dichiarato a proposito: “Il sostegno di Eni copre praticamente tutti i costi di un intervento che ci consente di restituire alla comunità un edificio antisismico al 100 per cento, quindi ben oltre il 60 per cento previsto dall’ordinanza regionale. In questo modo gli studenti, che sono temporaneamente nei moduli provvisori, potranno rientrare in tempi ragionevolmente brevi in una sede confortevole e sicura. Obiettivo che con le sole risorse pubbliche sarebbe stato difficile realizzare”.

Gli ha risposto Giuseppe Recchi, presidente Eni: “Nel momento in cui Mirandola e le altre città dell’Emilia sono alla ricerca di ottimismo e fiducia nel futuro Eni non poteva non essere presente. E abbiamo deciso di farlo nella maniera che reputiamo migliore: quella di contribuire alla ricostruzione di una scuola, il luogo nel quale i nostri ragazzi devono formare il loro sapere e la loro coscienza. A voi e a tutti i cittadini di Mirandola dico che su questo punto avete a disposizione un asso nella manica formidabile, qualcosa che appartiene al dna di questa terra: la capacità di innovare”.

Ha accolto con entusiasmo la notizia anche Giorgio Siena, presidente del Luosi, che comprende liceo classico, linguistico, istituto tecnico e professionale per il commercio: “La prospettiva di ritornare nel 2014 nella nostra sede originaria, migliorata nella struttura, dimostra che la ricostruzione può rappresentare un’opportunità che consentirà a studenti, insegnanti e al personale della scuola di frequentare in futuro edifici scolastici più sicuri e moderni”.

Vera MORETTI

Confimpresa Turismo sostiene i terremotati dell’Emilia

 

Confimpresa Turismo Italia ha intrapreso un percorso di solidarietà per sostenere le famiglie e i comuni dell’Emilia colpiti dal grave sisma dello scorso maggio. Il Presidente Giuseppe Sarnella, dopo aver invitato gli albergatori di tutta Italia a offrire ospitalità alle famiglie terremotate per il periodo estivo, ha deciso di toccare con mano il percorso di ricostruzione dei comuni più colpiti fra cui Novi di Modena, Mirandola e San Felice sul Panaro.

La prima tappa del viaggio è stata Novi di Modena, dove il Presidente di Confimpresa Turismo Italia ha incontrato Luisa Turci, sindaco della città, per verificare lo stato attuale dei lavori. “Ora è arrivato il momento di agire concretamente. Grazie al confronto diretto con i sindaci di Novi, Mirandola e San Felice cercheremo di verificare le esigenze della comunità e di evadere quante più richieste possibili – ha affermato Sarnella.  – Nei comuni di San Felice sul Panaro e Mirandola, ad esempio, è già partita la ricostruzione delle scuole. La situazione degli studenti resta una delle nostre priorità, per la maggior parte di loro l’anno scolastico è cominciato in tensostrutture o prefabbricati”.

Il sindaco Luisa Turci dal canto suo ribadisce la necessità di un aiuto nell’immediato, denunciando come “i soldi per la ricostruzione non sono mai arrivati, ci chiediamo come mai la Protezione civile non abbia dato denaro per finanziare le sistemazioni autonome. Lo sta anticipando la Regione e ci troviamo in seria difficoltà”.

Per dare una mano concreta alla ricostruzione, Confimpresa Turismo Italia ha avviato il progetto Acanthus che si sta occupando della ricostruzione dei complessi scolastici di San Felice sul Panaro e Mirandola.

I lavori per la nuova scuola di Mirandola sono iniziati l’8 agosto e il complesso dovrebbe essere inaugurato i primi giorni di ottobre. La costruzione della scuola di San Felice sul Panaro, una struttura di 1.800 metri quadrati che sarà presto a disposizione di insegnanti e bambini, procede a ritmo elevato senza interruzioni.

Confimpresa Turismo Italia ha aperto, inoltre, un conto corrente dedicato agli albergatori con lo scopo di raccogliere fondi per aiutare concretamente i comuni emiliani.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito di Confimpresa Turismo Italia

A Mirandola servono tecnici per l’agibilità degli edifici colpiti dal sisma

Il Comune di Mirandola, uno di quelli più colpiti dal terremoto in Emilia Romagna, lancia un appello e chiede l’intervento di tecnici liberi professionisti abilitati al rilevamento dei danni e alla valutazione dell’agibilità degli edifici nell’emergenza post-sismica.

Si tratta, infatti, di figure che possono risultare fondamentali per poter affrontare il sisma che, anche in queste ore, sta caratterizzando la zona del modenese, dopo le forti scosse del 20 e del 29 maggio.
Per poter accelerare le operazioni, il Comune ha messo a disposizione i numeri di telefono della Polizia Municipale: 0535/611039, 800/197197.

Nel frattempo, l’Amministrazione comunale ha interrotto l’accesso al Centro Storico e alla zona industriale, per ridurre al minimo ogni eventuale rischio di crolli delle strutture compromesse dal sisma.
L’agibilità verrà valutata previo intervento della Protezione Civile e di liberi professionisti che siano disponibili a collaborare alle operazioni (vedi Ordinanza 19/2012).

I tecnici che il Comune chiama all’appello sono quelli che hanno superato positivamente la verifica finale del percorso formativo disciplinato dal Dpcm 5 maggio 2011 relativo al rilevamento dei danni, pronto intervento e agibilità per edifici ordinari nell’emergenza post-sismica, quelli inseriti negli elenchi regionali istituiti ai sensi del DPCM 5 maggio 2011 e i tecnici delle pubbliche amministrazioni.

La circolare regionale PC 5521 del 22 maggio 2012 e la nota operativa PC 6334 del 27 maggio 2012 illustrano nel dettaglio le operazioni di valutazione di agibilità.

Vera MORETTI

Terremoto in Emilia: nuove scosse nella notte, si contano i danni

 

A due giorni dal tragico terremoto in Emilia la terra non smette di tremare: sono state 29 le scosse che solo questa notte non hanno fatto riposare gli sfollati del modenese ed un’altra, meno forte ma ugualmente preoccupante, è stata avvertita alle 5:16 di questa mattina al largo delle coste campane e lucane, nel golfo di Policastro. Secondo i sismologi si tratta di un movimento situato a 8,7 km di profondità, il cui epicentro si trova in prossimità dei comuni salernitani di Ispani, San Giovanni a Piro e Sapri, e di quello potentino di Maratea.

Ma torniamo all’Emilia, perché è nei the days after che si comincia a fare la conta dei danni.

Grave il conto delle vittime, arrivate a 17 dopo il ritrovamento dell’ultimo disperso nella giornata di ieri con un debito da parte della classe operaia assolutamente ingente: delle persone che non ce l’hanno fatta, 14 sono operai e imprenditori.

Gravi i danni anche nel settore economico, soprattutto per quanto riguarda i comparti agricolo e biomedico.

E’ in Emilia, infatti, che si addensa la più alta concentrazione di fabbriche biomediche d’Italia, per giunta specializzate nel fornire supporto e farmaci ai malati in dialisi.

Ingenti sono anche i danni registrati nelle cantine emiliane: dati ufficiali dell’Enoteca Regionale Emilia Romagna parlano di 15 milioni di euro persi dopo il terremoto del 20 maggio e del 29 maggio. Le zone maggiormente colpite sono state le province di Modena, Ferrara e più marginalmente Bologna e Reggio Emilia.

Il Consiglio dei ministri ha deciso di varare una serie di misure d’emergenza, queste:

  • il rinvio a settembre dei versamenti fiscali ed il differimento fino al 31 dicembre dei termini processuali e delle rate dei mutui bancari. Lo ha annunciato il viceministro all’Economia, Vittorio Grilli, nel corso del  question time, ricordando che non si tratta di materia su cui sia possibile intervenire con decreto del Mef. I versamenti sospesi fino al 30 settembre, ha proseguito Grilli, riguardano “sostanzialmente tutti i contributi: Irpef, Ires, Iva, Irap, Addizionali Irpef regionali e comunali e Imu”;
  • l’aumento di 2 centesimi dell’accisa su tutti i carburanti, benzina e gasolio, così da far fronte all’emergenza terremoto che dovrebbe scattare immediatamente, dalla mezzanotte di oggi, raggiungendo un indotto stimato per circa 500 milioni. Serviranno alla ricostruzione post-sisma.
  • Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, poi, ha chiesto all’Unione Petrolifera di valutare l’opportunità di ridurre il prezzo industriale dei carburanti (al netto delle imposte) per contribuire a farsi carico dell’aumento dell’accisa deciso dal Governo per finanziare l’emergenza terremoto in Emilia-Romagna. L’aumento durerà “fino al 31 dicembre 2012”, secondo quanto ha annunciato il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, nel corso del question time;
  • la deroga al patto di stabilità per i Comuni;
  • uno stanziamento di 2 milioni di euro ”a favore delle Camere di commercio di Modena, Bologna, Ferrara e Mantova da destinare a iniziative di supporto alle imprese locali”. Lo si legge in una nota di Unioncamere in cui si spiega che l’intervento ”si articola in tre linee d’azione”.

Inoltre, al presidente Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, è stato dato ”il compito di approfondire con il ministero dello Sviluppo economico la possibilità di istituire una sezione speciale del sistema camerale all’interno del Fondo centrale di garanzia per le Pmi, dedicata alle calamità naturali”. Le risorse saranno destinate ”ad interventi di cogaranzia e di controgaranzia del Fondo, in collaborazione con il sistema dei Confidi, per facilitare l’accesso al credito delle Pmi colpite da calamità naturali”.

Speriamo che i provvedimenti e le riforme non siano un altro strattone ad un’Italia già sufficientemente scossa. In tutto questo, la parata del 2 Giugno si farà.

 

Paola PERFETTI

Terremoto Emilia: nuove scosse, anche alla benzina

 

Sembra una beffa, ma il sole splende sereno sopra le tendopoli dell’Emilia Romagna nella prima notte dopo il grande, doppio terremoto di ieri che ha fatto 16 vittime, ancora 1 disperso, 8mila sfollati, ben l’80% delle aziende del territorio distrutte. A farne le spese, infatti, sono stati soprattuto gli operai e gli imprenditori della zona, e le polemiche non sono mancate sulla pelle dei morti.

Ma com’è andata questa prima notte fuori casa per le 6mila persone coinvolte, che si sono andate ad aggiungere alle 4mila già segnate dal sisma del 20 maggio?

Neppure le tenebre  hanno lasciato un po’ di riposo e di sollievo alle genti del modenese. Solo dalla mezzanotte alle 6.30 di questa mattina le scosse registrate sono state 50, di cui la più forte, quindi avvertibile anche dalle popolazioni terremotate, è arrivata alle 3:54 di oggi: aveva magnitudo 3.4 ed il suo epicentro è stato in prossimità dei comuni modenesi di Camposanto, Cavezzo, Medolla, Mirandola e San Felice sul Panaro arrivando gino al mantovano, a San Giovanni del Dosso. Altre 10 si sono succedute fino alle 8 di oggi. In totale, 60 scosse. 

Migliaia gli sfollati, ancora una persona dispersa sotto i ruderi di quelli che erano i centri produttivi di un terra considerata da tutti pianeggiante e tranquilla. Si tratta di un operaio dell’azienda Haematronic di Medolla, il cui crollo di 24 ore fa aveva già registrato 3 vittime.

Una buona notizia, per fortuna, arriva dalle fonti del Vigili del Fuoco, che fanno sapere di aver estratto viva la donna di 65 anni rimasta sepolta dopo il crollo della palazzina di quattro piani nel centro storico di Cavezzo, uno dei borghi più colpiti. La signora era rientrata nella sua casa di via Primo Maggio per prendere con sé alcuni indumenti intorno alle 9 del mattino di ieri. Poi il boato e il crollo: il palazzo si è sbriciolato ma lei è riuscita a proteggersi con la spalliera del letto. In questo momento si trova ricoverata all’ospedale di Modena.

Un’altra persona, invece, è stata recuperata esanime ieri sera.

Oggi arriveranno anche i provvedimenti del Consiglio dei Ministri: si ipotizza un aumento delle accise sulla benzina per implementare gli aiuti alle popolazioni. Il governo, inoltre, vuole chiedere all’Europa di non conteggiare le spese per il sisma nel patto di stabilità.